Elac Debut B5 - diffusori bookshelf

[Elac Debut B5]

Crazy diamonds (ovvero: se è uno scherzo, è pure divertente!)

Prodotto: Diffusori Elac Debut B5
Costruttore: Elac - Germania
Distributore per l'Italia: LP Audio
Prezzo di listino: 350€/coppia
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Data recensione: Luglio, 2016

Introduzione

Durante l'ultima edizione del Milano High End ho avuto modo di ascoltare questi diffusori della nuova serie entry-level di Elac, i Debut B5, e sono rimasto molto sorpreso dal suono che riuscivano a riprodurre, ben al di sopra di ciò che si possa immaginare da un diffusore di costo e dimensioni così contenute.

Non ho esitato un momento nel chiederne una coppia in prova al gentilissimo distributore italiano LP Audio. Così, da qualche mese mi diverto con questi piccoli bookshelf usciti dalla penna magistrale di Andrew Jones, papà di realizzazioni elettroacustiche straordinarie, per diversi Costruttori di diffusori (TAD e tanti altri). Potete scoprire di più su questo geniale progettista in una sua intervista pubblicata sul mensile Forbes. Queste piccole B5 fanno parte della serie Debut, che comprende altri due bookshelf (uno più grande e uno più piccolo), due diffusori da pavimento, un canale centrale e un subwoofer.

Non abbiamo mai recensito un prodotto Elac, pertanto vale la pena ricordare brevemente la storia di questo marchio tedesco. Fondata a Kiel nel 1926 (festeggia quest'anno i 90 anni dalla nascita!), l'Azienda iniziò ad occuparsi di prodotti HiFi (giradischi e testine) nel 1948 e più o meno dal 1984 ha concentrato la propria produzione nel settore dei diffusori acustici. Solo di recente ha iniziato a produrre elettroniche per la musica liquida (serie Discovery) e amplificazioni. Ora il reparto Ricerca & Sviluppo è situato nella California del Sud. Dal 2010 opera sotto proprietà della Global Legend Holdings Co., Ltd.

Uno sguardo da vicino

Il Debut B5 è un piccolo diffusore bookshelf dall'aspetto abbastanza tradizionale, due vie con bass reflex posteriore, monowiring, altoparlanti a filo del baffle e senza viti in vista, finitura (ottima) in vinile. I driver pare siano stati progettati su specifiche, le sigle presenti sui magneti, in effetti, riportano quella relativa al diffusore.

La struttura è sufficientemente rigida e sorda, il tutto trasmette una certa sensazione di solidità e qualità elevata in rapporto al prezzo. Il crossover è abbastanza elaborato, probabilmente anche per questo motivo l'impedenza è benevola, essendo il minimo (5.4 Ohm) molto vicino al valore medio nominale (6 Ohm): un carico facile per qualunque amplificatore moderno. La sensibilità però non è alta, appena 85 dB/w/m. Il woofer è da 13.5 cm con membrana in fibra di aramide e utilizza un magnete di diametro pari a quello del cono stesso. Abbondante è la presenza di materiale assorbente all'interno del cabinet. Questi B5 sono progettati negli USA ma la realizzazione è cinese.

[Elac Debut B5 - crossover]
Filtro crossover (3 kHz) a sette elementi

Specifiche tecniche dichiarate

Crazy diamonds (ovvero: se è uno scherzo, è pure divertente!)

[Elac Debut B5 - vista posteriore]

Già il sottotitolo di questa recensione dovrebbe dire tutto. “È uno scherzo” l'ho pensato la prima volta che le ho sentite alla mostra di Milano della scorsa primavera, l'ho pensato ancor di più quando ho potute ascoltarle in casa, in condizioni più “controllabili”. Fatele ascoltare a qualche amico “esperto” ma non rivelate il loro costo, anzi mentite spudoratamente. Ne sentirete delle belle. Eh già, perché queste Debut B5 stupiscono, prima di tutto, per un rapporto qualità/prezzo semplicemente stratosferico. Hanno caratteristiche di raffinatezza, completezza del messaggio sonoro, equilibrio e sostanza che è difficile, difficilissimo credere possano costare così poco. Per qualcuno 350€ potranno non sembrare una cifra bassa in assoluto, ma queste prestazioni, a questo prezzo, io non le avevo mai sentite. Siamo sullo stesso stupefacente rapporto qualità/prezzo delle economicissime Scythe Krocraft, che per appena 50€ si permettevano di suonare come un vero diffusore HiFi.

Qui, con queste Debut B5, voliamo ovviamente molto, molto più in alto! Sgombriamo subito il campo dai soliti pregiudizi: Elac è un marchio tedesco e quindi il suono è quello tipico di scuola teutonica. Sbagliato, perché di tedesco queste Debut B5 non hanno niente: progetto americano e realizzazione cinese, grazie alla quale, naturalmente, si riesce a far stare tutta questa qualità all'interno di un budget così ristretto.

L'equilibrio timbrico è, pertanto, assolutamente neutro, con una leggerissima tendenza a una certa qual dolcezza di fondo che non ci si aspetterebbe, in un diffusore che dovrebbe puntare alla vivacità, pur di accattivarsi le simpatie di un pubblico meno esperto (e magari giovane).

La prima cosa che mi ha colpito è la gamma bassa, insolitamente potente, articolata, estesa e i 46 Hz così pedantemente “dichiarati” ci sono davvero tutti. Non dimentichiamo che si tratta di un woofer da 13 in un litraggio contenuto! Eppure, il basso sorprende per equilibrio, potenza, controllo: mai una sbavatura, mai un suono gonfio in maniera ruffiana. Non importa cosa gli facciate suonare: trip-hop con basso profondo sintetico, canne d'organo, contrabbasso, basso elettrico, batteria...tutto viene gestito con una semplicità disarmante. Anche coi diffusori lontani dalla parete di fondo c'è l'impatto, la sostanza e lo slam di un diffusore di ben altre dimensioni. A 3000Hz si incrocia con il tweeter ma la transizione è assolutamente liscia, forse merito dell'elaborato circuito di crossover. A trarne beneficio è la gamma media, presente, limpida, precisa e armonicamente ricca. Voci e strumenti a corda o ad arco, cori, percussioni, tutti ritrovano il loro timbro naturale, senza forzature né indecisioni. Qualche leggera difficoltà nei grandi cori, come è naturale che sia, ma fin dove arrivano, fanno veramente miracoli.

In gamma alta il tweeter completa la prestazione con grazia, un leggero tocco di velluto ma anche tanta trasparenza e precisione, quanta non me ne sarei mai aspettato in un diffusore di questo prezzo. Un'ottima ricchezza armonica abbinata a una distorsione molto bassa rendono il suono di questo Debut B5 godibile sia a lunghissimo termine che ad alto volume. Non è il suono monitor, quasi radiografante delle Russell K Red 50 che ho recensito qualche mese fa, si tratta di qualcosa di molto più “facile” e immediato, che non richiede un orecchio esperto per essere apprezzato. Questi B5 mettono d'accordo tutti, ascoltatori esperti e neofiti assoluti. I primi perché ne riconoscono la raffinatezza generale, i secondi per via di un suono completo, pieno e di sostanza, mai fastidioso, mai avaro, come talvolta accade con minidiffusori di lusso.

Dinamica

La sensibilità è bassa (85 dB), un male necessario per ottenere una risposta in basso così estesa e potente. Questo significa che con pochi watt non ci si fa molto e anche la dinamica e la velocità non sono da primato. Tuttavia c'è quanto basta per un suono vivace e divertente, anche coi generi più movimentati. Non si sono scomposte più di tanto né coi Rage against the machine né con gli AC/DC, tanto per citare due esempi noti. Hanno sempre conferito lo swing giusto, pur senza farmi saltare sulla sedia. D'altra parte, le dimensioni son quelle che sono, impossibile pretendere di più senza pagare su qualche altro parametro.

Alzare il volume non causa imbarazzi di sorta, il suono non mostra compressioni dinamiche evidenti, se non a livelli molto elevati. Il basso, poi, è da applauso, la cassa della batteria è pronta, corposa e naturale, anche in presenza di linee di basso importanti e difficili da seguire. Non snaturerei questa naturale tendenza con amplificatori gonfi e lenti.

Immagine

Altro aspetto che mi ha stupito è la capacità di sparire dalla vista mentre suonano, una caratteristica tipica dei diffusori di alto livello. Il suono proviene sempre dallo spazio intorno agli altoparlanti, senza che la posizione di questi sia ben identificabile. I piani sonori sono ben delineati in tutte le direzioni, con un senso della profondità che mi ha lasciato veramente senza parole. Non si tratta di un palcoscenico luminosissimo e scolpito, come quello di un monitor di lusso, ma si tratta comunque di una prestazione molto credibile e ingannevole - nel senso che inganna l'ascoltatore circa la reale presenza degli strumenti nella stanza - ben oltre quel che ci si aspetterebbe da un diffusore di questa fascia di prezzo.

Grazie alla gamma bassa ben presente questi Debut B5 possono essere posizionati lontani dalla parete posteriore e questo consente di ottenere una profondità dello stage veramente notevole. Sarebbe un vero peccato schiacciare tutto su due dimensioni obbligando questi piccoli gioielli a stare addossati alla parete posteriore. Se potete evitarlo, fatelo!

Lamentele

Costruzione e finitura.
Per il costo (basso) il livello della realizzazione e della finitura è molto, molto elevato, difficile trovare difetti o mancanze importanti. Qualcuno potrebbe criticare l'assenza del biwiring, ma è una moda che pian piano viene abbandonata anche in diffusori di ben altro impegno economico. Manca un range di finiture diverse quindi o questo colore si integra bene con il vostro arredamento o non c'è molto da fare. Il tubo del reflex, come quasi sempre accade, non ha una griglia interna protettiva, pertanto piccole manine esploratrici potrebbero infilarci dentro piccoli oggetti di ogni forma e materiale.
Suono.
Ben poco da dire a fronte di una prestazione semplicemente sbalorditiva. Gli unici “limiti” che ho il coraggio di segnalare (perché ce ne vuole di coraggio, visto il prezzo!) è una certa compostezza dinamica e un leggerissimo arrotondamento in gamma altissima ma, veramente, si tratta più di carattere che di difetti veri e propri.

Suggerimenti

Più o meno sempre i soliti: posizionamento su supporti ad hoc se davvero si volesse sentire veramente cosa possono dare questi diffusori. Sarebbe meglio evitare pareti vicine, ma non è strettamente obbligatorio, questi Debut B5 suonano bene sempre e comunque, anche con partner non stratosferici, come ho sentito mormorare da qualche audiofilo che, alla mostra, cercava di giustificare una prestazione ben al di sopra delle aspettative. In quell'occasione alle spalle dei Debut B5 c'era infatti un impianto di ben altro livello ma io le ho ascoltate anche con un piccolo Classe D da 20 watt (il solito Dayton DTA100, da un centinaio di euro) e il risultato è stato comunque sorprendente, tenendo conto dei 450€ necessari per acquistare la coppia diffusori + ampli. Quando un diffusore suona così bene, il merito non può essere solo delle elettroniche a monte. Avranno certamente il loro peso ma quando c'è questa qualità di base essa si evidenzia sempre e comunque.

Conclusioni

Non ho ascoltato tutti i diffusori di queste dimensioni in questa fascia di prezzo, ma ne conosco molti e posso dire, senza aver paura di essere frainteso, che questi Elac Debut B5 siano un vero riferimento (e da oggi in poi lo saranno, per me, nel mio impianto) sia nella loro classe di prezzo che anche un po' più su. Troppo buoni per essere veri! Complimenti Mr. Jones, e la concorrenza sta a guardare, stupefatta. Non è frequente, ma ogni tanto capita, in questo settore, di imbattersi in un prodotto che riscrive le regole e sposta le gerarchie, con un rapporto qualità/prezzo semplicemente stellare. Questi Elac sono dei veri e propri “crazy diamonds”.

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