Inter.Vista con John van der Sluis, Editore della rivista olandese Audio & Technique

di Lucio Cadeddu

[English version]

LC >
Puoi dire ai nostri lettori com'è la situazione del mercato HiFi nel vostro Paese?

JVDS >
Fondammo la nostra rivista nel 1982, nello stesso momento in cui fu introdotto sul mercato il nuovo formato CD.
Gli esperti di marketing ci dissero che la qualità del CD era eccezionale, di gran lunga superiore a quella dei vecchi LP. I rivenditori convinsero i propri clienti che per poter sfruttare appieno tutte le potenzialità del nuovo sistema avrebbero dovuto acquistare nuovi componenti.
Per esempio, siccome la qualità della gamma bassa era nettamente superiore, si dovevano acquistare diffusori più grandi (digital ready, si diceva, ricordate? NdT).
Il risultato fu quello di un mercato in forte espansione, un vero e proprio boom almeno fino al 1986.
Di seguito esplose il mercato dei sistemi midi e molte persone (mogli, principalmente) furono entusiaste del potersi liberare dei brutti componenti da 43 cm!
Credo che molta gente si accorse in ritardo di essere state vittime di un'abile strategia di marketing che li aveva indotti ad acquistare qualcosa di inferiore a ciò che già possedevano.
Conseguentemente ci fu una grande crisi in Olanda intorno al '90 ed il mercato HiFi si dimezzò in meno di tre anni.
L'unica Azienda a mantenere una quota vendite costante fu la Sony, che infatti oggi detiene il 40% del mercato olandese.
Nel frattempo, intorno al 1984, nel mercato Hi-end fecero la loro comparsa apparecchi a valvole, insieme con una folta schiera di prodotti tradizionali di livello elevato. I distributori ed i rivenditori pensarono si trattasse di un momento magico per fare grandi profitti.
Ma anche questo mercato *specialistico* crollò intorno al 1990.
Fallirono molti rivenditori specializzati e molti distributori. Questi ultimi ritennnero che i rivenditori a loro affiliati non avessero abbastanza clienti e così decisero di fare vendita diretta al pubblico.
I rivenditori d'altro canto interpretarono quest'atteggiamento come concorrenza sleale (cos'altro? NdT) e cominciarono a diventare essi stessi importatori/distributori.
Molti Costruttori inglesi ed americani, pur di far soldi, non si fecero tanti problemi ed offrirono i loro prodotti a chiunque, rivenditori o distributori che fossero.
A questo punto abbiamo un mercato molto diversificato: si possono acquistare buoni prodotti non regolarmente distribuiti, da cui il problema dell'assistenza post-vendita.
Ancora peggio, molti audiofili hanno cominciato ad acquistare direttamente i prodotti, via fax o via Internet, risparmiando molti soldi e rinunciando al servizio assistenza.
Di conseguenza molte Aziende si sono specializzate nell'assistenza e la riparazione (o anche modifica) di apparecchi HiFi.

LC >
Come vedi la situazione della stampa HiFi nel mondo?
Noi di TNT-Audio non abbiamo pubblicità di alcun tipo, come consideri il rapporto tra le riviste e la pubblicità?

JVDS >
A tutt'oggi solo una piccola minoranza attinge all'informazione HiFi tramite il web (direi proprio di no, visti gli accessi di TNT...NdT).
La maggior parte delle persone che vuole essere informata compra le riviste, le quali, come tutte le pubblicazioni specializzate, dipendono ovviamente dalla pubblicità.
Non c'è niente di nuovo in questo, ogni giornale o mezzo d'informazione ha lo stesso tipo di dipendenza. La maggior parte delle riviste HiFi olandesi ha problemi a reperire abbastanza pubblicità, tenendo conto anche dei prezzi molto bassi (per pagina).
Questo è causato in parte dal fatto che ci sono pochi distributori e che quelli che ci sono hanno meno risorse che in passato.
Le altre riviste olandesi pubblicano quelli che chiamano *tests* con soli risultati positivi. Praticamente ogni mese si possono acquistare apparecchi migliori di quelli del mese precedente!
Alcuni distributori ne sono felici ed acquistano pagine di pubblicità.
Sin dall'inizio i redattori della mia rivista hanno scritto recensioni oneste ed indipendenti, non influenzate dalla pubblicità.
Inoltre lo staff della rivista è formato da ingegneri con un background elettronico, quindi i nostri commenti sono mediati dalla nostra conoscenza tecnica, non solo eseguiamo delle misure ma studiamo i circuiti per farci un'opinione.
Eseguiamo molte misure ma l'importanza maggiore è data all'ascolto finale.

LC >
E' sempre difficile scrivere recensioni oggettive. Talvolta succede di apprezzare un particolare apparecchio e quindi di far fatica a descriverlo in modo completamente oggettivo. E' un problema per tutti i recensori.
Qual'è il tuo punto di vista sull'argomento?

JVDS >
Personalmente mi innamoro molto difficilmente di qualunque cosa, a meno che non sia un buon direttore d'orchestra che esegue la mia musica preferita dal vivo!
Nel 90% degli apparecchi HiFi c'è qualcosa che non va, una resistenza dimenticata o cose simili.
Il mio problema e quello dei miei colleghi è che raramente ascoltiamo apparecchi veramente eccellenti, ci sono le eccezioni ma sono poche.
Essere oggettivi? E' impossibile, ma i lettori attenti conoscono chi scrive e quali siano le sue tendenze e/o preferenze in campo HiFi.

LC >
Durante questi ultimi anni la comunità HiFi ha mostrato un crescente interesse per l'autocostruzione. Molti audiofili hanno cominciato a costruirsi i loro propri componenti o, almeno, a modificare più o meno pesantemente i prodotti commerciali.
Come consideri questo fatto? Ritieni che, in un mercato dove l'HiFi di qualità assoluta ha raggiunto prezzi strabilianti, l'interesse per progetti economici di autocostruzione sia aumentato come conseguenza?

JVDS >
Molte persone *credono* che il tweaking sia una soluzione per migliorare il suono dei propri apparecchi. Poichè la maggior parte degli apparecchi HiFi è costruita con criteri commerciali i circuiti utilizzati sono stati pensati da ingegneri del markenting (marketing engineers NdT) e quindi c'è sempre poco da migliorare.
Se qualcuno vuole sbizzarrirsi col saldatore e le pinze non ci trovo nulla in contrario ma un circuito che suona male continuerà a suonare male.
D'altra parte noi pubblichiamo alcuni tweakings ogni tanto (date un'occhiata al nostro sito!), ad esempio eliminiamo i transistors di muting nei lettori CD.
Eliminarli tuttavia non è sufficiente in quanto continuano ad essere utilizzati i soliti operazionali. Per questo, tra breve sul nostro sito, noi presenteremo una soluzione elegante per far suonare meglio tali operazionali.
L'High End è costoso? Qualche volta ma non sempre. Un modo alternativo è quello di costruirsi qualcosa in casa, non ci sarebbe niente di male, il problema è che neanche bravi ingegneri elettronici sanno esattamente come trattare un progetto audio.
Conosco un paio di riviste che pubblicano schemi e progetti di amplificatori o di diffusori che alla fine danno una qualità sonora persino inferiore alle più comuni realizzazioni commerciali. Quindi bisogna stare attenti.
Ci sono anche alcuni buoni progetti. Ad esempio Tim De Paravicini ne proponeva uno circa due anni fa attraverso la rivista HFN&RR (HiFi News and Record Reviews NdT) ma, di nuovo, è uno dei pochi.
A proposito, recentemente ho ascoltato un'ottima incisione di un concerto per pianoforte. Aveva qualcosa di speciale, dettaglio, ariosità e fascino mai sentiti prima! L'amplificatore era costruito in legno e metallo, la testina aveva una puntina in diamante e sia il disco che il giradischi erano costruiti dallo stesso progettista: Thomas Alva Edison. Mai sentito? Lui faceva queste cose nel 1912.

LC >
Voi di Audio & Technique progettate componenti HiFi pensati per l'autocostruzione. Puoi riassumerci le tue idee sulla progettazione/modifica di apparecchi HiFi?

JVDS >
Cerchiamo di costruire qualcosa che rispetti i nostri standard di qualità hi-end. Chi ha bisogno di un altro Sony, Pioneer o Philips?
Per mantenere bassi i costi evitiamo tutti i fronzoli e cerchiamo di realizzare apparecchi a prova di...bomba.
Infatti potrebbe capitare che tali apparecchi vengano utilizzati in modo inappropriato e quindi danneggiati. Lasciamo fuori dai nostri progetti i limitatori attivi di corrente, i relè d'uscita, i commutatori elettronici etc.
Riflettiamo molto sugli effetti positivi o negativi di determinate circuitazioni. Alcuni dei nostri progetti hanno impiegato anni di sviluppo prima di essere completati e proposti. Non pubblichiamo niente che non ci soddisfi pienamente.
Nel 1992 abbiamo iniziato a costruire un amplificatore single ended a triodi. Siamo ancora impegnati nel quarto prototipo.
Il nostro ampli A18 richiese cinque anni di progetto.
Talvolta si può anche essere fortunati: uno dei nostri ultimi progetti di diffusore vide la luce dopo una notte insonne, fu costruito in due giorni e suona meglio di tanti prodotti commerciali. Viceversa il nostro primo diffusore ci impegnò per tre anni.

Siamo molti attenti per quanto riguarda i tweakings. Ci sono delle cose, tipo costruirsi i propri cavi o insonorizzare un cabinet, che non possono danneggiare nessuno, ma maneggiare un saldatore all'interno di un apparecchio può essere pericoloso poichè l'appassionato di buona volontà non è detto che sappia cosa stia facendo.
Inoltre i circuiti sono in genere molto diversi per cui le modifiche su di un apparecchio possono non essere applicabili ad un altro.

LC >
Avete creato di recente il vostro sito Web, quali sono i vostri piani per l'edizione elettronica di Audio & Technique?
Pensi che Internet sia un buon mezzo per cercare di ampliare la comunità audiofila?

JVDS >
Pubblicheremo nella versione elettronica alcuni articoli apparsi su quella cartacea. Il sito è nuovo ed abbisogna di un bel po' di lavoro per renderlo appetibile alla comunità web.
Non credo che la comunità audiofila si espanderà, credo che la conoscenza audio si amplierà non appena delle valide informazioni saranno disponibili via rete.

Ringrazio TNT per questa opportunità e certamente spero che continuerete con questo genere di interviste nel vostro sito indipendente.

Cortesemente John van der Sluis per TNT.

Copyright © 1998 Lucio Cadeddu