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Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 21/5/2011 - 28/5/2011

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  1. Posizionamento dell'impianto
  2. Biamplificazione per JBL
  3. Sul vintage HiFi
  4. Ancora su Klipsch
  5. Primo impianto con 700 €
  6. Amplificazione per Sonus Faber
  7. Biwiring or not Biwiring
  8. Casalingo disperato
  9. Ho visto anche degli audiofili...infelici
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Posizionamento dell'impianto
Salve Lucio!
Sono Piero. Intanto complimenti per il vostro sito è veramente ben fatto e soprattutto, in questo sconfinato mondo dell'audiophile, riesce a togliere tanti dubbi e a dare tanti consigli.
Veniamo ai quesiti. Sono un felice possessore di:

Le casse e il piatto sono "il pezzo forte" di tutto l'impianto, vorrei sostituire l'amplificatore (magari vendendo amplificatore e tuner, con un accoppiata pre + finale). Io avrei visto: Io amo il Vintage ma, vorrei ottenere anche un bel suono (caldo bassi profondi ascolto molto Southern-rock e country-rock moderno con registrazioni dove, ahimè, spesso la dinamica è tirata al collo). Sicuramente il fascino estetico delle apparecchiature Marantz in questione è indiscutibile ma, non avendo la possibilità di provarle, vorrei sapere da lei, come suonano e se, sono adatte alle mie Parva e all'idea di suono che ho in testa.
C'è da dire che in giro il 250 si trova sui 500-600€ e circa 300€ dagli USA, il 3300 invece intorno ai 500 €. Vale la pena spendere 1000€ per questa accoppiata? Aggiungo solo che ho trovato un "Marantz Thirty" del 1970 per 300€ da utilizzare come pre per il 250. Che ne pensa?
In alternativa? Può suggerirmi qualche modello di pre e di finale di marca NAD e Rotel da spendere intorno ai 500€ pre + finale? Su EBAY ci sono un NAD 214 in asta a 250€ al momento e sempre un NAD 912 a 150 € al momento. Ho visto che del NAD 214 in una vostra recensione, ne avete parlato bene. Sono modelli apprezzabili?
Un ultimo quesito: ho provato le Parva con diversi amplificatori ma, con tutti, riscontro una carenza nelle frequenze basse, ciò può essere dovuto al cattivo posizionamento? Le allego una foto della stanza.
P.S. le confesso che utilizzo con grandissima soddisfazione le mie Parva come monitor di referenza (spesso mi diletto nel registrare miei brani o di gruppi di amici) e i vecchi monitor SAMSON li ho tranquillamente rivenduti.
Grazie per la consulenza,
Piero - E-mail: patp18 (at) libero.it
[Impianto mal posizionato]

LC
Caro Piero,
quando ho visto la foto ho inizialamente pensato a uno scherzo da primo aprile in ritardo. Leggendo con attenzione, invece, sembra che sia tutto incredibilmente vero. Come si possano usare dei diffusori come le Parva in questo modo è un grande mistero, ma altrettanto misterioso è come possa il giradischi suonare decentemente posizionato su un mobile che, con la cassa così vicina, sicuramente risuonerà come un tamburo. E, a proposito di tamburi, ce ne sono un po' troppi vicino alle casse, contribuiscono senz'altro a un grande pasticcio sonoro. Parlare di qualità e di HiFi in queste condizioni esula dal mio più grande sforzo di fantasia.
Chiaramente, ognuno è liberissimo di farsi del male come crede, di mettere gomme slick a un Land Rover Defender (perché QUESTO è ciò che hai fatto) ma, almeno, che si eviti la solita captatio benevolentiae che apre sempre puntualmente tutte le lettere che riceviamo: lode a TNT-Audio che aiuterebbe a sciogliere tanti dubbi, a fornire spunti utili e così via, è sempre la solita solfa. Non è mica obbligatoria, sapete, per ricevere consulenza. Infatti, è abbastanza evidente che tu non abbia letto neppure una pagina delle
FAQ di questo sito, neanche uno straccio di articolo su come posizionare l'impianto e i diffusori. Non c'è niente di male, ma almeno evitiamo l'ipocrisia di fingervi fedeli lettori. Siamo adulti e vaccinati e se c'è una cosa che ci irrita oltremodo è l'inutile piaggeria. Sappiamo farne a meno, fatelo anche voi. Avete bisogno di sapere cosa comprare? Chiedete e amen, risparmiamo tutti quanti banda e tempo preziosi.
Tutto ciò premesso, che vale per te e per tanti altri in situazioni analoghe, posso tranquillamente dirti che, stando così le cose, con quei diffusori utilizzati in maniera del tutto fuori luogo (in tutti i sensi) non dovresti neppure porti il problema dell'amplificazione: un qualunque aggeggio funzionerà benissimo (anzi, malissimo). Fai però attenzione che il vintage può essere bello da vedere ma costoso da gestire e, tipicamente, suona peggio di qualcosa di più moderno di pari prezzo, magari ancora usato.
Per l'uso/abuso che fai dell'impianto io ci vedrei bene due casse attive tipo Genelec o simili: in un colpo solo risolveresti tutti i problemi di amplificazione, basse frequenze e, magari, posizionamento. Le Parva non sono state progettate né per essere posizionate così, né per fare da monitor da battaglia né per stupire coi bassi. Sono diffusori delicati per fini intenditori, che meritano e pretendono attenzione e rispetto.
Se proprio desideri tenerle e continuare a violentarle in quel modo, pensa a un integrato recente, di buona potenza, dotato di ingresso phono: sia Rotel che NAD che Harman Kardon ne hanno realizzato diversi, in questi anni. Inutile spenderci tanti soldi, con le casse e l'impianto così posizionati non avresti possibilità alcuna di percepire differenze.
Perdonami per la brutalità, ma talvolta un secchio di acqua ghiacciata è il modo migliore per svegliarsi da un brutto sogno :-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Biamplificazione per JBL
Gentilissimo Sig. Lucio. Grazie per il servizio che offre. E' la terza volta che mi rivolgo a Lei in un mese, e non è un caso. Quello che mi ha stupito è che, spaziando per il net in cerca di risposte sull'alta fedeltà, alla fine mi ritrovo sempre a restare stupito dalla chiarezza con cui, attraverso le Vostre "pagine", molto venga spiegato con facilità che non riesce a tante altre realtà rintracciabili nel net. Ho letto con particolare attenzione l'articolo
Monografia sul biwiring, biamping, multiamplificazione a Sua firma, datato 1999, e ho scoperto come utilizzare al meglio i due canali "A" e "B" del mio finale Yamaha M-2 con i miei ottimi diffusori JBL 4343B monitor. La passione per l'Alta Fedeltà vive di ascolti e di esperimenti alla ricerca di sempre migliori ascolti. Presto, per motivi di lavoro, dovrò abitare in due case.
Quella che è in costruzione avrà a disposizione una taverna dove le voluminose e generose JBL potranno trovare una collocazione più adeguata per esprimersi e dove, oltretutto, mi sarà permesso (dalla moglie) di curare l'ambiente con soluzioni atte a migliorare l'acustica (penso a bass traps autocostruiti, tappeti pesanti e altri accorgimenti). In quell'ambiente finirà certamente l'attuale impianto. Nel frattempo, sto cominciando a reperire sul mercato dell'usato un secondo impianto per l'abitazione che dovrò abitare per lavoro.
Ho cominciato con il reperire un amplificatore integrato ibrido valvole/mosfet Lector VFI 70 MM (anno di fabbricazione 2000) che mi sta molto soddisfacendo. Ciò che ho anticipato serve a chiarire quanto segue. Nella Sua monografia viene spiegato come ottenere una multiamplificazione attiva, e ciò ha acceso alcune lampadine (valvole?) e soprattutto ha acceso la voglia di sperimentare alla ricerca di nuove emozioni all'ascolto.
Vengo al dunque: le mie JBL 4343B a 4 vie sono predisposte alla multiamplificazione attiva. Nella scheda tecnica c'è scritto che possono essere pilotate da crossover attivi JBL 5233 o 5234 o anche da generici crossover. In effetti, il caro amico che me le ha vendute nel 1990 le pilotava con due finali Yamaha M-2 e con un crossover italiano Cabre e ricordo che suonavano divinamente. Vorrei, ora, pilotare le frequenze basse con il Yamaha e le frequenze medie ed alte con un finale valvolare. Schematizzo le domande che seguono, per agevolarLa nella risposta.

  1. Ho provato in negozio, col mio preamplficatore AGI 511 (che suona ancora benissimo!) un finale usato 2003 Tube Technology Unisis 35 + 35 w. (non in classe A) e mi è veramente piaciuto molto il suono. In un pezzo jazz (Crimson Jazz Trio – 21st Century Schizoid Man ovviamente una cover) ho distinto veramente le spazzole sui piatti, mentre con altre prove e altri valvolari anche monoblocco più costosi, non ho avuto questa piacevole impressione. Quello che preoccupa, in un impianto biaamplifcato, è come possano comportarsi un amplificatore Yamaha 200 + 200 w per i bassi e un amplificatore con soli 35 + 35 w. per i medi e gli alti. Potrebbero convivere con un corretto equilibrio?
  2. Ho letto recensioni molto negative sui crossover attivi JBL 5233 e 5234, che sarebbero specifici per gli altoparlanti che utilizzo. Lei li consiglierebbe ugualmente, visto che sono perfettamente interfacciabili, o potrei comunque cercare qualche altro crossover?
  3. Mi consiglierebbe un crossover attivo analogico o digitale? Qual'è la differenza?
  4. Cosa è la "52-5140 Crossover card, required for the low frequency trasition of the 4343B." che è riportata nelle "Specification" della scheda tecnica delle JBL che è richiesta insieme ai crossover attivi per la bi-amplificazione?
Le porgo i miei più sentiti ringraziamenti per le risposte su TNT alla mia di due settimane scorse e per l'attenzione che eventualmente deciderà di dedicare a questa mia ulteriore mail. Marcello - E-mail: digitoergosum (at) yahoo.it

LC
Caro Marcello,
in tutta sincerità lascerei perdere la costosa e complicata strada della multiamplificazione e concentrerei ogni sforzo su un'amplificazione singola ma di maggiore qualità. Le biamplificazioni con finali diversi, poi, sono una strada pericolosa e complicatissima, prima di avventurarvicisi io valuterei bene la possibilità di imparare a conoscere meglio il suono dei tuoi diffusori con una singola amplificazione, migliore. Già il fatto di aver apprezzato molto il suono dei tuoi diffusori con un più recente amplificatore a valvole la dice lunga sui margini di miglioramento.
Il mio consiglio va pertanto nella direzione che porterebbe alla massima semplificazione dell'impianto: un solo finale anzi, azzardo, un solo integrato di qualità al di sopra di ogni sospetto, e risolvi un sacco di problemi. Puoi provare le valvole, certamente, ad esempio gli integrati di media potenza di Conrad Johnson, Jolida, Opera Consonance e Audio Research, ma io punterei a un buon stato solido. Bisognerebbe stabilire un budget però, prima di poter fare nomi precisi.
Per quanto riguarda il crossover elettronico, tieni conto che quello digitale, di norma, agisce in dominio...digitale, quindi potrebbe funzionare soltanto attraverso l'uscita digitale di un lettore CD. Oppure dovrebbe convertire il segnale analogico in digitale (A/D), tagliarlo secondo le varie frequenze e riconvertirlo in analogico (D/A). Quello analogico invece funziona collegato in uscita dal preamplificatore, prima dei finali.
Continuo comunque a ritenere, nella tua situazione attuale, che la biamplificazione passiva sia una complicazione inutile. Diventerebbe sensata soltanto dopo aver provato a spremere tutta la performance possibile dai tuoi diffusori con un'amplificazione all'altezza.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Sul vintage HiFi
Gentile Lucio Cadeddu,
preliminarmente ti faccio i complimenti per il tuo modus operandi, la tua onestà intellettuale, il tuo rigore scientifico....ma soprattutto per l'ironia che serpeggia nelle cortesi risposte che rendi ai tanti appassionati che "affollano" la Rubrica della Posta.
Vorrei renderti partecipe di alcune mie riflessioni sul fenomeno Vintage-Hi Fi, in quanto spesso mi diletto a spulciare le relative offerte presenti su Ebay, dove vengono proposti elementi d'epoca a prezzi da capogiro! Modesti/onesti ampli made in Japan che - per il sol fatto di avere un'estetica accattivante e trenta/quaranta anni di vita - sono messi in vendita anche a 4/500 €uro e.....regolarmente acquistati dal nostalgico di turno.
E mi riferisco anche al singolare "fenomeno Grundig" e alle conseguenti proposte di componenti Hi-Fi con fantomatiche "caratteristiche" CCI..... CGL, CISL o UIL!! Ma questa è tutta un'altra storia......
Personalmente credo che il fenomeno Vintage sia da mettere strettamente in relazione alla nostra (talvolta inconscia) voglia di tornare indietro nel tempo; ragion per cui, per pura suggestione, crediamo che gli impianti di trent' anni fa suonino meglio di molti "colleghi" contemporanei.
Dico ciò per esperienza personale, dal momento che ho due impianti distinti: uno moderno ed uno semi-vintage. Il nuovo è composto da amplificatore e lettore cd Denon (casse Indiana Line Arbour 504) e l'altro da un ampli JVC Ax2 con tuner dell'epoca, a cui ho collegato un lettore cd Harman Kardon e casse Indiana Line Tesi 404. Ebbene, io sono convinto che l'impianto semi-vintage suoni decisamente meglio, sebbene l'ampli in questione abbia trent'anni di onorato servizio e (udite, udite...) sia dotato di equalizzatore integrato a cinque bande e psichedelici Vu meter a led !!
Ho riflettuto seriamente sulla circostanza allorquando, avvicinando il naso al JVC (per verificarne la temperatura!!), ho sentito lo stesso "profumo" di trent'anni fa dell'ampli che scalda !! Diamine, ho scoperto di ascoltare la musica non con l'udito, ma con ....l'olfatto!!!
E già, trent' anni fa! Quando per essere felice bastava metter su Making Movies degli amati Dire Straits e vedere le casse ansimare sotto i colpi di Mr. Loudness coadiuvato dall'equalizzatore di cui sopra!! In realtà io credo che la stragrande maggioranza dei prodotti moderni "suoni" meglio dei colleghi di trent'anni fa (con le dovute ma pochissime eccezioni del caso) e che il fenomeno Vintage sia l'ennesima speculazione di scaltri commercianti, i quali fanno leva sulla componente romantica che inebria l'acquirente di turno.
Un caro saluto da un semplice appassionato di Musica e di bici da corsa (grazie alle italiche strade la mia clavicola destra grida ancora vendetta.....)!!
Ti stimo molto per ciò che fai e soprattutto per come lo fai!
Grazie per l'attenzione che vorrai (se vorrai...) dedicarmi.
Alberto - E-mail: albertoianniello (at) virgilio.it

LC
Caro Alberto,
non ti sarà sfuggito un mio recente
editoriale dedicato alla follia del vintage, nel quale puoi ritrovare gran parte delle tue osservazioni e considerazioni. Non ho molto da aggiungere a quanto allora osservato ma non posso non sottolineare il fatto che anche tu caschi nella trappola definendo vintage un impianto per il solo fatto che al suo interno ci sia un vecchio amplificatore! Il resto dell'impianto (OK, tuner a parte) mi pare composto da oggetti assolutamente moderni. In pratica, il tuo è un impianto moderno con un amplificatore vecchio e neppure tanto, visto che è datato anni '80. Cerchiamo di inserire le cose nel giusto contesto, mi pare un po' presto per affermare che un apparecchio degli anni '80 sia vintage. Di questo passo, fra 4 o 5 anni, saranno considerati vintage gli apparecchi degli anni '90!
Diciamo che, per amor del vero, il vero vintage è quello degli anni '50 e '60, già gli anni '70 possono essere considerati modernariato...gli anni '80 rappresentano solo roba...vecchia, magari validissima, ma solo vecchia :-)
Per ora. È abbastanza normale che chi vende cerchi di far leva sui nostalgici ricordi di gioventù dei 40enni di oggi, però dovrebbe essere altrettanto normale immaginare i 40enni di oggi persone con un minimo di buonsenso, dato almeno dall'età che avanza...! Anch'io mi son riempito uno scaffale con apparecchi degli anni che furono, apparecchi desiderati e inarrivabili allora, acquistati oggi (anzi, ieri, prima del boom del vintage) a prezzi ridicoli, alcuni sono pure ben suonanti secondo gli standards attuali. Sono belli da vedere, da collegare ogni tanto (sempre più raramente) ma è solo un gioco, e spesso si è trattato di oggetti strappati per poche lire a un destino poco onorevole.
In conclusione: va bene tutto, tranne la speculazione e l'infantile convinzione che le cose buone di una volta non esistono più.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ancora su Klipsch
Caro Lucio, sono lieto di darti feedback riguardo ai miei primi esperimenti in campo HI-FI. Come ti scrissi qualche mese fa ho acquistato (incautamente, forse) una coppia di Klipsch RF82. Dopo un impressione molto positiva in sala demo, non avevo poi ritrovato con le mie elettroniche (Technics SUV90D, musica suonata con PC) un suono soddisfacente. L'esperienza di ascolto risultava, in due parole, confusa ed affaticante anche se io non ho assolutamente l'esperienza per fare considerazioni più di tanto approfondite sul suono. Poi, grazie alle notizie che ho reperito attraverso il vostro bellissimo sito, ho scoperto l'esistenza del
Trends Audio che ho deciso di acquistare. Quindi, riassumendo ora il mio impianto è così configurato:

Ebbene, una volta collegato il Trends Audio al mio impianto sono rimasto sconcertato. La musica ora fluisce dolce e meravigliosa attraverso i miei diffusori. Tutto sembra al proprio posto, persino i bassi, che tanto mi hanno fatto dannare, sono finalmente controllati. Seguendo i tuoi consigli ho cercato anche di dare un poco più aria alle casse pur nei limiti del mio appartamento (circa 8 mt x 6 mt x 2,5 mt di altezza). Le ho distanziate dal muro posteriore di circa 55 cm, la cassa sinistra di 55cm dal muro laterale, distanziandole l'una dall'altra di circa 170 cm. Il mio punto di ascolto è posto a circa 250 cm. Non so se questa configurazione possa andare già bene...
Prima ho scritto tra parentesi - acquisto forse incauto - perché molte persone con cui ho parlato della mia passione quando hanno sentito il nome Klipsch hanno storto il naso apostrofandole come diffusori da supermercato o al massimo da HT.
Davvero Lucio ho preso una cantonata tanto grande a prendere questi diffusori? Io, lo ripeto, non ho nessun tipo di competenza ma al mio orecchio non suonano affatto male. Certo, non ho nessun metro di paragone con altre casse, per cui magari sbaglio.
Desidero chiederti una ultimissima cosa: leggo un po'ovunque che è indispensabile alimentare le elettroniche in modo adeguato, perché i trasformatori venduti con gli apparecchi non sono molto idonei, soprattutto quello del V-DAC. Fermo restando che non sono in grado di apportare alcuna modifica interna alle elettroniche e che preferirei non ricorrere all'uso di batterie, il tuo consiglio in questo senso quale può essere? Vale la pena questo upgrade? Con quali apparecchi?
Chiudo questa mia ringraziandoti, ovviamente, e spezzando una lancia a favore della tanto ultimamente dibattuta musica liquida. Ebbene, ho avuto modo di provare sul mio impianto un lettore CD MARANZ CD6000, per confrontarlo con la musica suonata dal mio PC. Per me non esiste paragone, la musica liquida, se correttamente importata e riprodotta, è superiore a meccaniche di fascia bassa come quella sopra descritta. Migliorano i dettagli, l'ampiezza sonora ed il coinvolgimento.
Con i (pochi, troppo pochi) file HD 192/24 che si possono acquistare in rete ho trovato la differenza ancora più sostanziale. Ecco, mi sono dilungato troppo. Ti chiedo scusa e ancora ti ringrazio per tutto questo!!
P.S. grazie per la segnalazione di YANNI, l'ho acquistato l'album e mi piace moltissimo!
Lorenzo - E-mail: m.lorenzo76 (at) gmail.com
[Impianto HiFi con Klipsch]

LC
Caro Lorenzo,
il buon vecchio TA2024 colpisce ancora eh? Diavolo d'un chip Tripath! Sono contento che finalmente tu sia soddisfatto del suono del tuo impianto, la distanza tra il Technics precedente e il Trends è obbiettivamente siderale.
La disposizione dell'impianto mi pare accettabile, anche se dalla foto sembra che le casse non siano allineate (una sembra più vicina alla parete posteriore rispetto all'altra) ma forse è solo un effetto prospettico della foto. Un passo avanti sarebbe quello di eliminare TV e componenti dallo spazio tra i diffusori, ma capisco che sia impresa tutt'altro che facile. Anche il tavolino in vetro tra diffusori e punto d'ascolto non mi piace molto ma trattasi di stanza adibita ad altri scopi, qualche compromesso bisogna pur accettarlo. Proverei anche a mettere dei piedini morbidi sotto ai diffusori, al posto delle punte o, anche, usare delle sottopunte in materiale gommoso. È un esperimento a costo quasi zero, considera che andrebbero bene anche dei grossi tappi di sughero, tanto per provare!
Per quanto riguarda l'alimentazione delle elettroniche io lascerei cantare gli audiofili impallinati. Maledico il giorno in cui ho consigliato di alimentare il T-Amp con un alimentatore esterno Zetagi...da allora è stato tutto un fiorire di alimentazioni fantasiose messe un po' ovunque, anche alle radiosveglie. Certo, si può migliorare qualcosa, ma bisogna sempre valutare se il gioco valga la candela oppure no. Alcune alimentazioni switching vendute di serie con gli apparecchi sono meno malvage di quanto si pensi.
Per quanto riguarda i denigratori del marchio Kipsch, si tratta di analfabetismo audio vero e proprio o, peggio, di analfabetismo di ritorno. Klipsch è un nome storico che ha fatto la storia dell'alta fedeltà, diffusori come i Klipschorn, i Cornwall, le La Scala esistono da prima che i moderni denigratori nascessero e continuano ad essere prodotti oggi, costituendo, ora come allora, delle pietre di paragone con le quali - relativamente ad alcuni parametri (realismo, dinamica, impatto) - tantissimi Costuttori high-end devono ancora confrontarsi. Che le serie più economiche non possano replicare i fasti di questi giganti è ovvio ma da qui a dire che Klipsch non sappia costruire diffusori HiFi il passo è veramente azzardato.
Consiglio, a questi esperti dell'ultima ora, di ascoltare una coppia di Klipschorn - vecchie o nuove, non importa - correttamente pilotate (bastano un paio di watt per spettinarsi). Ci sono buone probabilità che dopo un'ora non riusciranno più ad ascoltare il suono inscatolato dei loro diffusorini high-end.
Infine, sono contento che ti sia piaciuto il disco di Yanni, altri lettori mi hanno scritto solo per ringraziarmi della segnalazione. Dopo decenni nei quali le riviste HiFi consigliavano sempre i soliti, intollerabili, quattro dischi audiophile fatti di secchielli del ghiaccio che rotolano, di suoni effimeri, di efebiche voci di slavate cantanti femminili accompagnate da uno strumento uno...è ora che le persone inizino a scoprire, anche attraverso una rivista HiFi, cose magari insolite ma certamente non noiose. Musica vera, insomma, per il cuore e le orecchie, non per impianti HiFi.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Primo impianto con 700 €
Gentile direttore,
so di chiederle di sprecare un po' di tempo a rispondermi, ma credo che la domanda che sto per farle interessi non solo me ma anche molte altre persone come me. Sono un ragazzo di 23 anni, e anch'io, come quasi tutti i ragazzi della mia età appartengo alla generazione mp3: iPod a passeggio, autoradio in auto, uno stereo compatto in camera.
E' evidente che non ho mai fatto molta attenzione al concetti di hi-fi, un po' per mancanza assoluta di tradizione familiare (in casa non abbiamo mai avuto un impianto di riproduzione musicale), un po' perché credo di non sapere che cosa mi sono perso fino a questo momento.
Capitato per caso sul vostro sito, sono rimasto a dir poco affascinato: in tutta sincerità avevo sempre percepito, nella mia totale ignoranza, il fatto che si potesse spendere più di qualche centinaia di euro per ascoltare musica né più né meno come una forma di stupidità. Mi chiedevo che cosa potesse mai cambiare tra un impianto da 2000€ e uno da 3-400. In un certo qual modo me lo chiedo tutt'ora, ma non più con tono pregiudiziale, anzi, con una immensa curiosità di provarla questa differenza. Fatto è che mi sono deciso: mi regalerò un impiantino di base (i soldi a disposizione, purtroppo, sono e restano pochi) che mi permetta di ricredermi sul concetto di musica che ho avuto per anni. Evidentemente fino ad adesso ho sentito musica senza mai poterla ascoltare.
Sulla base di quello che ho letto anche e soprattutto sul vostro portale, ho acquistato un giradischi (un Pro-ject Debut III), e stanno per arrivarmi delle Indiana Line DJ 308: spesa totale 460€. Ora però manca l'amplificatore, e, in tutta sincerità, non riesco a capire come sceglierlo. La spesa massima che mi sono prefissato è di 150-200€, e alla fine ho ridotto il cerchio a due soluzioni: la prima consiste nell'acquistare uno dei vari modelli di NAD 3020 sul mercato dell'usato, sul web, sperando di non incappare in un prodotto usato oltremisura o maltrattato; la seconda è prendere il Sonic T-Amp di seconda generazione e abbinarlo a quello che sul sito avete ribattezzato T-Preamp. Credo di aver capito che il suono del NAD sia molto affascinante e non stanchi, ma che sul piano dell'alta fedeltà musicale vinca nettamente il T-Amp.
Io probabilmente non ho orecchie così fini, ma non potendo permettermi di ascoltarli preventivamente o compro a scatola chiusa o mi rimetto al vostro consiglio. E infatti ve ne sto chiedendo uno. Quale delle due soluzioni, al medesimo prezzo, secondo voi è la migliore?
Ascolto principalmente musica rock, nelle sue varie declinazioni, e l'impianto dovrà essere posizionato, almeno per il momento, in una stanza di circa due metri per tre, con un'ampia finestra dirimpetto alla parete che ospiterà i diffusori. Spero di aver dato la maggior parte di indicazioni necessarie perché possiate esprimere un parere adeguato alle circostanze.
Ringraziando in anticipo la Redazione,
Luca - E-mail: l.favilli (at) yahoo.it

LC
Caro Luca,
mi fa piacere che abbia deciso di abbandonare per un momento la pod-generation e di rendere giustizia alla Musica: non c'è niente di male a usare l'ipod ma l'ascolto della Musica può essere ben più coinvolgente e fisico se effettuato con dei diffusori veri e un'amplificazione degna di questo nome. L'ipod, tra l'altro, può essere tranquillamente usato come sorgente, specie se si evita di suonarci file mp3 ad altissima compressione.
Va benissimo la scelta del giradischi, sebbene immagino tu non possieda LP, ma probabilmente non possiedi neppure CD e, a questo punto, da qualche parte bisogna pur cominciare! Un po' meno bene la scelta dei diffusori, dotati di un'impostazione sonora particolare (non a caso si chiamano DJ), avrei scelto qualche prodotto più generalista magari nello stesso catalogo Indiana Line. Tuttavia, quelli che hai scelto hanno una sensibilità dichiarata molto alta e questo ti consente di utilizzare un'amplificazione con pochi watt, i 6 metri quadri della stanza faranno il resto.
Con 150/200 €, per non complicati la vita con due apparecchi, due alimentatori e più cavi di segnale, potresti optare per un amplificatore tradizionale già dotato di ingresso phono. Nell'usato si trovano ottimi NAD, Rotel, Arcam, Cambridge che possono fare al caso tuo, senza andare a rischiare troppo in un vecchio NAD 3020, dalle quotazioni reali assolutamente...irreali. Ho dato un'occhiata veloce su Ebay e ho trovato tanta roba dei marchi citati, nell'usato recente (Rotel serie RA9xx o RA8xx, ad esempio). Non avranno la trasparenza di un T-Amp ma sono semplici, versatili, suonano bene e hanno potenza più che sufficiente. Anche un 20 /25 watt per canale, nella tua situazione, sarebbe assolutamente adeguato.
Cura al meglio il posizionamento dei diffusori, ricorda la regole del tweeter ad altezza delle orecchie dell'ascoltatore seduto.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Amplificazione per Sonus Faber
Salve direttore!
come va? sono Michele da Perugia! vi seguo sempre con interesse nelle vostre recensioni e nelle vostre guide all'usato. avrei una domanda riguardo un upgrade. Ho un impianto composto da:

È tutto di mediocre qualità tranne le casse che sono delle SONUS FABER - PARVA FM3. Vorrei sostituire tali componenti (tranne le casse ovviamente) rivendendo le attrezzature della Technics e comprando sempre qualcosa di usato ma che si avvicini ad un suono veramente "audiophile".
Ho scritto alla sonus faber e mi hanno risposto: "Per quanto riguarda l'amplificatore da abbinare, dipende molto dal budget a disposizione; in ogni caso, non lesinerei sulla qualità ma anche sulla quantità dei watt erogati, escludendo a priori i piccoli valvolari da 30-40 watt. Rimanendo quindi sugli amplifiactori a stato solido, la danese Copland e l'italianissima Audia Flight sono 2 case a cui rivolgersi con fiducia".
Ovviamente questi due brand, hanno dei prezzi troppo altri per le mie tasche. Cosa può consigliarmi partedo intanto dall'amplificatore? Rimanendo intorno a 200-300 usato? Qualcosa di vintage della NAD?
Io ascolto prevalentemente rock americano e anche cd che purtroppo hanno le dinamiche "pompate" al massimo.
Grazie mille,
Michele - E-mail: milep91 (at) libero.it

LC
Caro Michele,
deve essere la settimana delle Sonus Faber Parva...abusate! Ma che è successo? Una partita di Parva è stata immessa sul mercato a prezzi di realizzo? :-)
Trovo piuttosto strano che uno si ritrovi in casa diffusori così particolari (e, all'epoca, costosi) e poi sia costretto ad abbinarli a materiale, diciamo così, inadeguato. Concordo quindi con te sull'esigenza di migliorare le condizioni al contorno. Con la cifra a disposizione non è che ci sia da allargarsi tanto ma qualche buon integrato a stato solido si trova, partendo da NAD, Arcam e Audio Analogue, qualora cercassi di assecondare l'impostazione tendenzialmente calda e ambrata delle Parva, oppure considerando Rotel e Harman Kardon qualora volessi aggiungere un po' di brillantezza e di brio alla riproduzione. Nell'usato si trovano tante offerte di questi marchi per la cifra massima che hai indicato. Prova a dare un'occhiata e, se credi sia necessario, contattami nuovamente per operare insieme a te una selezione mirata delle offerte.
Approfitto di questa tua richiesta per allargare il discorso e fare un'osservazione generale, dalla quale estrapolare un consiglio che spero possa essere utile. Certi diffusori di nobile stirpe si possono reperire oggi a prezzi abbastanza contenuti ma questo non li rende automaticamente convenienti!
Infatti, essi continuano a restare esigenti in termini di partners e questo richiede che il budget a disposizione per il resto dell'impianto sia abbastanza elevato. Insomma, un po' è come pensare che si possa acquistare con poco un'auto d'epoca (a volte bastano poche migliaia di euro) e pensare di aver finito di spendere. In realtà il prezzo d'acquisto è solo una minima parte del budget necessario alla gestione dell'affare: costi di gestione, ricambi e cure particolari possono superare di almeno un ordine di grandezza il valore iniziale dell'acquisto (si spende all'inizio 2000 € e in poco tempo si scopre di aver bisogno di 20.000).
Capisco che la tentazione di mettersi in casa un prodotto esclusivo con pochi soldi possa essere difficile da controllare, ma bisogna sempre pensare al dopo e dunque preventivare spese successive (per il resto dei componenti o per eventuali ricambi) probabilmente non confrontabili con il prezzo d'acquisto iniziale dell'oggetto dei desideri.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Biwiring or not Biwiring
Gent.le direttore,
volevo, nei limiti del suo tempo, il suo parere riguardo due ipotesi di upgrade del mio impianto. Mi sono avvicinato alla musica liquida e posso dire che si possono ricavare soddisfazioni che una decina d'anni fa sarebbero costate un occhio della testa. Per farla breve il mio impianto è così composto:

Musica: Classica. Jazz, Rock, Pop.
Budget : Max 1.300 € per Ampli e cavetteria.
In questo momento utilizzo il tutto con buona soddisfazione in configurazione normale. Ma si sa che dopo un po', la voglia di sperimentare ti prende e quindi si cerca di migliorare con un po' di dinamica in più ed un po' più estensione agli estremi banda sopratutto sugli alti. Avrei quindi pensato di provare il biwiring cambiando inoltre il finale. Dopo varie valutazioni (non ultime quelle economiche) le ipotesi che mi sono venute in mente dopo varie letture su Internet sono due:
  1. Doppio finale TA2020 (Carlize 2 o Autocostruire T2020) + biwiring
  2. Integrato valvolare Bewitch 6550 da 60W Ultra Linear / 30W Triodo usato come Finale + biwiring
Chiaramente qualche dubbio ce l'ho altrimenti non avrei chiesto la sua opinione. Alla luce della sua esperienza anche se magari non ha provato tutte le apparecchiature che le ho elencate, le volevo chiedere:
  1. Ci sono degli evidenti squilibri sulla configurazione attuale, secondo lei?
  2. L'utilizzo del biwiring porterà i benefici attesi? Più con l'ipotesi 1 (a proposito non mi occorrono livelli di pressione altissimi) o con l'ipotesi 2?
  3. Per l'ipotesi 2 l'utilizzo in configurazione come finale di quel valvolare integrato, è secondo lei, una cantonata o lo ritiene praticabile senza controindicazioni?
Spero di non essere stato prolisso e la ringrazio anticipatamente per i chiarimenti che vorrà fornirmi.
Cordiali Saluti.
Antimo - E-mail: antimobattistoni (at) tiscali.it

LC
Caro Antimo,
vista la sala di 23 mq e i diffusori di piccole dimensioni la prima cosa che farei è sostituire questi ultimi con qualcosa di più generoso. Il tuo finale attuale consente già alle Concertino di esprimersi se non al meglio direi già vicino al limite delle loro possibilità, complicarti la vita e l'impianto con altri scatolotti e cavi non mi parrebbe sensato, il margine di miglioramento sarebbe minimo.
Io penserei a qualche dffusore da pavimento o a un bookshelf più muscoloso se proprio devi stare su diffusori da supporto. O, ancora, potrei pensare a un bookshelf di più alto lignaggio. Tanto per capirci, sto pensando a diffusori tipo le Diapason Adamantes, le Aliante One Zeta, qualche buon bookshelf Chario di alto livello, e magari ancora qualche modello Sonus Faber che non sia l'economico entry-level Concertino. Per dirla tutta io farei anche un passo ulteriore semplificando la catena di amplificazione con un integrato di qualità superiore a quella della tua coppia pre-finale. A questi livelli di prezzo la soluzione separata non è mai vincente.
Ancora, parli di biwiring ma quel che vorresti realizzare è un biamping passivo, la soluzione meno conveniente di tutte. Il biwiring consiste semplicemente nell'utilizzare due coppie di cavi, una per i woofer e una per i tweeter. Due amplificatori sarebbero uno spreco di risorse enorme, perché amplificherebbero comunque tutto lo spettro audio per poi essere tagliati dai crossover passivi dei diffusori.
No, proposta senz'altro bocciata :-)
Riassumendo: nuovi diffusori e, in seguito, un amplificatore integrato. Con il budget previsto e il credito accumulato dalla rivendita di tutto il veccho materiale riusciresti a mettere a punto una catena distante anni luce da quella attuale, più raffinata, musicale, trasparente e semplice da gestire.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Casalingo disperato
Caro Direttore,
Avevo un Bow-Technology Wazoo con dei diffusori T +A Talis. Li avevo scelti dall'ottimo Cherubini a Roma dopo tante prove di ascolto. Mi concentrai molto su qualche "ding" di triangolo di Cassandra Wilson e sui feltri del pianoforte di Diana Krall in "Case of you" (live in Paris). Forse per i puristi casse in alluminio sarebbero state da evitare ma io ho vissuto anni musicali felici. Tutta la gamma alta era brillante e credo ammorbidita dal Wazoo. I bassi presenti e fondi. Poi ho dovuto lasciare tutto. E dopo due anni di astinenza ho deciso di ricominciare con l'hifi.
Ho scelto delle Sonus Faber Auditor (non M) ed avevo un Rega Mira a cui le ho attaccate. Risultato: molto belle le casse, ma del contrabasso neanche l'ombra. Provato a mettere un subwoofer Antony Gallo, MC1, ma nonostante la comparsa del basso, pessimo risultato. Ora non sento i feltri del piano e nonostante un suono molto pulito sulla voce, sui piatti e percussioni alte... mi manca profondità, completezza immagine (termini impropri forse). Ora sono come un casalingo disperato.
Leggo Leggo e leggo e non capisco se devo cambiare i diffusori, comprati usati a 1800 euro e forse se li riprenderebbero, o prendere un buon ampli. Ma ... quale? Riprendermi un Wazoo mi intristisce. Dimenticavo, sono costretto a mettere le casse a un metro e mezzo di distanza (sui loro splendidi stand Auditor M) su un lato corto di una stanza 3,5 per 5 metri, in un ambiente senza tende, con bilaminato alle pareti, una sorta di pietra liscia (amalgama) come pavimento. So che dovrei andare con le mie casse ad ascoltare amplificatori.. ma mi daranno retta?
Dove mi oriento? Valvolare? Nuove casse da terra? La sorgente è un vecchio Pioneer pd 6100 ma per ora non penso sia quello un problema da affrontare.
In fondo anche nel precedente impianto la sorgente era un medio Pioneer.
Grazie,
Luca - E-mail: lpadua (at) vodafone.it

LC
Caro Luca,
non mi è chiaro se il così tanto amato impianto precedente suonasse nella stessa stanza. Sarebbe un'informazione utilissima per fare una diagnosi sensata. Ti eri appassionato ad un suono HiFi (parli di feltri del piano, di ding dei triangoli, in pratica tutto il must tipico audiofilo) e ora tutto questo ti manca perché il suono Sonus Faber è abbastanza distante da questo tuo ideale. Inoltre, amplificando il tutto con un inglese purosangue come il Rega non fai altro che peggiorare la situazione (o migliorare, a seconda dei punti di vista). Infatti, moltissimi audiofili, dopo essere passati per le vie impervie del suono high-end radical-chic preferiscono tornare indietro (o andare avanti?) verso sonorità forse meno dettagliate ma di sicuro più rilassanti e godibili a lungo termine.
Ricomprare il materiale precedente potrebbe essere una strada sicura, posto che l'ambiente d'ascolto sia davvero lo stesso (altrimenti....chissà) ma anche cercare qualche soluzione intermedia potrebbe andar bene. Per ritrovare quei suoni che tanto hai amato ti consiglio di ascoltare qualche diffusore Thiel, vendendo le tue Auditor e cercando nell'usato dovresti riuscire a fare un cambio quasi alla pari (CS1.5, CS1.6 o modelli superiori). Sull'amplificazione potresti soprassedere per qualche mese, magari poi potresti cercare qualcosa di meno British del Rega, ma senza avere un'idea del budget non è facile dare consigli. Io azzarderei, ad esempio, con un integrato NuForce IA7. Anzi, per dirla tutta, proverei magari questa soluzione PRIMA del cambio dei diffusori, qualcosa dovrebbe già migliorare nella direzione da te sperata.
Per avere un basso migliore forse dovresti semplicemente provare a spostare i diffusori in posizioni diverse, alla ricerca del basso perduto. Talvolta basta così poco per ...ritrovarlo!
La descrizione che fai del posizionamento attuale e dell'ambiente non è confortante.
Infine, è chiaro che se vai a cercar guai coi componenti che ti ho indicato...la sorgente attuale dovrà prima o poi prendere il volo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili...infelici
Gent. direttore,
ho appena acquistato, dopo averci pensato per circa un anno, un impianto così composto:

Mi piace un suono molto aperto sulle alte frequenze, piuttosto chiaro, se così si può dire, e pensavo di essere soddisfatto dell'insieme, dopo averlo assemblato in negozio, ma mi sono accorto, una volta a casa, che non è proprio quello che cercavo; il suono è molto chiuso e ovattato, le gamme alte sono piuttosto assenti e, in sostanza, la timbrica appare molto calda, non male, ma con poca "presenza" e poco chiara.
Mi chiedo se ho sbagliato tutto, se c'è un componente della catena responsabile di questo o se sono proprio i diffusori che danno questo tipo di suono. che in negozio non avevo notato. Mi trovo piuttosto deluso, avendo speso una cifra che, per me, non è irrisoria e non so cosa fare perchè non trovo l'elemento responsabile di questo.
Lei riesce a schiarirmi le idee? E' eticamente corretto chiedere al negoziante un cambio totale o parziale dell'impianto, ma, in questo caso, cosa mi consiglia di cambiare?
Grazie per la sua attenzione, cordiali saluti,
Giorgio - E-mail: albertini_giorgio (at) libero.it

LC
Caro Giorgio,
ti chiedi se hai sbagliato tutto e la mia risposta, laconica, è SI. E mi chiedo come potesse soddisfarti in negozio il suono di questo impianto, che ha un'impostazione diametralmente opposta a quella che stai cercando tu. Siamo nella stessa identica situazione della lettera dell'amico che ti ha preceduto. Si cerca un suono aperto e dettagliato e si acquista Sonus Faber, Musical Fidelity, Rega, Primare...insomma, l'è tutto da rifare come dicono i ciclisti.
Probabilmente anche l'ambiente e il posizionamento hanno influito - forse pesantemente - sul risultato finale, però sia i diffusori che il lettore hanno un'impostazione diversa da quella che stai cercando. L'amplificatore può anche stare al suo posto, il resto purtroppo no. Io chiederei al negoziante una sostituzione, ma stavolta da testare direttamente nel tuo ambiente!
Diffusori che hanno il suono che cerchi li trovi nel catalogo Focal, ma anche Klipsch e Triangle, in parte anche Thiel, su altri livelli di costo, però. Vedi cosa può proporti il negoziante e fai tutte le prove del caso.
Ovviamente, immagino che tu sia pervenuto a queste amare conclusioni dopo un lungo e necessario rodaggio di almeno 100 ore. In caso contrario, ti consiglierei di aspettare ancora un po'.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Carissimo Direttore,
come va? Spero tutto bene. Ancora una volta le esprimo la mia ammirazione per il lavoro che lei ed il suo staff continuate a portare avanti da tutto questo tempo! Ormai è qualche anno che "gioco" con la musica, e trovo estremamente bello spendere parte del mio tempo a sperimentare come pochi cambiamenti all'interno di una stanza o all'interno di una catena possano sortire risultati inaspettati e spesso facilmente "udibili" da tutti, anche i meno esperti (molto più di un'elettronica nuova).
In quest'ultimo anno e mezzo mi sono dedicato alla mia nuova saletta (visto che ho traslocato) e finalmente ho potuto applicare le poche cose imparate in questi anni partendo da un cosiddetto "foglio bianco", cioè una stanza quasi vergine che ho potuto pensare e realizzare solamente per questo hobby. Questo mi ha reso le cose più facili!!!
Vorrei con questo mio messaggio condividere la mia esperienza, non tanto in termini di cavo utilizzato, tappeto acquistato, pannello assorbente o quella trappola autocostruita etc… ma affrontando un tema che in questa sua rubrica viene spesso lasciato in disparte (almeno così mi sembra): l'equalizzazione digitale (intesa come calibrazione dell'impianto).
Ho scoperto questo nuovo mondo da qualche mese e devo dire che a fronte di una spesa molto contenuta (un microfono con relativo alimentatore, un equalizzatore della Behringer e un pc che già possedevo, totale circa 200 €) ho ottenuto dei risultati enormi.
Vorrei sottolineare che qui non si parla di my-fi, ma di calibrazione della risposta in frequenza globale (impianto all'interno della sala d'ascolto), intervenendo in maniera digitale sul segnale in uscita dalla sorgente. Più difficile a dirsi che a farsi!!! Devo dire che dopo aver letto qualche tutorial e aver fatto qualche prova, anche grossolana, non riesco più a riconoscere il mio impiantino da 4 soldi!!! Tutti gli strumenti sono più puliti, udibili e ben distinti, non c'è più nessuna coda sui bassi e gli alti delle mie Klipsch non sono mai stati così morbidi!!!
Dopo quest'esperienza devo dire che tutto il tempo / denaro spesi per costruire / acquistare altri accessori mi sembrano quasi sprecati!!! Cosa che ovviamente non è visto che migliore è il punto di partenza e migliore è il risultato finale. Ma sicuramente potrebbe essere un'opzione per tutti quelli costretti a dei compromessi a causa di "situazioni ambientali" non modificabili.
Nel caso in cui ritenesse interessante discutere di questa cosa sarei felice di condividere nel dettaglio la "storia" di questo upgrade.
Buona giornata!!!
Roberto - E-mail: roberto.dazzo (at) hotelsantachiara.it

LC
Caro Roberto,
iniziammo a parlare di equalizzazione in dominio digitale agli albori di TNT-Audio, già dal lontano 1998 (ben 13 anni fa!) con le prove di componenti come il Sigtech e lo Z-Systems RDP-1. In tempi recenti abbiamo avuto modo di parlare del Behringer DEQ2496 modificato da Audiosmile. In effetti si può fare molto, moltissimo perché, come abbiamo sempre sostenuto, la stanza è il punto chiave per le prestazioni di un qualunque impianto HiFi. Un'equalizzazione nel dominio digitale non trasformerà un anatroccolo in un cigno, ma può risolvere situazioni ambientali pessime, senza troppe controindicazioni.
È un campo non esattamente alla portata di tutti gli audiofili, richiede pazienza e tanti, tanti tentativi, ma il risultato può essere straordinario, esattamente come hai riferito tu. Qualora volessi descrivere in una successiva mail l'hardware utilizzato saremmo ben lieti di pubblicarla.

Per la consueta proposta musicale del fine settimana, visto che oggi è sabato, perché non provare con una Saturday in the park dei Chicago? Correva l'anno 1972 (quasi 40 anni fa) e questo singolo, estratto dall'album Chicago V, fu un enorme successo internazionale per la band di Lamm e Cetera. Si tratta soltanto di buon sano rock'n'roll (più i fiati, come lo definivano loro) in puro stile americano. A volte le cose più belle sono quelle più semplici, una filosofia che proviamo a suggerire sempre nella composizione di un impianto HiFi. Buon ascolto!

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