Prodotto: pre PR100, finale di potenza PA100
Produttore: Thule Audio - DK
Prezzo approssimativo: 600+800 US$-Euro
Recensore: Dejan Veselinovic
La Thule Audio è un'azienda danese, specializzata in prodotti audio, che vanno da modelli entry level fino ad arrivare all'High End. La linea di prodotti è molto ben pensata e, come vedremo, concepita e realizzata molto razionalmente. Per altre recensioni dei prodotti Thule Audio, sfogliate le pagine di questo sito.
I due cabinet sono praticamente identici, e condividono lo stesso look dell'intera gamma Thule Spirit. Hanno un telaio insolitamente grosso, pesante e ben rifinito, mentre i pannelli frontali, spessi 8mm, sono in alluminio, e sono lavorati in maniera tale da ottenere una leggera inclinazione. Al centro, si trova una manopola color "d'oro" nel caso del pre, ed una decorazione nel finale. Il preamplificatore ha un display alfanumerico a led rossi sopra la manopola, che fornisce all'utente informazioni su accensione, volume e ingressi. Tutto questo è completamente controllabile dal telecomando che viene fornito di serie.
Il finale è un aggeggio molto semplice, con un unico led rosso che ne indica l'accensione sul pannello frontale. Entrambi le unità hanno interruttori on/off a bilanciere sul retro, essendo stati progettati per lasciarli in standby quando non in uso.
Le due unità condividono molti
più componenti di quelli che avrei immaginato. Tutte e due usano
alimentatori toroidali: il toroide del finale è da 500VA, mentre
quello del pre è da 300VA. No, non avete le allucinazioni, e non
è un errore tipografico, ho proprio detto 300VA. Il che è
sufficiente per un ampli da 2x75W/8 Ohm, figuriamoci per un
semplice preamplificatore. Infatti, il pre è ESATTAMENTE lo
stesso dell'ampli integrato IA60, tolti il circuito di
amplificazione e gli scambiatori di calore. Messo in un altro
modo, il pre consiste della sezione pre dell'integrato IA60. Da
qui il trasformatore toroidale da 300VA - che è quello che usano
nell'IA 60 (vedi la recensione su questo sito).
D'altra parte, il finale è un'altra
volta la stessa scheda, tranne il circuito del preamplificatore e
con alimentatori più pesanti, un trasformatore più grande, e 4
condensatori da 10.000uF, invece di solo 2.
Questo non è un caso, ma è
razionale. Utilizzate la stessa scheda, lo stesso telaio, gli
stessi alimentatori ed aumenterete i numeri della produzione di
serie, riducendo così il costo per unità. L'unica cosa che
rovina la faccenda è il prezzo del pre - è più semplice di
quello dell'integrato, ma non solo non è più economico, è
addirittura più costoso. Il che, devo dire, è molto strano -
probabilmente succede per "complesse ragioni di
marketing" (frase che ho sentito per la prima volta nei
primi anni settanta, e da allora è andata peggiorando).
Ci sono 5 ingressi in linea,
senza nessuna opportunità per una scheda fono RIAA di nessun
genere. Non avrete però un'uscita per le cuffie - qualcuno
dovrebbe informare l'industria audio scandinava che le cuffie
sono state inventate alcune decine di anni fa, sembra che se ne
siano dimenticati tutti. Come al solito, tutti gli ingressi e le
uscite sono placcati oro.
L'ampli ha una potenza di
2x100W/8 Ohm e 170W/4 Ohm - che dovrebbe bastare per la maggior
parte di noi. Ha un ingresso RCA Cinch ed uno bilanciato XLR,
come il pre ha le stesse uscite. Secondo logica e le indicazioni
della Thule, ho usato le linee bilanciate per collegare i due,
tranne quando ho usato altre unità.
Inizialmente, ho collegato tutto
all'impianto piccolo, con i diffusori JBL CM62. Il suono era
quello rilassato e naturale tipico della Thule, ma c'era qualcosa
che non andava al volume appena sopra i livelli di un sussurro.
La musica era lì, ma suonava un po' distante e leggermente
chiusa. Non era proprio compressa, ma nemmeno libera e fluida. Strano, ho pensato, visto che le JBL CM62s sono diffusori piuttosto brillanti.
Comunque, sono poi passato ai
diffusori da pavimento JBL Ti600. Quell'effetto era non solo
ridotto, ma di fatto reso un po' più evidente, dato che questi
sono diffusori molto più rivelatori.
Infine, i diffusori AR94. Ora si poteva sentire chiaramente che il suono era piuttosto distante, un po' velato.
Per esempio, le "Quattro
Stagioni" di Vivaldi sembrava come se fossero suonate due o
tre stanze più in là, ed ascoltate attraverso un corridoio
comune. "BBC Sessions" dei Led Zeppelin (una cortesia
di Geoff Husband - molto apprezzata, Geoff!) suonava come se i Led
stessero suonando nella mia piccola stanza piuttosto che in una
ambiente appropriato, e quella è una registrazione molto
vibrante e dinamica. Hevia perdeva un po' del suo vigore e della
sua energia scozzese, e le cornamuse suonavano mute. Il suono dei
Vangelis sembrava elaborato. E Mary di Peter, Paul e Mary cantava
come se avesse un piccolo raffreddore.
I dettagli c'erano, e ce n'erano
molti, sebbene queste due unità non brillino su questo punto;
non c'era uno sbilanciamento tonale del quale potessi lamentarmi,
ma tutto suonava vago e distante. Molta energia e la presenza di
alcune registrazioni era andata semplicemente persa. Ok, proviamo
ad alzare il volume e vediamo cosa succede.
Così ho provato ad alzare il
volume usando le JBL Ti600, bypassando le piccole CM62s. Beh, la
musica è diventata più forte, ma non è affatto migliorata.
Soggettivamente, anzi, è peggiorata, semplicemente perchè,
soggettivamente, tutti i difetti tendono ad essere amplificati, e
alcune volte moltiplicati alzando il volume, se esiste un difetto
progettuale di base che li accentua. In questo, non è
peggiorato, è solo diventato più apparente. C'era un suono con
un sottile effetto muting, come se qualcuno avesse inserito un
filtro di compressione con un leggero range.
Ancora avevo la sensazione che
la musica fosse distante, e, lo dico ancora, le JBL Ti600 sono
diffusori piuttosto aperti, con un suono brillante.
Utilizzando gli AR94, diffusori
molto neutrali ma estremamente dinamici, i due Thule hanno avuto
dei seri problemi. Ora il suono era completamente velato e nulla
poteva nasconderlo anche se reso neutrale. Non era sgradevole, ma
ovviamente non era quello che sarebbe dovuto essere.
Inoltre, avevo la sensazione che
l'ampli faticasse nel pilotare gli AR su alcuni transienti devo
ammettere molto forti. Può anche essere al di fuori del discorso
qui, ma non c'è niente come gli effetti sonori dei DVD per
testare dei transienti, e così ho usato tre titoli DVD per
provarli su questa unità ("Shakespeare In Love",
"Terminator II" e "Matrix"). Ci sono alcuni
transienti molto veloci e potenti in "Matrix", che, vi
ricordo, ha vinto un più che meritato Oscar per gli effetti
sonori. Comunque, alcuni di questi transienti non sono piaciuti
molto ai due Thule, così ho deciso di andare a fondo.
Ho staccato il PR 100 ed ho
collegato il mio H/K HK 680, trasformato in pre interrompendo la
connessione pre-main. Ora la musica suonava molto meglio, più
aperta ed immediata, e molta (non tutta) l'energia e l'immediatezza erano tornate.
Ho quindi invertito il discorso, usando il PR100 per pilotare l'HK 680 come finale. Due cose sono successe. La prima è che il problema con i transienti se ne era andato, proprio così, sparito. La seconda è che l'HK 680 era
diventato più vago e velato di quello che è solitamente, a
testimoniare che era il pre a rovinare le cose.
Non credendo a me stesso, ho
ripetuto tutto una volta di più usando il mio integrato di
riferimento per la classe economica Yamaha AX592, utilizzandolo
come finale e come pre. Con le dovute differenze, l'effetto era
praticamente lo stesso ottenuto con l'HK 680.
Può sorprendere, e certamente
ha sorpreso me, ma l'anello debole in questo caso è il pre
PR100. Non ha difetti evidenti o fastidiosi, ma ha un suono
piuttosto velato e confuso, un po' troppo distante persino per
gli Inglesi che lo definiscono "analitico e dettagliato, ma
controllato". Il finale va meglio quando viene
pilotato da una sorgente diversa e migliore. È un progetto a
feedback complessivo zero, come tutti gli apparecchi della Thule
(e apparentemente di altre aziende scandinave), è ragionevolmente proporzionato e molto ben fatto. Sarei stato più contento con un trasformatore più grande, direi 700-800 VA, il quale, è una mia sensazione, avrebbe migliorato la sua
performance con transienti veloci e lunghi quando si trova a pilotare carichi tutt'altro che facili. Confrontato con il molto più
economico Yamaha AX592, che ha esattamente la stessa potenza su 8
Ohm, l'equilibrio sonoro è diviso. Senza dubbio la coppia Thule
ha un migliore performance in entrambi gli estremi, ma lo Yamaha
dà un suono più aperto ed immediato, almeno nella gamma media,
con le sue note cadute sugli estremi.
Comunque, confrontata con l'Harman/Kardon
HK 680, che è meno potente (2x85/130W su 8/4 Ohm), la coppia
Thule non ha avuto una sola chance. L'HK 680 è più aperto, più
dinamico, senza problemi con i transienti ed un suono considerevolmente più verosimile.
Così, cosa dire? Come coppia,
questi Thule non sono stati all'altezza delle aspettative (data
anche la classe di prezzo), visto che sono stati surclassati su
tutti i fronti da un integrato meno potente (circa -0.7 dB, non
sentirete mai la differenza) e meno costoso. Dei due, direi che il finale è il migliore, mentre il pre rallenta il tutto. Non ho mai visto in vita mia un pre con un tale trasformatore - bello, ma uno più piccolo avrebbe permesso di contenere il prezzo
finale.
Mentre la Thule dimostra
un'estrema razionalità nella sua produzione, utilizzando sempre
la stessa scheda, mi aspetterei qualcosa di meglio per quel
prezzo. Per questo prezzo, penso che trovereste di meglio altrove. Ho già dichiarato
pubblicamente che, secondo me, i circuiti a feedback
complessivo uguale a zero sono molto difficili da
progettare adeguatamente e tendono a dare un'immagine
tonale piuttosto sbilanciata (così penso io). Mentre i
medi e gli alti sono generalmente molto piacevoli, i loro
bassi tendono a mancare di controllo. Inoltre,
solitamente, i progetti a feedback zero hanno un suono
dolce, ma spesso insufficiente dal punto di vista
dinamico, che così manca di incisione quando questa
viene richiesta. Sull'altro piatto della bilancia, ci
sono unità commerciali che usano molto feedback, e,
generosamente, danno quello che è conosciuto come
"suono da transistor", un suono squillante e
sgraziato che piace solo a quelli che non hanno mai
sentito di meglio.
I progetti a
feedback totale zero tendono, secondo la mia esperienza,
a produrre un suono soggettivamente sbilanciato, che ha
sia bassi rimbombanti sia nulli. Comunque, come detto,
devo aggiungere che non è necessariamente così - per
esempio, l'integrato ECl-1 della Electrocompaniet da
2x100W su 8 Ohm (appena uscito di produzione) è un
prodotto talmente raffinato che non posso proprio
criticare in termini acustici. Solo che tutto ciò non è
assolutamente facile da ottenere, e mai economico.
Io credo
fermamente che un po' di feedback non solo sia un bene,
ma è assolutamente necessario se l'ampli deve
controllare in maniera attendibile i driver dei bassi. È
difficile dire quanto, ma, su due piedi, 10-14 dB
(3...5:1) potrebbe essere l'ideale. Ed io credo proprio
che il mio HK 680 suoni, almeno in parte, così
dannatamente bene perchè usa solo 10dB (3:1) di feedback
complessivo - ma potrei sbagliarmi.
Quello su cui
sicuramente non mi sbaglio è che il feedback migliora in
maniera definitiva la stabilità ed il fattore di attrito
dell'ampli; come al solito, ciò non garantisce un buon
suono, ed è ben lungi dall'essere l'unica considerazione
progettuale. Non è il feedback in se stesso che causa un
cattivo suono negli ampli a transistor, ma è l'abuso che
se ne fa ad essere sbagliato. Utilizzatelo per ravvivare
un circuito già buono ed avrete successo.
© 2000 Copyright Dejan Veselinovic -
http://www.tnt-audio.com
Come stampare questo articolo
Come altrove nel portfolio dei prodotti
Thule, il volume ed il bilanciamento sono controllati da una
scala di resistenze tagliate al laser, contenute all'interno di
un regolatore di volume digitale LM1792; ottima scelta: nessuna
meccanica, niente usura, niente invecchiamento ed una precisione
impareggiabile.
Microdinamica
Macrodinamica
Suono complessivo
Senza vita ed emozioni, la musica è una povera imitazione di se stessa, e cioè assolutamente non quello che un buon impianto audio dovrebbe dare. Sfortunatamente, è esattamente ciò che fa questo pre, rende la musica distante, velata e soprattutto poco emozionante.
Onestamente, non posso dire che sentissi il finale affamato di corrente, ma mancava di
quella completa libertà dalla compressione che ho con il mio HK
680, per esempio. O potrebbe essere che il suo circuito a feedback zero non gradisca per niente i carichi difficili, che tra l'altro è un problema conosciuto con tali circuiti. In ogni caso, il PA100 è il migliore dei due.
In definitiva, Thule sconfigge se stessa, dal momento che il suo integrato IA60 suona meglio di questa coppia, pur essendo meno potente. Poichè costa anche MENO (!?!) del pre che contiene, suggerirei ai potenziali acquirenti di comprare un IA60
ed usare le uscite addizionali del suo pre per pilotare un PA100, permettendo così il biampling, con 2x100W per i bassi e 2x60W per il resto.
Che è quello che farei io - se volessi fare una scommessa alla cieca, ma siccome ho il mio fidato HK680, non ho proprio il bisogno di farlo.
P.S.
Traduzione: Gianluca Lozza