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Hypex UcD-180AD

Un modulo di potenza di altissima qualità e facile da usare

[uCd180ad Based Power Amp]
[English version]

Prodotto: Moduli di amplificazione UcD180AD and Alimentatore HG
Produttore: Hypex - Olanda
Distributore in Italia: AVA - Italia
Recensore: Giorgio Pozzoli - TNT Italia
Data Recensione: Marzo, 2006

Introduzione

Uno dei maggiori difetti dei miei progetti di autocostruzione consiste nel fatto che sono tutt'altro che accessibili a chi si accosta solo ora all'audio e all'autocostruzione. Questo è particolarmente spiacevole perché impedisce ai nuovi audiofili, che sono spesso giovani con disponibilità finanziarie limitate, di risparmiare usando componenti economici in progetti ragionevoli, e completarli magari con contenitori a bassissimo costo (sempre ammesso che il contenitore ci sia...)

Questi moduli invece sono una delle più recenti incarnazioni del "modulo amplificatore finale" che si può trovare su tanti cataloghi di kit elettronici.

Sfortunatamente questi kit spesso nascono più come supporti educativi che come amplificatori audio di alta qualità, per cui i risultati ottenibili sono spesso men che ottimali.

I moduli che prendiamo in esame oggi, invece, hanno tutta un'altra storia. Per quanto ne so, sono derivati da un progetto originale di amplificazione in classe D della Philips, specificamente mirato ad una riproduzione musicale di alta qualità. Secondo il sito Hypex, il suono di questi amplificatori è migliore di quello degli amplificatori in classe A e SET (Single Ended Triode). I progettisti sono anche accessibili per discussioni e suggerimenti (un lunghissimo thread di discussione è presente su DIYAudio.com), che è sempre un buon segno di mentalità aperta. Tutto sembra estremamente promettente. Quindi, è il caso di andare a verificare...

La Tecnologia

Hypex è stata fondata nel 1996 come produttrice di altoparlanti attivi per PA (Public Address). Da qui, il passaggio alla produzione di subwoofer HiFi è stato un passo ovvio. Più tardi, Hypex adottò la tecnologia UcD sviluppata da Philips ed infine, avendo deciso di diventare uno degli attori principali nel campo della progettazione di prodotti in classe D, ha assunto Bruno Putzeys, responsabile della progettazione della linea UcD originaria.

UcD significa Universal Class D Amplifier, Amplificatore Universale in Classe D. Il modulo è basato sull'idea di amplificare la musica utilizzando una sorta di oscillatore di potenza controllato dal segnale audio in ingresso. Dato che i transistor di potenza sono essenzialmente in saturazione o interdetti, la potenza dissipata nel circuito è molto bassa, e l'efficienza (92%) enorme, se confrontata a quella degli amplificatori tradizionali.
Ciò permette di avere dispositivi di potenza più piccoli e più veloci, e dissipatori di dimensioni estremamente ridotte.

Ancora più interessante degli aspetti tecnici sono gli obiettivi originali del progetto UcD. I moduli sono progettati fin dall'inizio in modo da essere facili da utilizzare quanto, o più, di un amplificatore di potenza lineare. Il loro uso non deve richiedere particolari precauzioni in campo EMC. Devono essere intrinsecamente semplici, per essere robusti ed economici. Devono operare in maniera eccellente indipendentemente dal carico, come qualsiasi buon amplificatore, ed avere una distorsione estremamente bassa su tutta la banda audio.

In una parola, il sogno di qualsiasi costruttore di audio di qualità (o il suo incubo, forse...)

Il sistema in prova

Il sistema che mi è stato fornito per la prova non è un prodotto standard di Hypex: in effetti, Hypex fornisce normalmente solo i moduli componenti. Nel nostro caso l'unità è completamente dual-mono, ed è costituita dai seguenti componenti:

I moduli UcD180AD sono amplificatori bilanciati di alta qualità 180W su 4 ohm, migliorati utilizzando un chip AD8620. Sono disponibili anche in una versione base, senza AD8620. Sono disponibili anche i moduli UcD400 (400W) e UcD700(700W). La distorsione risulta estremamente contenuta nell'intera famiglia, come del resto l'impedenza di uscita, che permette di ottenere un fattore di smorzamento di 400 su 8ohm, irraggiungibile con tecnologie in classe A/B (o almeno così ritenevo fino a qualche giorno, restate in ascolto...). Come detto hanno un ingresso bilanciato, ma funzionano perfettamente anche in un sistema sbilanciato, utilizzando dei semplici cavi adattatori od anche direttamente con connettori sbilanciati.

[UcD180 Module] [HG Module]
Modulo amplificatore UcD180 e modulo alimentatore HG

I moduli di alimentazione HG sono elementi di potenza e qualità parimenti elevate, essendo ciascuno di essi in grado di pilotare una coppia di UcD180 o UcD400; qui ce ne sono due, uno per ciascun canale. Anche i trasformatori sono molto grandi e massicci. Queste alimentazioni sono ovviamente di tipo tradizionale, e non switching, come avviene in molti nuovi sistemi.

Questo contribuisce largamente al peso dell'apparecchio. Notare che tale peso diviene anche un importante fattore di marketing: apparentemente un amplificatore tradizionale, enorme e pesantissimo, sembra sia spesso preferito dall'acquirente medio ad uno piccolo e leggero con alimentazione switching, indipendentemente dalla potenza e dalla qualità sonora di quest'ultimo. Solo un ulteriore esempio di quanto fattori diversi dal suono possano intervenire nella scelta di un oggetto il cui principale (se non unico) fine sia quello di riprodurre musica.

Per quanto riguarda l'assemblaggio, ho ricevuto il sistema già montato. Comunque, tutti i connettori sono a spina, e i cavi corrispondenti sono forniti già intestati, oppure di tipo automobilistico (fast-on), perciò ogni cosa dovrebbe essere decisamente semplice. Inoltre, vengono fornite istruzioni su come effettuare il cablaggio dell'ingresso.

Da notare anche che il calore prodotto da questi piccoli mostri è estremamente ridotto. Il radiatore (la parte blu) deve essere connesso semplicemente ad una qualsiasi parete del contenitore, anche quella inferiore è accettabile (fra l'altro, chiunque sappia qualcosa dei radiatori termici può capire già solo dal colore che in questo caso non hanno certamente un gran lavoro...)

Tanto per dare una idea, il prezzo totale di questo sistema da 180W, sovradimensionato e con componentistica della massima qualità, è attorno agli 850 €, IVA inclusa. Comunque, si può probabilmente assemblare un sistema UcD180 per metà di questa cifra, se si usano i componenti della linea di prezzo (e qualità) inferiore.

Una precauzione: il sistema ha l'ingresso accoppiato in continua, cioè non c'è nessun condensatore all'ingresso, il che però significa che è obbligatorio evitare qualsiasi tensione continua sull'ingresso stesso (la tensione ammissibile è inferiore ai 5mV!!!); da notare che alcuni preamplificatori all'accensione producono in uscita un transitorio di tensione molto alto e lento, per cui è caldamente consigliabile accendere prima il preamplificatore e poi il finale.

Il suono

La presentazione del suono è davvero molto simile a quella di un buon amplificatore in classe A o a triodo single ended. Qualcosa in effetti molto diverso dal T-Amp, che utilizzerò come riferimento, più che altro in considerazione della sua ampia diffusione come esemplare di queste nuove tecnologie.

Il suono è chiaro, abbastanza trasparente, preciso, dettagliato, con quella presentazione "lucida" tipica degli ampli a triodi.

Le basse frequenze sono ben presenti, ma controllate, anche se forse non quanto ci si potrebbe aspettare con un fattore di smorzamento di 400. Sono decisamente rotonde e piene, piacevoli ed efficaci, esattamente come in molti sistemi a tubi.

I medi sono puliti e lisci, non particolarmente in evidenza, ma abbastanza per dare alle voci una apparenza ed un corpo corretti.
Le alte frequenze sono aperte, chiare, lucide, davvero da sistema a tubi. Date queste qualità, il sistema non perdona sorgenti di sapore "digitale", nel qual caso il suono diventa viscido, innaturale e come tale spiacevole. Per il resto, è limpido e scorrevole.

La scena è molto ampia e precisa. Non viene introdotta alcuna profondità artificiale, ma tutta quella che c'è nella registrazione viene correttamente presentata. Nonostante la precisione con cui vengono ritratti e posizionati gli strumenti, la musica, ancora come nei valvolari, tende ad apparire come un insieme, piuttosto che decomposta e dissezionata nelle sue componenti come nel T-Amp. Quindi, una scena molto naturale e realistica, e coinvolgente.

Il nero fra gli strumenti è perciò vibrante di suoni, invece di essere vuoto e calmo come nel T-Amp. Comunque, una quantità di dettagli e di sensazioni viene trasferita all'ascoltatore, e quella sensazione di code sonore accorciate è completamente mancante.

Il suono è sempre scorrevole e dolce, anche se potente. Se il carattere del suono è in qualche modo veramente simile a quello di un SET, per quanto riguarda l'energia è tutta un'altra storia: anche con i miei altoparlanti, che nonostante una sensibilità relativamente elevata di 90-91dB sono ben noti come un carico difficile, la potenza c'è, ed anche se non ho ancora trovato un amplificatore che sia in grado di farle volare (in effetti nessuno degli ampli che ho provato nel corso del tempo sono stati capaci di raggiungere tale risultato...), non le mai sentite arrivare così vicine al decollo.

Solo a livelli estremamente elevati (molto, molto oltre qualsiasi livello di ascolto che si possa considerare normale), ed in presenza di intrecci musicali particolarmente complicati e carichi difficili, ho percepito qualcosa che si presentava come un senso di granularità, ma potrebbe essere forse una difficoltà nel riprodurre le frequenze più elevate (i cimbali, ad esempio) in situazioni complesse, oppure anche semplicemente l'inizio della saturazione: il livello era tale da rendere verosimile quest'ultima ipotesi anche per un ampli da 180W.

Conclusioni

Se ancora c'era bisogno di una ulteriore prova che gli amplificatori basati sulle nuove tecnologie (Classe D o classe T o anche classe N, ciascuno sembra avere una propria personale soluzione, o forse nome soltanto...) possono suonare meglio di quelli tradizionali, eccola qui.

Gli UcD180 si sono dimostrati dispositivi solidi, ben studiati, assolutamente stabili (nessun tipo di problema nel corso di tutte le sessioni di ascolto), facili da usare, capaci di operare senza fiatare sotto tutte le condizioni di prova a cui li ho sottoposti.

Sono disponibili kit completi (almeno attraverso il distributore italiano), ma anche se la configurazione desiderata non è disponibile, ciò non dovrebbe impedire a nessuno di realizzarla: la maggior parte dei componenti è disponibile da Hypex o dai loro distributori, e i rimanenti sono assolutamente non critici e facili da reperire. All'atto pratico, la cosa più complicata è la preparazione del contenitore...

Quindi, riassumendo, abbiamo un ampli da 180W, con il tocco da farfalla del triodo e la potenza da toro di uno stato solido, facile da costruire, molto stabile, che accetta ingressi bilanciati e sbilanciati con pari facilità, ad un costo che è ben lontano da qualsiasi oggetto confrontabile.

Certo, il basso prezzo è parzialmente bilanciato dall'assemblaggio: d'altra parte, se davvero non volete affrontare il disturbo del montaggio, prendete nota del fatto che sul mercato esistono alcuni prodotti finiti basati su tecnologia UcD (ad esempio, il Channel Island Audio D-200), anche se, come sempre, ciò ha un suo (non indifferente) costo.

In ogni caso, il risultato finale è chiaro: è venuta davvero l'ora di far conoscenza con la classe D.

Vorrei ancora ringraziare Jan-Peter van Amerongen di Hypex e Andrea Aghemo di AVA Italy per l'aiuto e le fotografie.

© Copyright 2006 Giorgio Pozzoli - www.tnt-audio.com

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