Ascendo Coax D6 - diffusori da pavimento

Raffinatezze teutoniche

[Ascendo D6, diffusori da pavimento]
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Prodotto: Ascendo Coax D6 - diffusori da pavimento con driver coassiale Seas
Costruttore: Ascendo - Germania
Test sample gentilmente fornito dal distributore italiano: Audio Graffiti
Prezzo: 3900€/coppia (finitura nextel grigio), 4200€/coppia (laccato nero o bianco)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Luglio, 2019

Premessa e caratteristiche tecniche

Sono un fan dei diffusori da pavimento, specie se di ingombro contenuto in pianta, e degli altoparlanti coassiali. Quindi avevo una forte curiosità di provare questi Ascendo Coax D6, visto che coniugano elegantemente entrambi questi aspetti.

Chi è Ascendo? Si tratta di un'Azienda fondata circa 20 anni fa da Norbert Heinz e Stefan Köpf, con sede in Ansbach, una piccola cittadina di circa 40.000 abitanti nella regione della Bavaria, 140 km a nord di Monaco. Il catalogo Ascendo offre diffusori attivi e passivi, sistemi Home Cinema e un amplificatore di potenza (DNA 1000.2 HE) disponibile sia come amplificazione interna dei modelli attivi, sia come unità stand-alone.

Il motto della Ascendo è “Immersive Audio, simply closer to your music”. La nascita ufficiale del marchio ebbe luogo allo show High End a Francoforte, nel 1999. Sin da allora, l'azienda ha progettato e realizzato diffusori con un occhio di riguardo verso la sostenibilità (pochi cambi di modello, aggiornamenti sempre disponibili) sia verso il basso impatto domestico, seguendo la filosofia Bauhaus, e della forma che segue la funzione dell'oggetto. In effetti, il loro design essenziale ed elegante può essere facilmente integrato in ogni ambiente domestico. La finitura base è in nextel grigio, un po' più costosa la splendida laccatura nera o bianca, Altri colori eventualmente disponibili su ordinazione. Tutto è realizzato in Germania: i cabinet a Metzingen, e tutto il resto nella sede di Ansbach. Di sicuro non fanno uso di outsourcing a basso costo!

[Ansbach - Germania]
Un caratteristico scorcio di Ansbach, Germania

Diamo uno sguardo più approfondito a questi Coax D6 che Audio Graffiti ci ha gentilmente concesso in prova. Il D6 è il modello base della serie passiva D, anzi - a dirla tutta - è il modello più economico nell'intero catalogo Ascendo. Il diffusore è realizzato intorno all'altoparlante coassiale Seas Prestige Vintage series T18RE/XFCTV2 H1333, un driver da 18 cm (un po' ottimistici, qui il datasheet ufficiale Seas), caricato in un mobile alto e snello, con reflex anteriore. Questo altoparlante è disponibile in vendita al pubblico per circa 400€ la coppia. La Ascendo li seleziona e li accoppia in base alle caratteristiche di ogni singolo driver. L'altra particolarità di questo diffusore è rappresentata da un interruttore, posto nella morsettiera posteriore, che consente di modificare la risposta in frequenza in base al posizionamento, se in “campo libero” (lontano dalle pareti circostanti) o se “a parete”. Questa è una caratteristica che mi piace molto perché non tutti gli audiofili possono permettersi il lusso di staccare i diffusori dalla parete di fondo (pena divorzio).

[Ascendo Coax D6 - driver Seas]

Nel retro dei bellissimi connettori WBT consentono il solo monowiring (finalmente, forse, ci stiamo liberando dal biwiring) mentre la base del diffusore consente la regolazione dei piedini per una perfetta interfaccia con il pavimento. Questi diffusori utilizzano la cosiddetta “Coaxial Time Coherent Speaker Technology”, in altre parole un driver coassiale che simula al meglio la sorgente puntiforme, montato su un cabinet leggermente inclinato all'indietro.

[Ascendo D6 - morsettiera]

Raffinatezze teutoniche

[Ascendo D6 - driver]
Gli Ascendo D6 sono degli esecutori eleganti. E potrei persino chiudere qui la recensione. Tuttavia, immagino vorrete capire cosa intenda con questo abusato aggettivo. Bene, se l'idea di base è che la forma debba seguire la funzione svolta dall'oggetto, in questo caso è il suono che segue la forma.

La performance di questi diffusori è gentile, elegante, educata e assolutamente non chiassosa, così come il loro aspetto. Questi D6 spariscono letteralmente alla vista quando suonano, darò qualche dettaglio in più nel paragrafo dedicato all'immagine tridimensionale. Una gamma media pulita, precisa e dettagliata è supportata da una gamma bassa “importante”. No, non si tratta del solito basso rigonfio di molte torri da pavimento. Intanto non è particolarmente esteso (44 Hz @ -3dB) ma è per contro abbastanza controllato, almeno sin dove arriva. Non è il tipo di basso da far tremare il pavimento e, di tanto in tanto, in presenza di frequenze particolamente profonde, la “voce” del condotto reflex si fa sentire, impedendo di alzare troppo il volume (es. Angel dei Massive Attack, solita traccia tortura per tutti i diffusori). Anche i pedali più profondi dell'organo mancano della potenza necessaria. Tuttavia, il resto della gamma bassa è convincente e inaspettatamente potente considerando le dimensioni del midwoofer (inferiore ai 17 cm di diametro reali).

L'eleganza della performance di questo diffusore viene principalmente dalla gamma media: pulita e mai strillata o ruvida. È precisa sulle voci e sugli strumenti a corda, che suonano sempre naturali, persino meno aggressivi di quanto ci si aspetterebbe, in qualche occasione. Talvolta si desidererebbe una maggiore incisività, ad esempio sulle percussioni (rullante e cassa) ma non dobbiamo dimenticarci che questi diffusori non sono nati con l'intento di stupire l'ascoltatore con effetti pirotecnici. Correttezza e buona educazione prima di tutto.

Il tweeter svolge bene il suo compito, grazie a un basso livello di distorsione, e arricchisce la performance di un buon contenuto armonico. Rifinito e pulito, preferisce essere ascoltato in asse, altrimenti il suo livello diminuisce e la gamma-medio alta perde di incisività. O, almeno, questo è ciò che è accaduto nella mia stanza d'ascolto, che ha un'ottima acustica. In stanze più riflettenti, invece, questo aspetto potrebbe rivelarsi un bonus molto gradito. Tenete conto che la differenza tra l'ascolto in asse o al di sotto di esso NON è piccola.

La timbrica generale è tendenzialmente neutra, a tratti asciutta, con una leggera connotazione “monitor”.

Micro e macro-dinamica

Il coassiale Seas, per quanto buono, non può fare miracoli e le sue piccole dimensioni un po' si fanno sentire quando si tratta di tirar fuori gli artigli. Se lo costringeste a riprodurre bassi molto profondi a volumi molto sostenuti, potreste metterlo in crisi. In questi frangenti tende a rallentare un po' e a perdere il passo rispetto alla gamma media, comprimendo leggermente la dinamica massima esprimibile. Come già detto, non si cerca di impressionare l'ascoltatore, ma di conquistarlo con le buone maniere. La dinamica non è, pertanto, mai sottolineata. Di sicuro potete trovare diffusori da pavimento, persino più economici, che possono fare meglio, da questo punto di vista, magari perdendo un po' della raffinatezza di questi D6. Il piccolo driver da 17 cm (che credo sia pure tagliato abbastanza in alto, Seas raccomanda 3500 Hz) non riesce evidentemente a superare i propri limiti fisici.

Coi generi musicali giusti, però, tutto riacquista una sua logica, e la performance è sempre coinvolgente. Dal punto di vista della microdinamica se la cavano decisamente meglio, grazie alla precisione e alla pulizia delle quali questo altoparlante è dotato. Di sicuro rendono al meglio in ambienti piccoli e a volumi non troppo elevati.

Soundstage 3D

Questa è probabilmente l'area dove questi diffusori regalano il meglio di sé. Il piccolo cabinet, unito al driver coassiale, si avvicina all'ideale di sorgente puntiforme e pertanto è facile vedere questi diffusori sparire alla vista. Resta il suono che si espande in una bolla che li circonda, uno spazio ben sviluppato in altezza, larghezza e profondità. Ascendo descrive questo fatto come “holographic spatial imaging” e ammetto che non avrei saputo trovare altri termini migliori per descrivere ciò che riescono a fare. Il suono “galleggia” nell'aria circostante ai diffusori e non sembra mai provenire da essi. Il prezzo per questa performance così magica è, come accade con molti minidiffusori, la necessità di trovare il maledetto “sweet spot” e restarci incollati. Basta spostarsi di 10-15 cm di lato e la magia un po' si perde. Resta un'ottima immagine ma non questo fantastico effetto olografico. Questo fatto, unito alla necessità di ascoltare il tweeter in asse, mi fa pensare che questi Seas diano il meglio di sé in una finestra “geometrica” abbastanza ristretta.

Sintetizzando, se siete amanti delle emozioni forti e sanguigne, e se i vostri ascolti indugiano spesso nel rock o nell'elettronica più “cattiva”, suonati magari ad alti volumi, forse potreste trovare questi diffusori un po' “timidi”. Se, invece, amate la musica acustica, classica o jazz, essi vi regaleranno una performance aggraziata e raffinatissima.

Lamentele

Costruzione & finitura.
Questi diffusori sono semplicemente bellissimi, difficile immaginare un livello di attenzione e di finitura superiori. La fantastica laccatura è, ovviamente, sensibilissima alle impronte, pertanto Ascendo si è preoccupata di fornire sia un paio di guanti in cotone che un panno morbido per la pulizia. L'unica nota stonata è la mancanza di punte...appuntite! Quelle fornite, regolabili in altezza, sono con punta arrotondata e questo ovviamente è un problema in caso di moquette o tappeti spessi. Fortunatamente sono facilmente sostituibili.
Suono.
Facili da ascoltare per ore e ore, non sono certamente i diffusori nati per impressionare a un primo ascolto distratto o per far colpo in una rapida commutazione A/B. Non hanno una dinamica travolgente, un basso profondissimo o una gamma alta iper-dettagliata, tutti parametri che possono colpire a un primo ascolto. Se state cercando un suono d'impatto, a proprio agio anche coi generi più scatenati, meglio cercare altrove. Se invece ascoltate acustica, classica o jazz, li troverete deliziosi. Un appunto per la gamma bassa: 44 Hz a -3dB è una performance che oggi viene facilmente raggiunta (e superata) da diffusori bookshelf di dimensioni più contenute. Evidentemente, da questo Seas, non si è riusciti a tirar fuori di più.
Rapporto qualità/prezzo.
4000€ potranno anche essere il biglietto d'ingresso nel mondo Ascendo ma in tutta onestà non riesco a considerarlo un prezzo adeguato alle prestazioni. Per questa cifra mi aspetto un diffusore che sia meno “settoriale”. Il prezzo, tuttavia, si giustifica con l'ossessiva ricerca della perfezione nella costruzione, nei materiali e nelle finiture, senza dimenticare la realizzazione interamente Made in Germany e i ben 10 anni di garanzia, una rarità. Queste cose, evidentemente, si pagano. Sta a ognuno di noi valutare cosa sia più importante.

Qualche consiglio

Questi diffusori necessitano di un attento posizionamento, per esprimersi al meglio. Per godere dell'immagine tridimensionale che ho descritto devono stare lontani dalle pareti circostanti, poi si tratterà di trovare il giusto compromesso tra la distanza della parete posteriore e la presenza della gamma bassa. Possono suonare bene anche addossati alla parete posteriore, ma con l'accortezza di posizionare lo switch in posizione “wall”. Ovviamente si perde un bel po' della magia tridimensionale dell'immagine. A mio parere suonano meglio quando sono paralleli tra loro, ma ogni stanza (e ogni postazione d'ascolto) fa un po' storia a sé. L'altezza della postazione d'ascolto è importante per consentire di ascoltare in asse coi driver. Come già detto, ascoltati fuori asse (più in basso, ad es.) perdono un bel po'.

Per quanto riguarda i partner nessun problema, si tratta di un carico abbastanza facile. Non sono necessari tanti watt, solo un buon controllo in gamma bassissima. Eviterei amplificazioni valvolari con scarso controllo in basso.

Conclusioni

Questi Ascendo D6 sono diffusori di classe, eleganti e raffinati, capaci di ricreare una scena tridimensionale straordinaria. Possono regalare ore e ore di ascolti piacevoli e raffinati a coloro che preferiscono un'esecuzione pulita e precisa a una più ruffiana e sanguigna. Forse non è un diffusore per tutti i gusti, ma merita senz'altro un ascolto attento.

Commento del costruttore (tradotto dal distributore italiano)

La traduzione non risulta fedele a quanto pubblicato nell'articolo in versione inglese ma è un'interpretazione di quanto Stefan Köpf ha scritto e ci ha spiegato.

Le D6 sono diffusori con un suono molto naturale, non aggiungono nulla ma suonano quello che gli viene dato. Per questa ragione il suono dipende in gran parte dall'acustica della stanza dal loro posizionamento e dalle caratteristiche dei cavi che si collegano e delle elettroniche. Riproducete le D6 in una stanza di 35mq senza cancellare le basse frequenze con una distanza dalla parete posteriore dai 5 fino ai 100 cm, con un amplificatore potente, veloce e controllato, sarete sorpresi del suono forte, potente e profondo. È incredibile se pensate alle piccole dimensioni delle D6. Le D6 non hanno limiti. Migliore è la qualità delle sorgenti collegate, migliore sarà il suono. Provatelo. Inserite le D6 in un sistema veramente high end, ovviamente non ha senso ma qui troverete che le D6 risulteranno perfettamente a loro agio senza divenire l'anello debole della catena.

Vorrei aggiungere che il nostro collega Michael ha avuto modo di dimostrare le D6 nella sua stanza di 30mq con distanza dalla parete posteriore di 1 mt. In questa stanza le D6 hanno un'incredibile performance del basso, anche ad alto volume. Quello che vorrei spiegare e dire è che le D6 possono suonare a volumi elevati con una significativa presenza delle basse frequenze ed una adeguata pressione sonora. Si ha bisogno di un buon ambiente e di un buon amplificatore (non necessariamente troppo costoso).
È importante ricordare che le D6 sono molto naturali pertanto, la qualità del suono dipende anche dalla qualità dei componenti collegati.
Stefan Köpf

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