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Minipre: preamplificatore fono e linea in kit

di Selected Audio Components – Selection Components

Introduzione ai tubi

[English version]

Prodotto: Preamplificatore Fono e Linea in kit Minipre
Produttore: Selected Audio Components - via Busoni 12, 20137 Milano
Tel.: 02 55 18 70 73 - Fax: 02 55 18 90 95
Prezzo approssimativo: Lit. 580.000 in kit

Il kit che questa volta vi presento è una mia vecchia conoscenza. Una sua versione abita presso di me da quasi di tre anni, ma è stata nel frattempo tanto modificata che ho ritenuto opportuno effettuare una prova su un secondo apparato fornito dal produttore per essere certo di descrivere il suono dell'oggetto originale. Si tratta di un pre a tubi di dimensioni ridotte e prezzo decisamente alla portata di tutti, il che quando si tratta di tubi non è così frequente...

Estetica e finiture

Il pre si presenta in maniera decisamente piacevole, compatta e solida.
È piccolo, 26cm di fronte per 21 di profondità fuori tutto, con una altezza massima di 14cm. È costituito da un telaio metallico nero alto 5cm, verniciato a fuoco con una vernice opaca molto coprente, spessa e resistente. Dalla superficie superiore spuntano allineati lungo il lato sinistro i quattro tubi, nascosti dal loro schermo (ne ho viste versioni in alluminio e in acciaio), e nell'angolo posteriore destro il trasformatore di alimentazione.

Il panello anteriore è una lastra di alluminio satinato nero di 8mm di spessore, che si sposa perfettamente con il colore del telaio. Nello spessore della lastra sono ricavate le cave delle 4 viti che fissano il frontale al telaio ed una depressione centrale in cui sono inserite le due manopole di controllo. Le indicazioni dei comandi sono in corsivo bianco, in italiano.

Sul retro ci sono i 12 connettori RCA, tutti di buona qualità, dorati ed isolati dal telaio con le apposite rondelle. C'è poi l'interruttore di accensione, a bilanciere (decisamente solido, mai avuto il minimo problema), il connettore per il cavo di alimentazione staccabile ed il morsetto per il cavetto di massa proveniente dal giradischi, originariamente piuttosto protetto ma scomodo, ora meno scomodo ma assolutamente nudo.

I piedini sono dei simpatici conetti in alluminio o lega leggera molto appuntiti, che vengono opportunamente forniti con i dischetti sottopunta. Dato che l'altezza dei coni è piuttosto ridotta, quando si deve appoggiare il pre da qualche parte si deve cercare di centrare le quattro depressioni dei dischetti spostando pian pianino il pre... come passatempo è ottimo, buon divertimento... Esteticamente non sono davvero niente male.

Nel complesso non è forse una immagine proprio high end, ma mostra una cura nel dettaglio e una ricerca estetica certamente non in linea con l'immagine di un kit relativamente economico.

La tecnica

Lo schema circuitale è piuttosto classico, senza grosse particolarità.
L'alimentazione prevede un unico trasformatore, con un secondario per i filamenti ed uno per l'anodica. La tensione di alimentazione per i filamenti è continua e viene ottenuta raddrizzando l'alternata proveniente dal trasformatore con quattro diodi discreti a ponte e due condensatori elettrolitici.

L'anodica invece ha anche un filtro RC a ponte. Il dimensionamento dei condensatori dell'anodica non è certo eccessivo, ma ciò contribuisce certamente a ridurre l'entità dei disturbi di commutazione emessi dai diodi. Il motivo per cui divengono utilizzabili condensatori di valore così basso, comunque, risiede anche nei punti di lavoro prescelti per i tubi, tutti caratterizzati da correnti estremamente ridotte.

Ciascun elemento attivo dello stadio fono ha poi un ulteriore filtro RC specifico e locale, con resistenze di notevole valore, che garantisce un ulteriore disaccoppiamento di ciascun elemento dall'alimentazione e dagli altri elementi.

Lo stadio fono è realizzato con una classicissima RIAA passiva; lo stadio di ingresso fa uso di un pentodo di segnale per ciascun canale , l'EF86, molto noto ed apprezzato per il bel suono. Il tubo è polarizzato a pentodo, in modo da poter ottenere il massimo guadagno possibile; il catodo è accoppiato, tramite un condensatore a film, alla RIAA passiva, anche questa realizzata con condensatori a film.

Segue quindi il secondo tubo dello stadio fono, che è una mezza E88CC/6922 (doppio triodo estremamente apprezzato per il suo suono, versione professionale della ECC88) per canale. Il catodo della 6922 è accoppiato con un condensatore a film al selettore degli ingressi; nel mio schema mancava una resistenza di pull down, per cui il lato selettore del condensatore diviene floating quando non è selezionato, causando il classico bump (devo dire comunque piuttosto ridotto) al momento della selezione.

Il guadagno dello stadio fono è piuttosto elevato, per cui non ci dovrebbero essere problemi nell'uso normale con testine ad alto livello di uscita.

Oltre all'ingresso fono sono previsti altri tre ingressi linea, connessi direttamente al selettore; c'è anche una uscita tape, connessa stabilmente e direttamente all'uscita del selettore tramite una resistenza.

L'uscita del selettore porta anche al potenziometro del volume, originariamente un Philips blindato al carbone, ma sostituito ora da un potenziometro economico sempre al carbone, data la irreperibilità del componente originario e la scarsa musicalità dei componenti a film provati.

L'uscita del potenziometro conduce, attraverso un ulteriore condensatore di accoppiamento, allo stadio linea, che è realizzato con un'altra mezza E88CC/6922 per canale in configurazione "cathode follower", cioè a guadagno unitario; l'uscita catodica è ulteriormente disaccoppiata con un condensatore.

Tutti i tubi sono correttamente dotati di grid stopper (resistore montato nelle immediate vicinanze del tubo, che realizza con la capacità parassita della griglia un filtro passa basso utilissimo per ridurre eventuali disturbi o instabilità ad alta frequenza) e la polarizzazione è ovunque automatica, l'ideale in un kit adatto anche a non esperti.

La componentistica della versione che ho avuto in prova è leggermente diversa da quella che ho realizzato ai tempi. In particolare le resistenze sono attualmente tutte a strato metallico all'1%, mentre in origine erano addirittura delle Holco. Le differenze sonore dovrebbero comunque essere molto limitate. Per il resto ho notato il diverso potenziometro, come detto scelto sulla base delle qualità musicali.

La ricerca estetica di cui sopra non ha comunque inficiato la disposizione dei componenti interni, che è veramente molto curata. Ad esempio selettore degli ingressi e potenziometro del volume sono stati posti sul retro, molto vicino agli ingressi, il che ha richiesto l'uso di aste di prolunga.

Riassumendo, provenendo dall'ingresso fono il segnale attraversa ben quattro condensatori, mentre dagli ingressi linea ne attraversa solo due. Certamente non sono pochi, ma quello che conta alla fin fine è solo quanto ne risente i suono.

Altro punto su cui si possono aprire discussioni a non finire è l'utilizzo di uno stadio di uscita ad anodo comune. Qui ci sono due ordini di considerazioni che si possono fare. La più ovvia è che l'anodo comune è una configurazione intrinsecamente retroazionata. Quindi con tutti i difetti della controreazione, diranno alcuni. Ma è controreazione locale, diranno subito altri, ed intrinseca, quindi senza i difetti tipici della controreazione ingresso-uscita. Non entro nel merito della discussione, ciascuno usi le proprie orecchie per giudicare...

La seconda è meno simpatica e più sottile. Il catodo del tubo si trova ad una tensione relativemente elevata, 80 volt circa, ed è buona prassi che il filamento sia ad una tensione il più vicino possibile al catodo; infatti anche se, come in questo caso, non si eccedono i limiti massimi ammessi per la tensione catodo-filamento, si possono verificare autooscillazioni decisamente spiacevoli che si presentano di solito come sottili fischi, ma potrebbero anche danneggiare i tweeter. Ciò fra l'altro sconsiglia decisamente l‘uso di tubi in versione non professionale (le ECC88 tanto per essere chiari vanno evitate). Annotazione al margine: non credo di aver mai visto un kit relativamente economico con tubi in "cathode follower" o SRPP in cui questo errore non fosse presente... in questi casi la scelta è obbligata, il budget limitato colpisce duro. Originariamente era prevista una circuitazione per porre i filamenti ad una tensione intermedia fra quella dei due catodi, ma mi dicono sia stata abbandonata in quanto controproducente.

Un difetto molto relativo consiste nel fatto che il cabinet è pressoché pieno: se si vogliono sostituire dei componenti con altri si deve stare molto attenti alle dimensioni degli stessi.

Un altro problema che deve essere preso in considerazione è il fatto che i tubi sono esterni e sono connessi rigidamente sia al cabinet sia al circuito stampato, il che per certo non riduce la microfonicità dell'nsieme. Fra l'altro le 6922 spesso sono piuttosto microfoniche, quindi si deve stare abbastanza attenti nella loro selezione. Se volete proprio strafare, ed avere dei tubi assolutamente sicuri dal punto di vista delle microfonicità e del rumore potreste andare sulle Golden Dragon di massima qualità, che costano però non poco e hanno un suono non eccezionalmente seducente. All'altro estremo metterei le Philips ECG, che sono molto microfoniche ma hanno un suono veramente bellissimo; in mezzo, piuttosto rumorosette ma dotate di un suono molto piacevole, le Mullard. Sulla versione che mi è stata data in prova sono montate delle Colomor. Attualmente uso da almeno un anno sulla mia versione modificata delle United National e delle AEG, che sono poco microfoniche ma dotate di un suono non molto eccitante (risparmio la scorta di Mullard e di ECG per usi futuri...).

Un ulteriore punto di attenzione nella scelta dei tubi è richiesto dal tipo di utilizzo, in particolare dalla mancanza di un controllo di bilanciamento; mentre per il tubo dello stadio linea non ci sono problemi di selezione (il cathode follower ha comunque guadagno pressoché unitario), per i due tubi EF86 e la 6922 dello stadio fono deve essere garantito un guadagno pressoché identico. In generale non ho mai avuto problemi ne' con le EF86 ne' con le ECC88 e simili, ma una volta mi è capitato di trovare delle 6922 Philips ECG probabilmente difettose, di modo che il guadagno di un canale del Minipre era sensibilmente (2-3 dB) inferiore rispetto all'altro; fra l'altro anche provando gli stessi tubi con un provavalvole risulta una differenza di guadagno di soli 0,5 dB, probabilmente perché il punto di lavoro utilizzato dal Minipre è molto particolare e diverso da quello standard testato dal provavalvole. Devo peraltro ripetere che in tutte (e sottolineo il TUTTE) le altre E88CC/6922/ECC88/6DJ8 che mi sono passate fra le mani il guadagno delle due metà era estremamente simile. Comunque se avete un problema simile e dopo avere fatto tutte le verifiche del caso non ne venite a capo, nel dubbio chiedete una verifica al fornitore: mi risulta ci sia una garanzia di tre mesi sui tubi.

Un enorme vantaggio invece è costituito dal fatto che il montaggio è su circuito stampato, ma il montaggio dei componenti, tubi a parte, è sul lato saldature, che resta poi esposto aprendo il fondo del cabinet, il che permette in qualsiasi momento di intervenire sostituendo qualsiasi componente, sia per riparazione che per upgrade o tweaking.

Dal punto di vista delle misure, ho potuto rilevare la bassissima distorsione dello stadio linea, evidentemente da attendersi con una configurazione pesantemente retroazionate e segnali di livello tutto sommato ridotto. Anche il rumore di questo stadio è sufficientemente ridotto.
Altrettanto bassa la distorsione se si seleziona lo stadio phono, in questo caso anche per l'esiguità dei segnali in gioco; il rumore qui è decisamente più elevato, anche se non arriva mai al punto di divenire davvero fastidioso nell'uso normale.

L'ascolto

Quanto segue è la sintesi di parecchie prove di ascolto con diversi sistemi.

Il suono è sufficientemente neutro, anche se c'è una certa caduta sugli alti che si fa abbastanza sentire. Di fatto la banda media e medio bassa sono in evidenza sulle altre. Gli acuti ci sono quando servono, ma restano sempre un po' indietro, annullando qualsiasi traccia di fatica di ascolto. Non si notano però altre coloriture particolari del suono. I bassi sono solo leggermente privi di articolazione. La discriminazione fra i vari strumenti non è sempre agevole e la localizzazione non è perfetta, in particolare la profondità della scena, anche con registrazioni decisamente notevoli, è limitata, ma l'impasto sonoro che si ottiene è decisamente piacevole. La dinamica è sufficiente.

L'immagine è velata, ma da un sottile strato di cui si ha difficoltà a rilevare la presenza. In effetti manca forse un po' di trasparenza, quello che permetterebbe di ottenere un netto miglioramento in tutti punti di cui sopra. La velocità non è eccessiva, ma resta comunque l'impressione di un suono globalmente molto, molto piacevole.

Dopo un poco che si ascolta comunque non ci si rende più conto dei difetti e ci si gode la musica: è MOLTO musicale; sembra proprio un pre fatto per ascoltare la musica e non i rumori di fondo di un disco o la gola del cantante di turno. Infatti anche se mostra delle pecche in un confronto diretto, non fa rimpiangere più di tanto il riferimento in un ascolto prolungato, ed anzi forse resta più facile, meno affaticante da ascoltare di quest'ultimo.

Per quanto riguarda lo stadio fono, il Minipre ha un discreto impatto, anche se non perfettamente coinvolgente. Intendiamoci bene: voglio dire che non si arriva all'effetto "air guitar", ma dopo un po' ci si trova a battere il tempo col piede, per cui non è che se ne sia molto lontani: mi sembra anzi già decisamente un buon risultato!!!.

L'ingresso fono del Minipre mostra un aspetto abbastanza tipico dei sistemi a tubi: il basso è apparentemente ben presente, potente, pieno e sufficientemente frenato, ma ha scarsa velocità e quindi l'impatto è ridotto e ne soffre leggermente il coinvolgimento emotivo. Sembra ci sia una prevalenza di medio bassi piuttosto che di veri bassi profondi: comunque ad entrambi gli estremi della banda ci si perde un po' nelle nebbie.

In particolare c'è un po' di confusione come al solito all'estremo alto della banda. Manca un po' la profondità ed il dettaglio, anche se le voci sono tornite abbastanza bene. Comunque niente male.

D'altra parte la versione che mi è stata fornita per il test ha dei piedini gommosi, che non fanno un buon servizio all'oggetto; montando sul fondello le punte normalmente fornite il suono migliora, divenendo più preciso e pulito nel registro alto.

Si deve però stare molto attenti a non sbilanciare il suono verso le frequenze più elevate. Il suono così come è adattissimo ad un ascolto non impegnato o meglio impegnato a godersi la musica e non i dettagli della esecuzione.

Ascoltando lo stadio linea a confronto con l'MW-Pre 01, che solo di materiali ha un costo quasi doppio, ci si rende conto che la differenza fondamentale è nella raffinatezza del suono. Il riferimento ha maggior dettaglio, è più leggero, dinamico, danzante. Minipre è forse leggermente più pieno, con più bassi, ma è meno rifinito sulle alte ed altissime (cha mancano). Il suo suono è leggermente più chiuso. Comunque il suono è molto naturale e le differenze non sono certo enormi. Manca essenzialmente un po' di trasparenza, ma forse il riferimento ne ha una quantità quasi eccessiva... Uno strano fenomeno è che in qualche traccia risulta un po' troppo accentuata la stereofonia, con un accenno di effetto pingpong, cosa che con il riferimento non avviene.

Anche nel caso dello stadio fono le differenze sono relativamente limitate e sono forse più correttamente definibili in termini di maggiore musicalità in generale. C'è comunque una discreta dinamicità, ma non riesce a concretizzarsi in un suono che coinvolga fino in fondo l'ascoltatore, almeno non quanto avviene con certi stadi fono a stato solido.

La grana è praticamente inesistente.

Lamentele

Talvolta si sente un fischio leggero, segno probabilmente di una autooscillazione. Non sono mai riuscito a capire se sia dovuta esclusivamente ad acoustic feedback, che peraltro certamente entra in gioco nel sostenere l'oscillazione, oppure sia innescata da problemi diversi. Comunque scegliendo opportunamente i tubi si riesce a eliminare il fenomeno.

La disponibilità di un controllo di guadagno o bilanciamento per lo stadio fono, almeno interno, potrebbe risolvere qualsiasi problema di differenza di guadagno dei tubi senza richiedere particolari selezioni. Nell'esemplare che ho ricevuto in prova, comunque, il problema non si pone.

Forse varrebbe la pena di aggiungere alla documentazione fornita una discussione dello schema da un punto di vista tecnico, che potrebbe essere molto interessante per chi si avvicina alle valvole per la prima volta.

Considerazioni e consigli d'uso

La realizzazione del kit è chiaramente spiegata nella documentazione fornita, che indica le operazioni da seguire passo per passo. È quindi sicuramente alla portata anche di un autocostruttore alle prime armi, se non proprio un totale principiante: si deve avere necessariamente un minimo di attrezzatura, (tester, saldatore, vari giraviti e possibilmente qualche chiave per serrare i dadi, forbici da elettricista...) e saper saldare abbastanza bene: le saldature sul cavo di rame argentato solid core usato ovunque per la massa non sono semplicissime.

Una volta realizzato, é chiaramente un pre-amplificatore tutto fare adatto per sistemi di livello non elevatissimo. Si difende non male anche rispetto ad acclamati concorrenti, ma non chiedetegli di strafare.

Può essere un vero toccasana in sistemi troppo brillanti e spostati sugli alti.

Ha poi, almeno per me, un vantaggio comune a qualsiasi kit: ci si può mettere le mani quanto si vuole, senza rischiare di invalidare garanzie o di perdere il diritto all'assistenza, almeno a pagamento, da parte del fornitore: è ben difficile che chi vende un kit si rifiuti di aiutare un cliente in difficoltà, anche se questi ha fatto pasticci. Detto questo, leggete quanto segue...

Tweaking

Sia ben chiaro: tutte le modifiche che seguono sono personali interpretazioni e variazioni, non tweaking riconosciuti od approvati dal costruttore. Dato però che sia il secondo che il terzo comportano dei discreti benefici in termini di qualità del suono, ed il secondo è ancora abbastanza innocuo, a mio avviso vale la pena di proporli.

Prima di tutto, cercate di rendere inerte il pannello superiore PRIMA del montaggio: poi dovrete farlo da sopra, il che non è certamente consigliabile. Personalmente proverei con una piastra di piombo o i fogli di materiale antirombo usati dai carrozzieri. Non dovrebbero esserci problemi di smaltimento del calore, dato che i tubi sono esterni, ma potrebbero esserci di spessore, dato che lo spazio all'interno non abbonda. Personalmente non ho provveduto a farlo, mi sono accorto del problema solo dopo aver montato il tutto, quindi fuori tempo massimo; credo comunque ne valga quasi certamente la pena. Se poi riuscite a rendere elastico il collegamento fra zoccoli e pannello superiore, pur mantenendo un buon contatto elettrico, ancora meglio; ma sinceramente non mi sembra molto semplice.

Poi c'è la sostituzione dei condensatori di accoppiamento: in questo caso attenzione, NON sostituiteli tutti assieme: sostituite una coppia (io inizierei da quelli fra il potenziometro e la griglia di V4, che hanno un valore ancora accettabile), poi lasciateli lì almeno un mesetto in modo che vi abituiate al suono e alla fine decidete con tutta calma se andare avanti a sostituire altre coppie. Il suono potrebbe tendere a divenire troppo vitreo e trasparente rispetto ai vostri gusti. Certamente si guadagna, e molto, in trasparenza e dettaglio, ma se il resto del sistema non è equilibrato si rischia di esagerare... Soprattutto NON cercate di risparmiare riducendo i valori dei condensatori: se non avete abbastanza soldi per i Jensen, cercatene altri, ma non riducete i valori, se no perderete anche una buona quantità di bassi: sono già dimensionati abbastanza al limite. Sembra incredibile, ma spostando una frequenza di taglio da 3 a 6 Hz si sente la differenza in termini di impatto anche con diffusori abbastanza carenti sui bassi.

Cosa succede con i carta ed olio? Che il suono acquista dettaglio, precisione, velocità; anche un po', ma non più di tanto, in profondità e vivacità.

Infine c'è anche la possibilità di trasformare lo stadio di uscita in uno stadio a catodo comune. È una modifica possibilissima, ma non semplicissima da effettuare a posteriori, dato l'affollamento di componenti. Ricordo di averci penato un po'. All'atto pratico ho:

Attenzione a non fare contatti accidentali con altre parti.

Riguardando le note che ho preso al momento dell'intervento, rilevo che ho dovuto sostituire il tubo dello stadio linea con uno meno microfonico, il che probabilmente è legato anche al fatto che il guadagno aumenta notevolmente; comunque la cosa non mi ha dato altri problemi. Il suono risultante è più vivo, le note piovono in modo più naturale, gli strumenti hanno aria attorno, la profondità c'è. Il suono è forse un po' troppo brillante, ma i bassi ci sono ancora. Non si può ancora dire che sia un suono raffinatissimo, ma secondo me è meglio di quello originario.

Una cautela: tenete presente che l'uscita a catodo comune non è adatto ad amplificatori con ingresso ad impedenza non molto elevata (sotto i 30Kohm, diciamo).

Conclusioni

Con questo kit anche un autocostruttore non particolarmente evoluto (escluderei il principiante totale solo per la presenza ovunque nel circuito di tensioni elevate: per il resto il montaggio non presenta grossi problemi) si può divertire a mettere assieme un preamplificatore a tubi con ingresso fono con un aspetto ed un suono certamente non da "fratellino povero", ed oltretutto suscettibile di ulteriori migliorie.

Se non lo avete ancora notato, il prezzo del kit è di poco più di mezzo milione: non conosco nessun preamplificatore di serie con questo prezzo, tantomeno a valvole, ed anche in kit non è che si trovi molto.

Forse non sarà l'oggetto adatto per sostituire un preamplificatore Hi-End degno di questo nome, ma di certo nessuno può più prendere come scusa il costo per non provare dei componenti a tubi nel proprio sistema.

Attenti, però: una volta provato il Minipre, potreste non poter più fare a meno dei tubi... ebbene sì, danno assuefazione, sono solo leggermente peggio della droga...

Un ultimo dettaglio: mi risulta che Selected Audio Components sia disponibile a fornire degli apparecchi in prova a potenziali acquirenti: se dopo averlo ascoltato nella loro sala prova con i vostri dischi scoprite che questo preamplificatore vi interessa davvero (e insisto su questo punto... se gli acquirenti fossero in generale più corretti, probabilmente i fornitori sarebbero più disponibili), e volete verificarlo nel vostro sistema prima dell'acquisto, potete provare a chiederne uno in prova.

Anche questo segno di grande professionalità e disponibilità è un fattore da tenere ben presente in fase di scelta di un nuovo componente. In qualsiasi acquisto non conta solo il prezzo (e meno di così...), ma anche la professionalità del fornitore ed i servizi che vengono offerti, e qualsiasi servizio che permetta di ridurre il rischio di un acquisto avventato è sicuramente da apprezzare particolarmente.

© Copyright 1999 Giorgio Pozzoli - http://www.tnt-audio.com

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