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A volte ritornano: NAD 3020

[NAD 3020]
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Chi non conosce il NAD 3020 alzi la mano!!!
Questo piccolo brutto integrato ha letteralmente fatto la Storia dell'HiFi budget dal buon suono.
Nato verso la fine degli anni '70 (1978-79) ha rappresentato una piccola rivoluzione sul come si intendevano gli amplificatori di fascia economica fino ad allora.
Brutto a vedersi, senza gli abbellimenti tipici di quegli anni, un frontale in plastica grigio scuro o argento, sette pulsanti quadrati e tre manopole più il volume: grado di finitura...basso, attrattiva pressochè nulla, componentistica e costruzione solo appena discreta.
Però, chi l'aveva progettato o e' stato molto fortunato oppure conosceva bene il suo mestiere visto che il piccolo e brutto anatroccolo si è conquistato in breve tempo le simpatie di tanti audiofili in tutto il mondo, facendolo diventare presto l'integrato più venduto e longevo nella storia dell'HiFi.
Il segreto? Un progetto intelligente ed un suono semplicemnete strepitoso a quei tempi e ancora dannatamente affascinante oggi.
Nonostante la sua ventina di watts il 3020 si permetteva di far suonare forte anche i diffusori più ostici, facendo fare delle magre figure anche a finali ben più potenti e costosi (se avete il numero 1 di Audioreview vi consiglio a dare un'occhiata alle sue capacità di pilotaggio).
In particolare su dei diffusori KLH, parecchio difficili da pilotare, il piccolo 3020 riusciva ad erogare ben 34 W contro i 6 W (si, sei!!!) del finale Marantz SM500DC (un bel 60 Watts) ed i 6 W (si, sempre 6!!!) dell'integrato giapponese Luxman L-116 A (un 70 watt!!!).
Questo giusto per darvi un'idea della qualita' di questo nanerottolo.

Le caratteristiche tecniche non dicono molto: 28 Watts al clipping su 8 Ohms in banda audio, buona accettazione dell'ingresso fono, in verità un po' rumorosetto, potenza crescente al diminuire del carico fino ai 3 Ohms il tutto in un cabinet economico ed un peso di circa 5 kg.
Controlli di tono, loudness, separazione per-finale, ciricuito anti-clipping (escludibile) e 5 led per l'indicazione della potenza d'uscita completavano le dotazioni di serie del 3020.

A che serve una prova d'ascolto di un simile pezzo di storia?
Bè, intanto per valutare se fu vera gloria e poi per vedere se oggi ha ancora qualcosa da dire e se potrebbe valer la pena conasiderarlo per costituire un impiantino usato dal costo irrisorio e dal buon suono.
Ai suoi tempi costava circa 250/300.000 lire ed oggi si trova, in una delle sue innumerevoli versioni a circa 100.000 lire.

La timbrica

Il 3020 è uno di quegli ampli che si riconoscono anche passando per caso davanti alla sala d'ascolto.
Ha un equilibrio timbrico molto particolare, tendenzialmente molto caldo con una gamma media pulita e nitida ed un certo roll-off sugli alti.
E' quel suono che non affatica praticamente mai, anche volendogli tirare il collo oltre il lecito. Certo che anche lui i suoi limiti ce li ha e se gli chiedete troppo si mette a strillare...ma che pretendete da un 25 Watts economico????
Dicevo del registro medio: bello, molto musicale, le voci hanno molto feeling reale e, su un ampli di questo livello, credetemi, non è roba da poco.
Dove convince meno è sulla estensione e definizione della gamma alta, godibile si, ma un po' approssimativa ed arrotondata.
Questo, se da una parte consente un ascolto poco affaticante, dall'altra toglie via molto alla vivacità degli strumenti percussivi ad emissione in gamma alta.
Il basso è per certi versi sorprendente: pieno, esteso e potente, come mai ve lo aspettereste da un integratino così modesto. E' però un basso un po' gonfio, a tratti poco controllato e che contribuisce non poco alla sensazione di suono caldo e morbido.
L'estensione non è da primato ma garantisco che scende quanto basta. Accoppiato a dei diffsuori medio-piccoli ed economici, suoi partners tipici, il limite dell'estensione non è certo da imputare al 3020...

La dinamica

Bè, il 3020 è diventato famoso anche per questo motivo, i suoi 25 watts sembrano in realtà molti di più: può suonare forte, molto forte e può seguire le escusioni dinamiche più impegnative senza compressioni apparenti. Sicuramente una delle performances e dei suoi lati migliori in assoluto.
A controbilanciare tutto c'è una microdinamica non entusiasmante, per intenderci la dinamica di strumentini a percussione tipo campanellini e simili, dove non è richiesto un grande spunto energetico ma una buona velocità, capacità di dettaglio e di analisi del segnale musicale.
Ma, al prezzo di questo ampli, c'è solo da applaudire al progettista e per una volta smetterla di fare i critici ad oltranza.

L'immagine

La scarsa propensione del 3020 al dettaglio esasperato ed alla definizione si ripercuote sulla precisione dell'immagine acustica, un tantino sfuocata seppure dimensionalmente accettabile.
Tende a riprodurre comunque un suono grande ed una scena estesa, forse non precisissima ma abbastanza convincente.
Tutto in quest'amplificatore sembra pensato per farlo suonare più grande e grosso di quanto non sia in realtà.
L'obbiettivo è centratissimo, il 3020 suona come ampli di ben altra potenza e classe, un po' furbetto ma maledettamente piacevole.

Consigli d'uso

Trattandosi di un ampli non più in produzione da tempo una bella risistemata generale è d'obbligo.
Pulite tutto ciò che si può, in particolare contatti e connettori vari.
Date un occhiata all'articolo: Come restaurare un vecchio amplificatore.
Poi il 3020 ama un lungo periodo di riscaldamento. Da freddo suona impastato e gonfio. Dategli un'ora e mezza di tempo e lo sentirete aprirsi e cominciare a cantare come sa.
L'ho fatto suonare per almeno due ore mentro ero al computer a rispondere alla posta....ad un certo punto, dal salone ho sentito che Clair Marlo (Sheffield Lab Let it go) aveva cominciato a cantare.
Non ho resistito, ho mollato tutto, mi sono trasferito in salone, ho alzato il volume e mi sono gustato tutto il CD per intero, con la bellissima voce di Clair piena di feeling e di realismo come capita con amplificazioni di ben altro *spessore*.
Il 3020 invita ad alzare il volume, in modo indecente, fino a portarlo ai suoi limiti fisiologici, comunque ampiamente sufficienti per sonorizzare un salone come il mio, di circa 30 mq.
Altre raccomandazioni: evitate il circuito soft clipping (escludibile dal pannello posteriore), il loudness (che davvero non ne ha bisogno) ed i controlli di tono.
Il 3020 va gustato al naturale, come il suo successore audiophile 3120.

Conclusioni

Vediamo di rispondere alle domande che ho posto in apertura: fu vera gloria?
Bè direi proprio di si, il 3020 è un'amplificatore per certi versi incredibile.
Incredibile che un progetto così economico e realizzato al risparmio (basta vedere i condensatorini di filtro nell'alimentazione...) possa difendersi ancora con onore a quasi venti anni di distanza.
Il confronto con amplificatori simili, suoi coetanei, è improponibile: il 3020 straccia letteralmente la concorrenza.
Non c'è da meravigliarsi che abbia avuto il successo che ha avuto. La differenza coi concorrenti era semplicemente sleale. Il confronto coi suoi successori moderni? Bè, un po' ingeneroso: anche un Rotel 920 AX (il più economico della famiglia) fa meglio di lui per dettaglio, pulizia, precisione e velocità.
Però il 3020 ha un carattere ed un feeling che negli anni si è un po' perso. Quel pizzico di personalità che lo rende unico ed inimitabile, pur coi suoi limiti.
Il consiglio dunque è: se lo trovate usato, ad un prezzo ragionevole, cioè come dicevo intorno alle 100.000 lire, acquistatelo.
Lo salverete da una fine ingloriosa e potrebbe aiutarvi a costruire un impiantino con spesa pressochè nulla e suono di classe.

Il 3020 regge il confronto con gli anni? Si, abbastanza incredibilmente.
I successori di casa NAD non sono riusciti, a mio parere, a conservare quella magia che ha reso così famoso il 3020.
Pressati dalla concorrenza si è cercato un tipo di suono forse più moderno, più aperto ma anche più freddo e distaccato, più HiFi che musicale, insomma.
I NAD di oggi, campioni nella loro fascia di prezzo, sono sicuramente più corretti ma anche più impersonali.
Ora, se da un lato è giusto che sia così, dall'altro il cuore continua a battere forte per apparecchi che hanno più a che vedere con l'anima della Musica che con l'HiFi lucidata a specchio.

Copyright © 1998 Lucio Cadeddu

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