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Lehmann Silver Cube - pre fono

[English version]

Prodotto: Stadio Phono Silver Cube
Produttore: Lehmann Audio - Germania
Costo approx.: 2500 Euro/$
Importazione italiana diretta: The Analogue World
Autore: Geoff Husband - TNT Francia
Recensito: Aprile, 2003

[Silver Cube]

Introduzione

Il marchio Lehmann non necessita assolutamente di presentazione per i lettori di TNT. Il successo di Lehmann nel settore degli stadi phono è dovuto principalmente alla esposizione su Internet - esposizione positiva naturalmente. Il nome di Lehmann è associato al Black Cube, uno stadio phono di prezzo medio che riesce a mettere a disagio molti prodotti high-end. La sua autorevole prestazione è frutto di una combinazione tra un buon progetto circuitale e la scelta dei componenti. Il contenitore in cui è alloggiato come si evince dallo stesso nome è una semplice scatola nera con una piccola alimentazione separata.

Con il successo ottenuto dal Cube originale era inevitabile che le richieste che vennero fatte a Lehmann furono quelle di realizzare uno stadio rivolto a fasce di mercato superiori e lo SE (già recensito su TNT), che proponeva un alimentatore di dimensioni maggiori, fu la risposta.

Ma con il passar del tempo la tentazione fu quella di passare ad un prodotto destinato alla fascia più alta del mercato con un progetto senza compromessi con un'estetica più in linea con una classe elevata. Il risultato sta correntemente allietandomi con la musica riprodotta e prende il nome di Silver Cube.

Costruzione

Chiamare "cube" quest'ultima creatura della linea è un po' offensivo. Infatti il telaio consiste in una piccola scatola in alluminio, realizzata dal pieno - cioè da un grande pezzo lavorato! Risulta pesantemente anodizzato (in argento naturalmente) in modo da apparire come un blocco solido piuttosto che la solita scatola realizzata da estrusi avvitati insieme. Il frontale sfoggia un piccolo LED blu e nient'altro - ha un aspetto proprio sontuoso, se Lehmann producesse un pre o un DAC o una meccanica CD o dei piccoli finali monofonici in questi telai li comprerei fosse soltanto per la loro estetica :-)

Naturalmente una ragione per cui il Silver Cube (da qui in poi indicato con SC) possa essere tanto sottile è dovuta al fatto che il mostruoso alimentatore è esterno. Questo si presenta come il classico scatolotto nero Lehmann e quindi deve essere posizionato lontano per mantenere la credibilità del prodotto.

Il dubbio sta nel fatto che, una volta realizzato un'ammazza giganti come il BC SE quali miglioramenti gli apportate? O lo mettete soltanto in una scatola avvenente e raddoppiate il prezzo?

Bene innanzitutto Lehmann lo ha piazzato in una scatola (più che) avvenente e ha quadruplicato il prezzo :-) Ma c'è molto altro ancora. Il modo classico di migliorare un amplificatore (e questo dopotutto non è altro che un amplificatore) è quello di raddoppiare tutti i circuiti audio e renderlo completamente dual mono, quindi rinforzare l'alimentazione. Questo è precisamente quanto ha fatto Lehmann con lo SC. Tutto è stato trasformato in un completo (potrebbe stare in due telai) dual mono, e adesso l'alimentazione è costituita da un toroide da 120 VA contornato da ogni tipo di tweak, diodi separati a recupero ultra veloce per ogni secondario etc (OK potreste dire che sto soltanto leggendo il depliant pubblicitario, ma questo dovrebbe avere senso per alcuni di voi :-). I componenti utilizzati nello SC oltre ad essere di qualità adeguata sono anche valorizzati da buone caratteristiche di progetto - guardate il file .pdf (lento da scaricare) sul sito della Lehmann per i dettagli.

[silver cube]

Nella parte posteriore ci sono quattro connettori WBT. È presente anche una fila di DIP switches che consente di modificare il carico e la capacità. Il valore minimo di resistenza è di 80 ohms, maggiore rispetto al mio DRT-1, ma in pochi minuti con un giravite potete mettere a vista l'interno e avete la possibilità di collegare la resistenza che preferite, nel caso della Dynavector, una resistenza del valore di 30 ohms. Quando ordinate uno SC potete specificare una resistenza custom (appropriata) a vostra scelta senza ulteriori costi il che rende lo SC uno dei più flessibili stadi del pianeta. Sono inoltre presenti due interruttori per canale che servono per modificare il guadagno e che permettono di raggiungere un guadagno massimo di 66 dBl ossia un fattore moltiplicativo di 2000x - abbastanza anche per testine esigenti quali le Audionote IO e altre ancor più bizzarre, che naturalmente richiedono livelli di rumore molto bassi.

Infine nella parte inferiore ci sono tre piedini che presentano al centro una filettatura per punte da 6mm - suvvia Lehmann, queste le avresti potute includere!

Il Suono

OK adesso la cosa importante - è chiedersi se lo SC riesce a soddisfare le aspettative di chi lo vuole un miglioramento sostanziale rispetto al Black Cube SE. No o almeno non del tutto...

Il "no" è facilmente spiegabile. Come tutti i progetti Lehmann (e gran parte delle apparecchiature hi-end) lo SC necessita di un lungo periodo di rodaggio. Nel mio caso è stato lasciato continuamente acceso, e utilizzato come sorgente principale, per 10 giorni (per un totale di 30 ore), dopo questo periodo il suono, da leggermente duro e metallico, è diventato sicuramente più apprezzabile nell'insieme, continuando a migliorare durante le ultime settimane.

Il "non del tutto" necessita di una piccola spiegazione che illustro di seguito. Questa recensione si concentrerà inevitabilmente sul confronto tra lo SC ed il BC SE provato da Lucio (e da me per una doppia recensione). Quest'ultimo rappresenta uno dei miei stadi phono preferiti insieme allo Slee Gold che con la sua somiglianza ad un valvolare risulta molto differente. I punti di forza del Gold (per le mie orecchie), sono la quasi completa assenza di "grana" dello stadio a transistor, il tutto affiancato da una restituzione della trama musicale seduttiva e per nulla affaticante. Accoppiatelo ad un ampli nervoso tipo il Loth-x Ji300b e questo si comporterà molto meglio del BC SE. Abbinateci un ampli più regolare e i risultati non differiranno in maniera tanto marcata. Il BC SE restituisce l'evento musicale in maniera più aperta con un palcoscenico più ampio - è anche molto più flessibile rispetto al Gold (per questa fascia di prezzo). Lo SC fa propria tale caratteristica mantenendo il carattere veloce ed aperto del BC SE.

Un modo per interpretare quanto detto è che uno stadio a valvole ha come effetto quello di riprodurre la musica in modo leggermente meno dettagliato, lasciando inalterata la trama ma in qualche maniera escludendo i caratteri più estremi, tagliando gli estremi di banda. Siccome lo stadio a valvole restituisce meglio un dettaglio delicato, e gli effetti dello smorzamento diventano sempre meno, "l'immagine" si trasforma in un dettaglio molto marcato. Il mio pre a valvole Audion si comporta proprio in questa maniera. Solitamente gli stadi a transistor sono più analogici della fotografia digitale. All'estremo basso avrete colori vividi, spesso troppo vivaci, ma al prezzo di una grana considerevole che può oscurare i particolari fino a diventare irritante.
Tutto ciò può passare inosservato in un impianto senza pretese ma diventa penoso in un sistema migliore in particolar modo in presenza di diffusori molto rivelatori quali le mie Polaris. Poiché la qualità degli stadi a transistor migliora la "grana" facendola divenire talmente fine da farla sparire del tutto. Infatti in tal modo io credo che anche se stadi a valvole e a transistor (e probabilmente gli ampli di potenza) provengono da differenti convinzioni, a causa delle ultime filosofie di approccio, alla fine suonano in maniera molto, molto simile, allo stesso modo in cui le ultimissime videocamere da 10+ megapixel approcciano le recenti capacità di risoluzione di una pellicola da 35mm.

Questo, probabilmente significa enfatizzare l'analogia, ma mi piace pensare di avere il divertente compito di individuare uno stadio valvolare in mezzo ad un gruppo di stadi a transistor. Ma quando questi sono veramente eccellenti allora suonano tutti così - BENE. Incantano qualsiasi sia la tecnologia impiegata e vi fanno solo ascoltare la musica che vi piace. Penso che potrei classificare il BC SE come uno stadio a transistor, visto l'accenno a restituire la grana, in maniera molto inferiore confrontato ad altri tipo il Dino ma avvertibile nei sistemi molto rivelatori, in particolare nelle trombe "middy" come le mie.

Per contro lo si può paragonare ad una videocamera da 20 megapixel. Nel mio impianto non si è mai sentito nulla di tanto cristallino, pulito e con una tale assenza di grana. Ha mantenuto il colore e la velocità del BC SE ma lo ha superato di molto dal punto di vista delle rifiniture. I miei due dischi preferiti utilizzati per testare tali parametri sono quello di Nancy Griffiths "The Last of the True Believers", sui quali la sua voce può assomigliare a delle unghie su una lavagna. OK potrebbe essere semplice addolcire il suono e cavarsela in questo modo ma questo potrebbe compromettere la potenza e l'impatto che ci dovrebbero essere.
Pochissimi apparecchi riescono a tener testa e lo SC è uno di questi - inoltre pone la cantante in un palcoscenico più ampio e focalizzato rispetto a qualsiasi altro prodotto ho ascoltato da molto tempo a questa parte, anche se il mio Audion suona leggermente più deciso. Il secondo disco è un tesoro di Harry James, una ripresa diretta della Sheffield Labs. Qui i piatti sono cristallini con un'energia terrificante, gli stadi a valvole tendono a suonare come se il metallo fosse leggermente smorzato mentre i tipici stadi a transistor tendono a restituirlo con una qualità "digitale" innaturale. Anche se parliamo di piatti, il che significa che vi arrabbiereste circa ogni 0.5 secondi, ed è questa una delle ragioni per cui non amo la maggior parte degli stadi a transistor economici e di fascia media, posso farvi altri diversi esempi nella mia collezione di dischi. Lo SC gli conferisce l'attacco richiesto, il suono ed il decadimento ma non mi fa mai venire la voglia di alzare lo stilo.

Passiamo a qualcosa di diverso, un veloce disco dei Level 42 (il primo album omonimo) mostra una velocità terrificante del basso con lo "slap" che sembra la percussione principale per ogni brano. Il basso sembra arrivare profondissimo, ma in questi giorni sono limitato in questo parametro (diversamente dai vecchi giorni delle IPL) non posso dichiarare nulla di definitivo riguardo alle ottave più basse.

Il palcoscenico era incredibile, più ampio ed in particolare più profondo se paragonato al BC SE, in parte dovuto alla migliore risoluzione di questi particolari di basso livello.

In ultimo lo SC mantiene l'apertura, la pulizia della presentazione del suo fratello economico. Ma prendete in considerazione qualsiasi singola caratteristica sonica e avrete un particolare dello SC, mettete insieme tutti questi particolari ed otterrete qualcosa di significativo.

Per quanto riguarda il discorso delle compatibilità apprezza allo stesso modo mettere in mostra la fastosa scena sonora della MC Dynavector DRT-1 a bassa uscita e la sua neutralità, e la precisione quasi simile al CD della Music Maker ad altissima uscita - le quali presentano un suono così diverso l'una dall'altra eppure così "azzeccato". E qui si deve precisare che lo stadio dell'Audion ha dalla sua il beneficio dell'ampli di step-up Dynavector che porta il livello della DRT-1 fino al livello MM e che costa qualcosa come 2500 Euro solo lui - lo SC si trovava da solo a fronteggiare una combinazione di prezzo molto superiore al suo.

Verso la fine della recensione ho ricevuto in prova un nuovo finale a valvole - del valore di 9.000 Euro di hi-tech (vera!) EL34, il "Son of Pharao" (la recensione tra un paio di settimane). Questo non presenta stadio phono per cui lo SC è stato messo in azione. Poiché il S.o.P. rappresentava un miglioramento dei miei Audion, è, risultato migliore in modo simile a come lo SC migliora il BC cioè, simile ma leggermente meglio in tutti i parametri. Lo SC si è abbinato facilmente con il nuovo arrivato, ed ha mostrato migliori caratteristiche rispetto a prima. Potrei aggiungere che, anche se tollerante, sospetto che abbia trovato il Loth-X Ji300 leggermente troppo potente.

Conclusioni

Il Silver Cube è costoso, il che non significa che il suo prezzo sia bizzarro se confrontato con altri. Per quanto ho potuto ascoltare, offre prestazioni vicine alla perfezione e può essere abbinato a qualsiasi coppia testina preamplificatore vogliate collegarci. Qualcuno lo acquisterà in quanto appare molto somigliante al Black Cube SE, ma in effetti rappresenta un miglioramento significativo rispetto a quel lodevole progetto.

Per le sue caratteristiche, questo è un oggetto del tipo "montalo e dimenticalo", montatelo e non pensateci più, non ci sono problemi sulla testina che acquisterete in seguito, e non importa quanto spenderete per il resto del vostro impianto questo ci si integrerà in maniera ammirabile, almeno fino al livello del resto dell'impianto utilizzato per la recensione - 10.000 Euro per giradischi/braccio/testina, 9,000 Euro per l'ampli e 8.000 Euro per i diffusori, oltre quello che non posso (tristemente) commentare.

Ma tornando al mio commento il "non del tutto" è dovuto a quanto segue... Per molti di noi il Silver Cube sarà troppo, il Black Cube SE funzionerà bene e quindi le ulteriori prestazioni del Silver Cube sarebbero inutilizzate, rappresenta il classico dilemma dei fanatici di hi-fi e di musica, ricavare il miglior suono possibile ad un determinato prezzo - se i soldi non sono un problema o volete migliorare in futuro allora lo SC giustifica la spesa superiore rispetto al BC SE, se d'altra parte, il vostro impianto non sarà mai destinato a richiedere i migliori stadi phono allora il Silver Cube sarebbe sprecato. È difficile per me spiegare a quale punto vale la pena di sostenere la spesa. Se il vostro impianto vale 1000 Euro, sono abbastanza tranquillo dicendo che il Silver Cube rappresenta uno spreco di soldi. In un impianto di valore tra questo e quello della prova giustifica la presenza del Silver Cube - a voi la scelta...

Dopo aver spedito la recensione a Norbert Lehmann, egli mi ha chiesto di aggiungere quanto segue - il che è piacevole...

Postscript

Mi farebbe molto piacere ricordare il nome del mio co-ingegnere Klaus Boehm in questa recensione. Non sono sicuro di averti dato tale informazione in precedenza. È un esperto di queste cose come gli ottimizzatori di impedenza nei progetti in RF. Inoltre egli è - ed è stato per il progetto un bravissimo supervisore, un mago dei PCB e in ultimo, ma non meno importante - un grande audiofilo. Senza di lui il Silver Cube semplicemente non sarebbe esistito. Lo stadio di uscita a zero-feedback ad esempio, è in pratica un suo circuito così come le principali caratteristiche dell'alimentatore. È una questione di onestà per me dare credito a chi contribuisce invece di pretendere di essere l'unico ed il solo...

© Copyright 2003 Geoff Husband - http://www.tnt-audio.com

Traduzione Italiano: Fabio Egizi

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