Editoriale di Novembre 2018: scomparsa di figure degne di nota del mondo della musica nel 2018

[La scomparsa di figure degne di nota del mondo della musica nel 2018]
«La vita può essere capita soltanto guardando indietro, ma deve essere vissuta guardando avanti»
- Soren Kierkegaard -

[English version here]

Autore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Novembre, 2018
Traduttore: Roberto Felletti

Anche TNT-Audio è andata in vacanza nei mesi estivi, ma naturalmente il mondo non si è fermato. Sfortunatamente, un modo inevitabile con cui questo si manifesta è la scomparsa di figure degne di nota del mondo musicale. Gli esempi che seguono comprendono cantanti, musicisti, ballerini, coreografi, compositori, tecnici; qualunque fosse il loro ruolo, qualunque fosse la loro fama, con la loro scomparsa il mondo della musica (che sia classica, pop o da spettacolo, eseguita dal vivo oppure registrata) si è impoverito un po' di più.

Maartin Alcock, rocker inglese folk/celtico, 5 gennaio 1957 (Middleton, Inghilterra) - 16 settembre 2018 (Bangor, Galles). Polistrumentista, Alcock ha fatto parte del gruppo folk-rock Fairport Convention per undici anni e ha suonato le tastiere con i Jethro Tull per tre anni. Come musicista di studio, ha partecipato a centinaia di album, quindici dei quali con i Fairport, e negli ultimi anni ha lavorato anche come produttore. Alcock aveva anche talento in cucina oltre che nella musica; avendo una formazione da chef, aveva lavorato in questo ruolo alle Isole Shetland, nel 1980.

Max Bennett, bassista jazz statunitense, 24 maggio 1928 (Des Moines, Iowa) - 14 settembre 2018 (San Clemente, California). Bennett è stato un musicista jazz degno di nota, ma è stato più importante come musicista di studio. Associato al “The Wrecking Crew” (un gruppo di musicisti di studio con sede a Los Angeles, che hanno collaborato a migliaia di registrazioni negli anni '60 e nei primi anni '70 - NdT), vanta partecipazioni a innumerevoli album di molti artisti tra cui Stan Kenton, Henry Mancini, Frank Sinatra, i Temptations, i Beach Boys, The Partridge Family e The Monkees. Ha anche fatto un'incursione nell'avanguardia come bassista per gli album di Frank Zappa Hot Rats e Chunga's Revenge. Bennett ha formato vari gruppi suoi ed è rimasto in attività fino alla morte con l'ultimo suo gruppo, i Private Reserve.

Kenneth Bowen, tenore lirico e di musica sacra, 1 agosto 1932 (Llanelli, Galles) - 1 settembre 2018 (Cheltenham, Inghilterra). Con un repertorio che comprendeva Monteverdi, Bach, Berlioz, Elgar, Stravinsky e Britten, Bowen ha cantato con la Welsh National e numerose compagnie operistiche inglesi; fu notato per il suo lavoro con la musica sacra, particolarmente con il Messiah di Händel, che cantò per la prima volta nel 1954. Altri importanti contesti in cui ha cantato sono stati il Three Choirs Festival, The Proms e il Welsh National Eisteddfod. È stato cofondatore, nel 1983, della London Welsh Chorale, nonché direttore di questo ensemble fino al 2008. Bowen ha cantato, nel 1969, all'investitura del Principe di Galles e all'inaugurazione, nel 1982, della St. David's Hall di Cardiff. Nel 1967 ha accettato la nomina a professore di canto presso la Royal Academy of Music di Londra, dove ha prestato servizio come capo degli studi vocali dal 1987 al 1991.

Aretha Franklin, cantante soul statunitense, 25 marzo 1942 (Memphis) - 16 agosto 2018 (Detroit). Conosciuta come la “Regina del Soul”, è stata anche una rinomata autrice, pianista, attrice nonché sostenitrice dei diritti civili. Come superstar di alto livello della musica pop ha raggiunto molti più traguardi di quanti un breve riassunto come questo potrebbe iniziare a documentare. Basti dire che, nata negli Stati Uniti in un'epoca di rigida segregazione razziale, ha continuato per la sua strada fino ad affermarsi e infine ha cantato sulla scalinata del Campidoglio, di fronte a un'immensa folla e alle televisioni di tutto il mondo, alla cerimonia di insediamento del primo presidente afroamericano nella storia degli Stati Uniti. I suoi riconoscimenti, anch'essi troppi per poterli elencare tutti, comprendono diciotto Grammy, l'ammissione nella Rhythm and Blues Hall of Fame, i Kennedy Center Honors e la Presidential Medal of Freedom.

Anneke Grönloh, cantante pop olandese, 7 giugno 1942 (Tondano, Indie Orientali Olandesi) - 14 settembre 2018 (Francia). Sebbene la Grönloh sia conosciuta come la “cantante del secolo”, per l'elevato numero di dischi venduti, i suoi primi anni furono caratterizzati da un inizio infausto: figlia di un ufficiale dell'esercito olandese, nacque e fu cresciuta, inizialmente, in un campo di prigionia, in seguito all'occupazione giapponese dell'attuale Indonesia, durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la guerra, la sua famiglia si trasferì in Olanda, dove Anneke, diventando adulta, si fece gradualmente strada come cantante professionista. Negli anni '60 molte sue canzoni diventarono dei successi; quella citata più di frequente è Brandend Zand. Nel 1964 si classificò al decimo posto, a pari merito con la canzone belga, all'Eurovision Song Contest; alla fine del decennio la sua carriera era diventata internazionale e lei è rimasta molto popolare a Singapore, in Malesia e in Indonesia. Ha cantato anche jazz e kroncong indonesiano (strumento simile all'ukulele e stile musicale indonesiano suonato con questo strumento - NdT).

Joseph Kobzon, crooner russo, 11 settembre 1937 (Chasiv Yar, Donetsk Oblast, Ucraina, Unione Sovietica) - 30 agosto 2018 (Mosca, Russia). Era noto come il “Frank Sinatra russo” e godette di grande popolarità nel Blocco Orientale prima dello scioglimento dell'Unione Sovietica. Successivamente continuò la sua carriera di interprete di successo ed entrò in politica quando fu eletto alla Duma russa. Fedele sostenitore del regime sovietico, prima, e del recente espansionismo russo, poi, a volte è stato una figura controversa. Ad esempio, nel 2015 l'Unione Europea lo sanzionò per aver appoggiato l'annessione della Crimea da parte della Russia. Inoltre, in Occidente è stato spesso accusato di attività criminali; nel 1973 un tribunale svizzero scoprì che riciclava denaro e congelò i suoi beni, mentre nel 1995 gli Stati Uniti gli revocarono il visto per presunti legami con la criminalità organizzata. Kobzon negò sempre simili legami. In altri aspetti della sua vita egli mostrò sempre grande coraggio, visitando subito aree colpite da disastri, per intrattenere i soccorritori, e più di una volta negoziò per il rilascio di ostaggi. Gestì anche varie fondazioni benefiche e finanziò orfanotrofi. Tra i suoi successi politici ci fu la partecipazione ai negoziati che portarono all'instaurazione di relazioni diplomatiche tra la Russia e Israele. In segno di riconoscenza per i suoi contributi, il suo paese gli ha conferito una lunga serie di riconoscimenti, medaglie e onorificenze.

Siegfried Linkwitz, ingegnere audio, 23 novembre 1935 (Bad Oeynhausen, Germania) - 11 settembre 2018 (Corte Madera, California). Nel 1975 fu co-inventore, insieme a Russ Riley, del crossover Linkwitz-Riley, popolare presso i costruttori di diffusori, sia fai-da-te sia commerciali. Linkwitz lavorò per la Siemens, in Germania, fino al 1961, quando emigrò negli Stati Uniti, originariamente con l'intento di rimanerci soltanto per i due anni di studio post-laurea. Invece si stabilì in California, dove lavorò per la Hewlett-Packard, progettando strumenti di test fino al pensionamento, nel 1988. Successivamente si dedicò alla progettazione di diffusori fai-da-te, rendendo disponibili gratuitamente (o quasi) i progetti. Tra i suoi scritti, pubblicati nel Journal of the Audio Engineering Society, ricordiamo titoli quali “Investigation of Sound Quality Differences between Monopolar and Dipolar Woofers in Small Rooms”, “Development of a Compact Dipole Loudspeaker” e “Passive Crossover Networks for Noncoincident Drivers”.

Elliott (“Ellie”) Mannette, progettista, suonatore e costruttore di steel drum, 5 novembre 1927 (San Souci, Trinidad) - 29 agosto 2018 (Morgantown, West Virginia). Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, Mannette, conosciuto come il “padre della moderna steel drum”, cominciò a realizzare strumenti utilizzando barili in acciaio da 55 galloni (circa 200 litri), facilmente reperibili presso il deposito locale della Shell Oil. La sua innovazione chiave fu creare una superficie concava che permetteva un'accordatura e una separazione delle note migliori. Successivamente andò negli Stati Uniti, prima per offrire aiuto alla US Navy Steel Band, poi per collaborare a un progetto rivolto ai giovani dei quartieri poveri di New York e infine per partecipare a un progetto sponsorizzato dall'università, nella Virginia Occidentale, dove si stabilì e fondò la Mannette Steel Drums, un'azienda leader nella produzione di strumenti. Trinidad e Tobago lo insignì della Silver Hummingbird Medal per le sue innovazioni nella costruzione delle steel drum; l'Università delle Indie Occidentali gli conferì un dottorato onorario. Negli Stati Uniti, fu insignito, nel 1999, della NEA National Heritage Fellowship e il suo nome entrò a far parte della Hall of Fame of the Percussive Arts Society of the United States.

Big Jay McNeely (Cecil James McNeely), sassofonista rhythm & blues statunitense, 29 aprile 1927 (Los Angeles) - 16 settembre 2018 (Moreno Valley, California). Figura fondamentale della transizione del R&B in rock'n'roll, McNeely fu famoso per la sua appariscente presenza sul palcoscenico quando suonava il suo “strombazzante” sax; ad esempio, applicava della vernice fluorescente trasparente al suo strumento e indossava guanti bianchi; poi suonava sotto la luce ultravioletta, cosicché solo le mani e il sassofono erano visibili. La sua mossa tipica era cadere di schiena e contorcersi sul palco mentre strombazzava con il suo sax. Fu assai popolare e registrò una serie di successi, prima per la Savoy e poi per altre etichette, cominciando negli anni '40, proseguendo negli anni '50 e continuando negli anni '60; alla fine lasciò la musica, guadagnandosi da vivere come postino per circa un decennio, quando il suo stile passò di moda. Con il ritorno dell'interesse per il R&B, nei primi anni '80, riprese la carriera musicale, rimanendo uno showman per il resto della sua vita. Fu ammesso nella Rhythm and Blues Hall of Fame nel 2014.

Arthur Mitchell, ballerino e responsabile artistico statunitense, 27 marzo 1934 (New York City) - 19 settembre 2018 (Manhattan). Mitchell frequentò la High School of Performing Arts e, dopo il diploma, la School of American Ballet, dove studiò grazie a una borsa di studio. La sua carriera nella danza iniziò a Broadway; poi, nel 1955, entrò nel New York City Ballet, dove alla fine diventò primo ballerino. Lasciò il New York City Ballet nel 1966, per ritornare a Broadway e per fondare compagnie di ballo a Washington DC, Spoleto e in Brasile, dove la compagnia diventò la National Dance Company of Brazil. Dopo l'assassinio del Dott. Martin Luther King, Mitchell fondò, insieme al suo maestro Karel Shook, la compagnia/scuola Dance Theater of Harlem, finanziata inizialmente con i risparmi di Mitchell, come iniziativa per offrire opportunità artistiche ai giovani dei quartieri poveri. La DTH diventò un'importante istituzione nel mondo della danza. Mitchell ebbe molti riconoscimenti per i traguardi raggiunti; tra i tanti, oltre a una lunga serie di dottorati onorari, ricordiamo: Kennedy Center Honors, MacArthur and Fletcher Foundation Fellowships, United States Medal of Arts e una cena presidenziale onoraria per Mitchell e la Dance Theater of Harlem.

Ira Sabin, batterista jazz statunitense, proprietario di un negozio di dischi e produttore, 10 agosto 1928 (Brooklyn, New York) - 12 settembre 2018 (Rockville, Maryland). Sabin iniziò la carriera professionista a 15 anni, durante la Seconda Guerra Mondiale, suonando anche tre volte al giorno in locali che spaziavano dai nightclub alle sale da ballo, un regime che in seguito avrebbe descritto come «una vita di esperienza professionale condensata in pochi, brevi anni». Negli anni '50, gradualmente passò a produrre concerti per i grandi del jazz dell'epoca, tra cui Count Basie, Duke Ellington, Miles Davis e Oscar Peterson. Nei primi anni '60 cambiò di nuovo direzione; acquistò un negozio di dischi, che rinominò Sabin's Discount Records, a Washington DC, che in quegli anni era un vivace distretto jazz. Ben presto il negozio diventò famoso a livello nazionale, per il suo fornitissimo magazzino di dischi jazz e per essere visitato da celebri musicisti jazz. In quel periodo Sabin cominciò a pubblicare un piccolo bollettino che alla fine diventò JazzTimes, tuttora una risorsa chiave nel mondo del jazz.

Conway Savage, rocker alternativo australiano, 27 luglio 1960 (Victoria, Australia) - 2 settembre 2018 (Melbourne). Per trent'anni Savage ha suonato le tastiere e ha cantato come corista per Nick Cave and the Bad Seeds, con i quali ha partecipato a sette album. Ha lavorato anche con altri musicisti, ma ha avuto anche una carriera solista durante la quale ha pubblicato tre album. Savage entrò a far parte del gruppo di Nick Cave nel 1990, dopo un decennio trascorso a suonare con vari altri gruppi, tra cui la country band Feral Dinosaurs. In Nothing Broken (2000), il suo primo album solista, pubblicato con la sua etichetta, Beheaded Communications, Savage adottò un nuovo approccio: fornire ai musicisti soltanto una traccia guida al pianoforte per le sessioni, aggiungendo le voci in un secondo tempo. Un critico elogiò il risultante senso di spontaneità e osservò che la qualità era tipica della concezione della musica che Savage aveva.

Claudio Scimone, direttore d'orchestra e musicologo italiano, 23 dicembre 1934 (Padova) - 6 settembre 2018 (Padova). Sebbene avesse studiato con Dmitri Mitropoulos, celebre esponente dei compositori moderni, Scimone, come Sir Neville Marriner, fu principalmente associato alla musica antica, particolarmente la musica barocca italiana, suonata con strumenti moderni. Nel 1959 fondò “I Solisti Veneti”, un'orchestra da camera molto stimata con all'attivo circa 350 registrazioni per varie etichette, tra cui RCA, Erato e Sony. Altre collaborazioni orchestrali includono la Philharmonia, in Inghilterra, con la quale Scimone eseguì le prime registrazioni delle sinfonie di Muzio Clementi, e la Gulbenkian Foundation Orchestra di Lisbona. Scimone diresse i primi esecutori moderni di numerose opere prime di Vivaldi, Rossini e Salieri, tra gli altri. I suoi riconoscimenti comprendono il Grand Prix du Disque della Académie Charles Cros, il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana e una laurea in giurisprudenza ad honorem dell'Università di Padova.

Paul Taylor, ballerino, coreografo e direttore di compagnia di ballo statunitense, 29 luglio 1930 (Pittsburgh, Pennsylvania) - 29 agosto 2018 (Manhattan, New York). Diplomato in danza presso la Juilliard School, lavorò come ballerino per coreografi quali Martha Graham e George Balanchine, anche se negli anni '50 fondò una sua compagnia di ballo. La Paul Taylor Dance Company, acclamata a livello internazionale, fece moltissimi tour e Taylor stesso continuò a danzare fino al 1974. Per il suo lavoro come ballerino e coreografo, Taylor ricevette una lunga serie di riconoscimenti: Kennedy Center Honors, National Medal of the Arts, Algur H. Meadows Award for Excellence in the Arts, tre Guggenheim Fellowships, numerose lauree ad honorem, una MacArthur Foundation Fellowships e l'ammissione alla American Academy and Institute of Arts and Letters. Ottenne anche ripetuti riconoscimenti in Francia, venendo infine insignito della Legion d'Onore per i suoi contributi alla cultura francese. Il giorno successivo alla morte di Taylor, la comunità della danza americana ha ricevuto un secondo colpo con il suicidio del ballerino e maestro di ballo Peter Frame, 16 aprile 1957 (Charleston, West Virginia) - 30 agosto 2018 (Manhattan, New York). Frame ha fatto parte del New York City Ballet dal 1976 al 1990, ed è stato primo ballerino a partire dal 1988; dal 1993 alla sua morte è stato istruttore presso la School of American Ballet. Durante la sua carriera come ballerino, Frame ha collaborato con Taylor come artista ospite.

George Theophilus Walker, compositore e pianista, 27 giugno 1922 (Washington, DC) - 23 agosto 2018 (Montclair, New Jersey). Sebbene preferisse essere considerato semplicemente un musicista, non un “musicista afroamericano”, la vita del Dott. George Walker è stata un compendio notevole di prime volte per un nero: fu il primo afroamericano a laurearsi al Curtis Institute, il primo a ottenere un dottorato presso la Eastman School of Music, a suo dire il primo a esibirsi in un recital solista alla New York's Town Hall, il primo a esibirsi come solista con la Philadelphia Orchestra, il primo a essere scritturato da un'importante istituzione americana, la National Concert Artists, il primo a ottenere un incarico di ruolo presso lo Smith College, nel Massachusetts, titolare del primo seggio di minoranza istituito dall'Università del Delaware, il primo a vincere il Premio Pulitzer per la musica. In aggiunta ai suoi incarichi accademici allo Smith e in varie altre università, il Dott. Walker fu anche presidente del dipartimento di musica alla Rutgers University. Al Curtis Institute, tra i suoi docenti ci furono Gregor Piatigorsky, William Primrose e Rudolf Serkin, il quale in seguito aiutò il Dott. Walker nei suoi sostanzialmente infruttuosi tentativi di avviare una carriera come pianista classico nonostante la discriminazione razziale. Dopo aver conseguito il dottorato, nel 1957 Walker vinse la Fulbright and John Hay Whitney Fellowships, che gli permise di studiare a Parigi per due anni con Nadia Boulanger, la quale tra i suoi studenti ebbe compositori americani di spicco quali Aaron Copland, Roy Harris, Elliott Carter, Vergil Thomson e David Diamond. Il Dott. Walker ricevette il Premio Pulitzer nel 1996 per la sua composizione Lilacs, un ciclo di canzoni basate su When Lilacs Last in the Dooryard Bloom'd di Walt Whitman. Tra gli altri numerosi riconoscimenti, nel 1999 fu ammesso alla American Academy of Arts and Letters e nel 2000 entrò a far parte della American Classical Music Hall of Fame. Il suo esteso repertorio comprende composizioni per orchestra e da camera, sonate, concerti, una Messa e quartetti, il primo dei quali fu scritto in memoria di sua nonna, una ex schiava.

Randy Weston (Randolph Edward Weston), pianista jazz e compositore statunitense, 6 aprile 1926 (New York) - 1 settembre 2018 (New York). Discepolo di Thelonious Monk e membro del Gotha degli artisti jazz con una carriera lunga 60 anni, Weston fu particolarmente celebre per aver fuso influenze africane e caraibiche con il jazz moderno e con i linguaggi popolari americani più mainstream, per creare un nuovo mondo di sonorità. Weston incise moltissimo e ricevette due nomination ai Grammy (Tanjah nel 1973 e The Splendid Master Gnawa Musicians of Morocco nel 1994). La US National Endowment for the Arts nel 2001 lo nominò Jazz Master e lui entrò a far parte della DownBeat's Hall of Fame nel 2016.

...e alcuni altri. Tra le personalità scomparse in questo periodo ricordiamo:

NB: alcune pagine non sono disponibili in italiano.

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