Crossover recapping

[Condensatori audiophile Jantzen cross-cap]

È sempre una buona pratica?

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Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Settembre, 2022

Quasi tutti i diffusori sul mercato utilizzano un crossover, ovverosia un circuito che divide le frequenze audio in porzioni specifiche dedicate ai singoli altoparlanti, in maniera tale che riproducano soltanto la parte di spettro audio più consona (gli alti ai tweeter, i bassi ai woofer etc.). Ci sono delle eccezioni, ad esempio i diffusori che utilizzano altoparlanti largabanda (full-range) o certi pannelli elettrostatici.

Secondo gli audiofili più esperti (?) i filtri crossover sono la radice di ogni male, poiché inquinano il segnale audio arrivato purissimo sino ad essi, tramite complicati passaggi all'interno di componenti passivi come bobine, condensatori, resistenze e protezioni elettroniche. Ognuno di questi componenti passivi avrebbe un proprio suono, che va a combinarsi in maniera spesso malefica e imprevedibile con tutto il resto del circuito, allontanando l'audiofilo dal suo personale Nirvana.

Per questo motivo, o più prosaicamente per risparmiare, diversi costruttori affidano il compito a un solo componente: un condensatore sul tweeter, in maniera che non gli arrivino le basse frequenze che potrebbero bruciarlo. Il woofer è così lasciato libero di suonare come può, fino al taglio in frequenza meccanico, nel senso che quell'altoparlante, per dimensioni e peso, non può riprodurre frequenze al di sopra di un certo valore (normalmente qualche migliaio di Hz). Questa soluzione radicale è talvolta implementata su diffusori raffinati e costosi (es. Diapason), altre volte da costruttori che cercano di ridurre i costi di produzione all'osso (es. Lonpoo). Diffidate da coloro che vendono diffusori a più vie privi di crossover, perché ciò è tecnicamente impossibile: il tweeter si brucerebbe. Controllate bene e vedrete che, ben nascosto, un condensatore c'è per forza. Siccome però gli audiofili odiano i crossover, i progettisti furbi gli fanno credere che non ci sia.

È pertanto chiaro che in un diffusore con un solo condensatore a frapporsi tra il Nirvana e l'orecchio dell'audiofilo, la qualità del condensatore ha da essere ultraterrena e la sua scelta ha, pertanto, un'importanza fondamentale.

Per tutti questi motivi, si è fatta strada tra gli audiofili l'idea che i componenti del crossover possano essere sostituiti con altri audiophile-grade senza colpo ferire, togliendo l'ennesimo solito velo che si frappone tra il Nirvana e il mondo reale. A furia di toglierli questi veli non è rimasta neppure più la musica però, ma questa è un'altra storia.

Abbiamo già affrontato in passato il tema della modifica ai diffusori, nella nostra Idiots' Guide to Tweaking.

[Condensatori audiophile-grade Soundcap]

In questo articolo in due puntate, invece, affronto il problema dei soli condensatori. Cosa mai potrà succedere se sostituisco i condensatori con altri di tipo audiophile-grade ma aventi lo stesso valore? Per logica dovrebbe migliorare tutto. Purtroppo, il mondo reale è fatto in maniera un po' diversa da quello eburneo delle torri d'avorio audiofile. Un condensatore ideale dovrebbe avere, come unici parametri elettrici, la capacità e la tensione di lavoro. I condensatori reali, però, hanno in realtà una loro impedenza, ovvero una combinazione di più parametri elettrici. In particolare offrono al segnale una certa resistenza, piccola, ma presente e magari pure variabile con la frequenza che li attraversa. E spesso tale dato non è dichiarato. Questo fatto dipende dal dielettrico, principalmente, che può avere delle perdite di corrente. Diverso dielettrico, diversa costruzione, diverso comportamento elettrico del condensatore, a parità di capacità. Spesso i condensatori audiophile sono realizzati in maniera migliore e con dielettrici di ottima qualità. Purtroppo questo ne altera anche la componente resistiva, abbassandola. In pratica, può accadere che il livello del tweeter si alzi, perché la corrente incontra meno resistenza (la faccio semplice, lo so).

Conseguenze

Questo effetto è spesso percepito dall'audiofilo come maggiore estensione e presenza in gamma alta, si sentono più dettagli e più particolari, in altre parole....“si sente meglio!”. Certo che si sentono più particolari, è come se si fosse aumentato di qualche dB il livello del tweeter! Si otterrebbe lo stesso risultato aumentando di una tacca il controllo di tono della gamma alta sull'amplificatore. È un po' quel che succedeva nei confronti spietati - tramite centralina di commutazione - per scegliere i diffusori: quelli più sparati in gamma alta vincevano il confronto, sempre. Poi, magari, portati a casa si trasformavano in trapani da dentista.

Quel che può succedere dunque è che si alteri un equilibrio che il progettista del diffusore aveva ottenuto tenendo conto dei componenti che doveva usare. Sostituendo uno o più componenti nel crossover, questo equilibrio potrebbe alterarsi. Ci sono delle contromisure, certo, basterebbe abbassare il livello del tweeter con una resistenza, ma intanto è difficile azzeccare il valore di questa e in secondo luogo il filtro si complica in maniera irreversibile...e addio Nirvana!
In alternativa, si potrebbe usare un condensatore che abbia le stesse identiche caratteristiche elettriche di quello di serie (non solo la capacità) ma queste spesso non sono dichiarate o sono imprecise. Sui condensatori di uso standard e basso costo, poi, è già un miracolo se il valore dichiarato della capacità corrisponda al vero, viste le tolleranze di produzione molto ampie. Teniamo anche conto che tanti condensatori audiophile-grade sono dichiarati entro specifiche del 5%!!!

Nella seconda parte di questo excursus, tratterò un case-study piuttosto interessante, ovvero un diffusore al quale è stato sostituito un condensatore (di pessima qualità) con due modelli diversi di tipo audiophile-grade. I risultati sono abbastanza sorprendenti.

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