Visita della mostra High End 2015 a Monaco

Seconda parte

[English version here]

Visitatore: Carlo Iaccarino
La mostra si è svolta dal 14 al 17 maggio 2015 presso il M.O.C., centro fieristico di Monaco di Baviera, in Germania
Scritto: Luglio-Agosto 2015
Sito web ricco di informazioni: High End Society.de

Si ricomincia...

Proseguo il mio rapporto con ulteriori proposte che mi hanno interessato.

Spazio DIGIBIT
Questa ditta spagnola presenta dei server audio con software di archiviazione/riproduzione proprietario. Propongono due modelli. Lo Aria Mini è più lifestyle, è dedicato all'i-Pad e costa circa € 3.000; il modello Aria grande è, invece, un classico modello da tavolo, costa circa € 5.000 e, rispetto al Mini, presenta migliorie nel DAC e nella circuitazione audio. Entrambi i modelli possono fare uno streaming domestico verso altre "zone" della rete e si comandano con l'i-Pad. Per me, il Mini è molto più carino. Con la Digibit collabora da tempo il nostro Ing. Marco Manunta, ma non, come ho subito superficialmente pensato, per la "parte DAC" degli apparecchi, bensì per le loro parti "audio" e software.
Molte delle ditte espositrici ruotano attorno all'energia e all'entusiasmo di singoli, a volte unici, personaggi; nel caso della Digibit, ecco il suo simpaticissimo patròn, Samuel Perez, qui immortalato vicino alle sue creature (il Mini è il... più piccolo).


Con Samuel abbiamo fatto molte simpatiche chiacchiere, anche in un ottimo Italiano fortunatamente per me (e per voi...), e mi ha informato che la Digibit sta introducendo altri due apparecchi, un po' estranei al mondo dell'audio duro e puro. Il primo è l'Aria mc, un media center (mc, appunto...) che può gestire sia file audio ad alta risoluzione PCM (fino a 384 kHz / 32 bit) e DSD (fino a DSD 256), sia file video fino alla HD (1080p), che può prelevare da un NAS, da un PC oppure da uno smartphone; funziona con praticamente tutti i comuni protocolli di trasmissione (Blutooth, Airplay, DLNA); viene venduto in varie versioni, a partire da circa € 1.500, e può essere dotato anche di memoria interna (fino a 6TB). Samuel mi ha spiegato che si sono fermati alla sola definizione 1080p perché allo stato, di materiale 4K, sostanzialmente non ce n'è; e che non hanno ritenuto di dotare il media center anche di un DAC perchè lo vedono come un prodotto che funzionerà sempre attaccato ad un impianto (almeno) video, quindi il DAC si trovera' nell'ampli A/V (o nel TV). La commercializzazione è prevista per Luglio.
Il secondo apparecchio strano è il modello Wamp, che unisce in un unico scatolotto un ricevitore di dati digitali audio PCM/DSD anche ad alta risoluzione, secondo i soliti protocolli (Airplay, DLNA...) e gestibile in remoto tramite un loro software, un DAC per convertire tali dati, ed un amplificatore monofonico (digitale...) da 100 W (si prevede anche una versione da 50 W). Il cabinet è realizzato in maniera massiccia e dotato di punte, perché l'idea è che funga da base per i diffusori a torre che noi già abbiamo e che, attaccati al wamp, diventano funzionalmente uguali ai diffusori amplificati e pilotabili in remoto che molti costruttori ora stanno proponendo (sostanzialmente mettendo dentro i nuovi diffusori quello che la Digibit mette dentro il Wamp). Secondo la Digibit, si tratta di un modo elegante ed economico di soddisfare le due tendenze maggiori in ambito audio domestico: aggiornare il proprio impianto alle moderne funzionalità di music streaming, e fare diventare wireless le proprie casse tradizionali, così incrementando in un colpo solo la libertà di installazione ed il waf :-). Il tutto al prezzo di circa € 3.000: alto, ma, secondo me, non esagerato, pensando sia a quanta roba ci si porta a casa, sia a quanto si spenderebbe con la sostituzione dei componenti; in più non siamo obbligati a cambiare le casse che ci piacciono (o alle quali ci siamo ormai abituati...).


Sale DEVIALET
Anche quest'anno, grosso dispiegamento di forze dell'innovativa (ex)start-up Francese, che proponeva una sala dedicata al Phantom, una apparecchio che unisce la - per loro - solita sofisticata elettronica di gestione ed amplificazione del segnale, nonché un innovativo sistema di altoparlanti fullrange (dichiarano una risposta da 16 a 25.000 Hz); tutto pilotabile in remoto, configurabile in quanti canali si vuole, molto potente, molto stylish, ecc. Inoltre c'era anche una saletta più tradizionale - per quanto questo termine risulti poco adatto a descrivere i prodotti di questa azienda - dove suonavano due Nautilus di B&W egregiamente pilotate da una multiamplificazione Devialet che gestiva in digitale le frequenze d'incrocio e l'adattamento alle caratteristiche elettriche del diffusore - il loro sistema S.A.M. (per il quale, ancora una volta, vi rimando all'articolo sulla mostra dell'anno scorso...).


In una terza sala ho visto le due novità che mi hanno colpito di più. La prima è un'innovazione del software di gestione dei loro apparecchi multifunzione, che ora, tramite la funzione R.A.M., gli permette di applicare "al volo" l'equalizzazione RIAA al segnale proveniente dall'ingresso phono, tenendo conto del tipo di fonorivelatore in funzione, adattandovi via software i migliori valori elettrici di interfaccia: praticamente un S.A.M. per i fonorivelatori, in tempo reale. Mica male. La seconda novità è chiamata SAMLab. Si tratta di un piccolo apparecchio che gli addetti Devialet portano con sé a casa del cliente, dove fanno le misure necessarie e poi lo scatolotto, in 15-20 minuti crea i valori S.A.M. e li carica nell'amplificatore Devialet. Per ora è un servizio offerto ai soli clienti nell'area di Parigi, ma prevedono una rapida espansione; il problema, a quanto ho capito, è che non basta portarsi lo scatolotto appresso: bisogna formare il personale che lo fa funzionare...

Sale NAIM-FOCAL
Quest'anno, purtroppo, non sono riuscito ad intrufolarmi alla presentazione alla stampa delle novità del gruppo, perchè mi sono attardato a sentire fino alla fine la presentazione del sistema MQA (di cui davo notizia nella mia prima parte): ho inutilmente sperato nell'alleanza fra i conterranei :-)
Ad ogni modo, la novità di quest'anno è stata l'introduzione della linea di diffusori Sopra di Focal. Per ora si tratta di un diffusore da pavimento, il Sopra n.2, da circa € 12.000 ed di uno da piedistallo, il Sopra n.1, da circa € 8.000.


Entrambi i diffusori presentano innovazioni nella tecnica costruttiva degli altoparlanti (tutti fatti rigorosamente in casa) e godono della usuale linea estetica gradevole di casa Focal, rinnovata ma senza tradire la tradizionale impostazione della casa; le finiture esposte erano davvero curate e, sì, qui ho potuto distintamente percepire quella sensazione di qualità e lusso che l'anno scorso era stata magistralmente evocata dall'esposizione di Sonus Faber.
Nella sala per l'ascolto erano in funzione le n.2, bianche, che risaltavano nell'ambiente totalmente nero e poco illuminato.

L'ascolto, in tali condizioni, diceva poco, ma, per quel che può valere, l'ho trovato più gradevole e corretto quando sedevo nelle ultime file, quindi più lontano dall'emissione diretta dei due diffusori. Inoltre, erano esposte silenziosamente anche le n.1, che ho fotografato da vicino, per tentare di rendere giustizia alla cura costruttiva ed al pregio estetico (credo che, a richiesta, si possano avere anche in livrea interista... ;-) )

Ovviamente, il solito grosso spazio espositivo del colosso audio formato dai due costruttori, da tempo unificati, proponeva anche il resto della produzione: per i voyeur, ecco una parata di elettroniche Naim senza veli :-)

Sala Q-ACOUSTICS
Onore al merito di questo costruttore fieramente British e produttore di diffusori a mio avviso molto bensuonanti e, nel panorama generale, anche molto economici. In una sala grande erano esposti i vari modelli, più un impianto del tutto "normale" nel quale si alternavano i diffusori 3050 da pavimento, con un prezzo che varia da € 758 a € 998 la coppia, a seconda delle varie finiture, ed i diffusori 3020 da scaffale, con un prezzo che varia da € 318 a € 398 la coppia, sempre a seconda delle varie finiture. L'estetica mi è parsa graziosa, ben realizzata e neutra rispetto al comune ambiente domestico in cui andranno verosimilmente piazzate queste casse. L'ascolto è sempre stato molto piacevole, sicuramente sorprendente per il prezzo; probabilmente un buon contributo è stato dato anche dall'entusiasmo con cui la demo era condotta dal personale della ditta.


Sala CAD-BOENICKE
In questa sala suonava un impianto composto da apparecchi a me totalmente ignoti.
La sorgente digitale era proposta da CAD, l'ennesima azienda creata dalla passione di un uomo (Mr. Scott Berry, se non ho appuntato male...) e tenuta in piedi dall'abilità della sua deliziosa e concreta Signora, Isabel, il cui incessante e duro lavoro organizzativo gli permette di giocare con i suoi giocattoli :-)
CAD propone una sorgente composta da due apparecchi: il modello CAT, che funge sia da meccanica, capace di copiare dischi nella sua memoria interna, sia da lettore di rete/streamer (naturalmente, comandabile in remoto da uno smart device, anche una smart TV); ed un DAC, il modello 1543 DAC che, com'è intuitivo, si basa su un TDA 1543 di Philips, quindi, uno dei pochi chip rimasti che fa uso della cosiddetta "resistor ladder" (conversione multibit) e che non applica sovracampionamento (così aderendo alla "scuola NOS / ZOS"), il che, secondo alcuni, porta al migliore ascolto digitale possibile; inoltre CAD ha lavorato anche sull'interfaccia USB, isolata galvanicamente e con circuitazione dedicata e sviluppata ad hoc. Si tratta di apparecchi prodotti in piccola serie e per gusti molto decisi; di conseguenza, non presentano un prezzo "popolare": UKP 5.300 per la meccanica e UKP 7.250 per il DAC (prezzi IVA 20% inclusa). Per circa € 18.000 vi portate a casa una sorgente digitale aperta alle nuove soluzioni (streaming, home network) e, al contempo, ancorata ad una visione molto tradizionalista dell'audio digitale domestico. La Signora Isabel mi ha detto che stavano cercando un distributore per l'Italia (da buona suddita di Sua Maestà, sperava in qualche operatore basato nella bella Toscana o nei mari del sud...) e che di tanto sarebbe comparsa immediata notizia sul loro sito web, che, ad oggi, ancora non reca novità: fatevi sotto, compaesani :-)
All'altro capo dell'impianto, suonavano i diffusori della BOENICKE AUDIO, modello W8, da pavimento, piccoli, eleganti, raffinati, con una costruzione interna particolare, riuscivano, nonostante le dimensioni, a scendere molto in basso ed a suonare forte, ma senza perdere in definizione e chiarezza. Il costruttore propone anche il modello minore, W5, da piedistallo (non osate metterlo su uno scaffale...). Anche per questo costruttore, forse per via del fatto che è basato in Svizzera, i prezzi sono abbastanza cari: per il W8 si parte da € 5.900 la coppia e per il W5 da € 3.500 la coppia; per finiture più eleganti, c'è un sovrapprezzo...


Nonostante l'ampiezza della sala, il suono prodotto dall'impianto - completato da amplificazioni Trilogy - la riempiva tutta, lasciando più che sorpresi molti degli ascoltatori.

Spazio FURUTECH/ALPHA
In una delle Hall a piano terra vi era il solito spazio di Furutech/ADL che esponeva ogni ben di Dio. Fra i tanti ammennicoli, mi ha attirato lo ADL Stratos, un preamplificatore, dotato anche di ingresso phono MM/MC, ampli per cuffia, convertitore A/D (PCM fino a 192 kHz / 24 bit) e D/A (PCM fino a 384 kHz / 24 bit; DSD fino a 5,6 M) con interfaccia USB basata su chip XMOS, con DAC basato sull'onnipresente chip Sabre ES9018 di ESS; la commercializzazione è prevista non prima di un anno e si prevede un prezzo di circa € 1.000. Si tratta di un deciso miglioramento del già ottimo ADL GT40, ora offerto ad € 450, di cui si leggono in giro un sacco di ottime recensioni. Eccone, per Voi, un bel primo piano, nell'attesa di sentirlo suonare presso qualche illuminato punto vendita...


Sala HARMAN INTERNATIONAL
In questa sala erano montati nello stesso spazio due impianti, entrambi con elettroniche Mark Levinson. Quello grande prevedeva amplificazione separata pre + ampli monofonici e pilotava delle splendide JBL Everest 6700, con il solito suono autorevole e potente al quale questa accoppiata ci ha abituato.


Tuttavia, a me è piaciuta molto di più l'accoppiata fra le Ultima 2 di Revel (USD 22.000 la coppia) e il nuovo amplificatore integrato No.585 (USD 12.000),

un gentile bestione da 200W per canale, dotato di regolatore di volume discreto a combinazione di resistenze (c.d. "R-2R") e, soprattutto, di DAC interno, realizzato - anche qui - con un chip Sabre32. Un ingresso linea bilanciato, tre sbilanciati e sei ingressi digitali, fra cui uno USB, capaci di trattare i segnali PCM e DSD ad alta risoluzione; un'uscita linea con filtro inseribile passa-basso centrato sugli 80 Hz per il pilotaggio di un eventuale subwoofer. Infine, si possono scegliere tre caratteristiche del filtro digitale di uscita e si può anche attivare un DSP proprietario, denominato Clari-Fi, il cui scopo sarebbe recuperare informazioni e ampiezza di banda perse dai segnali digitali compressi. Ora, è vero che non me lo vedo il riccone che può assemblare un grande impianto con il No.585 e ci sente gli MP3 scaricati dalla rete, ma magari ciò ha una funzione pedagogica: è destinato alla prole per qualche festa ...a babbo assente - vedo già il vostro sguardo terrorizzato :-)

Sala TOTEM ACOUSTICS
La sala di
questo costruttore Canadese era sostanzialmente identica a quella dell'anno scorso, dando un confortante segno di continuità ed aiutando molto a fissare i ricordi nella memoria, cosa che l'enormità della mostra rende sempre molto difficile. Il padrone di casa era sempre l'affabile Vince Bruzzese e la dimostrazione manteneva lo stesso garbato, ma efficace stile descritto nel precedente articolo. Quest'anno ho assistito alla dimostrazione del modello Tribe V, esibito come floorstander, ma che nasce, a quanto ho capito, per essere inserito nella parete, tanto che ne è prevista anche una versione pronta per tale installazione "architettonica".


Nella foto, sono i diffusori bianchi, stretti e lunghi, volutamente piazzati a ridosso della parete, per un'efficacissima dimostrazione della loro caratteristica di emissione, che non ha bisogno di "aria attorno", a differenza di quasi tutti gli altri.
Anche quest'anno, poi, Totem ha dimostrato la piccola serie KIN

anche stavolta efficacemente esibendo un sistemino molto flessibile per posizionamento e molto ben adattabile ad ogni ambiente domestico. Scusate se vi rimando ancora a quanto ho scritto per l'anno scorso, ma credo sia doveroso rendere onore al merito: il satellite Kin Mini (che funziona benissimo già da solo) costa € 680 la coppia e il sistema completo del Kin Sub costa € 1.580, sostanzialmente rispettando la previsione riferitami l'anno scorso, di un "sistema che dovrebbe essere commercializzato verso fine anno per un prezzo inferiore ai 1.500 Euro". Anche da questo si vede la serietà del costruttore, secondo me.

Spazio LAB 12
Come ho già scritto, a questa enorme mostra si può vedere come spesso dietro le ditte del settore ci siano, in realtà non soltanto grosse società ma, spesso, singole persone appassionate che mandano avanti la baracca. È il caso anche di LAB 12, produttore di amplificazioni a tubi dall'aspetto molto curato e senza fronzoli e, dicono, dalle soluzioni circuitali non banali. Nella linea di prodotti compare anche un distributore/condizionatore di rete, opportunamente chiamato "Gordian" ed un DAC NOS realizzato mettendo in parallelo 8 chip Philips TDA 1543. Si tratta di apparecchi dai prezzi contenuti - sempre in relazione alla follia di questo settore - che mostrano con evidenza lo sforzo di rendersi accessibili: l'apparecchio più caro è l'amplificatore integrato "integre4", da € 3.284 e quello più economico è il su citato Gordian, da € 1.168 (tutti prezzi IVA inclusa...).
Ecco, quindi, i baldi giovani che si celano dietro la sigla LAB 12


Spero che la mia foto renda bene il punto fondamentale: sono persone "come noi", potrebbero essere benissimo due dei nostri amici con i quali condividiamo questa passione. Inoltre, a mio avviso, meritano un'ulteriore plauso: sono giovani e si trovano ad operare in Grecia, nel momento più grave di un paese già in pessime condizioni economiche. Ogni similitudine è assolutamente fuori luogo, ma a me non pare un caso che anche il loro distributore per l'Italia sia una persona giovane, appassionata e che si trova ad operare in un'area a dir poco "difficile". Auguriamo loro ogni bene.

Spazio QUESTYLE
Girovagando per una delle grandi Hall a piano terra, ho incontrato questo costruttore statunitense, azienda molto tecnologica, produttore di DAC, anche portatili e votati all'amplificazione delle cuffie, molto lodati dalla stampa di settore. A me, però ha incuriosito il loro sistema - che ricorda un po' il Wamp di Digibit descritto prima, ma con tecnologie diverse - formato dal T2, un trasmettitore wireless/elaboratore di segnale digitale da € 1.000 circa, e due R200, amplificatori monofonici digitali (tecnologia ICEPower) da 200W con modulo di ricezione wireless/DAC, da € 1.000 circa ognuno (ma c'è anche un ampli stereo da 50 W/canale, sempre con un modulo ICEPower). Il sistema garantisce la trasmissione senza fili (con portante a 5 GHz) di audio digitale non compresso fino a 22 MHz / 24 bit. Il tutto viene venduto in una confezione da viaggio


Mi vedo già la situazione: voglio approfittare dell'estate per sonorizzare la terrazza, ma non posso spostare lo stereo del salotto, tutto bello installato... arriva il tecnico con la valigetta, fa spostare fuori solo le casse (tanto quelle si staccano con facilità), poi appoggia la valigetta sul tavolo, click, clack, ooohhhh... Un negroni, per me, per favore :-)

Spazio RADSONE
Questa ditta coreana aveva allestito un piccolo (sempre in relazione alle enormi proporzioni della mostra...) spazio dove dimostrava il suo airDAC, un DAC (basato, stavolta, sul chip BB-TI DSD1792A) capace di trattare segnali ad alta risoluzione, anche DSD (trasforma il DSD in un DOP, secondo una strategia condivisa, ad esempio, da... ESS coi suoi Sabre DAC), nonchè tutti gli altri formati compressi; si può connettere wireless con smartphone, iDevice, ecc., oppure via USB con un PC; ha anche un amplificatore per cuffia; può leggere i file inviati da un qualsiasi apparecchio che li scarichi da un servizio di streaming; il tutto per un prezzo americano di USD 1.000. Detta così sembrerebbe un apparecchio come tanti. La differenza sta, secondo me, nelle soluzioni software su cui l'apparecchio si appoggia. Potrete immaginare le mie difficoltà a seguire l'entusiasta Woo-Suk Lee, direttore tecnico di Radsone, che ha provato a farmi capire le peculiarità della macchina. Sperando che perdoni i miei strafalcioni, direi che questo DAC si distingue, essenzialmente, per due caratteristiche. La prima è la realizzazione dell'ingresso USB, capace (dovrebbe essere il solo) di ricevere segnali fino a 192 kHz e che non si avvale delle usuali interfaccie XMOS o altre soluzioni prefabbricate, ma si basa sul ricevitore Texas/BB programmato tramite un software proprietario; inoltre, è un ingresso isolato galvanicamente, il che produrrebbe intrinsechi benefici nella pulizia della trasmissione del segnale digitale, indipendentemente dalla sporcizia che raccoglie nel suo percorso. La seconda caratteristica distintiva è il software DCT, un DSP che consente un particolare dithering del segnale digitale, effettuando un'elaborazione del segnale digitale che si adatta al suo contenuto, individuando e sopprimendo i rumori indesiderati e gli artefatti digitali che, secondo la casa, sono sempre presenti, anche sui segnali in alta risoluzione. La prova d'ascolto è stata per me del tutto inconcludente, in quanto effettuata con una cuffia in ambiente rumoroso; ma il prodotto è carino a vedersi ed interessante per le soluzioni atipiche proposte. Non ha ancora distributori...

Spazio LAKE PEOPLE
Questa ditta tedesca - che deve il suo nome alla sede in Costanza... - propone una nutrita serie di DAC, preamplificatori e amplificatori per cuffia a marchio Violectric. Fra i davvero moltissimi modelli esposti, i responsabili della casa mi hanno evidenziato due novità.
La prima è il loro nuovo amplificatore per 2 cuffie/preamplificatore linea con ingressi e uscite anche bilanciate, proposto in due versioni: il modello HPA V220 (da € 1.900, inclusa IVA - tedesca, al 19%) che pilota le cuffie in modalità tradizionale sbilanciata con 2 con uscite jack stereo, e il modello HPA V281 (da € 1.400, inclusa IVA 19%), che pilota le cuffie in modalità bilanciata, con una presa bilanciata e due prese su jack mono, una per il canale sinistro e l'altra per il canale destro. Entrambi i modelli possono accogliere un modulo DAC (per altri € 200) e si possono avere con un regolatore di volume con un potenziometro motorizzato telecomandabile (per € 250) o anche con un attenuatore motorizzato telecomandabile a combinazione di resistenze comandate da relais (per € 500).
La seconda novità è costituita dai due nuovi DAC. Il primo è il modello DAC V850 (€ 1.400, IVA 19% inclusa), con uscite anche sbilanciate, ingressi digitali, anche su USB, capaci di trattare segnali ad alta risoluzione (fino a PCM 192 kHz / 24 bit); il segnale digitale in ingresso, quale che sia la sua frequenza, viene prima ricampionato a 32 bit e poi può essere upsamplato a 96 kHz (o secondo diversi fattori selezionabili dall'utente); e poi viene inviato al chip (questa volta due PCM 1795, che pure lavorano a 32 bit); il DAC prevede anche il controllo di volume effettuato per via esclusivamente digitale; a tale proposito, la casa sostiene che, poiché il segnale di partenza è sempre ricampionato almeno a 32 bit, ciò in un certo qual modo compensa l'inevitabile perdita di risoluzione derivante dalle alte attenuazioni (richieste per un basso volume d'ascolto); infine, è prevista un'opzione per telecomandare il volume e la selezione degli ingressi, per ulteriori € 250. Il secondo DAC è una versione ridotta del primo. Si tratta del modello DAC V820 (€ 750, IVA 19% inclusa), che presenta caratteristiche simili, ma l'ingresso USB è opzionale, il ricampionamento è sempre a 32 bit, ma l'upsamplig può essere solo a 96 kHz e il volume di uscita è fisso, ma il guadagno può essere impostato su 4 diversi livelli.
La postazione Violectric era sempre affollatissima: molte le cuffie usate per gli ascolti, tutti modelli molto apprezzati e noti, che venivano tutti ottimamente pilotati, anche quelle con caratteristiche elettriche più impegnative. Si tratta di apparecchi molto ben fatti, certamente non economici, ma ancora accessibili e molto lontani dalle deleterie esagerazioni dell'High End. Sicuramente l'abbondanza di soluzioni proposte dal marchio iscrive la Lake People fra le aziende che credono che il futuro dell'audio si sia spostato dalla poltrona alla scrivania: i loro apparecchi sono mirati ad un ascolto personale e evidentemente in combinazione con un PC, attaccato o meno ad internet...

Sala THRAX
Il costruttore Bulgaro Thrax aveva allestito una grande sala in cui faceva funzionare un impianto costituito integralmente da propri apparecchi (eccezion fatta per le sorgenti): pre phono Orpheus (€ 16.200), preampli Dionysos (€ 16.200), finali mono da 100 W Heros (€ 25.200 la coppia) e diffusori Lyra (€ 16.200 la coppia) da supporto (€ 1.800 la coppia). Le elettroniche sono presentate come progetti con soluzioni originali, che usano sia valvole (principalmente triodi a riscaldamento diretto) che transistor (MOSFet e JFet), con accorgimenti per ridurre i rischi di captare rumori (trasformatori d'ingresso, distacco delle masse degli ingressi non selezionati, ecc.) e per accoppiarsi efficacemente col carico. Si tratta senz'altro di apparecchi estremamente costosi, ai quali personalmente credo non potrei mai arrivare. Però, fra le varie pazzie abbondantemente presenti alla mostra - che, in fondo, si chiama sempre High End... - questi apparecchi, almeno, ricreavano un suono molto piacevole, davvero coinvolgente; insomma, uno dei casi in cui ti viene voglia di restare ad ascoltare e basta, senza preoccuparti dei problemi al contorno. In fondo, questo è uno dei principali benefici di frequentare questa mostra: essere esposti ad apparecchi normalmente fuori dalla nostra portata e, in questo caso, anche fuori dalle nostre possibilità di ascolto, visto che non c'è (ancora?) un distributore per l'Italia.

Spazio YBA
Quest'anno Yves-Bernard André aveva allestito il suo spazio in una delle grandi Hall a piano terra come una isola Francese dove il padrone di casa accoglieva i suoi selezionati ospiti con tanto di bandierine tricolori, champagne, ecc. Con l'originalità che lo ha sempre contraddistinto, YBA ha, però, sostituito la grandeur gallica con un britannico understatement: i modelli erano tutti silenziosamente esposti, con tanto di letteratura descrittiva, e stava al visitatore interessarsi al singolo apparecchio e chiedere, eventualmente, informazioni che venivano, poi, prontamente offerte. La cortesissima responsabile del marchio mi ha indicato come novità maggiormente rilevanti due apparecchi.
Il primo appartiene alla serie heritage, la seconda dal basso del catalogo YBA, ed è la nuova versione del media streamer MP100 SE (€ 1.900 circa),


che, a differenza di molti apparecchi consimili, include un DAC (per la nuova serie realizzato attorno ad un chip di Asahi-Kasei in luogo del precedente Wolfson), mirando a diventare il vero centro attorno cui costruire l'impianto, potendo ricevere, suonare e decodificare praticamente ogni stream digitale che gli arrivi dai suoi ingressi digitali; naturalmente, possiede anche le tradizionali (per uno streamer) uscite digitali, per collegarsi ad un DAC di migliore caratura, magari scelto fra quelli dello stesso costruttore.
Come, appunto, la seconda novità illustratami dal costruttore, che appartiene alla serie Design, quella più attenta al contenimento dei costi: si tratta del modello WD202 (€ 1.000 circa),


un DAC dotato degli ingressi digitali comuni (USB, S/PDIF coassiale, ottico e AES/EBU), di uscite anche bilanciate, nonché di uscita cuffia e capace, nella nuova versione, di convertire anche i flussi DSD.

Spazio BLUE AURA
Sempre in una Hall a piano terra esponeva Blue Aura, un costruttore fieramente britannico (nella cartellina stampa c'era anche una piccola Union Jack...). Anche in questo caso si tratta di un'azienda sostanzialmente coincidente con una persona in carne ed ossa, tale Nick Holland. Questo produttore propone soprattutto diffusori già pronti per suonare in modalità wireless i file che possono essere inviati loro o via Bluetooth/NFC o mediante un protocollo proprietario WiFi con portante a 2.4 GHz; tutti i diffusori sono amplificati e adottano un DSP. La loro estetica è minimalistica, con un evidente attenzione ad evitare inutili orpelli che graverebbero oltremodo sul prezzo, davvero contenuto; ciononostante tutti i modelli hanno un aspetto comunque curato che ben si presta ad un inserimento neutro nell'ambiente domestico, viste le piccole dimensioni e le finiture in (finta) pelle.
Sono stato colpito da questo costruttore perché mi pare che dietro la proposta commerciale si celi una mente pensante, che ha sempre a fuoco l'esigenza di un utilizzatore normale di musica che voglia sonorizzare con facilità i suoi ambienti domestici. Infatti, le soluzioni proposte mirano molto alla logica del plug-and-play. Ad esempio, c'è il sistema WS80i che per UKP 450 fornisce una coppia di bookshelf attivi (modulo amplificatore TI in classe D) a due vie, un trasmettitore WiFi (da attaccare alla sorgente già esistente, oppure ad un PC tramite porta USB) dalla portata fino a 30 metri, ed un telecomando. Naturalmente sono previsti anche diffusori a torre, subwoofer, nonché diffusori tuttinuno per collegarsi al volo con gli smartphone, ecc..
Infine, forse per venire incontro agli irriducibili nostalgici, c'è anche il sistema v30i, che, in un'unica confezione comprende un amplificatore integrato stereo a valvole da 20 W/ch telecomandabile e con 2 ingressi linea (uno su minijack da 3,5) e 1 ingresso USB, 2 piccoli diffusori passivi da scrivania a due vie con relativi supporti per posizionarli inclinati all'indietro, telecomando, cavi di segnale, cavo USB, cavi per le casse, 1 valvola di ricambio, guanti in cotone e piumino per spolverare. Non so a voi, ma a me questa impostazione commerciale mi sa davvero tanto di sana, vecchia Inghilterra... God Save The Queen! :-)

DAC di rete, streamer
Naturalmente, vi era tutto un fiorire di queste apparecchiature, il che mi ha dato l'impressione che sia questo l'immediato futuro, se non il presente, degli impianti musicali moderni. Non nascondo il mio imbarazzo nel muovermi in questo mare magnum di proposte, che non sono riuscito a ben differenziare, un po' per mia incompetenza, un po' perché spesso basate su soluzioni a dir poco standardizzate (ad es., l'onnipresente DAC ESS Sabre 9018 o, per i meno abbienti, 9016...). Perciò vi segnalo due proposte che più mi hanno interessato, magari anche solo perché meglio presentate dagli addetti della casa.
La Merging Technologies, azienda notissima in ambito professionale per le sue soluzioni per gli studi di produzione musicale, proponeva il Nadac, un DAC di rete che, secondo quanto illustratomi dal competentissimo responsabile dell'azienda, è l'unico (o, comunque, fra i pochissimi) che supporta ogni formato (PCM 44.1 - 384 kHz; DXD; DSD 64 - 256), si connette alla rete con porta ethernet usando un protocollo chiamato Ravenna che garantirebbe la massima pulizia nella trasmissione del segnale, ed è capace di trattare un sistema basato su rete informatica con più sorgenti e più zone. Viene venduto in due configurazioni, a seconda delle uscite: semplice stereo (per € 8.000) o 8 canali (per € 8.900).
Aurender proponeva una nutrita serie di apparecchi per la distribuzione e la riproduzione di file musicali ad alta risoluzione e residenti sia in memorie interne (fino a 12 TB), sia di rete (NAS), con software proprietario per la gestione degli archivi (meta tag inclusi) e per la comandabilità tramite iPad o simili; inoltre, da quest'anno si assicura la piena compatibilità con Tidal, il servizio di streaming online di musica in formato non compresso (a risoluzione CD). Fra le varie proposte, mi ha colpito il modello N10 (prezzo americano USD 2.500), capace di prelevare i file da internet, dalla rete informatica mediante NAS o dall'archivio interno opzionale (4 TB - per ulteriori USD 200), di passare il file in una un SSD da 240 GB che costituisce la cache dal quale il file viene effettivamente letto e indirizzato verso una delle uscite disponibili, solo digitali (USB e S/PDIF coassiale, ottica e AES/EBU su connettore XLR). Com'è intuitivo, per fare finalmente suonare la musica contenuta nel file letto dallo streamer ci vuole un DAC e poi un amplificatore per pilotare le casse... oppure ci vuole un amplificatore con un DAC interno, che Aurender pure propone: si tratta del modello X275, che contiene sia un DAC (con l'ubiquitario chip ESS Sabre), sia un modulo di amplificazione stereo digitale con tecnologia ICE Power da 125W/canale, il tutto per un prezzo americano di USD 2.500.

Server multimediali
Un po' defilate, quasi per non evidenziare troppo la loro estraneità al settore dell'audio duro e puro, vi erano delle aziende che proponevano solo server multimediali.
Una delle soluzioni è la DMA che, sostanzialmente, si basa su un pc con su Windows 8 (che, secondo l'entusiasta ingegnere che curava la demo, contiene un perfetto sistema per gestire bene i flussi audiovisuali) ed un software proprietario nel quale risiede il nocciolo del trattamento high-end sia dell'audio che del video. Il tutto racchiuso in uno scatolotto che può anche essere celato alle spalle di uno schermo piatto e che contiene anche una meccanica con cui leggere i dischi ottici e anche ripparli sulla memoria (interna o di rete). Permette la creazione di un cloud domestico, di gestire un sistema di IPTV, ed altre diavolerie. La versione base, modello DMA-06 costa € 3.600 e già così lo si può connettere alla propria rete; se lo si vuole configurare come cuore di un impianto più tradizionale, si può aggiungere il modulo PRE, per ulteriori € 2.500. Naturalmente, il tutto è personalizzabile a richiesta secondo le specifiche esigenze del cliente.
Un'altra soluzione proposta era la Purist Music-Machine, anche qui uno scatolotto, di dimensioni standard rack, dall'aspetto un po' (troppo) professionale, con una fessura per l'inserimento dei dischi ottici da leggere o rippare anche su memoria di rete, con capacità di streaming, con un app dedicata per il comando remoto di tutte le funzioni e l'interfaccia utente, ecc. ecc., il tutto per circa € 7.000 nella versione con modulo DAC incluso.

Miscellanea

Come ho sempre detto, il mio non ambisce ad essere un report di quelli ufficiali, che lascio volentieri ai giornalisti professionisti, ben più competenti e preparati del sottoscritto. Tuttavia, mi rendo conto di avere scritto molto e di non avere ancora esaurito la grandissima mole di informazioni che vi vorrei trasmettere e che era comunque disponibile in una mostra così enorme.
Allora, preferisco mettere qui, un po' alla rinfusa, ulteriori considerazioni, soprattutto fondandomi sulle immagini che, come ho scritto in apertura, quest'anno mi sono sforzato di acquisire e che ora vi propongo in una rapida carrellata finale, per placare la vostra (nostra) sana smania voyeuristica.
Cominciamo con una coppia che era sulla bocca di tutti: il miniDAC USB per cuffie (ma pilota anche ingressi linea, presenti sugli ampli integrati o sulle casse amplificate...) Dragonfly e la cuffia Nighthawk


dell'Americana AUDIOQUEST, che sta espandendo i suoi successi oltre l'originario campo dei cavi, per i quali, comunque, tuttora fornisce un amplissimo catalogo, che include anche le connessioni di nuova generazione: cavi USB ed Ethernet.
Poi, sempre dagli USA, in particolare da Boulder, Colorado, il nuovo DAC economico di AYRE, il CODEX (€ 2.080),


con un ingresso S/PDIF ottico e uno USB asincrono, dotato di volume; è basato sull'onnipresente ESS Sabre 9018, quindi gestisce flussi fino a PCM 384 / DSD 128; attorno al chip ESS c'è l'usuale cura progettuale di Ayre per l'alimentazione e gli stadi d'uscita, terminati anche con connessioni sbilanciate XLR, a testimoniare le velleità della macchina di completare anche un impianto importante, a dispetto dell'apparenza, che lo vede chiaramente rivolto ad un utilizzo desktop.

Conterranea di Ayre, PS AUDIO esponeva con meritato orgoglio il nuovo amplificatore no-compromise BHK (dalle iniziali del rinomato progettista Bascom H.King),


per l'occasione connesso, a valle, con due grandi Magneplanar e, a monte, con il loro famoso DAC onnivoro (pilotato dalla meccanica PWT) e, soprattutto, con un PC sul quale girava un innovativo software di gestione dei flussi audio, nonché di organizzazione dei files, dei metadati, ecc., il ROON, ancora in fase di perfezionamento, ma estremamente potente e versatile. Inoltre, faceva bella mostra di sè (certamente migliore della mia foto...) il loro piccolo SPROUT,



l'amplificatore lifestyle con funzionalità wireless di cui davo notizia l'anno scorso, e che il responsabile di progetto, Mr. McGowan jr., mi ha detto avere riscontrato un successo commerciale andato ben oltre le loro previsioni.

Poi il colosso CLEARAUDIO, che esponeva in un grande spazio tutta la sua nutrita flotta di giradischi, nonché... questa motocicletta, sicuramente uno degli oggetti più fotografati della mostra.



Parlando di flotta di giradischi, non potevamo mancare il colpo d'occhio della piazza vinilica dell'austriaca PRO-JECT



Ancora, doppia presenza per i diffusori MAGICO, che davano voce sia alle amplificazioni SOULUTION,


sia alle amplificazioni CONSTELLATION.



Tornando sul concetto che molte delle ditte famose nel campo High End sono, in realtà la proiezione di singole persone, ecco un primo piano di un vecchio amico di TNT-Audio, il Sig. Jason Lim,


già titolare della NUForce - ora ceduta alla Optoma che vuole completare la sua offerta audiovisuale - ed attuale patrón della NU-PRIME, marchio sotto il quale continua a produrre amplificazioni digitali ed altre diavolerie: la mia foto è orrenda, ma Jason sta indicando due nuovi apparecchi che dovrebbero essere commercializzati a breve, esposti ancora senza molte indicazioni: un amplificatore integrato ed un dac/amplificatorino per cuffia destinato agli smartphone (si intravede dietro il suo pollicione...).

Altra ditta che si identifica nel suo proprietario e progettista è la LAUTSPRECHER UN MEHR di Wolfgang Kuhn, che propone un complesso sistema di satelliti e subwoofer, con amplificatore dedicato.


Come si vede dalla foto, la particolarità più evidente del sistema sta nella forma sferica dei mobili dei diffusori, e che ad un primo esame ricorda un vecchio progetto di autocostruzione proposto sulla nostrana Audio Review; tuttavia, va precisato che il sistema tedesco è molto più complesso, prevedendo anche l'alternativa tra il trattamento del segnale per pilotare i diffusori in analogico e in digitale.

Chiudiamo questa carrellata con due fra i maggiori costruttori di diffusori.

KEF presentava in anteprima il modello Blade two, successore più abbordabile della fuoriserie Blade, per l'occasione pilotate da elettroniche Arcam, quasi a sottolineare la necessità di un'amplificazione sì di qualità , ma ancora rimanendo a livelli terreni.



E poi, la nostra SONUS FABER, devo dire in questa occasione esposta in tono un po' minore, probabilmente per l'intenzione di valorizzare molto la nuova serie Chamaleon


che ha la particolarità di potere cambiare il vestito, cioè i fianchetti, secondo un'ampia gamma di opzioni


STRANEZZE

Diciamo subito la prima che mi è saltata all’occhio già scorrendo l’elenco degli espositori: MANCA MCINTOSH! Già l’assenza del marchio-icona di tutto il settore lascia perplessi, ma ciò che mi ha più sorpreso è stato non trovarlo più fra i marchi del potente distributore Audio Reference, che, invece, continua a trattare tutti i marchi del gruppo Fine Sounds (non so quanto ciò sia l’effetto del ri-acquisto delle quote societarie da parte di Randall e Grange: nel gruppo, McIntosh compare ancora…). Ancora una volta rinvio all’articolo sulla mostra del 2014, dove lo stesso importatore aveva preparato un imponente allestimento nelle grosse sale assegnate, con un’impressionante spiegamento di forza bruta amplificatrice con gli occhioni blu. Mentre quest’anno ha preparato un allestimento senz’altro esteso, ma meno imponente dell’anno scorso; personalmente, non mi ha lasciato facilmente percepire il bello ed il lusso dietro i prodotti (allora, principalmente Sonus Faber, quest’anno molto meno protagonista). Ancora, lo stesso espositore mostrava sia amplificazioni Krell che D’Agostino (oltre alle nuove Wadia ed Audio Research), ancora una volta con una scelta che mi ha lasciato un po’ perplesso.

PIONEER aveva una bella saletta, non eccessivamente grande, in cui mostrava i nuovi prodotti – segnatamente, il lettore BDP-LX 88, un specie di antioppo (multistandard, Hi-Res, 4 K, ESS Sabre, ecc.), e il DAC/ampli per cuffie U-05-S (Sabre anche qui, uscite bilanciate, amplificazione potente, ecc.) – ed allestiva anche un impianto sonante col suo lettore di rete, al quale, però, dava voce con dei bei diffusori Dynaudio. Il che mi è parso strano, perché Pioneer produce casse, sia economiche (alcune con ottime recensioni), sia più impegnative, figlie dirette degli studi di TAD e molto bensuonanti. Non so quanto questa circostanza sia il frutto del passaggio del loro progettista in forza alla teutonica Elac, di cui ho visto ufficiale notizia solo in comunicati stampa successivi alla mostra....

CONCLUSIONI

Beh, devo dire che anche questa seconda parte è venuta corposa. Eppure non ho menzionato molte altre cose.
La GRIMM AUDIO, col suo modello LS 1, un diffusore amplificato molto sofisticato che può includere anche un subwoofer inserito nella sua base e che suonava davvero bene, ma che aveva il difetto di essere un po' caro (€ 25.000), anche se va detto che è un apparecchio che include mezzo impianto: basta aggiungere una sorgente e suona...
Il fonorivelatore DS-W1 Nightrider della DS AUDIO, che ha la particolarità di non avere un motore magnetico, ma ottico: un led manda la sua luce infrarossa contro un fotodiodo e nel mezzo si frappone uno schermo connesso al cantilever che, quindi, modula il raggio infrarosso. Il fotodiodo, a sua volta, converte questi impulsi luminosi modulati in impulsi elettrici e pilota un pre-phono proprietario. Tutto molto interessante e affascinante, ma anche molto costoso; € 8.800...
La PROGRESSIVE AUDIO di Ralf Koenen (ancora una volta una ditta che si identifica sostanzialmente con un uomo in carne ed ossa), che proponeva amplificatori basati su nuovi ed efficienti FET al Silicon Carbide, sempre molto cari (a partire da circa € 10.000), nonché diffusori pure fatti tutti in casa, a partire da driver Accuton e Seas: ho sentito il modello Extreme III (€ 8.000 circa) e mi aveva fatto un'ottima impressione.
La WISS AUDIO, il cui volenteroso direttore marketing Murray Kun, nonostante le barriere linguistiche, mi ha illustrato la miriade di piccoli DAC, DAC con amplificatori per cuffia, DAC USB prodotti dalla ditta; tutti minuti, comodi da trasportare, dall'aspetto gradevole, con una bella sensazione di ben fatto e, ciò che non guasta, molto economici, ed in cerca di distributori...

Insomma, anche stavolta ho lasciato fuori un sacco di roba, ma spero di avervi trasmesso le mie impressioni e di avervi mostrato ancora una volta quanto questa mostra sia enorme e rappresentativa... e quanto sia divertente visitarla :-)

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