Eccoci ad un nuovo appuntamento, ormai di rito, con il Milano HiEnd.
La manifestazione, nata nel 2000 come incontro fra appassionati ed aziende dei due canali audio sembra non aver perso alcunché del proprio lustro. Anzi, entro certi limiti, essendo certamente più accessibile del Top Audio, per vari motivi, ad espositori di dimensioni più ridotte, si è dimostrata nel tempo una palestra, un "incubatore" come si suol dire oggi, di nuove realtà aziendali.
Certo alcune delle aziende presenti nelle prima edizioni sono scomparse, altre hanno fatto scelte diverse, la stessa esistenza di una manifestazione gemella a Roma comporta per alcuni una scelta magari difficile e dolorosa, ma necessaria.
Comunque, la manifestazione sta anche riscuotendo un certo interesse presso distributori ed importatori istituzionali di prodotti, forse ormai convinti che sì, il mercato video è interessante e sicuramente molto remunerativo, ma i numeri sono evidenti: il costo di un impianto HT è decisamente molto superiore a quello di un impianto 2 canali di livello equivalente, e quindi i numero di potenziali acquirenti altrettanto ridotto.
Un altro aspetto che vale la pena di sottolineare consiste in un aumento di presenze non italiane, e di livello decisamente qualificante.
Di fatto, questi appuntamenti, lungi dall'essere in crisi, sembrano aver piuttosto iniziato una nuova stagione sotto i migliori auspici.
Sull'organizzazione, c'è poco da dire. I problemi di... permeabilità acustica delle pareti sembrano irresolubili, per cui diversi espositori con salette adiacenti hanno adottato la tecnica del... time sharing: in maniera estremamente civile, devo dire, si sono accordati per far suonare gli impianti alternativamente, mezz'ora l'uno e mezz'ora l'altro.
Il problema che si poneva a questo punto, però, era il sovraffollamento che sistematicamente affliggeva la saletta suonante, mentre l'altra risultava pressoché vuota. Se questa è l'unica soluzione, converrebbe allora forse addirittura valutare se non sia possibile eliminare le separazioni (spesso le meno efficaci sono mobili) in modo che ciascuno dei due espositori possa sfruttare tutti i posti a sedere disponibili. Anche questa soluzione non è comunque scevra di aspetti negativi, vedi risistemazione delle sedie....
Dal punto di vista dei contenuti, le novità ci sono, anche se forse poco evidenziate.
Certamente le nuove tecnologie stanno avendo un qualche effetto sul mercato. Uno dei (nuovi) espositori basava in pratica l'intera proposta sulla classe T, qualche altro aveva prodotti in classi similari.
Il numero di persone che hanno avuto esperienze positive con queste nuove tecnologie è sempre più ampio. Fra l'altro, si potrà discutere certamente sulla qualità sonora assoluta di un T-Amp, ma è anche evidente a chiunque che il rapporto costi benefici è molto elevato. Ci potrà certamente essere chi preferisce un suono più morbido, valvolare, tondo, sui gusti c'è ben poco da discutere, ma in ogni caso fino a pochissimo tempo fa non esisteva nulla di comparabile a questi prezzi, e comunque oggi ci sono anche sistemi in classe-D che riproducono il suono cosiddetto valvolare ad una frazione del suo costo.
L'aspetto principale di queste nuove tecnologie, a mio avviso, è proprio quello di mettere a disposizione dei produttori uno strumento in grado di ridefinire completamente, fin dalle radici, le gerarchie dell'audio, dalla base fino all'hi-end, sia dal punto di vista concettuale che dal punto di vista economico.
Il fatto stesso di presentare un piccolo e spesso leggerissimo scatolotto che fa le veci e sostituisce pienamente i giganteschi amplificatori in classe A cui siamo abituati è un attentato all'ordine costituito.
D'altra parte, in un mercato in cui i prezzi tendono a crescere fuori d'ogni misura, questo attentato non può essere che un fattore positivo, mettendo a disposizione di chi è interessato al buon suono, piuttosto che a far colpo su amici e conoscenti, uno strumento vincente.
Che questa sia la fine dell'hi-end e l'inizio del buon suono per tutti, che segnali l'avvento di una nuova età dell'oro? Non bisogna illudersi troppo. L'età dell'oro, in Italia almeno, si è verificata quando (inizio anni '70) la gente ha iniziato ad essere disposta a spendere fior di cifre, per l'epoca, per acquistare impianti audio decenti (ma non eccezionali, in definitiva), atteggiamento sicuramente favorito anche dalla percezione dell'HiFi come must cultural/tecnologico e dal fiorire di una stagione musicale forse irripetibile sia in campo classico che moderno.
Oggi come oggi il ruolo di must è semmai attribuibile ai microlettori (dei cui contenuti mp3 si inizia solo oggi, finalmente, a sentir riconoscere la bassa qualità) e la crisi della musica e della cultura musicale in genere mi sembra assolutamente evidente. C'è addirittura chi sostiene che tutto quanto poteva essere scritto con la notazione musicale occidentale e' stato già scritto, perciò non si può creare nulla di nuovo - affermazione che spero sia solo una pessima scusa per coprire una totale mancanza di idee.
Quale sarà comunque il ruolo dell'HiEnd, allora? Certamente l'acquirente di HT di alto livello, meno interessato ad aspetti puramente qualitativi, continuerà a comprare, indirizzato dagli ormai onnipresenti consulenti/installatori/fornitori/etc/etc (ma possibile che gli acquirenti non percepiscano un minimo di conflitto di interessi? mah...) in questa area. Lo stesso farà l'acquirente audio due canali danaroso con una scarsa capacità di discernere il valore sonoro del prodotto proposto.
Chi è invece in grado di scegliere senza pregiudizi e solo in base alla qualità assoluta si orienterà nella maggioranza dei casi altrove. Non in tutti i casi, perchè non tutto quello che è grosso, costa e riluce non vale il suo prezzo. Come ho sentito dire a qualcuno nei corridoi del Mi-HiEnd "Ah, qui c'è MBL, è inutile andarli a sentire, tanto si sa che suonano bene...".
Anche sotto questo punto di vista ci sono state delle novità, al Milano Hi-End. Partiamo da qui nella nostra solita, breve carrellata.
Un convertitore D/A con il suo prezzo non è certo qualcosa di comune. Se poi il convertitore è in tre telai (nella foto, che non rende giustizia alla impeccabile finitura dell'oggetto, compare il solo controller), ciascuno di dimensioni non irrilevanti e dalla forma molto originale, la cosa si fa ancora più intrigante. Se si aggiunge a questo una tecnologia di conversione assolutamente e veramente innovativa, frutto dalla ricerca più avanzata, diventa evidente che si tratta di un vero evento (abbiamo pubblicato una approfondita analisi tecnica). Se infine gli amplificatori cui il tutto si abbina sono oggetti altrettanto particolari, in due telai per ciascun canale, con una impedenza di uscita dell'ordine dei microohm a loop chiuso ottenuta mettendo in parallelo 288 (e' esatto, duecentoottantootto, me lo sono fatto ripetere più volte...) transistor finali...
Quanto al suono, come sempre non riteniamo corretto dare una valutazione di un sistema in ambiente non controllato, ma devo ammettere che mi è sembrato davvero molto, molto promettente. Se siete disposti a spendere 44 mila euro per un convertitore, credo valga la pena di valutarlo accuratamente, si chiama Trinity e l'azienda e' la tedesca GTE...
Abbiamo citato prima MBL. Ecco qui il loro sistema, una volta tanto con casse dalle dimensioni ridotte. Suono, come al solito, fuori gara.
Il giradischi Morsiani mostra una preoccupante proliferazione di cilindri. Male, malissimo, il prezzo non potrà che salire, temo. Di questo passo non riuscirò mai ad acquistarne uno....
T-HiFi, olte al nome stesso, basa tutta la propria linea di prodotti sulla Classe T, cioè la tecnologia Tripath, la stessa del T-Amp, per intenderci. Sono disponibili finali ed integrati, completi o in kit, componentistica varia, ed anche casse acustiche. Presto in prova qui su TNT-Audio.
Best Audio&Video presentava, come già a Roma, i prodotti della WLM. La dinamica era un po' inferiore ispetto a Roma, ma ciò era quasi una fortuna, dati i citati problemi di isolamento acustico.
Esposto nello stand di T-HiFi anche questo bel giradischi di costruzione praticamente artigianale, e con un prezzo che non è propriamente un t-prezzo, ma quanto meno interessante, se confrontato con la concorrenza. Meriterebbe approfondimenti...
Per finire, Sound Of The Valve presentava, in esposizione ancora statica, il prototipo di un nuovo altoparlante equipaggiato con magnete in Maxalco Co., superiore anche all'AlNiCo 5, con un flusso di 24.000 Gauss, il più alto al mondo secondo Stefano Zaini, patron della manifestazione, che ringraziamo come al solito anche per le fotografie.
Prossimo appuntamento con gli HiEnd, a Roma il 28 e 29 ottobre 2006 nella consueta sede del Centro Congressi Midas Jolly Hotel.
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