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Diffusori JMR Arpeggione

Tubi accordati con griglie gotiche

[JMR Arpeggione]
[English version]

Prodotto: Diffusori JMR Arpeggione
Costruttore: Jean Marie Reynaud - Francia
Costo approssimativo: 1300 €
Dimensioni: 845 x 200 x 290 mm (incluse punte, griglie, e connettori)
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Pubblicato: Aprile, 2005
Traduttore: Roberto D'Agosta

Paul Letteri è colui che mi ha fatto conoscere i diffusori della Jean Marie Reynaud (JMR). La sua compagnia, la HighFidelityAudio, ne è infatti il principale importatore per il Regno Unito. Paul è un affabile americano che si è sistemato in Gran Bretagna e qualche mese fa ha intrapreso il non facile compito di creare una nuovo negozio di Hi-Fi. Se pensate che in Florida, solo uno dei cinquanta stati americani, ci sono più di 600 morti l'anno dovute alle armi da fuoco e che questo numero è più alto del resto del mondo messo insieme, potete capire facilmente perché gli americani si spostino sempre più di frequente in Europa. Paul è un simpatico ragazzo proveniente dal Connecticut che ha scelto di vivere in Europa e di sposare una donna della campagna vicino a Cambridge, per cui ha sicuramente buon gusto.

Da un punto di vista generale, la scena audiofila inglese è costituita da piccoli gruppi che aderiscono a diverse filosofie di come la Musica debba essere riprodotta. Questo offre il vantaggio di avere importatori che vendono un insieme di linee che conoscono a fondo per cui sanno accoppiare bene i vari componenti. Tuttavia, con queste premesse, quei casuali ed occasionali casi di perfetta sinergia tra i componenti risultano essere molto rari. Mi sembra che Paul stia tentando di usare la sua esperienza per inventare combinazioni che possano lavorare bene insieme in un modo che può apparire non ovvio alle persone meno esperte.

A suo tempo ero particolarmente interessato alla linea di diffusori Jean Marie Reynaud che Paul importa. In questa linea sono presenti diversi modelli di qualità e dimensioni diverse a seconda del prezzo. Le fasce di prezzo non sono quelle tipiche del mercato inglese e questo può suggerire che i diffusori siano stati costruiti più con un'idea in mente che per un certo settore di mercato. Questo fa si che il confronto con marche simili, basandosi solo su un criterio di rapporto prezzo/qualità non sia possibile. Quindi "I will not reason and compare" (William Blake).

I diffusori JMR Arpeggione sono completamente originali se si esclude una superficiale somiglianza con i diversi modelli a torre di piccola base che negli ultimi anni hanno fatto la loro apparizione per controbattere il dominio dei mini-monitor montati su stand. Questi modelli a torre non occupano molta più superficie di un supporto per i mini-diffusori ma offrono il vantaggio di avere un maggiore volume interno che implica una migliore gestione della potenza, una più ampia estensione dei bassi e una maggiore sensibilità (chiamata a volte efficienza) o almeno un migliore compromesso quando cercate di mischiare tutti questi fattori insieme. Un altro considerevole vantaggio è che il progettista, sapendo che il diffusore non verrà mai messo ad altezze diverse da quelle per cui è stato disegnato, ha un controllo migliore della distanza del woofer dal pavimento o della relazione tweeter-orecchio. Anche se quasi tutti i costruttori adesso fanno diffusori proporzionati allo stesso modo, gli unici diffusori presenti nel mercato inglese che risultino, anche se solo lontanamente, simili agli Arpeggione sono i British PMC GB1: i PMC GB1 sono diffusori due vie a linea di trasmissione, rifiniti in legno, con un tweeter a cupola sopra il woofer di 140mm per i medio bassi e che costano £995 (1500 Euro circa) la coppia. Per £700 (poco più di 1000 Euro) i JMR sono diffusori a due vie e mezza, rifiniti in legno, a linea di trasmissione, con un tweeter a cupola con tromba interna sotto al woofer per i medio-bassi di 125mm (con uno chassis complessivo di 165mm).

Gli Arpeggione sono rifiniti, su tutti e quattro i lati e sulla parte superiore, con legno verniciato con lacca satinata o con dello smalto. Senza le griglie antipolvere sono veramente belli mentre la guida d'onda del tweeter fornisce anche un pò di protezione. Le stesse griglie sono abbastanza non comuni perché hanno la forma di un arco gotico rovesciato, suggerendo in parte l'arrangiamento degli altoparlanti che nascondono. Esse sono fatte con un telaio di medite perfettamente intagliato ricoperto con un materiale nero molto teso, che purtroppo non è solo scuro ma, anche, opaco alle alte frequenze. Ho perciò rimosso le griglie quando li ascoltavo e le ho rimesse a posto per protezione quando erano inattivi perché il telaio rigido e la buona qualità dei fermi rendono questa operazione abbastanza facile. JMR
Arpeggione

Gli Arpeggione sono alti 845mm (33 pollici per gli uomini di Neanderthal) ma occupano solo una superficie di 0.054 m^2 (0.58 piedi quadri), che è molto meno di quanto non occupi un supporto tipico. Necessitano di essere molto distanti dalla parete ma sono abbastanza longilinei da non disturbare. Sono preparati per alloggiare quattro punte regorabili e di seguito ci sono le mie prime impressioni su questi diffusori.

Ho provveduto a mettere in piano ognuno dei due diffusori prima di connetterli al mio amplificatore. Praticamente è impossibile sistemare quattro punte in modo che esercitino tutte la stessa pressione sul pavimento. Anche se fossero infilate in un pavimento di legno, abbastanza presto perderebbero il loro allineamento a causa della naturale espansione del pavimento dovuta ai cambi di temperatura e/o umidità. Anche in un più ideale pavimento di pietra non è possibile ottenere un perfetto equilibrio, che si usi o no un tappeto. Questo significa che una delle quattro punte oscillerà sempre a causa dell'energia vibrazionale che dovrebbe scaricare nel pavimento. E in sovrappiù le punte degli Arpeggione non hanno un sistema per tenerle fissate e stringere il contro-bullone è risultato impossibile senza muovere anche la punta. Negli ultimi anni 80 spesi un sacco di tempo a confrontare le tre punte rispetto alle quattro: solitamente le quattro punte sono risultate inferiori alle tre perché a parità di tutto il resto, più difficilmente le tre punte oscilleranno. Una base di appoggio a tre punte deve essere necessariamente più larga per prevenire rovinose cadute ma tre punte sono più semplici da sistemare, da mantenere e suoneranno decisamente meglio. Ho una domanda per voi: ogni volta che spostate i vostri diffusori a quattro punte per pulire, poi risistemate le punte oppure li lasciate in un posto sporco per evitare di doverli muovere? Anche se li spostate e poi risistemate le punte, non raggiungerete mai l'integrità di una sistemazione su tre punte. Torniamo perciò agli Arpeggione: dopo parecchio tempo speso sperimentando ho stabilito quale delle tre punte supportavano meglio il centro di gravità e ho piazzato un Isonode sotto il quarto angolo. Questa sistemazione suona meglio delle quattro punte ed in maniera paragonabile alle tre ed inoltre ha fatto si che per un certo tempo potessi sperimentare la loro posizione relativa senza dover ogni volta riaggiustare l'allineamento delle punte.

Estetica degli Arpeggione

Gli Arpeggione sono molto belli, con una rifinitura in noce Tanganika color ciliegio e angoli smussati per ridurre la diffrazione. Le smussature rivelano un piccolo profilo di legno di qualità (sembra quercia) color ciliegio per assomigliare alla rifinitura e non, come succede per molte altre case, una striscia di medite verniciata. Questo è un eccellente tocco di qualità in una fascia di prezzo in cui le rifiniture in plastica (eufemisticamente chiamate "ash-vinyl") sono ancora molto comuni (per esempio i diffusori a torre B&W DM 603 S3 a £600). Quelle striscie di legno duro possono anche migliorare le qualità sonore perché costituiscono la base d'appoggio delle punte e la velocità del suono è maggiore in quel tipo di legno che nella medite. Allo stesso tempo questa scelta può mitigare alcuni difetti della medite, spesso scelta più per il suo basso costo che per le qualità audio in verità non eccellenti (anche se qualche pubblicità sostiene il contrario). Alcuni miei esperimenti (descritti su Speaker Builder 1999) indicano che il legno duro che sostiene la medite ne trasforma la prestazione come cabinet, in maniera indipendente da quanto sono spesse le striscie di legno usate.

Lo stile di questi diffusori genera reazioni contrastanti. A me, sinceramente, piacciono. Ma le griglie a forma di arco gotico rovesciato sono state argomento di discussione per due visitatrici che le avrebbero preferite rettangolari. Molti miei ospiti, di entrambi i sessi, hanno amato il look, anche se alcuni, familiari nel vedere nel mio sistema diffusori ben più grossi, hanno avuto difficoltà a credere che fossero adeguati. Poi hanno iniziato ad ascoltarne i suoni e si sono dimenticati del sistema!

Design e progettazione

Mi ha intrigato molto la descrizione del sistema a linea di trasmissione triangolare per il caricamento del basso e ho perciò tirato fuori la mia copia dell'articolo di A.R. Bailey pubblicato su "Wireless World" del Maggio 1972. In questo articolo viene descritta una versione triangolare del "Non-resonant Loudspeaker Enclosure" (cabinet per altoparlanti non risonante) che lo stesso autore aveva descritto su quella rivista nell'Ottobre del 1965. Quel primo articolo introdusse il concetto di linea di trasmissione ai costruttori di diffusori come un differente approccio rispetto al "tapered quarter-wave tube" (TQWT, condotto a quarto d'onda) introdotto da Paul Voigt nel 1934 o al labirintico "tuned quarter wave pipe" (TQWP, condotto a quarto d'onda armonizzato) di Olney più o meno dello stesso periodo. Ma per quanto ne so il primo a parlare di un diffusore commerciale a linea di trasmissione triangolare fu Radford. Ho a quel punto contattato Jean Marie, che dopo essersi scusato per il suo inglese, mi ha spiegato la filosofia dietro quella scelta di progettazione. "Il principio di caricamento è simile a quello del sistema di Bailey (TQWT) ma la formula per l'espansione della linea è più complicata e la linea termina con una porta accordata". Ottimo inglese, Jean Marie, non c'è nessuna necessità che ti scusi.

Solitamente, gli allineamenti accordati a quarto d'onda fanno corrispondere un tubo di lungezza simile ad un quarto della lunghezza d'onda della risonanza dell'aria (conosciuta come "fs" tra i parametri Thiele-Small) alla parte posteriore dell'altoparlante. Questo fa si che l'altoparlante sia caricato con una risonanza simile a quella di uno chassis reflex con però il benefit, per gestire meglio la potenza, di una minore escursione del cono. Questa configurazione però non ha il veloce roll-off di 24dB per ottava (equivalente a un filtro passa alto di quarto ordine) degli allineamenti di tipo reflex. Gli allineamenti di tipo reflex hanno qualche volta un netto ginocchio nella risposta in frequenza nel punto dove il roll-off comincia. Questa forma può essere equivalente ad una scatola sigillata con Q=1.2 o più grande. Entrambi questi attributi del reflex hanno lo svantaggio di un peggiore transiente in risposta cosa che fa si che il basso suoni più lento, grasso o poco controllato rispetto a diffusori con più basso Q o più basso roll-off. Teoricamente, al primo ordine, 6dB per ottava, un roll-off con Q=0.5 darebbe la miglior performance per il transiente dei bassi, ma questa configurazione può esser realizzata solo con un diaframma aperto di dimensioni gigantesche.

Ancora più interessante è il fatto che l'aggiunta di materiale assorbente fatta da Bailey (in realtà la principale innovazione nell'articolo del 1965) alla ricetta del tubo accordato, riduce ulteriormente il Q (come si può vedere facilmente dalle curve di impedenza) ed il rate di roll-off fino a 9dB per ottava, come è stato misurato da Rick Schultz in Audio Express dell'Agosto del 2003. Questo spiega parzialmente l'assoluta asciuttezza del basso della linea di trasmissione. Il mito che l'uscita a tubo aumenti significativamente la risposta in basso intorno alla risonanza dell'aria libera è assolutamente infondato una volta che si aggiunga del materiale assorbente alla linea. Il mio primo tentativo di costruire una linea di trasmissione aveva lo scopo di tirar fuori ogni singola goccia di basso da un piccolo, economico, altoparlante. L'unico risultato che ho ottenuto è dimostrare quanto fosse economico l'altoparlante.

Le JMR non terminano la linea di trasmissione con un'apertura di eguale area ma con una porta accordata. L'area di questa porta è leggermente più piccola di metà della superficie radiante dell'altoparlante. Questo implica una fondamentale differenza con il disegno originale di Bailey. Infatti i disegni di Bailey prevedevano che l'area della sezione della linea di trasmissione e dell'apertura finale fossero maggiori della superficie radiante dell'altoparlante. Ad occhio stimerei, dalle dimensioni del cabinet esterno che l'area della linea di trasmissione è simile all'area dell'altoparlante e accordata a circa 45Hz e questa frequenza dovrebbe scendere intorno ai 40Hz quando riempite di sabbia il cabinet.

La tipica risposta crescente di un piccolo altoparlante con un grosso magnete è ricreata elettricamente negli Arpeggione. Il woofer ha due bobine ed è costruito per la JMR dalla Audax, la cui reputazione per la qualità d'eccellenza dei suoi prodotti dovrebbe essere nota a molti lettori. Una delle bobine è alimentata da uno dei due terminali per il bi-wiring attraverso un semplice filtro a 6dB per ottava che taglia da 1200Hz. Il secondo terminale alimenta l'altra bobina e il tweeter (costruito anch'esso dalla Audax su un disegno di Jean Marie) attraverso un crossover in serie di 12dB per ottava a 4500Hz. Oggigiorno il crossover in serie è meno popolare perché è molto difficile farlo funzionare bene e non permette di separare la bi-amplificazione, ma ha una serie di vantaggi legati alle dimensioni dei componenti e la gestione della potenza, come venne descritto da Wilf Harms in "HiFi News" negli anni 60. Ogni terminale degli Arpeggione offre un carico di 4 ohm e dovrebbe essere interessante bi-amplificarli con amplificatori e cavi identici. Poiché ogni terminale del biwirng alimenta metà del motore del woofer è essenziale che cavi con identiche caratteristiche di lunghezza e costruzione siano usati. Io in particolare ho usato i 3x Sonic-Link AST300 per ogni sezione dei bassi e i 1x Sonic-Link AST300 (ora si chiamano Black Rhodium) per la sezione "full-range". Questo è un cavo di rame ricoperto d'argento di ragionevole valore che come ha dimostrato Ben Duncan in "HiFi News" ha le migliori caratteristiche elettriche in un test di vari cavi e inoltre è abbastanza flessibile e facile da maneggiare. La vita è troppo corta per perder tempo giocherellando con cavi esotici.

Sia i woofer che i tweeter sono disegnati dalla JMR e sono costruiti su dirette specifiche dalla Audax e quindi sono completamente esclusivi.

Suono

Le istruzioni mettono molto in risalto che questi diffusori hanno bisogno di molto rodaggio. Li ho lasciati perciò per diversi giorni a riprodurre una talk radio (BBC Radio4) per cui non mi sono fatto nessuna idea prematura con la musica. Durante il giorno il volume era circa quello di una voce umana reale mentre durante la notte bisbigliavano tra di loro. Quando finalmente li ho messi alla prova con un pò di musica avevano quel basso asciutto tipico delle linee di trasmissione e un senso forte del tempo e del ritmo. Li ho subito riconosciuti come diffusori "flat-earth" (cioè con un suono stile "Naim-Linn", n.d.T.).

Nelle successive due settimane hanno continuato a rodarsi e il basso si è fatto un pò più pieno prendendo pian piano un bilanciamento tipo BBC (cioè caratteristico della voce umana, n.d.T.). Non intendo in questo caso l'eccessiva rilassatezza che fa si che i violoncelli suonino come se avessero delle corde molli e consumate, ma quel piccolo peso in più che un passaggio pizzicato di un pieno d'orchestra ha quando ascoltato qualche fila dietro rispetto al palco in una sala da concerto e che solo alcuni dei moderni diffusori domestici raggiungono. Per cui il bilanciamento non è proprio quello dei flat-earth asciutti ma il senso del passo, del ritmo e del tempo sono propri dei flat-earth. Il primo diffusore che mi sia capitato di ascoltare con queste caratteristiche fu l'originale Naim SBL. In realtà il Naim era molto più grande e si basava su dei rinforzi alla pareti per raggiungere maggiori livelli di pressione sonora e più profondità dei bassi rispetto agli Arpeggione. Ma l'ascolto di questi ultimi mi ha riportato alla memoria quell'esperienza (anche se non bisogna fidarsi della propria memoria acustica!). I JMR e i Naim SBL suonano in maniera completamente differente ma condividono quella rara qualità di esser capaci di suonare con un buon ritmo e con un basso completo.

In quelle due settimane ho ascoltato molta musica diversa (tranne il country ed il western che non mi piacciono affatto) fino a quando non sono stato certo che il suono si fosse stabilizzato. Questo era il momento giusto per riempire la camera alla base dei diffusori con della sabbia per testare se questa operazione migliori lo smorzamento dei bassi come dichiarato dal costruttore. Sfortunatamente le due spine quadrate che mi sono arrivate insieme ai diffusori erano diverse essendo una più larga (brutalmente tagliata nel tentativo di riportarla alle giuste dimensioni) dell'altra. Una rapida verifica ha dimostrato che non sarebbe mai entrata nell'apertura per cui ho contattato Paul. Egli era impossibilitato a mandarmi un pezzo di ricambio abbastanza rapidamente, per cui mi ha autorizzato a fare qualsiasi cosa ritenessi necessaria. Questa è l'unica lamentela che posso muovere per quanto riguarda la qualità delle rifiniture di questi diffusori e mi sembra un peccato che un pezzo che costa qualche spicciolo possa creare una così cattiva impressione.

La sabbia secca Kiln è l'unico tipo di sabbia adatta per questo tipo di uso poiché il contenuto d'umidità di altre sabbie può danneggiare le colle e i pannelli. Cercate di trovare della sabbia Kiln in Inghilterra in Novembre! Viene spesso usata per riempire i buchi nel pavimento a mattonelle per cui ho pensato che ne avrei trovato qualche piccolo sacchetto in qualsiasi emporio. Dopo aver cercato in tutti i negozi di bricolage nelle due città vicine sono stato costretto a comprarne 25 Kg in un negozio di materiali da costruzione. Curioso di scoprire quanta massa potesse essere aggiunta ho, con la massima attenzione, caricato 3.3 Kg nel diffusore di destra mettendocene di più con la stessa tecnica di vibrazione usata nel riempire una scultura (la tecnica consiste nel battere leggermente i bordi della struttura da riempire in modo da compattare il materiale riempitivo n.d.T.). Ho quindi inserito la spina di plastica quadrata ed iniziato a lavorare all'altra dove ne ho potuti mettere solo 3 Kg. Sorprendentemente è stato difficile riempire le cavità con della sabbia senza creare graffi e botte alla finitura dei diffusori per cui suggerirei che il buco sia sistemato meglio, per esempio nel fondo.

Dopo queste modifiche mi sarei aspettato che il basso si indurisse ancora di più e sperabilmente guadagnasse in potenza, mentre in realtà la JMR sostiene che il risultato più evidente dovrebbe essere un migliore smorzamento delle basse frequenze. Tuttavia il più grande miglioramento immediato è stato nella fascia dei medi. Le vocali hanno suonato meglio e più naturali da subito e il basso è risultato invece rallentato. Da principio ho pensato che mi stavo trovando nella stessa situazione di quando si usano degli stand per diffusori riempiti di sabbia su un vecchio pavimento di legno: solitamente questi stand suonano più lenti se confrontati con stand leggeri a telaio aperto sullo stesso pavimento. Completamente sbagliato. Nello spazio di un cd la velocità del basso era di nuovo là, probabilmente perché la sabbia si era definitivamente compattata. La principale differenza con la sabbia è che le vocali suonano in maniera più chiara e il basso è ancora più profondo. Questo è vero per il mio pavimento di cemento (approssimativamente 4m x 5m x 15cm di spessore) e potrebbe non essere vero per un elastico pavimento di legno.

Ascoltare il pezzo di Janacek Intimate letters riproposto dal Lindsay Quartet mostra che la dinamica rimane intatta e il tono delle corde appare in evidenza. Il Lindsay Quartet ha la propria base qui vicino, 40 miglia da qui nello Sheffield, per cui sono stato abbastanza fortunato di averli ascoltati molte volte dal vivo e soprattutto in una memorabile performance nella cattedrale di Derby. Gli Arpeggione hanno fatto un buon lavoro dal punto di vista musicale nel mio salotto tanto da rendere la riproduzione un'esperienza veritiera, che alla fin fine è quello che conta. I diffusori più piccoli si dovrebbero trovare nel loro elemento con questa performance e per le dimensioni dell'ensemble ma sfortunatamente la maggioranza dei mini monitors che ho avuto modo di ascoltare semplicemente non ha passato questo esame.

Il basso è estremamente buono per un piccolo woofer di 125mm. Solitamente per ottenere questo genere di risposta, sia in peso che in frequenza, da un altoparlante così piccolo bisogna usare un'unità con un'escursione del cono molto ampia che si riflette su una mancanza di sensibilità, un controllo approssimativo ed un suono slabbrato quando fatta suonare forte. Invece pompare bassi veramente profondi da un amplificatore bipolare in classe AB di 100 watt per canale (con un alimentatore di 1K volt ampere) in questi piccoletti non li ha disturbati affatto. Questo amplificatore ha solo 6dB di feedback globale per cui può essere molto disturbato da una curva di impedenza abbastanza selvaggia (anche se può gestire dei carichi poco lineari) ma la graduale crescita dell'impedenza (anche se non specificata ne misurata accuratamente) non ha presentato alcun problema.

Con un woofer così piccolo le caratteristiche di dispersione intorno alla frequenza di crossover sono eccellenti. Una buona risposta in potenza fa si che il settaggio e il posizionamento risultino realmente semplici. Per avere una completa risposta dei bassi questi diffusori devono essere posizionati in quella che David Wilson chiama la zona neutrale nel "Wilson Audio Setup procedure" WASP che in molte stanze è ad almeno un metro dai muri laterali e più o meno lo stesso dalla parete posteriore (ma mai ad uguale distanza). Variando la loro separazione si ottengono degli effetti sul soundstage ma senza ridimensionare quello che è un notevole progetto per il crossover e l'integrazione degli altoparlanti. La dispersione è sufficientemente buona e mi ha permesso di allontanarli di più di quanto non accada con i miei normali diffusori allargando in questo modo la scena sonora senza alcun effetto collaterale.

Il piccolo woofer che fornisce qualche suggerimento sulle priorità di Jean Marie è il principale compromesso di questi diffusori. La micro-dinamica è eccellente, ogni piccolo dettaglio della performance o degli strumenti è perfettamente riprodotta ma la macro-dinamica ne soffre. Il colpo profondo dei grandi woofer è completamente assente. La compressione del suono diventa evidente anche a livelli modesti di potenza. Anche se la priorità di questi diffusori è sulle caratteristiche flat-earth del PRaT (pace, rithm and time, passo ritmo e tempo n.d.T.) essi offrono una diversa presentazione rispetto ai classici flat-earth come per esempio le Epos ES14. Inoltre la Epos costruì le torri a due vie e mezza ES22 che suonano in maniera simile alle ES14. Il tweeter a cupola di seta degli Arpeggione è tutto dettaglio e dolcezza senza la risposta rapida della cupola di metallo degli Epos (molto simile alle cupole di metallo degli Elac e Monitor Audio dello stesso periodo) per cui i "ride cymbals" sono più marcati con le JMR ma i "crash cymbals" sono sicuramente meno rumorosi. Il basso leggero delle Epos non potrebbe suonare più diverso rispetto agli Arpeggione anche se entrambi raggiungono elevate velocità. Ad un volume più alto il basso degli Arpeggione tende a perdere chiarezza e accordatura (i bassi veramente profondi tendono a convergere verso le note dell'allineamento del tuning) ma questo è sinceramente inevitabile con qualsiasi allineamento che si discosti dal B4 reflex che è il massimo per gestione della potenza. La mia opinione personale è che Jean Marie abbia fatto la scelta giusta per i miei gusti e se avete necessità di suonare a volumi molto più alti, a causa dei vostri gusti o delle dimensioni della stanza (una sala da ballo di volume superiore a 50 metri cubi) allora avete necessità di grossi diffusori con woofer più larghi.

"Dinamica" è ben più che la semplice capacità di passare rapidamente dalla quiete al suono forte e viceversa. "Dinamica" include anche l'iniziale transiente di ogni nota e la sua relazione con quella nota. "Dinamica" include il rilascio di quella nota e le sue relazioni con l'acustica e i transienti delle altre note. Questi aspetti di una performance musicale sono quelli che trasportano molti di quei piccoli stimoli che fanno apparire le lacrime sui nostri occhi o stringono i nostri cuori. Il pianoforte è uno degli strumenti più difficili da riprodurre sotto questo aspetto su un impianto audio di casa. La tecnologia dietro ad un pianoforte può apparire semplice e comune ma funziona meglio di qualsiasi strumento elettronico. Ascoltai per la prima volta "On an Overgrown Path" di Janacek suonata da Ivan Klánsky (del Guarneri Trio) quasi cinque anni fa a Nottingham. Durante quel concerto caddi innamorato della musica e della donna che sedeva accanto a me che si mise a piangere durante la performance. La registrazione SU3287-2-111 del 1982 della Supraphon di Klánsky che suona questo pezzo cattura un suono di un piano moderno combinato con la ricerca della performance sonora anche se è stato registrato 20 anni prima a Praga. Gli Arpeggione fanno un lavoro onesto nel riprodurlo nella mia stanza d'ascolto. La fluidità del modo di suonare di Klánsky è chiaramente espressa con solo qualche congestione e indurimento nel momenti di suono più forte a ricordare che questi sono piccoli diffusori. Le parti 'Unutterable Anguish' e 'In Tears', composte da Janaceck poco dopo la tragica morte della figlia Olga, trasmettono ancora forti emozioni attraverso gli Arpeggione.

Conclusioni

Un piccolo diffusore con grandi qualità che non risente del suo posizionamento una volta che sia distante almeno un metro da ogni parete. Il suono è chiaro, dettagliato e dolce e soprattutto mantiene le qualità musicali fondamentali di accordatura, passo, ritmo e tempo. Il caricamento dei bassi è inusuale e tira fuori il meglio dal piccolo woofer dei medio bassi, ma questo diffusore non ama suonare troppo forte quando la dinamica e il pitch iniziano a scendere a compromessi.

La finitura è buona, mi ha fatto molto piacere trovare i fillets di legno di qualità e dovrebbero tranquillamente riempire di suoni le tipiche stanze domestiche. L'impedenza nominale è di 4ohm ma con qualche non raro improvviso spostamento. Essa cresce con la frequenza cosa che può creare qualche anomalia nella risposta di qualche amplificatore valvolare con un basso feedback. Le caratteristiche di dispersione e il crossover ne rendono il posizionamento non problematico per cui dovrebbero andare bene per molti ascoltatori il cui principale interesse è per il passo e il ritmo.

I Jean Marie Reynaud JMR Arpeggione appaiono e suonano in maniera diversa dai diffusori più comuni e solo per questa ragione meriterebbero un particolare mercato. Ma sono soprattutto degli ottimi diffusori musicali che spingono ben al di sopra del loro peso, delle loro dimensioni e del prezzo.

© Copyright 2005 Mark Wheeler - www.tnt-audio.com

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