LC >
Thor Audio è un nuovo sfidante nel mercato dell'HiFi valvolare. Quando hai iniziato questo progetto?
PM >
La Thor ha ufficialmente aperto i battenti nel Gennaio 1996, ma noi ci eravamo già messi all'opera a pieno ritmo da tre anni solo progettando la linea dei futuri prodotti.
Due erano le idee guida di ogni nostra attività in quel periodo.
1: se stavamo ralizzando "solo un'altra" linea a valvole, allora a che pro farlo? 2: In questo mercato ti è dato UN SOLO tentativo. Con questi due pensieri in testa dovevamo far bene i nostri compiti a casa.
La linea doveva essere il massimo che eravamo in grado di produrre. Debbo dire, col senno di poi, che sopravvivere negli anni '90 senza veri profitti per tre anni e prosciugare i propri risparmi, e contemporaneamente rifiutare le proposte di due investitori che nel frattempo ci erano pervenute, è stato un vero e proprio "atto di fede".
LC >
La Thor Audio progetta dei componenti piuttosto originali e rivoluzionari usando la tecnologia delle valvole. Quali sono, secondo te, i maggiori vantaggi di questa tecnologia al confronto con quellla tradizionale a stato solido?
PM >
A dire il vero, il nostro primo componente è stato un preamplificatore a stato solido con ingressi linea e phono. Era molto buono, ad avrebbe potuto ben figurare nel mercato, ma, mi ripeto, "bene" non era il nostro obiettivo.
Debbo puntualizzare che, per ragioni di età, sono stato allevato a valvole, con i McIntosh, i Fisher, e i prempli/finali in scatola di montaggio di Eico/Heat. Con l'inizio della resurrezione delle valvole nell'audio high end, pertanto, sono solo stato più che felice di potere iniziare dei progetti che ne facessero uso.
Potevo unire il mio suono preferito ai migliori componenti attivi e passivi disponibili ai giorni nostri, e quindi potevo superare quei difetti del suono valvolare del tipo "troppo calore/niente bassi", e contemporaneamente essere a capo di una delle prime aziende di successo dell'emergente "ondata valvolare".
A quel punto, non c'era alcuna ragione per credere che non saremmo riusciti a fare un prodotto basato sulle valvole, veloce e dettagliato come uno a stato solido, ma che avrebbe ontologicamente evitato tutto quel tipo di dettaglio "sparato in faccia" di certi componenti a stato solido dell'epoca, rimanendo, al contempo, realmente musicale nella resa sonora.
Non mi aspettavo che sviluppare la linea ci avrebbe preso il tempo che ci abbiamo messo, e non eravamo certo dei nomi "storici" della valvola, ma mi sono reso conto che avevamo preso la decisione giusta dopo che iniziai ad ascoltare i nostri prodotti sin dalle prime versioni sotto forma di prototipo.
LC >
La forma segue la funzione. Questo sembra essere il vostro credo. Ci puoi spiegare perchè un contenitore torico (a ciambella, cioè) suona meglio di uno di forma tradizionale?
PM >
La prima cosa su cui ci siamo concentrati già dopo i primi circuiti di base è stato eliminare uno dei problemi tipici: sostituire con frequenza le valvole. Una "rampa" temporizzata di tre minuti per B+ ed i filamenti avrebbe fornito alle valvole una confortevole accensione dolce, ma come la potevamo mettere con l'altro tipico problema del DOPO accensione: il calore?
La risposta ovvia era il montaggio verticale, con quanta più aria possibile attorno alle valvole, ma che dire di una soluzione che consentisse un'aria completamente libera? Ciò avrebbe significato niente telaio superiore, per lasciar fluire il calore.
Ma avrebbe anche significato che le valvole andavano schermate lungo tutti i lati, per evitare che campi elettromagnetici (correnti alternate e disturbi a radiofrequenza) le inquinassero con le loro interferenze - magari la schermatura poteva realizzarsi con un elemento circolare che le circoscrivesse.
Fatto ciò, ci si presentavano gli zoccoli delle valvole che sorgevano da un piatto di alluminio (ma legato con una percentuale di rame sufficiente ad ottenere una buona reiezione dei disturbi a radiofrequenza) dal diametro di 6 1/2".
Le valvole furono quindi posizionate in posizione verticale, protette da un disco e dal un cilindro costituito dallo stesso materiale. Avevamo costruito quindi il primo embrione
della nostra tipica struttura.
Che tipo di chassis avrebbe potuto accettare questa sorta di costruzione piuttosto inusuale? Il solito cabinet rettangolare con un foro al centro?
Continuai le mie ricerche sulle forme cilindriche e circolari in generale e scoprii che all'interno di un cerchio tutte le vibrazioni tendono a convergere tutte verso il centro, cancellandosi l'un l'altra.
Questo fatto eliminava d'un colpo un altro dei più grossi problemi delle valvole: la sensibilità alle vibrazioni. Il successivo cabinet fu una conseguenza immediata: avrebbe dovuto essere anch'esso circolare. Ecco quindi il perchè della forma torica.
Così lo chassis diventò definitivo in produzione e per migliorarlo ulteriormente abbiamo aggiunto oltre 5 kg di materiale smorzante nella parte interna del coperchio superiore. Questo ha contribuito non poco ad eliminare ulteriormente tutte le vibrazioni, migliorando l'immagine tridimensionale ricreata e consentendoci la performance in gamma bassa per la quale sia conosciuti.
Piuttosto incuriosito di capire quanto di questo risultato fosse da addebitarsi al tipo di cabinet rimossi il tutto e lo installai in un cabinet tradizionale, di tipo rettangolare, ancora con la stessa quantità di materiale smorzante, piedini etc.
La differenza fu sorprendente, il 10-15% del suono era semplicemnete merito del cabinet toroidale.
LC >
Molti pre e finali moderni a valvole sono progettati utilizzando vecchi schemi (tipo Williamson ed altri) e molti progettisti HiFi ritengono che tali schemi siano insuperabili.
Credi che ci sia ancora spazio per schemi non convenzionali utilizzanti valvole termoioniche? Puoi dirci qualcosa circa gli schemi utilizzati nei prodotti Thor Audio?
PM >
Sebbene la spiegazione per il nostro "soundstage" strutturato su vari livelli, preciso ed a fuoco è nascosta in qualche modo all'interno di un nuovo circuito piuttosto poco ortodosso e non convenzionale, brevettato dalla Thor Audio ed utilizzato in tutta la nostra linea di elettroniche, confesso che gli schemi di base dai quali sono partito sono quelli dell'età d'oro delle valvole.
La cancellazione del rumore via circuiti differenziali, bassa impedenza d'uscita grazie a
cathode followers etc. sono stati usati per anni e non vedo alcuna ragione per "re-inventare la ruota".
Tuttavia, secondo me, il suono complessivo è più legato ad altri aspetti che spiego nella risposta successiva.
LC >
Ci sono molte cose che possono influenzare (e migliorare) le prestazioni di un componente audio a valvole: componenti passivi, cablaggi, qualità delle valvole, layout circuitale, costruzione meccanica etc.
Quali sono, secondo te, le cose più rilevanti ed influenti per un buon risultato?
PM >
Io credo che qualunque cosa possa produrre effetti udibili. Di tutte le innumerevoli esperienze in questo senso che abbiamo fatto durante la progettazione e la realizzazione dei primi prototipi, la più interessante è quella che ci accadde dopo che il primo stadio linea fu completato.
Per risparmiare il considerevole tempo e spesa dell'avere una scheda madre costruita da una industria per computers, con le innumerevoli versioni in fase di prototipo che sarebbero state necessarie durante le fasi di sviluppo, decidemmo di costruire tutto da noi.
Queste main boards erano costruite in casa utilizzando film fotografici esposti ad una lampada UVA, forati e successivamente staccati dalla scheda. Usammo poi un processo di stagnatura per evitare che il rame delle piste si ossidasse. Dopo una dozzina di boards eravamo riusciti ad ottenere il suono che stavamo cercando!
Quando la versione definitiva delle schede fu realizzata, eravamo pronti per farle realizzare da un terzista esterno che produsse in verità un bel lavoro.
Prima di proseguire devo sottolineare che tutti i nostri apparecchi sono cablati in aria. Ogni sezione attraversata dal segnale audio è connessa tramite cavi schermati singolarmente e tutti i condensatori sono saldati da un pin all'altro della valvola, lasciando meno di 3 cm COMPLESSIVI di tratto di pista della scheda ad essere attraversati dal segnale audio.
Per questo motivo non ci aspettavamo alcuna significativa differenza nell'utilizzo delle schede realizzate in modo così professionale. Purtroppo, non appena ascoltammo il risultato sonoro fu immediatamente chiaro che tutta la magia del nostro suono era scomparsa!
Faccio osservare che i componenti usati erano esattamente GLI STESSI che erano stati saldati sulla scheda precedente, realizzata a mano da noi in fabbrica. Quindi quello che stavamo facendo era un vero confronto di tipo A/B, dove l'unico elemento diverso era la scheda del circuito (quella realizzata da noi e quella "pro").
Affascinati da questo curioso risultato chiedemmo al terzista di realizzare le schede in due modi diversi: una con un nuovo strato di stagno e l'altra senza solder mask.
Sorprendentemente l'aria tornò subito nel suono del nostro prototipo ma quel senso di delicatezza che stavamo cercando non era ancora al livello della nostra scheda home-made.
Il suono era un po' velato e senza vita, con un medio impastato e con le alte frequenze un po' stridenti.
Era sufficiente reinstallare la nostra scheda home-made per riavere tutta la magia del nostro suono.
Che questo potesse rappresentare o meno un fatto estremamente rivelatore non ho avuto tempo di indagare oltre, ma sin da allora le nostre schede ce le facciamo realizzare in rame nudo e poi noi procediamo al processo di stagnatura in fabbrica.
Abbiamo molti scatoloni di costosi e qualitativamente eccellenti condensatori, cavi, interruttori, stagno, connettori etc. che semplicemente non hanno superato le nostre aspettative. La selezione finale del nostro selettore d'ingresso espressamente realizzato per noi è stata estremamente costosa ed il componente scelto costa 8 volte tanto i selettori che si trovano su apparecchi hi-end di grande blasone. Ci sono voluti due anni per trovare il selettore giusto. Come vedi è una buona cosa prendersi del tempo all'inizio!
Perciò, in definitiva, ritengo che ci sia un effetto cumulativo nella scelta dei componenti attivi/passivi che può migliorare o distruggere il suono di un componente e di conseguenza il circuito o lo schema in sè può non significare molto.
Puoi anche cambiare un solo componente (magari un condensatore d'accoppiamento o nel filtro pi-greco) per ottenere un pre o un finale che suona in modo completamente diverso.
LC >
Qualche consiglio per gli amanti delle valvole che vogliono ottenere il nassimo dai prori apparecchi (modifiche, trucchi per estendere la vita delle valvole...)?
PM >
Una delle debolezze degli apparecchi a valvole è il problema delle vibrazioni. I nostri zoccoli per le valvole sono meccanicamente accoppiati al cabinet e non vibrano. Se dovesse accadere di notare un certo movimento dello zoccolo quando si sostituisce la valvola si può usare qualcosa tipo i "Top Hats" che dovrebbero minimizzare il problema.
Alcuni consigli generali che ho potuto sperimentare durante varie installazioni di diversi impianti:
LC >
Puoi raccontarci qualcosa sui nuovi prodotti della Thor Audio?
PM >
Ci sono alcune cose nuove che sono certamente meglio illustrate sul nostro sito e sono i finali mono TPA-30 da 30 watts, i TPA-150 (da 150 watts) e la nuova serie "100" di elettroniche (pre solo linea, pre linea/phono, pre phono e convertitori DAC).
La coppia dei TPA-30 ha debuttato al CES di Las Vegas lo scorso Gennaio e sono attualmente in produzione.
Utilizzano valvole EL 34 e sono progettati nello stesso cabinet dei nostri pre, con trasformatori etc. montati all'interno del toroide.
Le caratteristiche includono i controlli, accessibili comodamente dalla parte superiore dello chassis, per la corrente di bias ed uno strumento per misurare il bias stesso.
I finali mono TPA-150 sono costruiti dentro un massiccio toroide di 22 pollici (55 cm!) e pesano circa 50 kg l'uno. L'uscita è prevista per fine estate di quest'anno (99).
Una particolarità di questi finali mono è l'esclusivo counter delle ore effettive di utilizzo delle valvole, fornendo un'idea precisa di quando ci si avvicina al limite delle 2000 ore previste per questo ampli.
C'è un'altra feature che ci intriga parecchio: l'abbiamo battezzata Compu-bias. Una volta che il cliente trova l'equilibro ottimale del bias (un po' superiore, un po' inferiore rispetto al solito) il sistema Compu-Bias memorizza e tara l'amplificatore per quel particolare settaggio.
Questo procedimento consente una taratura ottimale del bias di ogni singola valvola e richiede una frazione del tempo altrimenti necessario per effettuare il set-up a mano ed è persino molto più precisa!
La nuova serie 100 invece è la prima linea con un occhio al prezzo. Utilizziamo gli stessi circuiti ma i componenti attivi e passivi, pur essendo dello stesso tipo e marca, sono di seconda scelta.
Lo scopo era quello di fornire i nostri apparecchi con un cabinet di tipo tradizionale e ad un prezzo più basso. Il loro suono è al 75% quello della serie top ma il prezzo è dimezzato. L'uscita ufficiale è prevista fra pochi mesi, tenete d'occhio il nostro sito per maggiori dettagli.
Grazie per il tempo che avete dedicato a leggere questa intervista ed un grande ringraziamento a Lucio per averci chiesto di essere parte di questo meraviglioso sito Web!
TNT-Audio ha pubblicato un'approfondita prova d'ascolto del pre di riferimento Thor Audio TA-1000 qualche mese fa (NdT).
Cortesemente Paul Marks per TNT-Audio.
Copyright © 1999 Lucio Cadeddu