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Punte & C.: Haute Cuisine audiofila

Ci sono tanti modi per ottimizzare il posizionamento di una apparecchiatura HiFi e tra questi le punte coniche sono quelle che riscuotono maggiore successo.
Le punte coniche o coni che dir si voglia sono state una trovata dei ragazzacci della The Mod Squad, una ditta di tweaking per apparecchi audio (tra le altre, ricordo la modifica del Quad 405.2). Il nome che gli fu dato era Tip Toes.
Il principio col quale funzionano è molto semplice: tutto il peso dell'apparecchio poggiato su punte si scarica su una superficie infinitesima (quella della punta) e così la pressione (data dal rapporto forza/superficie) raggiunge valori elevatissimi, contribuendo enormemente alla stabilità del tutto.
Per facilitare la messa in piano dell'apparecchio è buona norma usare solo tre punte (una davanti e due dietro o viceversa, da valutare ad orecchio) perchè quattro vi darebbero un bel po' da fare se non volete un appoggio *ballerino*. Se le punte vadano rivolte verso l'apparecchio o verso il piano d'appoggio dipende dal risultato che vogliamo ottenere.
Per il giradischi ho optato per la soluzione più logica (quella che fornisce maggiore stabilità) cioè punte verso il piano d'appoggio. Per i diffusori la soluzione migliore si è rivelata la seguente: punte verso l'alto tra diffusore e stand ma verso il basso tra stand e pavimento.

Un tipico problema dato dalle punte è che spesso sono acuminatissime e possono così provocare le ire di mogli/madri amanti del bel pavimento in marmo o in parquet. All'uopo esistono dei dischetti sottopunta con incavo centrale che ci aiutano ad aggirare il problema. Attenzione però perchè questi dispositivi, aumentando la superficie d'appoggio, fanno diminuire la pressione esercitata localmente cambiando quindi il suono dell'insieme. Dopo prove estenuanti e snervanti siamo giunti alla conclusione che, in generale, maggiore pressione = migliore scena acustica ma bassi più asciutti mentre minore pressione= suono più corposo e scena meno ampia. Si tratta di scegliere il compromesso migliore.
Io uso dischetti sottopunta per il giradischi e monete da 100 lire per gli stands (che suscitano grande curiosità e/o ilarità nei non addetti).

L'efficacia delle punte è semplicemente straordinaria ma con le solite dovute eccezioni. Esistono infatti casi in cui le punte non sortiscono alcun effetto benefico e anzi si rilevano persino dannose. Questo fenomeno è imputabile alla costruzione particolare di alcuni apparecchi evidentemente già ottimizzati in sede di progetto (tra i vari esempi ricordo i giradischi Rega Planar 2 e 3). In altri casi, pur dimostrando l'apparecchio una certa sensibilità alle modifiche, può accadere che dispositivi diversi di accoppiamento/disaccoppiamento sortiscano effetti migliori rispetto alle punte. Ancora, molto dipende anche dal tipo di supporto ove l'apparecchio poggia, dalla posizione all'interno dell'impianto e dal tipo di punta. Ne esistono ormai di vari materiali, persino con un'anima in materiale smorzante all'interno.
Io da tempo uso punte coniche in ottone di varie misure più qualche modello regolabile negli stands per le casse. Per cominciare gli esperimenti un set di tre punte di medie dimensioni può andar bene e solo se ci si sente sufficientemente esperti si può pensare a punte di tipo particolare. La spesa per un tris di punte coniche in ottone non supera le 25.000 lire a meno che non abbiate un tornitore di vostra fiducia che lavora per voi.

Feltrini, ping-pong ed altre diavolerie

Altri dispositivi che svolgono funzioni analoghe si trovano in commercio piuttosto facilmente e la scelta è ormai molto ampia.
Piedini e piedoni dei più disparati materiali smorzanti, dischetti accorda-risonanze, feltrini e palline d'ogni fatta sono accessori di uso comune.
Di ancor più facile reperibilità sono tre accessori che si stanno conquistando col tempo i favori dei tweakers più attenti: i feltrini antiscivolo, le palline da ping-pong ed i tappi di sughero.
Il principio di funzionamento per i primi due è per certi versi simile essendo basato sull'idea di interporre una sospensione *ad aria* tra apparecchio e piano d'appoggio (vedi molle ad aria Moss).
Nei feltrini l'aria è quella racchiusa nelle microscopiche bollicine che costituiscono la struttura del materiale elastico col quale sono costruiti mentre nelle palline da ping-pong l'aria rappresenta la gran parte del volume occupato dal dispositivo.
Per i feltrini l'utilizzo è estremamente semplice in quanto normalmente presentano una faccia adesiva che andrà accoppiata con l'apparecchio da trattare. A tutta questa facilità d'utilizzo non fa riscontro un'efficacia audio sorprendente specie con apparecchi di massa elevata per cui tale soluione andrà sperimentata con oggetti dal peso contenuto (piccoli lettori CD, sinto etc.).
Diverso il discorso per le palline da ping-pong che presentano non pochi problemi d'installazione essendo estremamente *sfuggenti*. A tal proposito le soluzioni proponibili sono diverse ma tutte si basano sul principio di costruire un'apposita *sede* per le palline di modo tale che restino immobili nella posizione desiderata. Ad esempio si possono incollare o all'apparecchio o al piano d'appoggio dei cilindri bassi dal diametro pari a quello delle palline stesse (vanno bene anche i rotoli usati di nastro adesivo).
Naturalmente la maggior cura nell'installazione porterà a prestazioni superiori.
Anche in questo caso occorre precisare che le palline non sono la panacea per tutti i mali e, in molti casi, le classiche punte si rivelano vincenti. I benefici apportati sono, per ordine di grandezza e per range d'intervento, simili a quelli ottenibili con le punte con un paio di caratteristiche vincenti legate alla maggiore praticità d'uso (non bucano i pavimenti ed i ripiani), alla più facile reperibilità, al costo irrisorio ed al *coolness factor* che attira l'attenzione di appassionati e non.

Riguardo al terzo dispositivo, i tappi di sughero, si può affermare che il principio per il quale funzionano (quando funzionano...) è simile a quello dei vari materiali esotici che costituiscono i vari piedini anti-vibrazioni reperibili in commercio (sorbothane etc.): la struttura elastica assorbe le vibrazioni trasformandole in energia termica. Il loro utilizzo è efficace nel caso si voglia isolare il più possibile l'apparecchio dall'ambiente circostante creando una barriera alla propagazione delle vibrazioni esogene.
Dopo varie prove alle quali abbiamo sottoposto i piedini di sughero (si, i tappi a tronco di cono) la conclusione è stata analoga agli altri casi: in certe situazioni funzionano bene, in altre meno.
Non potendo tracciare un identikit della situazione tipica nella quale i piedini di sughero funzionano al meglio consiglio di effettuare (anche in questo caso!) delle prove accurate apparecchio per apparecchio.
Mi sentirei di sconsigliarne l'uso con apparecchi molto pesanti per ovvie ragioni di resistenza del sughero a compressioni eccessive. Inoltre quando il piedino è compresso la sua struttura non è più in grado di dissipare l'energia meccanica in calore e la sua efficacia diminuisce drasticamente.
Il costo di tre tappi di sughero e la loro facile reperibilità ne fanno degli accessori audio da provare assolutamente.

In conclusione confermo che vale la pena perdere un paio di pomeriggi a provare soluzioni d'accoppiamento/disaccoppiamento perchè i risultati non tarderanno a farsi *sentire*. Se avete sperimentato altre soluzioni o se semplicemente volete riferirmi le vostre impressioni sui risultati ottenuti con quelle sopra esposte non esitate a contattarmi.

© Copyright 1996 Lucio Cadeddu

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