Stadio phono Graham Slee Accession

Un secondo ascolto

[English version here]

Autore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Settembre, 2018
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

[Stadi phono Accession e Jazz Club]

Questo articolo integra la recensione del pre-phono Graham Slee Accession di Graeme Budd (sopra, nella foto a destra) pubblicata lo scorso gennaio.[1] Dal punto di vista di un appassionato degli LP moderni, a Graeme era piaciuto ciò che aveva ascoltato. La cosa non mi ha sorpreso; sin dal 2010 ho apprezzato molto l'ascolto, sia di 78 giri sia di LP, con un Graham Slee Jazz Club (sotto, nella foto a destra; qui la recensione di TNT-Audio), ritenendolo sin dal primo giorno probabilmente il miglior acquisto di un componente audio che abbia mai fatto. Tuttavia, la recensione di Graeme comprende alcune osservazioni che hanno attirato la mia attenzione, come razzi di segnalazione sparati in cielo (il grassetto è mio):

«...Sul pannello frontale ci sono anche un interruttore per l'ascolto in mono, tre opzioni per impostare la curva di equalizzazione e l'opzione per escludere completamente l'equalizzazione in fase di registrazione, così potete aggiungere l'equalizzazione in digitale, se lo desiderate.»

«Questo sarebbe il momento giusto per dire che l'equalizzazione dell'Accession è alquanto unica, nel senso che prima equalizza la testina e poi applica la curva di equalizzazione selezionata in registrazione. Non conosco nessun altro dispositivo che faccia questo...»

«Le curve di equalizzazione alternative possono rappresentare un vero valore aggiunto per i collezionisti che possiedono dischi incisi con curve di equalizzazione diverse dalla RIAA standard, alla quale la maggior parte di noi è abituata. La possibilità di escludere completamente l'equalizzazione e di poterla aggiungere successivamente in digitale dovrebbe collocare l'Accession in cima alla lista della spesa di chiunque tenga seriamente alla propria collezione...»

Dopo una breve consultazione con la Direzione di TNT-Audio, avevo contattato l'azienda e molto celermente (in maniera imbarazzante, considerando quanto tempo mi sia voluto, per una serie di “interferenze della vita reale”, mettere nero su bianco le mie parole) avevo ricevuto un Accession con finitura argento, decisamente nuovo, affinché lo valutassi in veste di collezionista di dischi vintage.

Non starò a menare il can per l'aia. Per chi, tra noi, colleziona dischi realizzati con il sistema meccanico tromba-e-diaframma, di uso prevalente prima dell'introduzione dei microfoni e dei torni di incisione elettrici a metà degli anni '20, l'Accession è un prodotto rivoluzionario: richiede che l'utilizzatore riconsideri non l'impianto bensì le orecchie, lasciando perdere il concetto di come le cose dovrebbero suonare e ripartire da zero.

Il motivo è dovuto principalmente alla fisica delle testine magnetiche. Buone notizie per voi: anziché soffrire per qualsiasi tentativo di spiegazione da parte di questo non-ingegnere, potete apprendere la rivelazione direttamente da Graham Slee stesso, da una serie di articoli pubblicati sul suo blog.

Come ricavare una pista da sci da un pancake

Pertanto, innanzitutto io lascerò (principalmente!) la spiegazione dei principi all'esperto e passerò alle conseguenze, almeno per come le capisco. Ecco un breve riassunto di cosa è assolutamente necessario alla discussione: per loro natura, le testine magnetiche hanno una risposta in frequenza crescente pari a +6 dB/ottava. L'incremento inizia alla minore frequenza che la testina può gestire e continua fino alla maggiore, a passi costanti pari a quel valore; questo significa che esso influenza l'equilibrio tonale lungo tutto l'intervallo di risposta udibile. In altre parole, la risposta crescente di una testina magnetica differisce dall'incremento in gamma alta nell'equalizzazione RIAA o similari, poiché essa influenzerà la nota più bassa di un grosso organo a canne, o almeno la sua fondamentale, non solo le fondamentali di quelle al di sopra di una certa frequenza mediana.

I pre-phono moderni compensano abitualmente questo incremento, in combinazione con la loro impostazione della curva RIAA (o di altre curve), ma in ogni pre-phono che ho conosciuto (finora) riprodurre un disco senza compensazione della curva elimina anche la compensazione della testina. I collezionisti dei 78 giri dell'era della registrazione acustica spesso cercano una risposta “piatta” escludendo la compensazione della curva in registrazione, oppure ascoltano i dischi tramite un pre-phono che ne sia sprovvisto, come un pre-amplificatore per microfono. Tuttavia, ciò che ottengono è di gran lunga più brillante di una vera risposta “piatta”.

L'Accession

L'Accession, per quanto ne so, è il primo pre-phono ad affrontare questo dilemma in maniera diretta, separando l'equalizzazione della testina dalla compensazione della curva di registrazione. Impostate uno degli interruttori posti sul pannello frontale su “CA/flat” (“CA” sta per Constant Amplitude, ampiezza costante) e il pre-phono regolerà la risposta crescente della testina magnetica, ma non applicherà altre equalizzazioni. Finalmente, il collezionista di registrazioni acustiche potrà riprodurle su un giradischi moderno, di qualità elevata, con elettroniche moderne e ascoltarle come erano state registrate, senza artefatti elettronici. Alla fine, l'impianto sarà in armonia con la sorgente.

Questa era la parte facile. Ora viene il difficile.

Amici, Romani, Concittadini: ascoltate

Se, come me, avete trascorso anni (o decenni) ad ascoltare registrazioni dell'era pre-elettrica con apparecchiature moderne impostate per bypassare l'equalizzazione in riproduzione, le vostre orecchie saranno allenate per sentire un certo tipo di suono, non proprio realistico, un suono abbondantemente mescolato con raffiche di rumore di superficie che le vostre “orecchie mentali” tradurranno in termini di ciò che conoscete di una vera orchestra, di un vero cantante, di un vero violinista o di qualsiasi cosa, in realtà, che vi assomigli. Ora, all'improvviso, quel suono è sostituito da qualcos'altro, al contempo più naturale e un po' estraneo, e in base agli ascolti effettuati finora, è qualcosa che può variare in modo molto notevole da un disco all'altro.

[Beethoven, Nona Sinfonia, Vocalion]

Poco prima di inserire l'Accession nel mio impianto, ho avuto la fortuna di trovare una copia della Nona Sinfonia di Beethoven nella sua prima registrazione completa, una rara edizione dell'era acustica risalente al 1923, in cui Bruno Seidler-Winkler dirigeva un piccolo ensemble pubblicizzato come New Symphony Orchestra of Berlin, solista e piccolo coro; la copia in mio possesso è un'edizione autorizzata su etichetta US Vocalion (la casa discografica dell'azienda produttrice di pianoforti Aeolian), una gommalacca dal caratteristico colore rosso argilla. Questo recente acquisto mi era sembrato la scelta più naturale come primo test per l'Accession.

Avevo iniziato ascoltando un paio di lati con il Jazz Club, perché solitamente lo imposto per le registrazioni dell'era acustica, senza compensazione in gamma alta e con la minore enfatizzazione possibile in gamma bassa (il Jazz Club non permette di escludere completamente l'enfatizzazione in gamma bassa). Poi avevo collegato l'Accession, aspettandomi qualcosa; beh, immagino qualcosa di più simile a una delle prime registrazioni dell'era elettrica, forse. Decisamente, qualcosa di “migliore”.

Quello che avevo ascoltato era del tutto disorientante.

La prima cosa a cui avevo pensato era stata: “Ma funziona? Suona come una di quelle terribili ristampe su LP, troppo filtrate, dell'era pre-digitale. E dov'è il rumore di superficie?”

Naturalmente, quello che stavo ascoltando era, per la prima volta, il suono di una vera risposta piatta. Sì, fino a quel momento la mia mente era consapevole di ascoltare un segnale enfatizzato in gamma alta, quando impostavo la mia apparecchiatura per una risposta che chiamavo “piatta”, ma, come Michael Flanders quando si è trovato davanti il cartello dell'aeroporto che diceva “Attenti agli aerei a bassa quota”, la mia conclusione era stata “Non puoi farci più di tanto”. Ora, l'Accession esigeva che affrontassi le conseguenze di una variazione di +6 dB/ottava senza alcuna pigra scappatoia mentale, né elucubrazioni del tipo “Oh bene, probabilmente tende un po' al brillante, ma è solo per compensare la debole risposta in gamma alta delle registrazioni dell'era acustica”. L'Accession riproduceva quello che c'era nel disco, niente di più e niente di meno, e per uno che proveniva da un mondo di risposte enfatizzate tutto sembrava molto smorto e attenuato, vale a dire veramente ai limiti di un sistema di registrazione puramente meccanico.

E quindi le mie orecchie avevano iniziato un viaggio di riscoperta. Ero determinato a dare loro ogni opportunità per esplorare questo nuovo territorio uditivo. Ero passato ad altri dischi, per la maggior parte scelti più o meno a caso, di varie etichette, e gradualmente, un po' riluttanti, le mie orecchie avevano compreso questa strana, nuova realtà. All'inizio avevo scoperto che, come scelta per la prima dimostrazione, la Nona di Beethoven era più un “salto nel profondo” che un “immergere la punta del piede nell'acqua”. Pubblicizzando il disco, la Aeolian non mostrò certo timidezza; lo descrisse come “la più grande registrazione dei tempi moderni”! L'azienda aveva buoni motivi per essere fiera: immortalare una composizione di quella portata con un processo di registrazione acustico, con i suoi stretti limiti tecnici e l'infernale ambiente dello studio, con i suoi ritmi serrati, richiese eccezionali capacità ingegneristiche, spingendo i confini del possibile, e uno sforzo quasi sovrumano da parte dei musicisti. Ciononostante, anche le drasticamente ridotte forze che potevano essere stipate intorno a una tromba di registrazione dovevano necessariamente essere disposte a una certa distanza, e ascoltando altri dischi sembra che la distanza dalla tromba influenzasse moltissimo la quantità di alte frequenze che un diaframma di registrazione poteva catturare.

Il modo più evidente in cui l'Accession cambiava l'esperienza di ascolto della registrazione acustica era il rumore di superficie o, più correttamente, la sua relativa assenza. Io ero abituato a un rumore estremamente incrementato ogni volta che escludevo la compensazione per le curve elettroniche, e avevo sempre supposto che l'incremento fosse dovuto all'eliminazione di quello che, in effetti, è un filtro alto, il taglio in gamma alta della RIAA (o altre) calibrato per riportare una curva equalizzata a una risposta piatta. L'Accession aveva dimostrato che l'incremento non era dovuto all'assenza di un taglio, bensì alla presenza di un'enfatizzazione, quella risposta crescente di +6 dB/ottava delle mie testine magnetiche. Compensando per rendere la risposta veramente piatta, le gommalacche convenzionali a 78 giri, almeno quelle non danneggiate da un uso errato, improvvisamente potrebbero suonare notevolmente silenziose. Non necessariamente silenziose quanto gli LP, ma sicuramente in maniera molto meno evidente di quanto abbiano mai fatto prima.

[Edison Diamond Disc]

Il passo successivo, e forse il più importante, era stato costituito dalla consapevolezza di un fatto nuovo, nel senso che il nuovo tipo di suono era diventato più familiare, che entro i nuovi limiti della presentazione gli strumenti e le voci sembravano più naturali, che il vecchio metodo di ascolto, a enfatizzazione progressiva, li rendeva - come dire - artificialmente brillanti e spesso li privava di corpo. Prendiamo ad esempio un'incisione Victor dell'amata canzone Die Forelle (La Trota) di Schubert, cantata da Ernestine Schumann-Heink nel 1911. Ora, Schumann-Heink era un vero contralto, forse l'esempio più celebre di un tipo di voce dell'era delle registrazioni che spesso oggi non si incontra, più bassa di un mezzo soprano, che sui palchi odierni e nei concerti è la figura universale per ruoli femminili con voce bassa. Ascoltando il disco, prima senza compensazione e poi con l'Accession, la mia prima impressione era stata che nel secondo caso il suono era spento, ma a mano a mano che la canzone andava avanti iniziavo a notare come la voce avesse una pienezza e una profondità non presenti con lo Jazz Club, il quale, con un ascolto attento, aveva un timbro più da “soprano”, un taglio acuto non caratteristico di una vera voce di quel genere. L'accompagnamento al pianoforte, sebbene soffrisse decisamente per il posizionamento relativamente lontano dello strumento rispetto alla tromba di registrazione, sembrava più realistico se ascoltato con l'Accession.

Un esempio: i dischi di Edison (Diamond Disc)

I collezionisti di registrazioni dell'era acustica, in larga misura sebbene non unanimemente, considerano i dischi di Edison (Diamond Disc, così chiamati perché venivano riprodotti con stili in diamante - NdT), o “Re-Creations”, la massima incarnazione della qualità sonora ottenuta durante l'era della registrazione acustica. Per quella e altre ragioni, avevo ritenuto che fossero terreno fertile per provare l'Accession.

[Logo dell'etichetta Edison]

Un po' di storia: Edison fu l'ultimo arrivato nel mondo del disco; per una dozzina di anni, circa, dopo la comparsa sul mercato dei dischi piatti, la sua azienda continuò ostinatamente a produrre solo cilindri. Tuttavia, quando egli, alla fine, fece il suo ingresso nel mercato del disco, lo fece con un approccio che, per l'epoca della registrazione acustica, era quanto di più simile al nostro concetto attuale di “alta fedeltà”: il suono che usciva da un grammofono di Edison, che riproduceva un disco di Edison, era identico a quello che entrava nella tromba di registrazione.

Pertanto Edison può essere considerato il nonno di tutti i dischi e i marchi di prodotti “audiofili”. I fonografi erano macchine costose, dalla costruzione robusta, dotate di meccanismi complessi, prodotti secondo standard elevati. I dischi non erano come quelli di altri produttori: in realtà essi giravano alla velocità, dichiarata, di 80 giri al minuto; i solchi erano incisi con precisione a 150 passi per pollice, forse la metà rispetto ai solchi degli LP, ma erano molto più fini di qualsiasi cosa dell'epoca e venivano riprodotti con uno stilo in diamante permanente di precisione anziché con gli stili in acciaio monouso di uso comune tra i concorrenti[2]. Purtroppo, come la progenie audiofila degli ultimi tempi, l'azienda, sotto l'influenza del suo fondatore, ebbe anche la tendenza a compiere scelte meno che ideali su artisti e repertorio.

[Edisonic Schubert]

La combinazione tra i dischi e i grammofoni di Edison produce un suono notevole per l'epoca, ma non ho mai trovato soddisfacenti i miei tentativi di riprodurre elettronicamente i dischi di Edison, nemmeno con il Jazz Club. Innanzitutto, in media hanno, notoriamente, un elevato rumore di superficie. Inoltre, sebbene molti acquirenti di dischi li considerino all'inizio troppo “forti” se ascoltati con apparecchiature originali, a prescindere dalle motivazioni essi tendono ad avere un segnale debole e sottile se ascoltati elettronicamente.

Dopo aver ascoltato alcuni diamond disc con l'Accession, credo che esso, impostato per una risposta piatta, migliori di molto la situazione, fino al punto in cui la riproduzione elettronica non è solo possibile ma, in realtà, diventa apprezzabile. Appiattendo l'enfatizzazione in gamma alta della testina magnetica, esso doma quelle pesanti superfici, e anche se il segnale resta relativamente debole, almeno non suona più sottile. In realtà, la musica che affiora da quelle idiosincratiche superfici suona in maniera particolarmente precisa, per niente ad ampio raggio come in una moderna registrazione.

[Edison Diamond Disc]

Anziché imporvi il mio giudizio vi offro due esempi, uno strumentale e l'altro vocale, affinché possiate farvi una vostra opinione. Per entrambi i casi ho incluso tre versioni. Due sono state ottenute con un giradischi moderno: una non compensata (suonata con il Jazz Club), una piatta (suonata con l'Accession) e una, a dimostrazione di come questi dischi suonassero sui grammofoni per i quali erano stati pensati, è stata registrata, tramite microfoni, da un fonografo Edison per dischi con stilo in diamante dei tardi anni '20, modello “Edisonic Schubert”[3]. Edison promosse il suo sistema organizzando concerti, conosciuti con il nome di “tone tests”, durante i quali invitava il pubblico a distinguere tra le esibizioni dal vivo degli artisti che lavoravano per lui e un fonografo che riproduceva i loro dischi. Oggi è qualcosa difficile da credere, ma a quanto pare, durante questi spettacoli, molti ascoltatori non erano in grado di notare la differenza (sebbene abbia letto che almeno uno dei cantanti coinvolti avesse in seguito sostenuto che veniva loro detto di modificare la voce per farla corrispondere a quella che il pubblico avrebbe ascoltato dai fonografi).

Le selezioni sono come specificato sotto. Cliccando su “Stop” si interromperà qualunque brano in esecuzione.

Russell: Young Tom o' Devon, cantata da Arthur Middleton, con accompagnamento orchestrale, pubblicata nel 1917. Edison promosse Middleton come membro della Metropolitan Opera; in effetti, egli cantò solo in una manciata di esibizioni, tutte durante concerti o in ruoli minori, durante un breve ingaggio con quella compagnia. Egli era il basso di casa Edison e in tale veste, sia con il suo vero nome sia con pseudonimi quali Eduard Mittelstadt, registrò un repertorio assai più sostanzioso; tra i suoi dischi che ho ascoltato, considero questo il migliore.

Bazzini: Le Ronde des Lutins, un capolavoro per violino solista, con accompagnamento al pianoforte, eseguito dal poi divenuto celebre violinista ceco Vasa Prihoda, accompagnato dalla sua connazionale Asta Doubravska. Prihoda aveva 20 anni quando incise questo disco, nel 1921.

Una digressione: gli LP pre-RIAA

Sebbene l'Accession avesse catturato la mia attenzione come potenziale strumento per il collezionista di registrazioni dell'era acustica, esso si era dimostrato altrettanto valido per i dischi incisi tra la fine dell'era dei 78 giri e il successivo dominio della curva RIAA. Oltre all'impostazione “flat”, esso offre la scelta tra tre curve: la RIAA (ovviamente) e altre due denominate “British” e “American”. La prima è per le registrazioni FFRR, la seconda per le curve adottate dalle case discografiche statunitensi, in modo particolare la curva NAB.

Per provare una di queste impostazioni, avevo scelto un disco, dei primi anni '50, di Friedrich Wuhrer che esegue la Sonata per Pianoforte D.960 in Si bemolle di Schubert, per la quale la American Vox aveva specificato l'equalizzazione NAB. L'ascolto effettuato con l'Accession impostato su “American” e con il Jazz Club impostato sull'equalizzazione NAB si era rivelato quasi uguale, pressoché perfetto. Se dovessi cercare il pelo nell'uovo, con l'Accession i transienti potevano risultare leggermente più incisivi, ma la differenza, se effettivamente c'era, era percepibile solo dopo ripetuti attenti confronti in certi passaggi. In breve, rispetto al controllo variabile dell'equalizzazione NAB, con l'inserimento di un dato valore, l'impostazione fissa dell'Accession va bene così com'è.

Limiti ed Estensioni

L'Accession eccelle nell'affrontare un problema che si presenta al collezionista di dischi registrati acusticamente: esso elimina la risposta crescente delle testine magnetiche. Non sistema i difetti intrinseci di una certa registrazione o del processo acustico in generale: esso non può fare nulla per le risonanze della tromba, per i diaframmi di registrazione con scarsa risposta, per il posizionamento svantaggiato degli strumenti o dei cantanti relativamente alla tromba di registrazione o aspetti simili. Per la maggior parte del tempo trascorso con l'Accession, e con le registrazioni che ho allegato a questo articolo, non ho applicato alcuna regolazione a ciò che il pre-phono presentava, tranne normalizzare i file registrati; non ho regolato alcun aspetto del tono né applicato la riduzione del rumore, non ho fatto nemmeno il declicking manuale. Tuttavia, capisco quanto riuscire ad ottenere una vera risposta piatta possa far crescere l'interesse nell'uso giudizioso degli equalizzatori grafici o parametrici per risolvere carenze oltre la risposta crescente delle testine magnetiche. Se si utilizza un equalizzatore, mi aspetto che l'Accession fornisca un punto di partenza migliore rispetto ad apparecchiature più vecchie, poiché esso elimina la necessità di avere a che fare con la somma dei problemi della registrazione e dei problemi della testina.

Per provare questa eventualità, avevo riesumato il primo equalizzatore che avevo trovato tra gli scheletri audio del mio armadio, lo avevo collegato all'uscita variabile dell'Accession, avevo fatto passare il segnale dall'Accession direttamente all'ingresso linea dell'equalizzatore e poi avevo collegato l'uscita linea dell'equalizzatore al resto della catena audio. Ai vecchi tempi, l'equalizzatore veniva collegato a un tape loop integrato nell'amplificatore, ma il mio Rogue Sphynx, come molti amplificatori moderni, non ha questa funzione. Va detto che, probabilmente, l'uscita variabile dell'Accession in queste circostanze si dimostra preziosissima, poiché garantisce che una registrazione particolarmente “calda” non sovraccarichi l'ingresso dell'equalizzatore.

Avendo quindi aggiunto l'equalizzatore, avevo proseguito enfatizzando molto leggermente la gamma media superiore, o la gamma alta inferiore, e avevo applicato tagli simili nella gamma media centrale fino alla gamma bassa superiore, in modo da corrispondere al punto in cui la tipica testina di registrazione acustica attenuava e dove la sua uscita era sproporzionatamente forte. Le regolazioni avevano un intervallo abbastanza stretto e, al massimo, si aggiravano sui 2 dB; con gli equalizzatori, solitamente, “meno è, meglio è”. Il risultato era stato un po' più di aria in alto e un po' meno risonanza dell'impianto, e non penso che l'equalizzatore renda eccessivamente brillante la voce di Mme. Schumann-Henik come faceva la testina magnetica non compensata. Giudicate voi stessi:

Conclusioni

Con l'Accession, Graham Slee ha avuto il ruolo di Toto ne Il Mago di Oz: ha tirato via una tenda per rivelare come un macchinario nascosto proietti una falsa realtà. Tuttavia, cosa fare con quella conoscenza spetta alla decisione dell'ascoltatore. Nell'apparente eterna battaglia tra i rispettivi campioni delle valvole e dello stato solido, spesso salta fuori la questione secondo cui le valvole possono non essere “pure”, ma i loro scostamenti dalla purezza sono eufonici e, in realtà, migliorano la musica riprodotta. Alcuni potrebbero dire lo stesso dell'enfatizzazione in gamma alta delle testine magnetiche, almeno nel caso di dischi registrati acusticamente caratterizzati da un contenuto di alte frequenze inferiore alla media: le alte frequenze extra possono sembrare “sbagliate”, ma servono a rimpiazzare quei suoni che i registratori puramente meccanici erano incapaci di catturare. Altri potrebbero giungere alla conclusione, come ho fatto io, che le registrazioni acustiche suonavano veramente piatte ma mancavano di “brillantezza”, sebbene ci diano un'idea migliore di come erano veramente i suoni contenuti nei loro solchi. Una risposta “giusta” non c'è; dipende dalle orecchie dell'ascoltatore e dalla volontà di accettare un tipo di limitazione rispetto a un altro, in un mondo sonoro per sua natura imperfetto. Spero che gli esempi sopra riportati vi diano una prima impressione, ma non possono sostituire un ascolto prolungato; che vi piaccia o meno, se collezionate registrazioni acustiche dovete concedervi un po' di tempo per ascoltare il “vero suono piatto” del Graham Slee Accession.

Pertanto, l'Accession promette di essere uno strumento essenziale per il collezionista dei primi 78 giri. Detto ciò, rende obsoleti i precedenti pre-phono progettati per il mercato dei dischi vintage, come il mio Jazz Club? In breve, la risposta è “no”. Sebbene l'Accession, secondo me, sia un componente “da ascoltare” per i 78 giri acustici, non è la soluzione definitiva per i 78 giri in generale. I dischi incisi prima dell'avvento della registrazione elettrica, grossomodo tra il 1925 e il 1950, e poi durante i primi anni dell'era degli LP mono, incorporano varie equalizzazioni elettroniche, e quindi i collezionisti che possiedono 78 giri successivi all'era acustica, o LP mono non-NAB di etichette quali Bartok, Concert Hall o Urania, continueranno a preferire la possibilità di scelta della curva che prodotti come il Jazz Club offrono, e non si accontenteranno della scelta pre-impostata tra RIAA, NAB e FFRR dell'Accession. È vero che il materiale informativo dell'Accession consiglia di riversare i dischi su un computer in modalità “piatta” per poi applicare l'equalizzazione via software, ma un simile approccio non funziona molto bene quando il possessore, anziché impegnarsi in un progetto di recupero, vuole semplicemente ascoltare un disco, correttamente equalizzato, per puro piacere. Inoltre, non mi stupirei se l'equalizzazione software, priva di artefatti, richiedesse l'utilizzo di un programma potente, relativamente costoso, mentre l'impostazione effettuata tramite interruttori fisici posti sul pre-phono non introdurrebbe problemi legati alla conversione; oltretutto, l'alto livello qualitativo dei prodotti Graham Slee garantisce anche l'assenza di problemi di natura meccanica. Chissà se un giorno ci sarà qualcosa tipo un “Jazz-cession”, un pre-phono che integri sia la risposta “veramente piatta” dell'Accession, per i dischi dell'era acustica, sia la flessibilità del Jazz Club, per quelli registrati elettricamente? Sarebbe un sogno, la soluzione definitiva per i dischi di qualunque epoca.

Quello che l'Accession rende, effettivamente, se non obsoleto almeno occasionalmente necessario, è l'applicazione della riduzione del rumore, per le registrazioni dell'era acustica, tramite software quali Click Repair. Prima di conoscere l'Accession, ero abituato a utilizzare un po' Click Repair su quasi ogni riversamento di 78 giri acustici (o elettrici, se è per questo) allo scopo di eliminare i picchi di rumore peggiori e consentire la normalizzazione, per ottenere un livello di uscita migliore e più elevato; solitamente, quando sono soggetti a +6 dB/ottava, anche i pop e i click di un 78 giri pulito diventano così evidenti da sovrastare il livello della musica, vanificando ogni sforzo per aumentarlo. Durante gli esperimenti con l'Accession ho riversato un'ampia varietà di 78 giri, in varie condizioni, tutti assolutamente pressoché immacolati; solo in due o tre casi ho trovato necessario ricorrere al software di riduzione del rumore, altrimenti un file con una leggera riduzione del rumore manuale o anche il suono registrato, non modificato, era perfettamente e sufficientemente buono per la normalizzazione. Le superfici dei 78 giri dell'era acustica si erano rivelate più silenziose di quanto avessi mai pensato. Ora considero Click Repair un notevole affare; pur essendo economico, permette di ottenere risultati eccellenti per un uso domestico, molto migliori di quello che ascoltavamo da ristampe a 78 giri realizzate professionalmente durante l'epoca d'oro degli LP. Ciononostante, filtri simili influenzano inevitabilmente, seppur lievemente, il suono registrato; la capacità di metterli da parte in particolari circostanze può essere solo una manna. Penso di continuare a utilizzare Click Repair sui riversamenti dei miei 78 giri registrati elettricamente, ma non avrei potuto essere più felice se, durante il tempo trascorso con l'Accession, ne avessi potuto fare ampiamente a meno quando riversavo i dischi registrati acusticamente.

Riassumendo, dunque, non posso fare di meglio che ribadire quanto detto da Graeme nella sua precedente recensione: «Penso che la conclusione migliore a cui posso giungere sia che, sicuramente, non ho intenzione di chiamare tanto presto la GSP per ricordare loro di venire a riprenderlo!»

Note dell'autore

[1] - Da quando Graeme ha scritto la sua recensione, e mentre la mia era in sospeso, Graham Slee ha messo in commercio una versione dell'Accession per testine a bobina mobile. Come per Graeme, anche la mia recensione si riferisce al primo modello, per testine a magnete mobile.

[2] - Anche i dischi Pathé, e quelli di alcuni imitatori, venivano riprodotti con stili in pietre preziose, la famosa “sfera di zaffiro”, ma sotto ogni altro aspetto gli standard Pathé erano molto meno pretenziosi. Detto ciò, spesso i dischi Pathé offrono un suono molto migliore di quello che ci si aspetterebbe, e se ascoltati con meccanismi di riproduzione “a diffusione” con coni di carta, alcuni producono un volume decisamente spacca-timpani, probabilmente dando un'idea migliore della grandezza delle voci liriche rispetto a qualsiasi altro disco dell'epoca.

[3] - L'Edisonic, in realtà, in un certo senso non è esattamente l'ideale per questo esperimento. Era un prodotto di fine epoca, messo in commercio quando l'azienda, tardivamente, adottò le tecniche di registrazione elettrica; esso era caratterizzato da un riproduttore riprogettato e da una tromba allargata, come risposta alla linea Orthophonic della Victor. Così equipaggiato, l'Edisonic sfoggiava un suono simile a quello del mio precedente C-250, che manifestava problemi meccanici quando tentavo di registrarlo.

Apparecchiature utilizzate per la recensione

Giradischi: Strathclyde STD 305D
Braccio: SME 3009/S2 migliorato
Testine: varie Shure V15Vx-MR, una delle quali dotata del corrispondente stilo per LP Shure VN5xMR (portatestina SME originale) e le altre con blocco cantilever Shure N78S, ristilatura effettuata da Expert Stylus, con stili ellittici troncati di varie misure per dischi a taglio laterale e uno per i dischi di Edison (il tutto in portatestina Ortofon 2M). Inoltre, una Shure M44-7 con blocco cantilever Shure ristilato, sempre da Expert Stylus, con stilo Pathé (portatestina Ortofon 2M).
Pre-phono: Graham Slee Jazz Club, Graham Slee Accession
Amplificatore: Rogue Sphynx
Diffusori: Pinnacle BD 650 MkII
Registrazione digitale: Edirol UA5 con interfaccia USB, Dell Latitude E6410 con Windows 7 Professional, Ocenaudio, Cool Edit 96 e software di conversione gratuito Mp3/M4a/Wma Kastor, registratore digitale Tascam DR-100 MKIII
Equalizzatore: Kenwood 1070KE
Vintage: fonografo per dischi di Edison (Diamond Disc) “Edisonic Schubert” equipaggiato con il riproduttore di dischi di Edison standard

Dischi utilizzati per la recensione

Victor 87104, Schubert: Die Forelle - Ernestine Schumann-Heink, contralto; Katharina Hoffman, pianoforte. registrato il 12 agosto 1911 a Camden, New Jersey
Edison 83067-L, Russell: Young Tom o' Devon - Arthur Middleton, basso; orchestra, registrato nel giugno 1917
Edison 82227-L, Bazzini: Le Ronde des Lutins, op. 25 - Vasa Prihoda, violino; Asta Doubravska, pianoforte, registrato nel luglio 1921


Commento del produttore

Caro David,

grazie per la tua recensione. È stata davvero una piacevole sorpresa. Mi ha fatto proprio piacere constatare che la funzione CA/flat è stata utilizzata, che hai capito come l'apparecchiatura funziona e che l'hai spiegato così bene. Iniziai a interessarmi dell'enfatizzazione della frequenza nei dischi quasi 40 anni fa. Fu allora che venne spiegato che le testine magnetiche hanno un'uscita piatta (lineare), mentre i dischi hanno una risposta crescente, e che una testina ceramica o in cristallo ha l'equalizzazione RIAA integrata. La spiegazione sembrava un po' troppo comoda. A metà degli anni '70 lavoravo in discoteca e vedevo testine ceramiche Sonotone alle quali era stata tolta la copertura metallica. Ai miei occhi sembravano un po' troppo semplici per avere l'equalizzazione RIAA integrata. Fu solo quando lessi il capitolo sull'equalizzazione dei dischi nel National Semiconductor's Audio/Radio Handbook (1980) che capii come stavano le cose. Non lo avevo capito prima a causa del mio indottrinamento precedente con la spiegazione soprastante. Lentamente, il mio cervello iniziò a elaborarne il significato, e da allora sono passati molti anni, nel corso dei quali mi sono occupato di altre cose in ambito elettronico, pressato dalla necessità di guadagnarmi da vivere. Alla fine, alcuni anni fa, decisi di provare a equalizzare la testina (magnetica), operazione molto simile alla realizzazione di uno stadio RIAA ma senza gli “attorcigliamenti” nella risposta richiesti dalle sue costanti temporali. Poi, applicando l'equalizzazione del disco - con gli “attorcigliamenti”, come nell'equalizzazione RIAA - ottenni i medesimi risultati di un normale stadio RIAA. Tuttavia, questo non spiegava la risposta crescente della testina; la vecchia spiegazione restava la “scoperta dell'acqua calda”.

C'era anche il fatto che numerose testine magnetiche erano dotate di un grafico con la risposta in frequenza, il quale mostrava un'uscita piatta. Come poteva essere? Alla fine capitai sulla pagina di Roger Russell riguardante le testine Sonotone e vidi i grafici della risposta in frequenza, i circuiti di prova e la spiegazione del Sig. Russell sul funzionamento di queste testine. Ne dedussi, quindi, che i grafici della risposta in frequenza piatta delle testine magnetiche dovessero essere stati, in qualche modo, manipolati. Creai un modello, per una simulazione, con “Easy Spice” ed esso dimostrò che la risposta cresceva; era un'ulteriore prova. Decisi comunque di realizzare l'Accession, perché, secondo me, quanto riportato dal National Handbook, il mio modello di simulazione e le spiegazioni del Sig. Russell erano prove sufficienti. Poi, circa due anni fa, ebbi il piacere di scoprire la ristampa di un articolo scritto nel 1996. È una lunga lettura, abbastanza difficile da capire, ma è un'ulteriore prova che le testine magnetiche hanno una risposta crescente di +6 dB/ottava. E dall'articolo si può dedurre che, per ottenere il grafico di risposta in frequenza piatta che viene fornito con molte testine magnetiche, si utilizza un “disco speciale”. Ma tu, nel tuo articolo, hai fornito una prova concreta che è così, e ora la mia mente è in pace.

Grazie.

Graham

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Caro Graham,

il piacere è mio nel leggere una tua risposta a quanto ho scritto, e ti ringrazio davvero tanto per averci raccontato i retroscena che hanno portato alla realizzazione dell'Accession. Avendo convissuto con esso per un lungo periodo, mentre l'articolo era in attesa di essere pubblicato, non posso che ripetermi: l'Accession, con la sua uscita piatta reale, apre un mondo completamente nuovo nel campo della riproduzione di dischi dell'era acustica (non fingerò di non averlo messo alla prova nel frattempo, al punto che mia moglie si è alquanto infastidita per tutto il tempo che ho trascorso ascoltando quei vecchi dischi!). Semmai, l'esemplare fornito per la recensione, nuovo di zecca quando l'ho ricevuto, dopo il rodaggio era diventato persino migliore. Non riesco a immaginare un qualsiasi altro modo per ascoltare i dischi dell'era acustica, e consapevole che dovrei restituirlo dopo la pubblicazione della recensione, durante il mese scorso non credo di aver ascoltato più di uno o due dischi realizzati a partire dai primi anni '20. A parte quello che posso rivendicare come mio, non ho alcuna autorità per parlare a nome della comunità di collezionisti di dischi dell'era acustica; tuttavia, penso di poterti sicuramente ringraziare a nome di tutti noi per aver creato questo meraviglioso, nuovo strumento con cui goderci il nostro hobby preferito.

Finché ne ho il coraggio, potrei proporre un suggerimento? L'interruttore stereo-mono posto sul pannello posteriore del mio Jazz Club ha una terza posizione, apparentemente inutilizzata. Capisco che aggiungere nuovi circuiti a un componente già esistente sia ancor più rischioso che mettere il vino nuovo in bottiglie vecchie, ma sarebbe bello se ci fosse la possibilità di rimandare in fabbrica il Jazz Club per aggiungere l'opzione “CA/flat” mono azionabile tramite quella terza posizione. Ovviamente, per coloro a cui piace ascoltare i dischi stereo in modalità “piatta” questa opzione non sostituirebbe la modalità stereo dell'Accession, ma tra quello che offre e le impostazioni della curva di equalizzazione commutabili, sicuramente essa soddisferebbe in maniera diretta i bisogni del collezionista di 78 giri.

David

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