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The TNT Caby.net®: un cabinet per autocostruttori di apparecchi HiFi

Ormai sulle riviste specializzate vengono trattati quasi tutti gli aspetti del DIY audio: dagli amplificatori valvolari a quelli a stato solido, da casse monovia ad alta efficienza a mostr multivia multi amplificati con crossover supersofisticati.
Molti autocostruttori sono anche in grado di progettarsi completamente l'apparato dei loro sogni.
Anche dal punto di vista economico l'autocostruzione diviene interessante, anche se non tanto per l'effettiva possibilità di realizzare in casa a costi comparabili a quelli delle aziende, quanto perchè i prezzi di vendita, decisi sulla base di fattori commerciali e di mercato, sono tali da rendere l'autocostruzione competitiva.
In ogni caso l'autocostruttore, dopo avere speso magari una montagna di soldi, si ritrova comunque ad aver passato piacevolmente parecchie ore, ad aver acquisito una certa esperienza ed ad avere una quantità di componenti inutilizzati che rende quanto mai complicato un bilancio puramente economico del progetto.

Comunque anche l'aspetto economico ha una sua importanza.
La scelta della componentistica è molto importante, nel senso che si deve stare molto attenti a non eccedere nella qualità dei materiali.
Ci sono componenti ottimi anche a prezzi non eccessivi.

C'è però un componente fondamentale che entra in praticamente tutti i progetti, ed è, in progetti di classe media, quasi certamente il componente più costoso ed *appariscente*, un componente su cui tutti i progettisti sorvolano e i venditori di kit fanno affari d'oro: il contenitore.

Un contenitore serio per valvole raggiunge tranquillamente le 100mila lire non forato per il kit specifico; la sola lastra superiore di rame o ottone raggiunge spesso da sola le 50 mila lire.
Ci sono fornitori di kit che propongono contenitori specifici da 300 o 700 mila lire.

Tutto ciò porta all'esplosione dei costi di un progetto economico a causa di componenti che sono importanti ma certo non primari (sono molto spiacente, ma non credo che, salvo eccezioni, i progetti economici permettano di apprezzare le diversità di suono fra telai costruiti con diverse essenze... ammetto che forse su apparati multimilionari anche questo possa avere un suo peso, ma non mi rivolgo certo a chi ha voglia di spendere svariati milioni in componenti...).

La soluzione che propongo è l'autocostruzione del contenitore.
Se effettuata in maniera appropriata il risultato estetico può essere decisamente più che accettabile e quello sonoro forse anche meglio.
Premetto che non sono un ebanista, e quanto segue è il meglio che sia riuscito a mettere in pratica da *autodidatta* seguendo i consigli del mio colorificio e verificandoli sul campo, con attrezzi limitati (seghetto, seghetto da traforo, trapano elettrico con varie punte, trapanino da modellista o per forare basette, carta vetrata, un paio di lime tonde per allargare i fori quando mi manca la punta adatta; è molto comoda, ma non necessaria, una bella morsa da banco).

Il Caby.net che propongo è realizzato in medium density; ciò significa un notevolissimo abbattimento delle risonanze rispetto ad un componente metallico, senza la necessità di ulteriori interventi di smorzamento.
Lo schema di costruzione per un contenitore di tipo chiuso (per quelli con valvole in vista ci sono soluzioni esteticamente superiori) è il seguente.

Come detto il materiale base è il medium density (MDF), un materiale tipo truciolare ma molto più compatto e pesante.
La pesantezza è da considerare un pregio nell'ottica di una contenitore esente da vibrazioni. Uno spessore di 12 mm può essere adeguato per la maggioranza dei casi; il limite di questa scelta è che si perdono ben 24 millimetri di spazio interno in totale, e di questo si deve tener conto nel dimensionamento.

Si predispongono

[Disegno dei pannelli]
[Disegno dei pannelli]

Se avete difficoltà a tagliare il medium density, potete farvi tagliare i pannelli in dimensione da uno dei fornitori di fai da te che offrono questo servizio.
E' essenziale che le misure siano precise fin dall'inizio, per evitare difficili regolazioni con carta vetrata che porterebbero a risultati non particolarmente piacevoli.
In questo caso però sarete costretti a comperare un asse intera, nelle misure disponibili; informatevi prima sulle dimensioni, studiate come farvelo tagliare e cercate di ricavarne tutti i contenitori che vi servono per un pezzo...

L'idea è di ottenere alla fine due soli componenti separati: un blocco fondo / pannello anteriore / pannello posteriore (connessi tramite viti e quindi separabili) e un blocco coperchio / fiancate (incollati e quindi non separabili).
Ciò permette di montare e testare tutto l'apparato sul primo blocco, e dà la possibilità di sostituire il pannello anteriore o quello posteriore a seguito di revisioni del progetto o riutilizzo successivo del contenitore per scopi diversi.

[Vista d'insieme dei pannelli superiore ed inferiore]

Il montaggio è fatto utilizzando colla vinilica (tipo Vinavil, ma esistono ora anche colle viniliche a presa rapida; il Vinavil è comunque ottimo).
Non si devono usare viti, almeno all'esterno; se si ritiene necessario si può incollare come rinforzo un listello quadro da 10 mm x 10 mm negli spigoli interni e fissarlo con viti da legno da 15mm a testa conica applicate alternativamente ai due pannelli.
Il listello va forato con una punta da trapano adeguata perchè la vite possa attraversarlo senza spezzarlo (non è ovviamente necessario che la filettatura della vite faccia presa sul listello: la filettatura deve avvitarsi sui pannelli e la testa premere sul listello). Di solito il listello non è necessario.

Si attaccano le pareti laterali all'esterno del coperchio con la tecnica di cui sopra. Conviene inserire degli spezzoni di listello negli spigoli interni sul retro, ad una distanza dallo spigolo posteriore pari allo spessore del fondo, in modo da creare una battuta per il pannello posteriore.
Se il pannello posteriore è particolarmente grande, è meglio mettere un listello parallelo allo spigolo per tutta la lunghezza in modo da avere una battuta lungo tutto il perimetro o almeno su due lati. Con questo il secondo blocco è pronto.

Quindi si attaccano i due triangoli sulla faccia superiore del fondo, a filo degli spigoli laterali e dello spigolo anteriore. Il lato anteriore dei triangoli deve essere perfettamente verticale (o meglio essere perfettamente a filo dello spigolo anteriore delle fiancate una volta che il blocco fiancate / coperchio sia stato messo in posizione.
Per esserne certi, montate provvisoriamente il blocco in posizione e regolate con carta vetrata media montata sull'apposito attrezzo eventuali sporgenze o disallineamenti della faccia anteriore del triangolo; alla fine la faccia anteriore del triangolo deve risultare perfettamente a filo di quella della fiancata.
I triangoli devono essere predisposti con un foro che permetta di avere una vite passante attraverso il loro spessore che spunti sulla faccia anteriore, in modo da assicurarvi dall'interno il pannello anteriore, se questo è di legno;
in caso di materiali diversi si dovrà procedere a predisporre dei fori passanti per le viti a vista di fissaggio del pannello, a meno che non si decida di incollare (più avanti) semplicemente il pannello ai triangoli.
In quest'ultimo caso potrebbe valere la pena di non incollare i triangoli al fondo, ma di fissarli semplicemente con viti, in modo da rendere comunque il pannello anteriore smontabile.

Infine si predispongono dei fori passanti (almeno) sulla parte bassa del pannello posteriore, con delle svasature (possibilmente profonde) per accogliere delle viti a testa conica.
I fori devono essere effettuati a metà altezza del fondo, cioè a 6 mm dallo spigolo inferiore del pannello posteriore.
I fori devono prolungarsi in fori di guida, con un diametro inferiore alle viti, anche nello spessore del fondo stesso, in quanto il medium density ha la buona abitudine di sfaldarsi infilando viti autofilettanti senza foro guida nel suo spessore...

Si procede quindi a forare il pannello anteriore e posteriore, verificando bene la compatibilità dei fori con quanto ci dovrà essere montato.
Attenzione: è MOLTO PEGGIO un foro molto grande che un foro troppo piccolo: il foro troppo piccolo si può allargare, quello troppo grande è certamente più difficile da restringere...

Per quanto riguarda il pannello posteriore e gli ingressi in particolare, ad esempio la Monacor mette in vendita degli economici pannellini isolanti su cui sono montati 2 o 4 o 8 prese pin RCA dorate.
Una struttura di questo tipo è molto comoda, in quanto non è facile trovare prese singole che possano essere montate su spessori rilevanti.
Di solito, da noto perfezionista rompiscatole quale sono, faccio un foro rettangolare tale da non interferire con le prese, ricavo attorno a questo una sede incavata delle dimensioni del pannellino e ce lo incastro, fissandolo con 4 viti.
Dal punto di vista estetico il risultato è decisamente buono, ma la realizzazione dell'incavo non è semplice: si deve lavorare con scalpello e martello o microfrese.
Si preparano quindi tutti i setti e divisori interni necessari.
Volendo si può ricoprire tutto ancora di vernice antirombo Black Blob, ma non lo ritengo normalmente necessario.

Poichè di contenitori per elettroniche si tratta, si deve anche parlare di schermatura elettronica.
Orbene sul catalogo RS potrete trovare tutti i materiali necessari a rendere elettrostaticamente schermato il vostro contenitore in maniera professionale... peccato che costerebbero molto più di un contenitore acquistato...

La soluzione supereconomica che si può adottare in situazioni non critiche è quella di utilizzare il foglio di alluminio per cucina.
Ci sono ovviamente alcune precauzioni da adottare.
In primo luogo, l'alluminio non si salda se non con tecniche speciali; d'altra parte non so quanti contenitori con capicorda di massa saldati voi abbiate mai visto...: poichè il contenitore è in alluminio od acciaio, per il collegamento ci si accontenta normalmente di un capocorda avvitato.
Ho invece visto vari esempi di schermature ottenute con cartone metallizzato, con collegamenti dello stesso tipo.
Anche noi dovremo adottare questa soluzione. Nel caso di superfici a strettissimo contatto ci si può accontentare del contatto superficiale, ma quando dico a strettissimo contatto vuol dire che ci deve essere almeno una vite in posizione tale da porre le due lamine di alluminio in strettissimo e inevitabile contatto.
Comunque anche in questi casi conviene premunirsi introducendo una *guarnizione*, cioè introducendo fra le due superfici dell'ulteriore lamina di alluminio ripiegata più volte che faccia spessore e che garantisca un contatto certo.

Ho adottato questa tecnica fra l'altro su un amplificatore valvolare che utilizzo tutti i giorni da mesi e non ho mai avuto alcun problema.
Fra l'altro col fratellino precedente (kit pure valvolare acquistato completo di bellissimo contenitore preforato in alluminio e ferro, ottimamente verniciato a fuoco con vernice antigraffio) avevo avuto grossissimi problemi di ricezione FM... con questo non ho mai avuto il benchè minimo problema.
Bontà dell'amplificatore, non del contenitore, ovviamente...

Attenzione: secondo le più recenti teorie i migliori risultati quanto a schermatura si ottengono se si collega il contenitore alla massa dei segnali di ingresso in un punto molto vicino all'ingresso stesso.
Sono usciti di recente alcuni articoli piuttosto indigesti ma estremamente interessanti, che forniscono informazioni dettagliate a proposito di schermi elettromagnetici e collegamenti sfatando parecchi pregiudizi.
Nel nostro caso in pratica si devono ricoprire di lamina di alluminio tutte le superfici interne adiacenti a circuiti da proteggere da interferenze o che potrebbero generare interferenze (soprattutto gli alimentatori!!).
In particolare è opportuno usare separatori schermati per dividere le aree di alimentazione o con circuitazione digitale da quelle di segnale ed eventualmente le diverse aree di segnale fra di loro.
In particolare nei preamplificatori o negli integrati cerco di creare delle *scatole* completamente chiuse in cui inserisco i pin di ingresso, il selettore degli ingressi, i potenziometri (volume e bilanciamento), i pin dell'uscita tape (se non amplificata...).
La scatola va perciò costruita a ridosso dei pin di ingresso, che di solito sono sul pannello posteriore: perciò in fase di progetto del contenitore è necessario prevedere lo spazio per le prolunghe che arrivino fino al pannello anteriore. Dalla scarola esce unicamente un filo di massa ed un filo di segnale da portare in ingresso ai moduli di amplificazione; il collegamento deve essere il più breve possibile.
E' anche importante fare in modo che le carcasse metalliche di potenziometri o simili siano effettivamente collegate a massa, quindi è quanto mai opportuno ricoprirne in lamina di alluminio tutti i supporti.

Una volta completato l'interno, si passa poi al trattamento di tutte le superfici esterne.
Dato che per semplicità non ho proposto gli spigoli con taglio a 45 gradi (risultato estetico splendido, ma molto difficile senza attrezzatura idonea), suggerisco di laccarle, lasciando eventualmente in legno il pannello anteriore.
Nel caso di superfici laccate è assolutamente necessario preparare adeguatamente il fondo. Ovunque si verifica la presenza di grossi difetti o irregolarità e in ogni caso in corrispondenza di fessure di interconnessione, sulle superfici di pannelli di legno da laccare e sulle superfici di taglio della medium density si deve passare una mano di stucco francese a spatola.
Lo strato deve essere sottilissimo, ove non è richiesto. Si lascia asciugare e poi si scartavetra con carta vetrata medio-fine; se necessario si ripete.

Se la superficie da trattare in quanto rovinata è in legno e deve restare a vista... la soluzione più semplice è rifare il pezzo!
Comunque la tecnica corretta sarebbe di trovare dello stucco da legno nella tonalità esatta, o meglio di impastare del mordente disciolto in pochissima acqua con dello stucco francese in modo da ottenere la tonalità identica a quella del legno.
Se il difetto non è piccolissimo e nascosto, è ben difficile che l'intervento non si noti.
Se però è solo un graffio non troppo profondo si può anche cercare di eliminarlo con la carta vetrata; le venature del legno maschereranno piuttosto bene l'avvallamento che si produce.

Per tutte le superfici esterne in cui il legno non deve restare in vista si procede poi a dare una o più mani di cementite piuttosto diluita, cercando in particolare di non lasciare segni col pennello.
Dopo aver lasciato asciugare perfettamente la cementite, si scartavetra tutta la superficie con cartavetro medio-fine in modo da ottenere una superficie perfettamente liscia e regolare. Vedrete che se la lascerete asciugare a sufficienza, la cementite sarà una superficie ideale da levigare, fornendo una polvere non appiccicosa.
Per quanto riguarda il grado di levigatezza da raggiungere devo dirvi che deve essere perfetto: non fidatevi degli occhi: solo quando al tatto percepirete una superficie perfettamente liscia in qualsiasi direzione vi spostiate, potrete essere veramente tranquilli.
A questo punto passate ancora a scartavetrare tutto con cartavetro 400 o meglio 1000. Questo è assolutamente necessario perchè la vernice spray che useremo crea uno stato tanto sottile che le abrasioni prodotte da cartavetro meno fine di questa resterebbero visibili.
In alcuni casi si può però giocare con questo problema ottenendo begli effetti di satinatura (soprattutto su plastica).

Si dà quindi una prima mano di vernice spray (meglio opaca: il lucido mostrerebbe appieno la nostra inadeguatezza...) su tutte le superfici in vista, incluso lo spigolo inferiore delle fiancate ed il lato inferiore del fondo, in cui saranno stati predisposti eventuali fori per montare delle punte o piedini.
Il risultato dovrebbe a questo punto essere già perfetto.
Eventualmente date una seconda mano.
Prima di prendere in mano l'oggetto attendete sempre che la vernice sia perfettamente asciutta. Ci vogliono alcune ore, meglio una notte, perciò evitate di toccarlo prima: le nostre impronte digitali non sono particolarmente estetiche...

Le superfici di legno in vista vanno trattate come segue.
Per prima cosa, se si desidera una colorazione diversa da quella naturale, si deve utilizzare un mordente ad acqua, acquistabile nei colorifici in varie tonalità.
Il mordente in polvere si scioglie in un po' d'acqua e si stende rapidamente ed omogeneamente sulla superficie con una pezzuola od un batuffolo di cotone.
Una volta asciugato, si applica a pennello un turapori (ce ne sono di ottimi colorati che possono provvedere anche a piccole correzioni di colore, senza usare il mordente) in maniera piuttosto abbondante.
Infine si da una mano di spray trasparente, anche qui è meglio l'opaco. Aspettare sempre che la mano precedente sia perfettamente asciutta.

Quindi si montano i piedini. Se si scelgono dei coni, ricordarsi che qualsiasi superficie su cui si appoggerà il fondo durante il montaggio resterà irrimediabilmente rigata....

Quindi si procede a montare tutta l'elettronica sul fondo, fissando il pannello anteriore e quello posteriore.
Infine si chiude l'insieme... e si vedono tutti i danni fatti nel montaggio. Allora si può tentare qualche intervento con la carta vetrata finissima, ma la vernice spray non si presta ad essere carteggiata, si appiccica e crea antipaticissimi rotolini... ne dovrete pulire spesso la superficie con uno straccetto, ed anche la carta vetrata si imbratterà e rischierà di rigare la vostra opera d'arte: usate carta sempre pulita o almeno ripulite la carta che state usando, ma anche così sarà molto spiacevole.
Alla fine si ricoprono tutti i pannellini e controlli del pannello posteriore con carta adesiva da verniciatori, si protegge con giornali e altra carta il pannello anteriore e tutto quant'altro è da proteggere (ad esempio il pannello inferiore di solito non si deve ritoccare) e si dà una rapida mano di vernice spray, senza fare strato e senza creare eccessivi depositi.
Eventualmente è meglio dare due mani leggere successive che una pesante.

Si lascia asciugare bene, si toglie la carta e si ammira il capolavoro.

[The Caby.net in tutto il suo splendore]

E se non è un capolavoro, che si fa, mi direte.
E' questo il bello dell'autocostruzione: si ritenta, si ritenta!

Ah, se invece il contenitore vi sembra sprecato per un progetto economico non è colpa mia...

© Copyright 1997 Giorgio Pozzoli

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