Inter.Vista all' APAF - Associazione Promozione Alta Fedeltà

di Lucio Cadeddu

LC > E' cosa nota a tutti che il mercato dell'HiFi in Italia sia in crisi, anche se, ultimamente, comincia ad intravedersi qualche spiraglio di ripresa.
Ritengo che la crisi sia stata causata, in parte, anche dalle politiche di vendita di molti distributori che, con la scusa di importare prodotti *esoterici* (diciamo così), aumentavano fino a raddoppiarli e/o triplicarli i prezzi degli apparecchi che, considerati budget-fi nel Paese d'origine, diventavano in Italia oggetti di culto grazie all'alto prezzo, alla provenienza *straniera* ed alla dabbenaggine dell'audiofilo medio italiano.
Qual'e' la posizione dell'APAF nei riguardi di questo annoso e delicato problema ?

APAF > Apaf si pone -principalmente- nell'ottica di promuovere l'Alta Fedeltà, in tutte le sue forme e manifestazioni. Evita, per quanto possibile, di ingerire nelle strategie commerciali delle singole realtà economiche, che rischiano di porsi fuori mercato sa sole, agendo senza la dovuta oculatezza.
E' sicuramente vero che alcuni importatori agiscono -probabilmente- in maniera sconsiderata, ma non e' detto che siano necessariamente associati Apaf. Anzi!!
Molte (forse troppe) volte, tali situazioni si generano per colpa degli export price praticati dalle aziende produttrici (che usano come export price il prezzo al rivenditore americano, e scusate se e' poco!!), degli elevati costi di nazionalizzazione e trasporto (prima si importava molto a container, oggi si usa sempre più frequentemente la spedizione aerea, ove possibile, perchè mancano i numeri), ancora perchè si lascia un po' troppo mano libera ai negozianti (il cui ricarico non e' sempre controllabile). Avrete ben notato come negli ultimi tempi molti negozianti abbiano intrapreso la strada dell'importazione ed abbiano quindi contribuito ad appesantire una situazione di per se' già pesante. Ebbene: Apaf, da sempre, ha chiarito la sua posizione in materia. Chi vuole essere associato Apaf o -da non associato- desidera partecipare al TOP AUDIO, deve avere caratteristiche ben precise quali:

inoltre non possono essere ammessi alle ns. iniziative gli imprenditori che sotto la stessa bandiera (leggasi punto vendita al dettaglio) operano anche quali importatori. I due canali devono essere ben distinti e giuridicamente separati. E' una "conditio sine qua non": alcuni in carenza di questi requisiti non sono stati ammessi alla mostra, quest'anno, anche se ciò ha fatto scaricare sulle ns. teste gli strali e gli insulti degli esclusi. Coerenza soprattutto.
Ed a chi dice che il fatto di avere due entità distinte non cambia la natura delle cose, dobbiamo naturalmente rispondere che riteniamo questo il primo passo verso una "divisione delle carriere" che speriamo tutti possa realizzarsi completamente in un futuro, rammentando anche che i ns. organi di controllo (probiviri) vigilano sul corretto comportamento di coloro che potrebbero porsi -altrimenti- automaticamente fuori legge (vedi vendite dirette etc.)

LC > L'audiofilo italiano continua a mantenere il suo carattere esterofilo, acquistando prodotti esteri anche quando dispone di un'ampia scelta di prodotti italiani. Esiste una politica in APAF tesa a promuovere l'HiFi italiana ?

APAF > Già dalla chiusura della edizione 1995 del TOP AUDIO sono stato promotore dell'iniziativa di creare un marchio distintivo dei prodotti "nati in Italia". Chi ha visitato il TOP AUDIO ha potuto verificare come ogni saletta dotata di prodotti italiani, avesse anche un fregio "made in italy" che e' molto simile a quello che potete ritrovare a fianco dei ns. associati sulle pagine Internet, proprio per fare capire alla gente l'importanza del ns. prodotto e del fatto di diffonderlo. Anzi, proprio questa edizione appena conclusa, ha presentato molte nuove aziende costruttrici, anche piccole, ma anche ben dimensionate, che sicuramente, potendo continuare a realizzare mostre del calibro di questa 1996, daranno notevole impulso al made in Italy.
Molto potrete, peraltro, farlo Voi riviste. Perchè non intervistate, magari ns. tramite, gli operatori italiani del settore? Perchè non fate loro delle domande specifiche facendo maggiormente conoscere i loro prodotti?

LC > Si continuano ad importare decine e decine di marchi nuovi, sempre a caccia dell'ultimissima novità, quando forse sarebbe più conveniente per tutti puntare su un minor numero di prodotti che offrano garanzie di qualità e, perchè no?, di assistenza post-vendita che tutelino gli acquirenti. Inoltre la corsa al prodotto ultracostoso, sbandierato come stato dell'arte *del mese*, allontana dall'HiFi molti potenziali appassionati che vedono l'Audio di qualità come hobby per ricchi annoiati. Sarebbe forse meglio puntare a promuovere l'HiFi di qualità ma dal prezzo umano, al fine di diffondere la cultura dell'Audio in un pubblico sempre più vasto.
Qual'e' la posizione dell'APAF in merito ?

APAF > In parte ho già risposto prima, in parte aggiungo che molto potrebbero fare i media. Durante il TOP AUDIO ho potuto presentare ad un giornalista di Capital il ns. settore. Ebbene: potevo stupirlo partendo da una analisi che gli enfatizzasse l'importanza degli Audionote da mezzo miliardo (ma non li sto denigrando, anzi, tanto di cappello agli amici importatori) o alle casse da 80.000 dollari. Invece no: ho preferito fargli capire che con 2,5/3 milioni si può acquistare un impianto Hi-End di rispetto, punto di partenza per nuove avventure. Per poi fargli vedere anche l'evoluzione attorno ai 5 mi., ai 10, ai 30, ai 50 e ai 100. E chi più ne ha più ne spende. Credo che l'importatore di un certo spessore culturale, sa benissimo che il mercato non e' tutto composto da nababbi, anzi, proprio questa edizione della mostra ha indicato che il mercato sta allargandosi ma contemporaneamente livellandosi verso il basso (nel senso di potere d'acquisto). E noi siamo attenti a questo problema. A breve, appena le statistiche saranno elaborate, potrò anche essere più preciso e tornare in argomento.

LC > Infine, quali sono state le vostre impressioni sull'ultimo Top Audio e quali i progetti per il futuro ?
Il Top Audio si aprirà sempre di più verso l'Home Entertainment (vedi HT, multiroom etc.) ?

APAF > Grazie per questa domanda che mi consente di esprimere la nostra enorme soddisfazione per l'edizione 96. Oltre 9000 persone hanno gravitato attorno alla manifestazione, contro le ca. 7000 dello scorso anno. E voi sapete che sono grandi numeri per l'audiofilia italiana. Se poi aggiungiamo che -mediamente- 800/1000 di queste persone sono operatori del settore o di settori limitrofi, Vi renderete ben conto che, in un anno, siamo riusciti a contattare almeno 2000 nuovi appassionati o appassionabili, con un turn-over decisamente invidiabile.
Contiamo di riuscire a sfondare quota 10 mila in occasione della prossima edizione, la decima, quindi storica, anche grazie all'entusiasmo degli operatori che, in coro, hanno manifestato la loro piena soddisfazione quest'anno. Se poi abbiamo anche l'appoggio dei media, come ho già detto, allora potremo anche andare oltre e ciò sarebbe estremamente importante per l'alta fedeltà italiana.
Vorremmo anche riprendere il discorso dell'informazione all'utente finale, iniziato in occasione di questa edizione attraverso la pubblicazione di due pagine a pagamento su "Il Giornale" nelle quali abbiamo iniziato a parlare di Hi-Fi ed Hi-End come filosofia, prima che come prodotto. E' nostra intenzione promuovere ulteriori momenti di incontro con il consumatore proprio per consentire anche a chi non mastica il ns. stesso linguaggio, di potere apprendere quelle fondamentali nozioni utili ad operare le giuste scelte al momento dell'acquisto. Sarà impegnativo, anche economicamente, ma riteniemo che il momento sia maturo per una decisione di tale rango. Che inoltre, ci aiuterebbe -speriamo- a combattere alcuni dei fenomeni negativi che sono stati evidenziati nel corso di questa intervista.

Cortesemente Pino Fasulo - Segretario APAF - per TNT.
Copyright © 4 Ottobre 1996 Lucio Cadeddu

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