[ Home | Redazione | HiFi Shows | FAQ | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]

Sistema di altoparlanti JBL Ti 600

Danesi Americani...

[English version]

Prodotto: sistema di altoparlanti da pavimento a 3 vie JBL Ti 600
Costruttore: JBL - USA
Distribuito in Italia da: Kenwood Italia
Prezzo approssimativo: 900 Dollari americani - Euro (la coppia)
Recensore: Dejan Veselinovic

[JBL Ti 600]
Le JBL Ti 600

JBL è uno dei più antichi costruttori di sistemi di altoparlanti al mondo, visto che ha iniziato la propria attività nel 1928. In seguito è entrato a far parte, assieme ad altre aziende del calibro di Infinity, Mark Levinson, Proceed, Studer, AKG ed altri, del gruppo Harman International.
Dire che la JBL è un'azienda famosa sarebbe un concreto esempio di understatement - è difficile trovare qualcuno che si occupa di audio che non abbia sentito parlare o non abbia avuto modo di utilizzare i prodotti domestici o professionali di questo marchio.
Oggi, la JBL è cresciuta a tal punto da diversificare la sua produzione in funzione dei suoi diversi mercati; pertanto, è possibile che certi modelli in vendita negli USA non siano disponibili altrove, e viceversa.

La cosa può risolversi in situazioni paradossali. Quando ho contattato la JBL tramite il loro sito e mi sono riferito a questo modello, quei ragazzi sembravano ignorare di cosa stessi parlando. E lo stesso è accaduto quando ho chiesto informazioni su un ampli integrato della consorella Harman/Kardon, non presente nel listino prezzi USA. Però, tralasciando questi problemi, troverete i loro impiegati efficaci nel rispondere alle vostre domande e molto cortesi.

Ad ogni modo, questo è un sistema di altoparlanti destinato al mercato europeo. Piuttosto che spedire in giro per il mondo imballi grossi e pesanti, la JBL preferisce delocalizzare le procedure di assemblaggio di questo e di altri modelli nei loro stabilimenti in Danimarca - di qui il "Made in Denmark" che caratterizza questa linea di diffusori.

Il mobile

Anche l'estetica di questo diffusore è molto Europea - è alto, stretto e profondo (100x21x31,2 cm), ed in dotazione sono fornite delle punte, che lo alzano di altri 3-4 cm. Sono punte in ottone, molto solide e presentano due tipi di estremità, che si scelgono quando si avvitano: presentano per un verso la punta rotonda, per piazzamenti su pavimenti duri, e per l'altro la punta acuminata, per il piazzamento su superfici soffici, come i tappeti.
Questa combinazione fra ridotta dimensione frontale e più accentuata profondità rende questi diffusori di facile inserimento nella maggior parte degli ambienti, salvaguardando, con lo sviluppo del mobile in profondità, l'ottenimento del giusto volume interno. Ogni diffusore pesa 21 kg. Non male.
I mobili sono fatti di pannelli di medite (MDF) di buona qualità; la prova delle nocche mi ha praticamente fatto male: direi che l'inerzia acustica di questi mobili è considerevolmente sopra la media per la loro classe di prezzo.

All'interno, ogni mobile è formato da due camere, ed ogni subvolume ha il proprio condotto d'accordo, entrambi aperti sul retro. Ciò ha permesso al progettista un'appropriata accordatura di ogni altoparlante, per l'ottenimento dell'effetto desiderato.
La presenza della doppia camera realizza anche un rinforzo interno, che, comunque, fa sempre piacere avere alleato contro le risonanze indesiderate del mobile.
Il crossover è molto ben realizzato, evidente prodotto di un serio studio, non il solito circuitino messo su alla bell'e buona e schiaffato lì, come ormai si trova sin troppo spesso dove non ce lo si aspetterebbe. Impiega bobine avvolte in aria e condensatori realizzati su specifica. Il cablaggio non è realizzato con cavi di qualche marca esotica, e il conduttore usato sembra qualitativamente e quantitativamente ben messo (non il doppino telefonico che a volte ho avuto la sfortuna di trovare).
I morsetti, montati sul retro, in basso, sono in solido ottone placcato oro, ed accettano sia bananine che cavi spellati fino ad un diametro di 5 mm: proprio belli.
Ci sono due coppie di morsetti per diffusore, il che permette sia il bi-wiring che il bi-amping, ottenibili semplicemente rimuovendo i ponticelli, anch'essi in ottone.

Le finiture sono solo due, entrambe in vero legno: frassino nero e faggio naturale.
La griglia di protezione presenta una realizzazione interessante. Invece di adoperare il solito telaietto di legno, la JBL ha optato per un cavo di acciaio inossidabile, che si ancora lungo sei estrusioni lungo il perimetro della griglia. Quando la griglia è montata, fra il mobile ed il "telaio" di acciaio (spesso solo 2 mm) c'è uno spazio di 2 cm.
A me pare che, dal punto di vista acustico, questa sia un'idea molto buona, visto che la rifrazione dovuta al telaio è quasi azzerata (quantunque io odi ogni telaio, non importa di che tipo: mi piace non avere nulla tra me e gli altoparlanti).
Inoltre, devo ammettere che l'estetica è favolosa, molto elegante, e molto migliore dal vivo che non in fotografia.

Gli altoparlanti

[Il tweeter delle JBL Ti 600]
Il tweeter in titanio delle JBL Ti 600

Questo è un vero diffusore a tre vie. Per i bassi vengono impiegati due woofer, entrambi con diametro di 6,5 pollici, o 170 mm, ma, come precedentemente notato, caricati da due volumi diversi; il woofer basso anticipa il roll-off sulle alte rispetto all'altro, ed è anche accordato ad una frequenza inferiore, secondo una configurazione piuttosto comune, ma sorprendentemente difficile da realizzare in maniera corretta. Entrambi operano sino ad 800 Hz, dove cedono il passo ad un midrange a cono da 4,5 pollici o 120 mm che opera fino a 2.800 Hz. Oltre, entra in gioco il tweeter a cupola in puro titanio da 1 pollice o 25 mm.
la JBL definisce questa unità una cupola in "puro titanio" presumibilmente per farci sapere che non è stata realizzata in qualche altro materiale poi ricoperto di titanio per vaporizzazione, ma che è tutta stata fatta in titanio puro sin dall'inizio della sua lavorazione.

Parlando di tecnologia, la JBL comunica che gli altoparlanti dei bassi impiegano formatori delle bobine in kapton, per un efficace smaltimento del calore. I coni sono in polpa di cellulosa sottoposta ad un processo di rivestimento che li irrigidisce, aumentandone anche la massa e la durata.
Il cestello amagnetico in polipropilene drogato con minerali sembra che offra prestazioni migliori dei cestelli di lamiera stampata tipicamente usati.
In effetti, sono tutte notizie utili, visto che provengono da un costruttore che fra i primi iniziò ad usare le cupole in titanio, nel 1984. La casa sostiene che ci vogliono circa 120 ore di rodaggio degli altoparlanti per farli arrivare al loro miglior livello, ma la mia esperienza mi porta ad identificare il periodo di rodaggio in 3 o 4 mesi, piuttosto. Ed è proprio il tweeter in titanio che ha bisogno di più tempo per stabilizzare il suo vero suono.
Questo accrocchio di altoparlanti e crossover presenta un'impedenza nominale di 8 Ohm ed un'efficienza di 90 dB/1W/1m, per una risposta in frequenza dichiarata che va da 40 a 22.000 Hz (ma non viene specificato entro quali margini).

Posizionamento

Visto che gli sfiati dei condotti reflex si aprono sul retro, ci si può attendere che questi diffusori siano sensibili al posizionamento, specialmente rispetto alla parete posteriore. Ed è così: metteteli vicino alla parete di fondo, ed avrete un basso strabordante.
Metteteli in un angolo, ed avrete un basso confuso e slabbrato. Ma assicuratevi una distanza dalla parete posteriore di almeno 30 cm e lasciate grosso modo altrettanto spazio da quelle laterali, ed avrete ciò per cui avete pagato.
Il midrange è relativamente insensibile sia al piazzamento, che alla posizione di ascolto disassata o meno.
Inoltre, abbastanza stranamente, anche il tweeter è insensibile all'ascolto disassato o meno, anche se, naturalmente, non può essere proprio la stessa cosa. Ad ogni modo, ho notato che spostarsi sino a 30 gradi fuori asse non influenza significativamente il bilanciamento tonale o la profondità dell'immagine, quantunque queste cambino un pochino: in realtà un cambiamento c'è, ma molto inferiore a quello che si avverte di solito. Complimenti ai progettisti.

Cavi, amplificatori

Ho provato diversi cavi di potenza, dai normali cavi Jamo OFC da 4,5 mm fino a dei cavi Kimber che ho avuto in prestito, il cui prezzo non è argomento da trattare in pubblico (più dei diffusori e dell'amplificatore messi insieme). Ovviamente le casse hanno beneficiato del miglioramento del cablaggio, ma direi in maniera minore di quanto accaduto con la maggior parte dei diffusori che mi sono ritrovato tra le mani sinora. La prendo come una virtù.
Ho anche provato diversi amplificatori, da quelli in mio possesso ad alcuni che mi sono fatto prestare per un paio di giorni, fra i quali il mio Harman/Kardon 6550, uno Yamaha AX 592, il finale che ho progettato e realizzato, e altri modelli di NAD, Rotel e Sony. Tranne quello "mio" erano tutti apparecchi regolarmente in commercio, quindi i risultati delle mie prove dovrebbero essere facilmente replicabili.

Vi prego di tenere a mente che ho davvero "spinto" questi diffusori, anche in biamplificazione: a brevi intervalli arrivavano loro qualcosa come 40-55W per i medi e gli alti , e circa 120-140W per i bassi.
Le finestre avevano qualcosa da obiettare, quantunque si trattasse solo di valori di picco (vi risparmio quello che avevano da obiettare i miei vicini); ciononostante, le Ti600 sono rimaste saldamente al controllo, senza fenomeni di fondo corsa, senza improvvise sibilanti, e senza problemi di amplificazione.
La JBL raccomanda l'abbinamento ad amplificatori di potenza fra 10 e 250 Watt; beh, non vi so dire circa i 250 Watt, ma garantisco che 140 Watt vanno assai bene per queste casse, che non fanno altro che suonare a livelli più elevati di quelli realisticamente realizzabili dovunque, a parte un concerto rock. Immagino che con 250 Watt a portata di mano si riesca facilmente ad arrivare ai picchi di 110-120 db, tipici dei concerti.

Microdinamica in "monocablaggio"

La prima cosa che mi interessa sapere di un diffusore è se riesce a comportarsi bene a bassissimi livelli, quelli che definisco "livelli da ascolto a mezzanotte". Beh, le Ti600 si sono comportate davvero bene, ma con un leggero sbilanciamento: gli alti erano lievemente indietro rispetto al resto della banda audio.
Non molto, ma abbastanza da notarlo. In compenso, il dettaglio nei medi e nei bassi era decisamente buono sotto ogni punto di vista, e certamente migliore di quanto solitamente si ottiene in questa classe di prezzo. Le mie vecchie AR94, che all'epoca costavano una somma paragonabile al doppio del prezzo delle Ti600, e che sono state recentemente resuscitate con condensatori di crossover nuovi e di superiore qualità (Sprague) e con nuove sospensioni degli altoparlanti (le vecchie erano andate) non riuscivano a tenere il passo delle Ti600 sotto questo aspetto.

Microdinamica in "bicablaggio"

Ho troppo spesso riscontrato che l'impiego della tecnica del "biwiring", nonostante da più parti si sostenga il contrario, non produce alcun risultato significativo, anche se qualche volta effettivamente funziona. Le Ti600 gradiscono essere bicablate, se non addirittura biamplificate.
Bicablatele, e quello sbilanciamento tonale precedentemente notato, pur non scomparendo del tutto, sprofonderà a livelli appena -e non sempre- percepibili. E si guadagnerà anche una prospettiva della profondità del palco in qualche modo migliore. Intendiamoci, nulla di spettacolare, ma c'è, pronta da gustare.

Microdinamica in "biamplificazione"

Ora si inizia a discutere! Con i 50 Watt per canale del mio fido vecchio Harman/Kardon 6550 a spingere gli altoparlanti dei medi e degli alti , e col mio personale finale da 100 watt per canale a pilotare gli altoparlanti dei bassi, le cose iniziano a diventare serie.
Credo che in questo modo ho praticamente spinto i diffusori ai loro limiti di qualità sonora (non di potenza), e mi sono piacevolmente stupito di quanto in alto essi fossero. Si riesce ad estrarre un finissimo dettaglio, e le voci femminili, in particolar modo quella di Connie Dover, erano davvero sublimi.
Comunque, anche questi diffusori hanno presentato quelle caratteristiche nelle quali si riconosce la firma JBL. La biamplificazione non solo tende ad estrarre il loro meglio, ma mostra anche con impietosa chiarezza le loro debolezze.
Semplificando, si può dire che queste casse non sono delle più lineari, nemmeno nella loro classe di prezzo: in effetti si evidenzia un certo sbilanciamento, come una regione a cavallo fra bassi e mediobassi , circa 200-400 Hz, in lieve evidenza, ed una lieve depressione della risposta attorno ad 1 KHz.

Macrodinamica in "monocablaggio"

Ragazzi, queste casse vanno davvero forte! E sono veloci; relativamente agli alti, vista la cupola in titanio, uno se lo aspetta pure, ma questi diffusori sono veloci in tutte le frequenze.
La velocità ed il ritmo del basso sono tipici JBL, e pochi tengono il loro passo (in realtà, almeno negli ultimi 25 anni, mi ricordo solo di un modello RCF di cui non rammento la sigla, e delle molto rimpiante Spendor BC3, che sono sempre state oggetti del desiderio).
Naturalmente anche i pezzi orchestrali beneficiano di questa velocità, ma non quanto la musica rock. Cablati con un solo cavo, queste non sono casse per amanti della classica, mentre delizierebbero i fan della musica moderna e del rock.

Macrodinamica in "bicablaggio"

Ancora una volta il biwiring spazza via le lievi inconsistenze della ricostruzione scenica. Ora si percepisce qualche ulteriore dettaglio: gli amanti della classica si uniscono a noi, adesso?
Ora diventa possibile davvero avventurarsi all'interno del missaggio, magari non come con alcuni dei diretti concorrenti, che comunque non offrono gli stessi ritmo e velocità, la stessa vivacità e joie de vivre che sprizza con naturalezza da queste casse.

Macrodinamica in "biamplificazione"

Ora si trascende l'HI-Fi e si sale verso la vera arte dell'audio: non è lo stato dell'arte, ma sempre di arte si tratta. La biamplificazione apporta sempre un miglioramento, a volte maggiore, a volte minore, ed è per questo che la si usa. Beh, qui migliora le cose non molto, ma moltissimo, perchè esplicita al massimo le virtù dei diffusori.
Le Ti600 possono suonare in una qualunque maniera che vada dal gentile all'esplosivo, ma non si scompongono mai, se ne restano lì, imperturbabili, e non si può fare a meno di notarlo. Non saranno casse ultralineari, né quelle più delicate del circondario, e neppure si tratta del suono più bilanciato al suo livello di prezzo; ma scommetto che dovrete faticare molto per trovare chi le supera in velocità, composta tenuta di alte potenze, e pura gioia di fare il loro mestiere (nella loro classe di prezzo, naturalmente).

Un giudizio globale sulle Ti600

Come detto, non si tratta di diffusori particolarmente lineari. Presentano dei difetti, che si manifestano anche in modo relativamente lieve; ed hanno delle virtù, che si impongono con forza, secondo le abitudini della casa.
In definitiva, sapere se sono le casse giuste per noi oppure no dipende da ciò che si cerca in un diffusore.
Se apprezzate il suono Britannico, relativamente calmo, composto, con un medio solitamente buono, ma con bassi quasi sempre inespressivi ed alti puliti ma non eccitanti, questo non è il diffusore per voi, salvo che non vi vada di cambiare abitudini.
Se vi orientate verso il suono Danese, secondo il paradigma Dynaudio, e tenendo in mente che in Danimarca ci sono altri che la sentono e la vedono in modo diverso (come la DALI), troverete questi diffusori molto strani e probabilmente tanto sbilanciati quanto la vostra fidanzata/moglie/madre, o qualsiasi persona di femminea persuasione si trovi lungo il vostro percorso audio.
Se siete Italiani e guidate una Fiat, allora aspirerete a queste casse; se, invece, guidate un'Alfa, allora ci troverete una perfetta analogia in campo audio, almeno quando sono collegate in biwiring, meglio ancora se biamplificate (gente, un diffusore da 16 valvole per altoparlante con doppio turbo - da 0 a 100 km/h in 3 secondi piatti!).

In breve, non si tratta di un diffusore terribilmente lineare, dall'incredibile dettaglio. D'altro canto, le sue principali virtù sono una dinamica mozzafiato, e la vivacità ed allegria nel fare il proprio compito difficilmente rinvenibili altrove.
Si tratta di un diffusore molto veloce e dinamico, con più che un indizio di buon ritmo che accompagna il suo basso che scende abbastanza in fondo.
Può suonare delicatamente la musica delicata, ma, all'occorrenza, conosce il rock'n'roll. Presenta una discreta profondità della scena sonora ed una dispersione inusualmente buona: credo che quelle piccole pinne sul tweeter vi abbiano qualcosa a che fare.
Comunque, tenete bene a mente che il tweeter ci mette un periodo inusualmente lungo per assestarsi: una previsione di 2 o 3 mesi non è irrealistica.
Siate pazienti e verrete ricompensati con un suono sopra la media.

È un diffusore per i giovani di cuore. Suonerà ogni tipo di musica, ma è anche vero che preferisce la moderna a quella classica. La sua restituzione delle voci è sopra la media, così come le sue prestazioni in basso, sia per velocità che per controllo. Comunque, per dare il meglio di sè, ha davvero bisogno quanto meno del biwiring e, ancora meglio, della biamplificazione.
È un diffusore estremamente tollerante e si fa pilotare praticamente da qualsiasi amplificatore, sebbene, naturalmente, benefici di un pilotaggio di qualità. Se tutto ciò vi suona come qualcosa di divertente da usare, ebbene lo è.
Una vera JBL con un tocco di Europa.

Un bell'apparecchio, dunque, che abbisogna di tempo per assestarsi, non troppo lineare, ma facilmente pilotabile, molto vivace, autorevole e felice di servirvi: molto divertente da ascoltare.

Dischi prevalentemente usati nella prova:
Celtic Spirit: Various Artists - Narada, ND-63929
Cat Stevens: Greatest Hits - A&M Records, SS-CS0599
Simon and Garfunkel's Greatest Hits - Columbia, CK 31350
Rock Ballads Vol. 1 - Unison, CDP0022
Carreras, Domingo, Pavarotti in Concert/Mehta - Decca 430 433-2
Richard Strauss: Also Sprach Zarathustra - EMI Encore CDE 5 68122 2
The Favorite Opera Arias - Cisco GCD 8004
Enigma: MCMXC a.D. Special Edition - Virgin CD 262 029
Galija: Juznjacka uteha - PGP-RTS 412796
Vangelis: Platinum - Polydor VP 180 197-R

© Copyright 2000 Dejan Veselinovic - http://www.tnt-audio.com
Traduzione: Carlo Iaccarino

[ Home | Redazione | HiFi Shows | FAQ | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]