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Editoriale di Aprile: te come la vedi? C'è crisi, c'è grossa crisi... :-)

ovvero: dell'HiFi e della Pornografia...

Be', questo è quello che si sente dire un po' da tutte le parti, operatori di vario tipo, rivenditori, distributori, giornalisti etc. fanno a gara a chi recita meglio questa litania.
Il mercato non c'è più, l'HiFi è morta, nessuno compra più niente e si vendono solo compattoni.
Ora, al di là dei motivi che hanno portato ad una situazione meno rosea (forse) di quanto non fosse in passato, motivi ribaditi più volte ed in tutte le salse, mi piacerebbe fare un po' la voce stonata del coro.
Non si vende più come una volta? Può darsi. Ma forse una volta si vendeva troppo, nel senso che i veri appassionati poi erano molti meno di quelli che si mettevano in casa lo *stereo*.
Infatti, saturato il mercato di costoro, sono rimasti, a cambiare apparecchi di tanto in tanto, solo i pochi veri appassionati.
E' un po' come il mercato della Rete Internet: si pensava (in Italia) ad un boom degli abbonamenti che non c'è stato, almeno non come quanto si era previsto (casalinghe connesse a tutte le ore direttamente dai fornelli, Aziende che vendono solo tramite la Rete etc etc.).
La realtà è molto diversa e basta vedere quante Aziende anche del settore HiFi utilizzano PER DAVVERO la Rete (in Italia) per rendersi conto che il boom previsto non c'è stato.
Semplicemente chi aveva il computer in casa (mercato già abbastanza saturo) ha acquistato l'abbonamento e conosco diverse persone che dopo esserci rimasti attaccati (letteralmente :-) ) per mesi interi e per varie ore al giorno poi si sono un po' stufati perchè magari non hanno capito le potenzialità del mezzo. Che non sono quelle della navigazione in migliaia di siti che contengono tutto ed il contrario di tutto ma soprattutto nell'enorme potenziale della comunicazione.
E non parlo ne' delle chat, ne' dei NetMeetings con tanto di telecamera e microfono quanto piuttosto la posta elettronica, le mailing lists ed i news-groups.
Coloro che hanno scoperto l'enorme potenza della comunicazione hanno anche imparato a sfruttare la Rete, gli altri, dopo qualche centinaio di siti porno e di incontri segreti in rete ne hanno avuto abbastanza e si sono dati nuovamente alla televisione (la differenza, in realtà, non era poi così tanta).
Per quanto mi riguarda risponderei: ho visto abbastanza gente nuda nella mia vita per volerne vedere altra anche quando sto al computer...ma, a perte gli scherzi, la vera Potenza di Internet è proprio la possibilità di comunicare.

Cosa c'entra l'HiFi con tutto questo? Molto più di quanto non sembri.
Intanto l'HiFi di oggi ha molto a che vedere con la pornografia vista l'ostentazione morbosa delle caratteristiche piccanti dei nuovi apparecchi (e mi riferisco a tutte valvole di fuori e cromature e dorature ad ogni piè sospinto) e, ancor di più, grazie all'atteggiamento pornografico di molti audiofili più vogliosi di soddisfare i propri pruriginosi vizi col nuovo apparecchio di grido piuttosto che dedicarsi all'ascolto serio della Musica.
Per non parlare di quelli che, al pari di coloro che si auto-scattano e poi mandano le foto proprie o della moglie alle riviste porno, si autocompiacciono utilizzando le riviste HiFi per raccontare quanto bello sia il loro impianto HiFi, quanto meglio suoni rispetto a quello degli amici e così via.
Qualcuno ricorderete che ci ha provato anche con noi, utlizzando la rubrica della posta di TNT come l'angolo dell'autoscatto ed è stato puntualmente castigato ;-)
Poi non venitemi a dire che sono troppo caustico. TNT mi costa troppa fatica per consentire ad audiofili esibizionisti di farla diventare l'ennesima rivista di pornografia HiFi.
Ancora, molti altri audiofili si sono ridotti ad una pratica onanistica dell'ascolto casalingo, rinchiudendosi in sala d'ascolto a doppia mandata come ai tempi della prima adolescenza ;-)
Ed invece l'HiFi è Cultura, come diretta emanazione della riproduzione musicale, e bisognerebbe diffonderla, farla conoscere alla gente, condividerla.
Quindi, tornando al discorso iniziale della *crisi* e del parallelo con Internet e la pornografia: è chiaro che il mercato HiFi dei guardoni e dei torbidi appassionati è stato in parte saturato da una marea di prodotti in grado di soddisfare ogni desiderio più inconfessabile, anche dal punto di vista del prezzo.
Chi voleva l'HiFi perchè l'aveva il vicino, del tipo:

Quel che hanno ostentano,
tutto il resto invidiano,
poi lo comprano,
in costante escalation col vicino costruiscono...
parton dal pratino e vanno fino al cielo,
han più parabole sul tetto che San Marco nel Vangelo...
(periodo molto suggestivo dell'ispirato paroliere Frankie HI-NRG) è stato soddisfatto nelle sue voglie: oggi il mercato, come la RAI, offre di tutto e di più, e sempre come la RAI, basta pagare il canone annuale alle riviste patinate.
Bene, questo tipo di pubblico è stato soddisfatto, rimpinzato fino alla nausea ed all'indigestione, tanto che dopo essersi reso conto che l'escalation al dorato mondo dell'HiFi era molto più erta di quanto il conto in banca gli potesse consentire, tale tipo di pubblico ha abbandonato la competizione.
Ne restano ancora molti, s'intende, però il fenomeno si va ridimensionando.

Chi resta, dunque? Ancora molti guardoni, che non hanno il coraggio di acquistare perchè magari sanno di non potersi permettere il meglio (ma c'è un meglio????) ed i veri appassionati, coloro che cambiano i componenti del proprio impianto solo quando sentono la reale necessità di upgrade.
E sono questi gli audiofili che sostengono il mercato, quello vero, non quello dei sogni.
E questi audiofili devono avere una scelta ampia, possibilmente non esagerata e mi pare che il mercato stia rispondendo molto bene.
Nascono continuamente nuovi marchi, anche (e soprattutto) italiani, a colmare giustamente una lacuna ormai anacronistica nei confronti di Paesi certo non molto più ricchi del nostro come Francia ed Inghilterra.
Provate a dare un'occhiata alla riviste HiFi francesi e vi renderete conto della marea di prodotti locali che vengono provati...
Se nascono in Italia così tanti marchi significa che tanti operatori credono che sia un buon momento, altrimenti si metterebbero a costruire HiFi-car o telefonini cellulari. E non sono tutti aspiranti suicidi ne' imprenditori incapaci di valutare la situazione attuale.
Nessuno si mette a produrre macchine da scrivere se si sa che non ne potrebbe -oggi- venderne neppure una.
Ed invece ci sono tanti marchi nuovi di diffusori, amplificatori ed accessori che spuntano come funghi da un mese all'altro.
Certo, non tutti sopravviveranno, ma molti si. Hanno prodotti ed idee valide ed il momento è quello propizio.
Basta non commettere l'errore (a mio avviso, s'intende) di costruire l'ennesimo clone di Audio Note (anche solo come filosofia commerciale) o di Sonus Faber.
Costruiamo prodotti per i pochi veri audiofili rimasti e le soddisfazioni non mancheranno (vedasi il fenomeno Audio Analogue, tanto per citare forse quello più conosciuto).
Non è vero che c'è grossa crisi... è vero semmai che sono rimasti solo gli audiofili più seri.
Poi c'è tutta una folta schiera di potenziali appassionati che si possono coinvolgere in questo straordinario hobby.
E questo lo si può fare cercando di strapppare dalle loro mani il compattone che stanno già portando alla cassa dell'ipermercato.
Non dico che ogni compattone deve andare sostituito da un impianto HiFi, sarebbe una follia inutile e, forse, controproducente.
Non l'ho mai detto e non lo dirò mai. Dico solo che tanti ignari acquirenti comprano il compattone perchè non immaginano neppure che per una cifra simile si può acquistare invece un vero impianto HiFi.
Il compattone non si acquista perchè è più comodo, più facile da usare o costa meno, lo si prende solo perchè sembrerebbe non esserci alternativa.
E l'alternativa c'è, accidenti, basta far sentire cosa può fare un impianto ben ottimizzato anche se economico. No, non suona come l'impianto da 10 o 100 milioni (che comunque può suonare anche MOLTO male, nonostante il prezzo), però è un primo passo verso il nostro mondo...ed una volta contagiato, il neo-audiofilo è difficile che guarisca :-)
Io faccio quel che posso ed i risultati mi confortano: sono sempre più numerosi coloro che erano partiti con l'idea del compattone ed ora si ritrovano con un bell'impiantino SERIO che li soddisfa appieno, upgradabile e migliorabile all'infinito.
E' poco, la diffusione della Rete in Italia è limitata (per i motivi esposti poc'anzi), però proprio per questo i risultati sono ancor più esaltanti.
Invece che vendere un apparecchio multimilionario in più non sarà meglio per tutti venderne dieci economici? Quello multimilionario ha possibilità di upgrade limitate e scaglionate nel tempo (oltre certe cifre è persino inutile andare) mentre chi acquista l'apparecchio budget potete stare certi che non appena *cresce* come audiofilo lo sostituirà con uno più costoso e così via, garantendo al mercato un certo movimento essenziale per la soppravvivenza dello stesso.
A me sembra un principio banale...mi chiedo come mai molti continuano a ripetere che l'HiFi debba essere un sogno quasi irrealizzabile... che abbiano guardato troppi film hard-core? ;-)

© Copyright 1998 Lucio Cadeddu

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