Inter.vista con Jean Claude Reynaud di J. M. Reynaud loudspeakers

di Lucio Cadeddu

[English version]

[J.C. Reynaud]

LC >
1) Mr. Reynaud, potrebbe gentilmente raccontare ai nostri lettori qualcosa a riguardo della sua esperienza come CEO alla JMR? Come è stato coinvolto nell'Azienda di suo padre?

JCR >
Sono stato affascinato dalla musica sin da bambino, e comunque questa era di ruotine in casa mia. Non appena entrai in possesso del mio primo impianto HiFi - avevo 10 o 11 anni - decisi immediatamente che sarei diventato un ingegnere elettroacustico, proprio come mio padre. Tuttavia, siccome avevo suonato musica in maniera assidua sin da ragazzo, decisi di lavorare in quel campo per prima cosa, evitando quindi troppo facilmente e troppo presto di seguire le orme di mio padre. Trovai dunque un lavoro come esperto di missaggio e come produttore in uno studio musicale. Il mio primo vero lavoro su quello di produttore per delle etichette discografiche in Bordeaux – il vinile era l'unico standard al tempo - e poi mossi i primi passi come ingegnere del suono e direttore artistico. Per 20 anni feci praticamente qualunque cosa nel campo della musica registrata e prodotta ma allo stesso tempo mantenni un forte legame con mio padre e il suo lavoro.
Nel corso degli anni ho avuto un ruolo attivo nello sviluppo di alcuni suoi progetti. Iniziai a lavorare full-time per l'Azienda di mio padre nel 2005, dopo un lungo stage negli USA. Fino al 2011, quando lui è mancato, abbiamo lavorato assieme in team, ripensando e riprogettando ogni modello del catalogo JMR. Per qualche diffusore io avrei preferito un suono più deciso e analitico, mentre per qualche altro lui desiderava più atmosfera. Ad esempio, io suggerii di investigare a fondo sulla possibilità offerte dai diffusori planari, come l'EMP (Enceinte murale plate). Infatti sia l'EMP2 che l'EMP Nano sono stati gli ultimi modelli sui quali abbiamo lavorato insieme.

LC >
2) Potrebbe raccontarci qualcosa di più su JMR? Quanti addetti ci lavorano e quanti diffusori per anno riuscite a produrre?

JCR >
JMR fu fondata nel 1967. È un'Azienda di modeste dimensioni, con 8 addetti, che realizza dagli 800 ai 1000 esemplari all'anno. La fabbrica occupa uno spazio di 2000 mq. Progettiamo e sviluppiamo i nostri diffusori all'interno dell'Azienda, abbiamo una falegnameria, una sala verniciatura, una saletta per il cablaggio dei crossover e una catena per il montaggio. Abbiamo anche una camera anecoica e un laboratorio di ricerca. Tutto ciò ci consente di sviluppare i nostri prodotti dalla nascita fino al prodotto completo. Al secondo piano della fabbrica abbiamo una grande sala d'ascolto. Acusticamente è neutra, ma non è trattata in modo particolare, è giusto corretta come una semplice sala d'ascolto di una casa standard, in questo modo possiamo vautare come suonano i nostri diffusori in condizioni medie all'interno delle pareti domestiche.
Quasi ogni operazione relativa alla realizzazione di un diffusore avviene a mano. Proviamo a gestire direttamente tutto ciò che serve, come ad esempio le regolazioni finali e le modifiche agli altoparlanti secondo le nostre necessità. I condensatori a schermo in argento presenti nei nostri crossover sono realizzati su nostre specifiche da un Costruttore francese.
Natutalmente abbiamo dei terzisti che lavorano sotto nostre specfiche. Sarebbe un non senso se provassimo a fare tutto noi! Con l'eccezione di uno, tutti questi partner sono tutti francesi o europei.

LC >
3) I progetti JMR sono famosi per le loro soluzioni tecniche non convenzionali e in generale tutto l'approccio al disegno di un diffusore acustico segue strade alternative. Crede ci sia ancora spazio per realizzare cose in modo differente da tutti gli altri?

JCR >
Lo spero!
La produzione moderna tende a realizzare tutto in maniera uniforme e standardizzata così che ogni prodotto somiglia all'altro. Perciò, è importante per una piccola Azienda come la JMR provare a mettersi in evidenza. I nostri progetti e i nostri principi nella progettazione dei diffusori sono stati sviluppati dopo anni di preparazione. Non si trovano certo nelle pagine di un libro! Sono molto affezionato a queste differenze che fanno dei diffusori JMR ciò che sono sempre stati per quasi 50 anni ormai!

LC >
4) I diffusori francesi, spesso, sono accomunati da alcune caratteristiche tipiche, così che non è infrequente imbattersi nella definizione di suono alla francese: sensibilità medio-alta, gamma alta aperta e vivace etc. Credi ci siano delle ragioni culturali per questo tipo di somiglianze?

JCR >
Probabilmente la cultura francese del "bon goût" (buon gusto, NdT) ha qualcosa a che vedere con tutto questo! I francesi amano l'estetica, il buon vino, la buona cucina...abbiamo un debole per l'arte e principalmente con l'arte del vivere bene! Non intendo dire che i diffusori francesi siano migliori di altri ma credo che nella maggior parte dei casi la loro performance sia più bilanciata, diretta e vivace, con tonalità ricche ed equilibrate. Direi, anzi, più ricche timbricamente ed armonicamente. Amiamo il suono realistico, non necessariamente spettacolare o eufonico ma uno in grado di riprodurre una sorta di omotetia (rapporto che contrae o espande le distanze, NdT) della realtà, senza aggiungere dei colori artificiali al canovaccio del suono proveniente dalla sorgente.
I compositori francesi all'inizio del secolo scorso amavano molto giocare con diverse tonalità e timbri combinati con variazioni di tessiture musicali. In più, in un senso più ampio, la tradizione francese della "chanson" e i testi richiedono che i nostri diffusori siano particolarmente efficaci nella riproduzione delle voci umane e della buona dizione...tutte queste particolari richieste hanno certamente un ruolo fondamentale nel suono alla francese del quale si parla.

LC >
5) Molti Costruttori di diffusori non utilizzano più la camera anecoica per i propri progetti, ma vedo che è ancora ampiamente utilizzata da voi alla JMR. Potrebbe spiegarcene i vantaggi?

JCR >
Utilizziamo la camera anecoica all'inizio dello sviluppo di un nuovo progetto per ottenere i parametri più neutri possibile per ognuno dei nostri componenti, liberi dall'influenza dei parametri ambientali. Le nostre misure iniziali sono fatte in questo modo. Una volta fatto questo, posizioniamo i nostri diffusori in condizioni reali ed eseguiamo altre misure in una situazione acustica più vicina al reale. Gli ultimi perfezionamenti avvengono all'interno di una stanza che simula una sala d'ascolto reale. Perciò, la camera anecoica è giusto il primo passo del progetto.
Non possiamo affidarci soltanto a questi risultati poiché sappiamo bene che saranno ascoltati in ambienti tutt'altro che ideali, ma piuttosto in normali soggiorni di altrettanto normali abitazioni. Tutto questo rende le cose molto diverse. Un diffusore deve potersi integrare con l'ambiente domestico nel miglior modo possibile. Se lo sviluppo e l'ottimizzazione sono stati fatti nel modo giusto allora il diffusore potrà essere posizionato in quasi tutti gli ambienti possibili, in ambito domestico.

LC >
6) Per ridurre i costi di produzione molti costruttori di diffusori europei realizzano i propri prodotti nel Far East. Immagino sia difficile entrare in concorenza con questi. Qual è la sua opinione in merito a questo problema?

JCR >
Il nostro primo desiderio è quello di lavorare con Aziende europee. Purtroppo non sempre riusciamo a reperire in Europa il prodotto o la qualità che desideriamo. Certi elementi rari come il neodimio - utilizzato per i magneti - sono disponibili sono in Asia. Per restare competitivi dobbiamo acquistarlo là: non abbiamo alternative. Un altro esempio è il nostro doppio tweeter a nastro che è realizzato a Taiwan.
Abbiamo cercato invano un prodotto analogo di pari qualità qui in Europa. Il risparmio non è la ragione della nostra scelta poiché questi tweeter sono assemblati interamente a mano e sono molto costosi! Per restare competitivi è necessario essere furbi e flessibili. I nostri cabinet, ad esempio, non hanno l'aspetto all'ultimo grido (ma per questo motivo non rivelano mai la loro vera età, e perciò non invecchiano!) e così preferiamo concentrare le nostre capacità, know-how e risorse su parti veramente critiche come woofers, cablaggio interno o i componenti passivi dei nostri crossover.
Folia, il nostro modello entry-level, è l'applicazione in toto di questa filosofia: un cabinet semplice, con una finitura a singolo strato, l'utilizzo di un woofer in carta al posto di uno in fibra di carbonio, un cestello in ABS al posto di uno in Zamac, combinato con componenti di elevata qualità. Il driver è un discendente diretto di quello utilizzato per i modelli Abscisse e Cantabile, con la stessa bobina mobile con supporto in Kapton, lo stesso speeder ventilato, e lavora accoppiato con lo stesso tweeter a cono in seta che viene utilizzato dalla Cantabile Suprême...in breve, il meglio è tenuto ben nascosto, ma si può sentire molto bene!

LC >
7) Crediamo che l'anello debole di un qualunque sistema HiFi sia il diffusore (e la sua interazione con l'ambiente) mentre molti audiofili ancora focalizzano la loro attenzione su componenti meno importanti come gli amplificatori o i cavi (!!!). Cosa pensa del moderno approccio ai problemi di acustica ambientale per via digitale (correzione DSP)?

JCR >
Ottimizzare ampiezza/frequenza non può risolvere tutti i problemi acustici di una stanza d'ascolto. Anche se le tecniche di misura e i processi digitali fanno progressi significativi, la realtà e le leggi della fisica non possono essere scavalcate. Il tempo di riverbero di una stanza non può essere abbreviato per via di una correzione digitale. Questo è uno dei punti più delicati nell'accoppiamento tra diffusore e ambiente. Il problema può essere affrontato meglio con un diffusore che abbia una veloce risposta all'impulso e un buon smorzamento piuttosto che con un cattivo diffusore aggiustato con una correzione digitale. Un diffusore scadente non potrà mai suonare meglio, indipendentemente da quanto buona sia la correzione digitale! Potresti ottenere curve di risposta e valori numerici migliori e persino una migliore linearità ma la risposta all'impulso sarà peggiore. Non ci sono misteri: la buona cucina parte da buoni ingredienti...

LC >
8) Quali sono, secondo lei, le aree dove è possibile aspettarsi miglioramenti più significativi grazie alla tecnologia? I diffusori moderni, più o meno, utilizzano le stesse tecnologie di 50 anni fa. Per esempio, ritiene che un diffusore attivo, controllato via DSP, possa rappresentare un passo avanti significativo?

JCR >
Naturalmente! Sono persuaso che questo sia il futuro. Sempre più diffusori attivi controllati via DSP appariranno sul mercato nei prossimi anni. È da tempo che mi interesso di questa nuova tecnologia e per gli ultimi quattro anni ho lavorato su un progetto di sistema digitale. Il progresso, lo sviluppo e la performance computazionale abbinati con il sampling digitale a frequenze molto elevate consentono risultati impressionanti, rispettando la musicalità senza appiattire o deturpare il suono.
Il crossover passivo di un diffusore tradizionale è ancora il punto debole. Le caratteristiche variabili che dipendono dalle frequenze e dalle perdite di collegamento rappresentano sempre dei problemi per gli amplificatori, che vedono le caratteristiche del carico variare da resistivo a capacitivo...In breve tutto questo richiede molta corrente e una gamma dinamica molto ampia, con il rischio di perdita di informazioni musicali nel suono riprodotto.
Un diffusore filtrato a monte dell'amplificatore è semplicemente irriconoscibile se confrontato con il suo simile passivo dotato di crossover tradizionale....più dinamico, dettagliato, con una resistenza meccanica superiore, un miglior controllo, e una più corretta emissione in fase. In teoria, tutto produce risultati superiori. Tuttavia, ciò non significa che ogni altoparlante andrà bene all'interno di un qualunque cabinet e potrà dare ottimi risultati. Ancora una volta, infatti, l'ascolto è essenziale. Mentre le misure offrono risutati soddisfacenti, la realizzazione finale impone ancora grosse difficoltà. Le emozioni e i timbri sono fragili e devono essere riprodotti con delicatezza e rispetto. Questo richiede tante ore di affinamento e di miglioramento di tutti i parametri...esattamente come si farebbe con un diffusore passivo tradizionale. In particolare, per le amplificazioni utilizzate in un diffusore attivo è importante la qualità di tutti i componenti, il cablaggio e persino la realizzazione meccanica contribuiscono al rispetto della naturale riproduzione di tutte le tonalità.
In ogni caso, per quanto spettacolari i risultati possano apparire, dobbiamo aspettare prima di rilascare la versione definitiva dei nostri progetti...la musicalità e l'emozione sono rilevanti per me e non solo i dB!

LC >
9) Una delle sfide più importanti per il nostro settore è quella di riuscire a coinvolgere le nuove generazioni nell'ascolto di buona qualità. Mantenere i prezzi bassi e gli oggetti semplici è certamente un buon punto di partenza. Tuttavia, forse il mondo dell'HiFi dovrebbe trovare nuovi modi per progettare e commercializzare oggetti interessanti e attraenti per i giovanissimi. Quali sono le sue opinioni in merito?

JCR >
È abbastanza vero ma, per quanto paradossale possa sembrare, credo che l'opposto sia altrettanto vero. L'effetto di avere a disposizione una libreria digitale sconfinata sempre a disposizione modificherà i gusti e i desideri dei giovani verso la musica. Secondo me, dobbiamo mettere le cose nella giusta prospettiva. Quando ero adolescente possedevo un centinaio di LP e centinaia di cassette. Non era questo il caso dei miei amici e io mi sentivo un privilegiato. Oggi la musica - parlando in senso generale - non ha limiti tangibili e può essere ascoltata da chiunque, in ogni momento, ovunque.
Non voglio essere frainteso ma ritengo che persino gli MP3 siano di qualità superiore alle cassette che avevano noi da giovani, non credi? Credo ci sia una vecchia mania in questo settore: tutti sono convinti che prima le cose fossero migliori...io preferisco dire che l'HiFi proceda di pari passo coi tempi, perché le modalità con le quali la musica è fruita al giorno d'oggi non tornerà più indietro...

LC >
10) Ci racconti qualcosa dei piani futuri per i prodotti JMR...

JCR >
Un marchio come JMR ha il suo futuro nell'idea che il buon suono e la buona musica debbano essere condivisi con il più ampio pubblico possibile. Giovani e meno giovani, audiofili o non audiofili. Non desidero che la JMR cresca, desidero soltanto essere in grado di produrre diffusori che seguono i gusti delle persone, regalando loro emozioni vere, il più a lungo possibile. Come disse Debussy: "La musica non regala emozioni, la musica è emozione". Lavorare come lavoro io, per il divertimento delle persone, è qualcosa di veramente affascinante e sono emozionato dal fatto di poter vivere di questa passione. Spero di poter andare avanti in questo modo per lungo tempo, esattamente come fece mio padre da 50 anni a questa parte. In questo modo potrò cullare il sogno del bel suono che abbiamo condiviso per tanto tempo.

Cortesemente Jean Claude Reynaud per TNT-Audio.

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