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Editoriale di Gennaio 2012

Economia, finanza e...vinile

Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia

The Economist ha, di recente, dedicato un intero articolo alla rapida crescita delle vendite di dischi in vinile sia in Europa che negli USA. Qualche mese prima anche il nostro Il Sole 24 Ore fece lo stesso, dedicando un intero servizio al Records Store Day, sottolineando una sorta di rivincita del vinile sul digitale. E come potrei dimenticare l'autorevole magazine Forbes, che nel settembre scorso ha dedicato ampio spazio al fenomeno del ritorno del vinile, con un articolo dal titolo The tables are turning (gioco di parole con turntables, giradischi, in inglese), contenente interviste a musicisti e produttori musicali.
Ora, se ben tre importanti pubblicazioni di economia e finanza dedicano ampio spazio a questo fenomeno che noi audiofili continuiamo a considerare di nicchia evidentemente la...nicchia si è ingrandita fino a diventare visibile al mondo esterno.

[Vendite di LP negli USA]

In effetti, i numeri relativi alle vendite di analogico stanno iniziando a diventare rilevanti e uno sguardo alla tabella alla vostra destra dovrebbe essere abbastanza significativo: le aspettative per il 2011 appena trascorso parlano di 4 milioni di LP venduti nei soli Stati Uniti ed è impressionante il tasso di crescita. Questo può significare soltanto una cosa: gli acquirenti non sono soltanto audiofili nostalgici e impallinati con il suono dell'analogico! No, evidentemente, nascosti dentro questi grandi numeri, ci sono tanti semplici appassionati di Musica che stanno riscoprendo (o scoprendo per la prima volta) le gioie di acquistare, scartare e suonare un disco in vinile. Ad esempio, tanti teenager, come anche testimoniano diverse lettere nella nostra Rubrica della Posta settimanale, stanno scoprendo per la prima volta il fascino del vinile per via del suo altissimo coolness factor ovvero della sua attrattività come supporto alla moda. Una volta era così per il CD, considerato oggetto di grande fascino e da possedere a tutti i costi.

La buona notizia è che, diversamente dagli anni '70, oggi ci sono moltissimi modi, pure molto economici, per avvicinarsi all'analogico e suonarlo in maniera corretta. C'è tanta letteratura disponibile in rete, si è ormai diffusa una cultura della corretta regolazione del sistema di lettura e della manutenzione dei supporti che non si corre più il rischio di sottovalutare la qualità del disco LP. Sul mercato, poi, esistono delle ottime soluzioni plug & play costituite da giradischi di buon livello, già dotati di testina correttamente montata e pertanto pronti per suonare già al meglio.
I tempi dei giradischi plasticosi degli anni '70 e '80, venduti con bracci mal regolati e testine installate in maniera geometricamente errata, sono definitivamente passati! Oggi, con 200 € si entra in possesso di un sistema pronto in grado di suonare decentemente e, quel che è più importante, capace di non distruggere i dischi. Talvolta è incluso nel package anche uno stadio phono accettabile. Tutto questo aiuterà senz'altro le vendite di vinile perché uno dei fattori che consentì al CD di sostituire senza rimpianti il disco LP fu proprio quello del suono migliore. In realtà il CD non suonava meglio di un buon vinile, ma certamente suonava meglio del 90% dei vinili fatti passare sotto gli improbabili giradischi che l'appassionato medio (non l'audiofilo) si trovava per casa. Gli audiofili ben conoscevano la verità ma per la maggior parte delle persone LP era sinonimo di rumore, fruscio, sporco, salti di solco, distorsioni, pulizie impossibili...

Oggi, dicevo, sembra sia cresciuta una certa consapevolezza nelle possibilità del vecchio supporto e un maggior rispetto per lo stesso. Anche i novizi sanno che i dischi - possibilmente - non vanno sporcati e che quando questo accade si debba ricorrere a materiali e accessori di provata efficacia. Una volta questo tipo di know-how era confinato nei circoli ristretti degli audiofili...oggi, grazie a Internet, tutto ciò è diventato patrimonio comune dell'acquirente medio, bastano pochi click del mouse.

C'è dunque una certa speranza che il vinile possa vivere una seconda giovinezza, migliore della sua prima. Durerà più a lungo del CD? Questo è certo, ormai le vendite di CD saranno presto rimpiazzate dal download, di qualità o meno, legale o meno, di file musicali dalla rete. Gli LP, secondo me, conterranno poi il codice per poter scaricare legalmente i file MP3 corrispondenti al contenuto dei loro solchi, per cui il consumatore potrà ascoltare il vinile a casa in tutta calma ma anche metttersi i file mp3 sul lettore portatile o in auto, senza dover estrarre il contenuto dei solchi tramite PC. Quindi la domanda vera non è SE ma QUANDO. È tuttavia probabile che la crisi economica globale rallenti un po' questo processo ormai inarrestabile.

Per tutte queste ragioni spero di vedere sempre più amplificatori integrati dotati nuovamente di ingresso fono, come accadeva una volta. Gli stadi fono esterni sono una soluzione ma rendono tutto meno intuitivo e più complicato. Più cavi da collegare e da ...nascondere, più scatole, più spazi occupati inutilmente. Possono andare bene per gli audiofili, sempre a caccia della massima performance sonora ma i consumatori medi e i semplici appassionati di Musica certamente preferirebbero qualcosa di più semplice, del tipo plug-and-play. Dando un'occhiata ai cataloghi dei grandi produttori di elettroniche solo Rotel e Arcam continuano a offrire l'ingresso phono come dotazione standard dei loro amplificatori integrati. Secondo me i tempi sono maturi perché gli amplificatori integrati, anche entry-level, offrano di serie un ingresso fono per il giradischi e un ingresso USB con DAC interno pe la Musica liquida. Questo è tutto ciò di cui la gente ha bisogno, perché i Costruttori HiFi reagiscono sempre così lentamente alle richieste del mercato?

[Slow reaction]
Accidenti! Questi vecchi CD mi rallentano!

© Copyright 2012 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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