Traslocare con gli apparecchi Hi-Fi

trasloco

Come spostare la nostra Musica senza fatica (riflessioni semiserie)

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Recensore: Mattia Bellinzona - TNT Svizzera
Data editoriale: Febbraio 2016
Impaginazione html: Stefano Miniero

Introduzione

Un aspetto trascurato nella valutazione degli apparecchi HiFi (e forse non solo) riguarda la loro trasportabilità. Nessuno compra un impianto ad alta fedeltà pensando a quando eventualmente dovrà traslocare. Tuttavia oggi molte persone si trovano nella necessità di cambiare casa con una frequenza maggiore che nel passato. Questo breve editoriale vuole chiarire quali accorgimenti possano essere presi per facilitare lo spostamento dei componenti dell'impianto e rendere più semplice il loro collocamento in ambienti diversi, in Paesi diversi ed in situazioni diverse.

Imballi

Ogni componente hifi viene venduto imballato. La tendenza di molti di noi è quella di liberarsi degli imballi originali per ragioni di spazio. Ci sono diversi motivi per conservare gli imballi originali.

Trasportatore

Molti si accorgono presto che il professionista costa denaro. Se dovete traslocare solo i componenti hifi, sarete tentati di farlo da soli. Sappiate che il trasportatore professionista è assicurato contro danneggiamenti (il tetto lo potete discutere) mentre voi no. Se dovete trasportare materiale di valore e delicato, vi converrà fare bene i conti.

[Professionisti]

Dimensioni e peso

Veniamo ad un aspetto poco noto che riguarda i nostri amati componenti. In genere non ce ne occupiamo mai nel decidere l’acquisto. Ma al momento del trasloco nascono curiosi problemi. Le dimensioni di alcuni amplificatori in classe D arrivano al 5-10% rispetto a quelli a valvole[1] o stato solido. Se volete/dovete portare con voi il materiale in aereo non avrete problemi coi primi ma sarà impossibile o quasi coi secondi. Il che significa anche che potrete facilmente spostare l’oggetto da un amico per un ascolto o ad una festa. La tendenza alla crescita incontrollata porta ad alcune anomalie. Alcuni monoblocchi solid state od integrati possono superare i 40-50 Kg di peso. Diventano quasi intrasportabili senza ascensore. Impongono scelte radicali nel posizionamento. Non sono facilmente ricollocabili. Non intendo dire che un apparecchio piccolo e leggero debba essere preferito ad uno grosso e pesante, desidero solo far riflettere prima dell’acquisto perché eventuali ripensamenti saranno a volte improponibili.

Il numero

Ogni componente sembra necessario ed indispensabile. Sorgente/i, ampli e diffusori. Ma la mania di upgradite può portare presto a volere un ampli a due o tre telai. Lo stesso per il CDP che si sdoppia in meccanica e DAC. L’alimentazione esterna si aggiunge al tutto. Provate ad immaginare il vostro impianto di CDP, ampli integrato e casse costituito da componenti standard. Il peso totale sarà tra i 5-10 kg al pezzo per un totale di 10-20 Kg più i diffusori. Ora rivediamo il tutto in versione componenti separati e XXL. Non sarà difficile arrivare ai 30-40 Kg per CDP (meccanica e DAC) e 80-120 per ampli (pre e monoblocchi finali di potenza). Tutto questo deve trovare una collocazione, a volte irreversibile. Al momento del trasloco i costi e le difficoltà non saranno neppure paragonabili.

Lo smontaggio

Molti componenti sembrano monolitici una volta inseriti nel nostro impianto. Ma al momento del trasloco ci si accorge che non è esattamente così:

Telecomandi

Ormai tutti i componenti hanno un telecomando. Se ritenete di non usarlo a lungo è meglio estrarre le batterie, per evitare di ossidare i contatti e di scaricarle per niente (le batterie si scaricano comunque). Ricordate di tenere ogni telecomando assieme al componente con cui si interfaccia.

[telecomandi!]

Cavi di alimentazione

Ogni componente ne ha uno. Un tempo erano semplici cavetti con spinotti universali. Oggi i costruttori “audiophile” si sbizzarriscono in forme e dimensioni che rasentano il ridicolo. Alcuni cavi hanno diametri tali da piegarsi male, spinotti con formati diversi e così via. Attenti anche qui a non confonderli.

Stadi di alimentazione

Sempre più apparecchi sono dotati di alimentatori esterni. Questi sono dedicati e non sono universali. Anche qui meglio usare imballi originali e conservare ogni unità al completo.

I componenti

Sorgenti

Tradizionalmente la sorgente analogica è costituita da un piatto con i suoi diversi accessori (braccio, testina, eventuale pre-phono). Tra tutti i componenti direi che questo è certamente il più difficile da trasportare. Pesante, ingombrante, dotato di delicate parti meccaniche come il braccio e la testina. Certamente, la cosa più semplice sarebbe evitare di utilizzarlo sin dall'inizio, avendo scelta. Il peso dei dischi ed il loro ingombro sono di gran lunga il maggior ostacolo al trasporto. Per quanto riguarda la sezione digitale, il lettore CD tradizionale viene soppiantato dai server che consentono lo streaming della musica o la sua registrazione su dischi rigidi o memorie di massa. Il vantaggio di un server al momento del trasloco è evidente. Si tratta spesso di unità dagli ingombri e pesi ridottissimi. L'unico loro problema è quello di dipendere dalla rete. Il mio personale consiglio è quello di usare un server in grado di funzionare anche offline tipo, giusto per fare un esempio, il cocktail audio. Il vantaggio è di avere una soluzione capace di streaming e contemporaneamente autarchica. Occupa poco spazio, pesa poco ed è facilissimo da trasportare. La musica una volta registrata può essere trasferita da macchine diverse, senza lavoro aggiuntivo. Se invece usate un CDP, considerate che un lettore CDP ad un telaio ha una parte meccanica che deve essere protetta dagli urti. In questo caso, avere a disposizione l’imballo originale è importante. Opportuno chiudere bene il cassettino porta CD, qualora presente. Nei top loader attenti al portello carica CD. Inoltre, se il vostro lettore dispone di valvole, alcuni consigliano di rimuoverle per evitare danni alle stesse, anche se personalmente non lo ritengo necessario.

Amplificazione

Ovviamente la soluzione ideale resta quella di un ampli di dimensioni e peso ridotto. In questo senso gli amplificatori in classe D hanno un vantaggio evidente. La mia preferenza va decisamente in questa direzione. I più problematici restano certamente i grossi valvolari[1]. Esistono poi diverse soluzioni esoteriche con pre e finali a monoblocchi di potenza, che possono portare pesi ed ingombri a valori di decine o centinaia di chili. Decisamente difficile da trasportare, specialmente se si è da soli. Se ben imballati non dovrebbero dare problemi, data la loro costruzione. Ma i valvolari[1] sono ovviamente più delicati.

Diffusori passivi

Qui nascono i problemi difficili da sormontare. Non esistono diffusori piccolissimi e leggerissimi di qualità. Un minimo di peso e di ingombri è un prezzo necessario da pagare. Chiaramente qui saranno avvantaggiati i piccoli monitor a due vie con supporto. Questi monitor spesso non arrivano a pesare 10 chili l'uno. In questo caso sono facili da trasportare anche da una persona sola. Le torri sono comunque molto più pesanti e facilmente superano i 20-30 chili al pezzo. In questi casi il trasporto da parte di una persona sola può diventare difficoltoso. Per evitare danni durante il trasporto, la cosa più semplice per proteggere le membrane dei coni è avvolgere il diffusore con molti strati di pluriball. A meno che non abbiate gli imballi originali. Nel caso di torri voluminose, spesso gli imballi vengono eliminati per via degli ingombri. Tenete presente che molti modelli non dispongono di alcuna protezione dei coni. Questo espone il tutto a gravi rischi durante il trasporto. In tal caso, La soluzione più semplice è usare tanto pluriball.

attivi

I vantaggi degli diffusori attivi sono ovvi. Tenete conto dei pesi, degli ingombri e della necessità di collegarli alla rete elettrica. Standard diversi o assenza di prese potrebbero mettervi in difficoltà. Certamente la soluzione cellulare più diffusori attivi ha il suo fascino, da questo punto di vista.

...e soluzioni all-in-one

Agli estremi del minimalismo soluzioni tipo Geneva. Non si tratta di vero stereo a due canali ma di una “simulazione”. Non mi sento di sconsigliarla; alla fine è una questione di gusti.

cablaggi

Di per sé non rappresenta un problema, in quanto cavi, morsetti e connettori occupano poco spazio e pesano poco. Tuttavia alcuni accorgimenti riguardano la connessione con la rete elettrica. Il trasloco presuppone il collocamento dell'impianto in ambienti di cui noi non possiamo prevedere la distanza dalle prese elettriche. Inoltre Paesi diversi hanno, praticamente sempre, diversi standard nelle prese elettriche. La cosa più semplice da fare è usare una ciabatta collegata con i componenti dell'impianto. Questa dovrebbe essere dotata di un cavo separabile. In questo modo si potrebbe ogni volta predisporre un cavo della lunghezza necessaria, con spina adeguata a quel Paese. Basta solo sostituire questo ultimo cavo e l'impianto risulterà sempre adattabile al nuovo ambiente. Certamente anche i singoli componenti possono avere cavi di rete separabili. Questo aumenta la flessibilità e adattabilità dei componenti in qualunque ambiente si vadano a trovare.

tavolini porta elettroniche

Meno componenti avete, meno vi serve un tavolino porta elettroniche dedicato. Se immaginiamo un impianto costituito da un, per fare un esempio, cocktail audio X30 più diffusori, non avete bisogno di molto.


WAF

Merita un editoriale a se. Se traslocare significa andare a vivere con la consorte, sappiate che le signore generalmente detestano soluzioni invadenti, cavi, ciabatte e simili.

Un ultimo consiglio

Anche per chi vive in movimento vale la regola che la vita è una sola. Non ha senso andare in giro con componenti scadenti solo perché si teme che vengano danneggiati in un trasloco. Comprate quello che vi sembra adeguato. Tenete presente che componenti di piccole dimensioni sono facili da trasportare e ben adattabili anche ad ambienti diversi. Le case moderne raramente dispongono di stanze di grandi dimensioni. Grossi diffusori potrebbero risultare difficili da piazzare in ambienti piccoli, al di là delle difficoltà di trasporto. Considerate che molte abitazioni in condomini, specialmente nei paesi del Nord, non dispongono di ascensori. In alcuni casi potreste trovarvi nella impossibilità fisica di trasportare componenti pesanti ai piani alti, senza avvalervi dei servizi di professionisti.

Conclusioni

Nessuno compra un componente hifi pensando che un giorno vorrà venderlo o spostarlo. Ma nella realtà socioeconomica attuale è altamente probabile che non resteremo per sempre nella nostra dimora attuale. Resta improbabile che il nostro impianto non subisca upgrade futuri, anche se oggi ci sembra il massimo. Scegliere un apparecchio tenendo conto della sua trasportabilità è forse eccessivo. Ma mi sembra errato considerare questo aspetto senza valore. Se due amplificatori producono un risultato simile ma uno pesa il 10% dell’altro, perché non considerarlo un vantaggio? Le mode cambiano e gli stili di vita pure. L’audiofilo duro e puro che vive da solo in 300 m² con sala ascolti dedicata è molto raro. Il mercato si rivolge sempre più a persone che vivono in ambienti di ridotte dimensioni, in appartamento (con vicinato), con conviventi, prole e quant’altro. Se consideriamo quante volte questa persona dovrà cambiare domicilio portandosi dietro gli arredamenti, ci accorgiamo che pesi ed ingombri di una catena hifi dovranno sempre essere presi in considerazione. Se questo non fosse vero, non si capirebbe perché l’industria discografica, nel suo complesso, abbia tutta questa facilità ad indirizzare il consumatore verso prodotti sempre più compatti anche se non necessariamente più audiofili.

© Copyright 2016 Mattia Bellinzona - www.tnt-audio.com

[1] - Di norma, gli amplificatori a valvole non OTL montano grossi trasformatori, che li rendono mediamente più pesanti e ingombranti rispetto ad amplificatori a stato solido.

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