Puff, puff. Quest'ultimo finesettimana è stato un bel po' faticoso.
Appositamente per voi lettori ho vagato tra infiniti saloni ed innumerevoli stanze negli alberghi Penta ed Excelsior, in cerca del "Suono Assoluto".
Vi ho sentito mentre ve lo state chiedendo.
L'ho trovato? Allora, qual è stato il miglior suono della mostra? C'era qualcosa di nuovo e di interessante?
O.K., prima le cose che vengono prima.
La chitarra rock sembrava inerpicarsi agile e volece su un albero altissimo. Si poteva sentire ogni singola nota suonata in uno dei più fitti Rock-Mixes, come non si sentivano da tempo. E le voci soliste. Ipnotiche. Scure. Avvolgenti. O arrabbiate, piene di vita e sentimento.
Davvero l'HiFi al suo massimo livello?
Beh, no. Vi ho tratto un po' in inganno. Il mio indiscutibile premio di "miglior suono della mostra" va al Pub "Queens Head" nei pressi di Turnpike Lane. La band che suonava si chiamava "Shady Deal" e ci davano seriamente dentro! Il che mostra proprio ciò che l'HiFi non può dare: la realtà.
Un altro premio "miglior suono della mostra" va a Antonio Forcione che si è esibito dal vivo nella hall del Penta. E' veramente uno dei migliori chitarristi che abbia mai sentito. Perde un punto o due per non aver suonato un "da capo" e, comunque, dov'era la (promessaci) Sabrina?
E per ultimo, ma non ultimo, domenica mattina ho visto un altro gruppo che suonava al "Queens Head", stavolta toccava a "The Stealers" che si sono onestamente guadagnati la paga.
Nulla batte l'evento reale. Però la migliore HiFi talvolta ti fa mettere da parte il tuo scetticismo ed ecco che ti ritrovi trascinato dentro la musica proprio come ti accade durrante un'esecuzione dal vivo.
Prima di procedere con la menzion d'onore per le salette della mostra vera e propria che suonavano abbastanza realisticamente, vorrei fare un modesto commento.
Allora, questa com'è stata? Quest'anno molte delle aziende che mi sarei aspettato non c'erano. D'accordo, la cosa può essere parzialmente spiegata considerando che gran parte dell'industria HiFi britannica confida massicciamente nelle esportazioni e molte industrie si sono parzialmente delocalizzate nell'estremo oriente.
Ma non ho potuto fare a meno di notare come un desolantemente grande numero degli espositori presenti si caratterizzava per un suono così brutto da far pensare che non gliene potesse importare di meno. Certo, le stanze piccole sono sempre una sfida.
Però una minoranza di aziende ha fatto vedere che, nonostante tutto, si può ottenere un suono assolutamente eccellente. Molti di loro riceveranno una menzione più avanti, nel corso dell'articolo. Per gli altri, bei prodotti - suono da vergognarsi....
Inoltre, pare che questa sia stata l'ultima mostra al Penta. Il nuovo proprietario dell'albergo (la catena degli alberghi Renaissance) non desidera prorogare il contratto che lo lega alla mostra.
Così l'anno prossimo la mostra si terrà in un albergo di Hammersmith. Più vicino alla City e più facile da raggiungere; vedremo se anche la mostra migliorerà.
Costruita con criteri importati dal Guarneri Homage, la Amati Homage si allunga fino ad un'altezza di 1.2 m. Presenta un paio di woofer da 8" in carbonio/carta, più un midrange da 6.5" sempre in carbonio/carta, ed un tweeter a cupola morbida da 1.1" . Hanno tutti l'aspetto di essere stati scelti nel catalogo Scan-Speak e sembrano essere i modelli di vertice di quel produttore (per quanto mi riguarda fra i migliori altoparlanti HiFi - ma ad un prezzo...).
Qualche altro dato tecnico dichiarato: risposta in frequenza da 24 Hz a 30 Hz e sensibilità di 92 db/1W/1m con un'impedenza di 4 Ohm. Ma come suona? Pilotata da elettroniche ARC direi non molto distante dalla mia combinazione preferita della Wilson Audio (Watt/Puppies), ma con la dolcezza e la musicalità che spesso si dice che manchino ai Wilson, mentre qui ce n'è a bizzeffe. Le voglio, proprio. L'unico neo è il prezzo: 11.400 sterline (18.800 Dollari americani). Pare proprio che ci vorrà un po' prima che abbia queste piccoline.
Grazie a tutti voi dello stand di Absolute Sounds per l'aiuto prestatomi per avere la foto (in esclusiva, per quanto ne sappia) delle Amati Homage.
Un'altra importante novità è stata il "Bishop (Vescovo, n.d.t.)" della Wilson Benesh (Anglicano, Protestante o Cattolico?), un enorme diffusore alto con 8 (!) unità bassi da 6.5" caricate con una camera Isobarica ed unite ad un altro di questi tweeter Revelator della Scan-Speak. Sfortunatamente non sono riuscito a sentirmelo per bene, quindi dovete ascoltarvelo da soli.
Audio-Physics ha presentato il diffusore Libra, probabilmente in vendita per 5.000 sterline. Adopera due altoparlanti da 8" montati nei lati opposti del mobile, in unione ad un midrange da 4" realizzato su specifiche e ad un tweeter a cupola morbida da 1" della Seas.
Nella suite della Naim si è visto il prototipo del loro nuovo diffusore, una cassa molto carina (una novità per Naim, credo. Va bene, l'Intro ed il Credo rappresentano un passo nella direzione giusta). Suonava anche bene per le mie Orecchie (un'altra novità per NAIM). Certi fan radicali di NAIM non erano molto soddisfatti del suono di questi diffusori, il che potrebbe giustificarne il mio apprezzamento.
Comunque, il diffusore adopera lo stesso Midrange e lo stesso Tweeter del loro modello maggiore DBL, ed è realizzato nel formato più attuale: alto, stretto e profondo. Due dei Woofers adoperati per la prima volta nel modello Credo sono montati in basso verso il fondo sui lati opposti. L'intero diffusore è in realtà formato da diversi volumi separati racchiusi in un unico bell'involucro esterno.
Anche la nuova serie Nautilus 800 della B&W era esposta. Dopo tutto il battage pubblicitario, mi aspettavo di essere soffiato via dal suono. Beh, non è stato proprio così. La grande 801 Nautilus suonava bene. Cioè, si trattava certamente di buoni diffusori, ma non riuscivano ad essere coinvolgenti. E ciò era senza dubbio colpa dell'amplificazione Chord usata.
Se volete la mia opinione, il nuovo Mezzo Utopia della JM-Lab è un diffusore di gran lunga migliore. Era pilotato da un nuovo finale della Electrocompaniet che faceva sembrare piccoli i modelli maggiori della Krell. E suonava anche meglio.
Un suono che si distingueva realmente era presente anche nella saletta di Inner Sound, dove suonavano gli elettrostatici ibridi Eros. In unione ad un DAC DCS Elgar e ad un'amplificazione Michell suonavano molto bene e (a differenza di molti elettrostatici, anche ibridi) davvero forte. Questi diffusori dispongono di woofer pilotati da un ampli/crossover interno ed il prezzo statunitense si dice sarà attorno ai 4.000 dollari la coppia, un vero affare sonoro.
Nella suite della Castle l'attenzione era monopolizzata da due difusori prototipo chiamati "Project Theta". Avevano un aspetto molto gradevole, con finiture in vero legno e con delle piccole griglie rotonde integrate a protezione degli altoparlanti. Il diffusore è un ampio modello da pavimento che adopera un carico tromba/linea di trasmissione, simile ai recenti progetti di Howard and Harlech, ed i nuovi modelli si annunciano con una sensibilità maggiore della media degli attuali modelli della Castle.
La EPOS esponeva una versione da pavimento del loro modello di successo, il diffusore ES-12. Il nuovo diffusore, chiamato ES-15 vi fa risparmiare sull'acquisto dei supporti, vi dà più finiture davvero belle in vero legno e più bassi.
Uno dei migliori minidiffusori dela mostra erano i nuovi Diapason da supporto (Karis). Sembra che siano sotto l'esame del nostro Direttore Lucio; una coppia di questi diffusori connessi a due finali monofonici Graaf GM-20 produceva un gran bel suono. Naturalmente non c'erano bassi di cui parlare, ma un prezzo basso e il Design italiano addolcivano la pillola. Ho sentito che forse in futuro ci sarà anche un subwoofer.
Per me è necessario avere un po' di veri BASSI (perciò evito i minidiffusori: suonano sempre anemici), quindi ecco un modello completamente opposto al precedente, i diffusori più grandi della mostra.
A mio giudizio i diffusori dal suono più sensazionale della mostra sono stati gli enormi Carfrae Horns. Poichè adoperano una tromba da 3.34 metri che si sviluppa secondo la curva tractix con una sola curva, il diffusore finisce con l'essere alto 2.21m e profondo circa 95cm. Pilotato da un amplificatore Border-Patrol 300B SE, produceva un suono non-Lowther come non avevo mai sentito. Questo diffusore basato su un altoparlante Lowther (DX3) sfoderava dei bassi ed un'estensione sugli alti praticamente identici ad un diffusore a tre vie.
Solo che il Carfrae Horn si caratterizza per una sovrabbondante sensibilità di 100db/1W/1m, l'assenza del crossover ed un grado di coerenza e di dinamica che non trova rivali se non nei migliori diffusori convenzionali.
A proposito dei quali, va notato come la Living Voice esponeva un prototipo dei loro nuovi diffusori. A metà strada del loro catalogo fra il modello "Auditorium"e quello a 3 vie con caricamento a tromba "Air Scout" , questo diffusore ancora senza un nome dichiara una sensibilità di circa 98db/1W/1m. Nonostante sia ampio, questo sistema di altoparlanti è progettato per un piazzamento in posizione d'angolo, e quindi la sua considerevole stazza non rappresenta un problema così grande come potrebbe sembrare. Vengono adoperati un altoparlante per i bassi da 12" con un midrange da 6.5" ed un tweeter a tromba ancora da rifinire, per offrire un carico facile alta efficienza ed una vera copertura totale della banda audio Midrange al prezzo di vendita previsto particolarmente accessibile di 4.000 sterline (almeno ci proveranno).
Quindi, a tutti voi possessori di un ampli a triodi single ended: qui potete finalmente trovare pane per i vostri denti. Ne ho richiesto una coppia da provare appena disponibile.
E' ora il caso di far menzione di un particolare amplificatore single-ended, visto che operava in alcune delle salette meglio suonanti: il Border Patrol 300B. Dotato di una poderosa unità esterna di alimentazione e di trasformatori di accoppiamento interstadio, questo deve essere uno dei migliori 7 watt per canale del mondo.
Parlando di amplificatori single-ended, visitando la suite Alema/Audion/Edison, pensavo che avrei sentito il loro ampli "Golden Dream" e forse anche l'ampli Edison 60. Ad ogni modo, a pilotare i nuovi diffusori elettrostatici ibridi ANINA (vocabolo Sanscrito che significa "Il piccolino") della Cadence c'erano un paio di sospetti scatolotti neri dal basso profilo. Potevano esserlo? Sicuramente suonavano molto come un amplificatore Audion.
Dopo averci trattenuto col fiato sospeso, sorridendo maliziosamente come un gatto del Cheshire, Dave Chessel ha pubblicamente svelato che stavamo ascoltando un amplificatore a TRANSISTOR. Ma che, Dave è uscito pazzo? Può essere, ma i suoi finali a transistor suonavano molto più come un amplificatore a valvole single-ended di quanto non lo facessero gli amplificatori a valvole single-ended di certi costruttori.
Era presente tutta la fioritura del medio e la delicatezza dell'immagine. Certo, non suonavano esattamente come i migliori ampli a valvole single-ended, e mancava l'ultimo tocco di aria ed il pizzico finale di joussance, ma c'eravamo quasi. Finora avevo sempre pensato che Jeff Rowland realizzava i migliori apparecchi a stato solido. Forse è tempo di riconsiderare la cosa.
Ci è stato comunicato che i finali monofonici che abbiamo ascoltato costeranno 2.500 sterline se e quando saranno disponibili, e che un ampli integrato stereofonico completamente telecomandato sarà disponibile per circa 1.700 sterline. Dave era (comprensibilmente) piuttosto geloso dei segreti interni del suo amplificatore. Ma dopo una birra al bar dell'albergo al termine della mostra gli ho fatto confessare che adopera un trasformatore di uscita ed un voltaggio piuttosto maggiore del solito. Comunque, ascoltate questi AMP (AMP, Advanced Magnetic Power, sarà il nome di questa nuova linea di apparecchi a stato solido) appena li troverete in giro.
A proposito, gli elettrostatici ibridi ANINA della Cadence costeranno 2.350 sterline, e saranno davvero un affare per il loro prezzo.
Nella saletta della Cadence veniva anche esposto un nuovo giradischi interessante. Per ora ho poche informazioni, ma so che ne voglio uno.
Connessi ad una lettore di CD Helios, il loro suono mi è piaciuto, specialmente quando si trovavano a pilotare i diffusori Aliante One Pininfarina nella versione in autentico Rosso Ferrari.
Il che mi porta a parlare della mia maggiore delusione della mostra!
La suite Tag-McLaren
nell'Excelsior. L'oggetto dal miglior Design ammirabile era la rossa Ferrari (nella simulazione da gioco per PC) di Michael Schumacher che campeggiava sul gran Videowall.
Mi auguro solo che Michael nei prossimi pochi GP mostri alle McLaren un bel paio di gomme posteriori (l'articolo è stato scritto prima della chiusura del mondiale NdT)
Chi si aspettava qualcosa di interessante ha potuto ammirare solo un gruppo di elettroniche Audiolab (abbastanza buone) dall'estetica lievemente rielaborata e dal prezzo sostanzialmente lievitato, ora note come Linea F3. Tutto il resto consisteva di progetti ancora in fase di studio potenzialmente interessanti ed esposti solo in visione. Nessuno può dirvi come suonano.
Quindi, se vi va di pagare una grossa cifra per qualcosa con un nome strano scritto su e dall'aspetto lievemente meglio degli Audiolab, allora il nuovo corso fa per voi.
Quanto a me, posso riavere i vecchi, noiosi ed economici Audiolab, per favore? E' triste vedere in cosa si è trasformata un'azienda che tanto si è saputa distinguere e che ha sempre posto la qualità dell'audio come obiettivo primario. Ora le regole le fanno i responsabili del marketing. Qualche fan della Audiolab avrà senz'altro percepito come insulto finale la sottolineatura dell'innalzamento dei prezzi ottenuta con la dimostrazione di questi modelli che pilotavano solo diffusori della Wilson Audio. Considerata la posizione originale dell'Audiolab (ora Tag-McLaren Audio) di produttore di apparecchiature Hi-End ad un prezzo ragionevole, la cosa appare abbastanza comprensibile.
E questo è tutto per quel che riguarda le mie osservazioni in merito alle elettroniche ed ai diffusori. In realtà ci sono state altre novità, come la prima inglese dei MAXX della Wilson Audio (accoppiati ad elettroniche Krell suonavano assai peggio del necessario), e la Quad che ha esposto i loro nuovi diffusori elettrostatici ESL che suonavano piuttosto bene. Ma molte di queste novità erano riservate all'Home-theater o a vari ammennicoli che mi hanno lasciato indifferente.
L'mpianto tutto Linn con il loro lettore di CD da 12.000 sterline, il CD-12, e i diffusori attivi Keltik suonava O.K., con una buona dinamica e dei buoni bassi, ma, ancora una volta, per quella cifra mi aspetto che mi mandino qualcuno a casa per cambiare i dischetti nel lettore. Inoltre, penso ancora che il vero Sondek suonava meglio del loro attuale lettore di CD; ed io non sono un amante del LP-12 Sondek.
Ed ora, veniamo all'analogico. Ora entriamo in un settore dove si è vista un po' di roba seria. I migliori di quelli che non hanno ricevuto il mio premio del "Miglior Suono della Mostra" sono stati senza dubbio quelli di "Analogico Assoluto". Esponevano in funzione il nuovo giradischi "Ueber-Reference" della Clearaudio (ed anche il Rockport Capella ed il Sirius), del quale si era rumoreggiato molto per un bel po'.
Impiega tre motori, e mi appare in qualche modo come un incrocio fra un giradischi Clearaudio ed uno Transrotor. Come che sia, l'ascolto di questo piatto con elettroniche della FM-Acoustics e i diffusori "Grande Utopia" della JM-Lab, credo, è stato proprio bello come si può immaginare. Di più. Nessun suono di quelli ascoltati in alcuna delle salette della mostra gli si è avvicinato.
Però la mia attenzione era attirata dal nuovo piatto "piccolo" della Clearaudio. Ad un prezzo di 1.500 sterline, questo giradischi è quasi a portata di mano di noi miseri mortali. Viene fornito di serie di un braccio a tracciamento lineare che sembra in qualche modo una revisione economica del grande braccio Sowther. Dal classico abito Clearaudio di perspex, questo piatto potrebbe essere quello che molta gente stava aspettando.
I giradischi campioni della categoria economica provenienti dalla Repubblica Ceca, i Pro-Ject, stanno guadagnando mercato. Ne venivano esibiti vari modelli a telaio sospeso, realizzati secondo i principi costruttivi simili a quelli del Delphi della Oracle, ma molto più economici. Però la vera notizia riguardava il loro nuovo braccio. Fabbricato nella stessa fabbrica che realizza i modelli per la SME, il nuovo braccio costa 400 sterline e sarà disponibile con un montaggio tipo Linn. Questo braccio sarà disponibile premontato su diversi piatti Pro-Ject, quindi preparatevi ad un buon affare.
Anche la Kuzma presentava un nuovo giradischi. Quest'affare enorme dall'aspetto mozzafiato suonava nella saletta di Audiofreaks connesso ad elettroniche Conrad Johnson e a diffusori Avalon. Di maggiore interesse per me e per voi fidi lettori è il nuovo braccio Kuzma unipivot. Anche questo si situa nella fascia di prezzo attorno alle 400 sterline (650 dollari americani) e si è visto come prototipo montato sul piatto Kuzma Stabi S.
Ascoltato in una catena terminata con i diffusori elettrostatici a banda intera della Audiostatics, suonava arioso e molto piacevole. Ne comprerò uno se lo produrranno in versione cromata, che sposa l'estetica del mio piatto Oracle.
In un esiguo numero di salette era in funzione lo Spacedeck della Nottingham Analogue, per lo più equipaggiato dal braccio unipivot 'Foot' da 12" . In unione ai fonorivelatori a magnete mobile della Nottingham Analogue (compreso un modello col cantilever tubolare in boro), il tutto suonava in maniera spettacolare.
Al termine di questo breve reportage, vorrei nominare il nuovo prodotto della mostra che più si è distinto.
A mio giudizio così vanno considerati i pannelli per pavimento e per pareti della Audiocarpet. Da tempo ne avevo abbastanza di orribili e costosi trattamenti acustici per la sala d'ascolto. Ed ecco comparire questi pannelli da muro progettati in Italia che mi prenderei già solo per il loro aspetto e, secondariamente, anche perchè fanno suonare molto meglio la stanza nella quale vengono piazzati.
Volete sapere quanto costano? Beh, come vi suonano circa 72 sterline per un pannello da cm.65 x cm.65? E 115 sterline per uno da cm.134 x cm.41?
Che ne dite? Insomma, datemente qualcuno. E, per favore, in quello schema di colori mostrato a sinistra. Quindi, se volete sottoporre a trattamento acustico il vostro soggiorno ma chi vive con voi vi dice: "ASSOLUTAMENTE NO" quando tirate fuori il catalogo dei Tube Traps della ASC, provate qualcuno di questi. Chi sa, se siete abili mentitori potete dichiarare che servono solo per l'estetica....
Mi resta solo da ringraziare l'organizzazione della mostra per un po' di giorni interessanti. E ringraziare tutti gli espositori per la loro indulgenza verso la mia curiosità e anche qualcuno di voi, per avermi aiutato a reperire il materiale per questo reportage. Spero di rivedervi tutti l'anno prossimo ad Hammersmith e vi rammenterò presto tutti i giudizi critici sugli apparecchi sui quali abbiamo concordato (il sorriso malizioso da gatto del Cheshire lo faccio io, stavolta)....
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Traduzione: Carlo Iaccarino