Editoriale Aprile 2014

In memoriam: Claudio Abbado e Pete Seeger

Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Aprile, 2014

Lo scorso gennaio non è stato un mese particolarmente fausto per il mondo della musica, perché ci ha portato via due protagonisti di livello assoluto, pur di generi musicali molto diversi: Claudio Abbado e Pete Seeger. Dedichiamo loro queste poche righe, assolutamente inadeguate, per celebrare ciò che hanno rappresentato per tutti noi appassionati di musica a 360°.

Il 27 Gennaio, Claudio Abbado [1933-2014], una delle leggende viventi della musica classica, si è spento all'età di 81 anni. È compito improbo ricordare tutto ciò che ha fatto e ha rappresentato per la musica e per il nostro Paese nel mondo, pertanto mi limiterò a tratteggiarne soltanto alcuni aspetti. È stato music director al teatro La Scala di Milano, direttore della London Symphony Orchestra e della Chicago Symphony Orchestra, ancora music director della Vienna State Opera e direttore della mitica Berlin Philharmonic orchestra.

Oltre ad essere uno dei direttori più noti e amati della nostra era egli fondò diverse orchestre di sua iniziativa, quali ad esempio la European Union Youth Orchestra, la Gustav Mahler Youth Orchestra e l'Orchestra Mozart. Aveva infatti mostrato sempre grande interesse per le nuove generazioni di musicsti, aiutandoli a crescere musicalmente nelle loro carriere.

Inoltre, sebbene sia più noto al grande pubblico per il suo lavoro con la musica romantica e le sinfonie (ad es. Gustav Mahler) egli era un grande appassionato di musica meno classica, diciamo così, in particolare di Schoenberg, Stockhausen e Nono. Non a caso, per ricordare il suo impegno anche con questo genere, ho scelto questo video mentre dirige la Berlin Philarmonic orchestra nell'opera "Groups" di Stockhausen:

Appena sette giorni dopo la scomparsa di Abbado, dall'altra parte dell'oceano, ci lasciava Pete Seeger [1919-2014], cantante folk e impegnato attivista per i diritti umani. Egli fu il fondatore e membro attivo dei The Weavers, una band che fu messa nella blacklist del governo americano durante il periodo McCarthy per le idee politiche antagoniste che portava avanti. Negli anni '60 Seeger divenne popolare come principale esponente della musica di protesta, essendo un grande sostenitore dei diritti civili, del disarmo internazionale e delle cause legate al rispetto dell'ambiente.

Pete Seeger fu un autore molto prolifico e molte sue canzoni sono state reinterpretate in tutto il mondo, tradotte in tantissime lingue. Mi riferisco a "Where Have All the Flowers Gone", "If I Had a Hammer (The Hammer Song)", diventata in Italia la celeberrima "Datemi un martello" di Rita Pavone, con un testo, purtroppo, alleggerito da tutti i significati politici originari, e "Turn! Turn! Turn!".

Negli anni Seeger influenzò tanti grandi musicisti, da Joan Baez a Bruce Springsteen passando per Bob Dylan. Secondo USA Today, quest è ciò che il presidente Barack Obama ha detto in occasione della scomparsa di Seeger:

"Over the years, Pete used his voice -- and his hammer -- to strike blows for worker's rights and civil rights; world peace and environmental conservation. And he always invited us to sing along. For reminding us where we come from and showing us where we need to go, we will always be grateful to Pete Seeger.

Negli anni, Pete ha usato la sua voce - e il suo martello - per difendere i diritti civili e dei lavoratori, per la pace nel mondo e la salvaguardia dell'ambiente. E ci invitava sempre a cantare insieme a lui. Per ricordarci da dove veniamo e dove dobbiamo andare saremo sempre grati a Pete Seeger.

Recentemente aveva cantato "Forever young" di Bob Dylan, insieme a un coro di ragazzi e ragazze per celebrare i 50 anni dalla fondazione di Amnesty International. Ci piace ricordarlo così, appassionato e impegnato fino alla fine dei suoi giorni.

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