Atoll DAC300 - DAC/preamplificatore

Coltellino svizzero digitale

[Atoll DAC300 - vista frontale]
[English version here]

Prodotto: Atoll DAC300 pre/DAC
Costruttore: Atoll Electronique - Francia
Esemplare in prova fornito cortesemente da: AudioGraffiti
Prezzo approssimativo: 2500€
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Aprile, 2019

Premessa

Non è la prima volta che TNT-Audio recensisce un prodotto Atoll, molti anni fa mettemmo alla prova il lettore CD CD100 e gli amplificatori integrati IN50 e IN80. Questi prodotti esistono ancora, ora sono etichettati con il suffisso “SE” e immagino siano versioni upgradate di quelle che recensimmo tanti anni fa.

La Atoll Electronique è stata fondata nel settembre del 1997 dai fratelli Stéphane e Emmanuel Dubreuil. Il loro proposito iniziale, che hanno tenuto saldo in questi 20 anni di attività, è sempre stato quello di realizzare prodotti dalla forte ambizione audiophile ma con un rapporto qualità/prezzo molto elevato.

Uno sguardo da vicino

Il DAC300 è il DAC top di gamma di casa Atoll e fa affidamento su uno dei più apprezzati convertitori D/A presenti oggi sul mercato, ossia l' ESS SABRE ES9038PRO che è utilizzato su diverse altre macchine digitali come il Cocktail Audio X45Pro, il Matrix X-SABRE Pro DAC, l'Oppo Sonica DAC, il Matrix X-SABRE Pro, l'L.K.S Audio MH-DA004 DAC e tanti altri, anche kit da montare. Il DAC300 è anche un preamplificatore minimale (che può essere bypassato) che gestisce ben nove ingressi digitali diversi (sia bilanciati che sbilanciati), compresi ottici, Bluetooth e USB. Purtroppo non ha un ingresso analogico.

Offre al suo utilizzatore anche numerosi filtri digitali così denominati: standard (fast roll-off, minimum phase filter); Fast Lin. (fast roll-off, linear phase filter); Slow min. (soft roll-off, minimum phase filter); slow lin. (soft roll-off, linear phase filter); Apodizing (fast roll-off by apodizing, linear phase filter) e hybrid (fast roll-off and minimum phase filter). Confusi? Non importa, potrete divertirvi a passare da un filtro all'altro durante l'ascolto per scoprire che le differenze sono veramente molto, molto piccole.

Il telecomando è condiviso da altri apparecchi Atoll e pertanto consente di controllare CD, amplificatori, tuner, pre e finali. I comandi riservati al DAC sono pochi, in pratica si può accendere o spegnere l'apparecchio, si può regolare il volume e selezionare gli ingressi. Non si può selezionare la modalità stand-by e non si possono scegliere i diversi filtri digitali. Infine, il DAC300 è fornito di un buon cavo di segnale si serie.

All'interno, spicca la notevole sezione di alimentazione, composta da ben tre toroidali della Talema mentre degli ottimi condensatori Clarity Caps sono utilizzati nella sezione audio.

[Atoll DAC300 - alimentazione]
Atoll DAC300 - alimentazione ben strutturata e sostanziosa

[Atoll DAC300 Clarity Caps][Atoll DAC300 Sabre DAC]
Atoll DAC300 - Clarity Caps e ESS Sabre ES9038PRO

Caratteristiche tecniche dichiarate

[Atoll DAC300 - vista posteriore]
Atoll DAC300 - vista posteriore

Coltellino svizzero digitale

N.B.. Poiché il DAC300 suona leggermente meglio se utilizzato in modalità by-pass (escludendo il controllo del volume) le note che seguono si riferiscono a questa impostazione.

Prima di tutto, questo DAC rappresenta la massima espressione di casa Atoll in termini di conversione digitale e la costruzione accurata, unita con la componentistica di qualità, ne è una chiara testimonianza. Anche il costo, 2500€, non è basso, ma le caratteristiche e la flessibilità d'uso di questo appareccho sono notevolissime. In più, il DAC300 potrebbe far risparmiare, almeno inizialmente, perché si potrebbe fare a meno del preamplificatore, essendo esso stesso un piccolo pre.

Dopo 18 anni, francamente, non sapevo cosa aspettarmi. Avrei ritrovato le caratteristiche peculiari del suono Atoll che avevo descritto in quelle recensioni? Ebbene, la risposta è arrivata praticamente subito, dopo i primi minuti di prove. Le caratteristiche fondamentali c'erano tutte: dinamica, impatto, precisione e vitalità.

Il bilanciamento timbrico è sostanzialmente neutro, di sicuro non troverete ruffiane impostazioni analogiche, ammorbidimenti o eufonie poco realistiche. Il suono è granitico, solido, trasparente e preciso. La gamma bassa è spettacolare, sia per profondità che per controllo. Le linee di basso, la grancassa, i pedali d'organo possiedono forza, vigore e una presenza che rende l'ascolto molto coinvolgente, emotivamente e fisicamente, persino per un bass freak come me. Non fa differenza che gli diate in pasto della sinfonica impegnativa o i bassi sismici del trip-hop più cattivo, questo DAC300 fornirà tanta energia ai vostri woofers, spingendoli al loro limite e anche oltre (amplificatore permettendo, naturalmente). E non si tratta di un basso gonfio, slabbrato e fuori controllo: esattamente il contrario: impatto e articolazione sono i suoi punti di forza.

Andando ad analizzare la gamma media percepisco subito un bassissimo livello di distorsione che aiuta in maniera notevole la riproduzione delle voci e degli strumenti a corda. Sia le voci soliste che i cori possiedono un realismo notevole e non c'è traccia di asprezza o caratterizzazioni fastidiose su certe consonanti. Questa precisione sconfina leggermente nell'effetto monitor, nel senso che di tanto in tanto le voci appaiono leggermente avanti nel fronte sonoro. Non essendo affette da distorsione o inflessioni innaturali, questa caratteristica è tutt'altro che fastidiosa, e certamente conferisce carattere al suono di questo DAC.

A completare il quadro interviene la gamma alta che, per fortuna, non conserva la stessa caratteristica, che avrebbe fatto sconfinare il suono in qualcosa di troppo caratterizzato e, alla lunga, stancante. La gamma alta c'è tutta, ma non è in avanti. Qualcuno potrebbe trovarla un po' smussata, ma non è così. Trovo che completi in maniera armoniosa la gamma media, è ricca quanto basta dal punto di vista armonico, precisa e dettagliata ma mai affaticante.

La quantità di dettagli sonori che questo DAC riesce a estrarre dal segnale digitale è molto elevata, il chip ESS Sabre gioca certamente un ruolo fondamentale in questo. Tuttavia, questi dettagli non sembrano mai sparati in faccia all'ascoltatore, ma piuttosto là, al servizio della musica. Per capirci, è molto semplice riuscire a seguire linee melodiche o strumenti isolati, così come lasciarsi trasportare da un quadro d'insieme molto coeso. Come dico sempre, solo i grandi apparecchi riescono in questa particolare magia. La parte o il tutto, a discrezione dell'ascoltatore.

Confrontandolo con l'ultimo DAC che ho recensito, il DAC9 di Nuprime, questo DAC300 - pur non discostandosene troppo come impostazione generale - fa globalmente meglio, essendo più coinvolgente e preciso. Naturalmente, non bisogna dimenticare la notevole differenza di costo (2500€ contro 850€) ma, come dico sempre, le differenze tra componenti digitali sono piccole e richiedono orecchie ben allenate (e pazienti!) e un impianto estremamente rivelatore.

Micro & macrodinamica

La dinamica è esattamente quella che mi aspettavo da un componente Atoll: coinvolgente, generosa e dotata del giusto punch. La musica pulsa vivace, senza sforzo apparente, solo qualche lievissimo accenno di impastamento in qualche passaggio particolarmente difficile. Non vi farà forse saltare sulla sedia, ma questo DAC dona il giusto respiro alla musica, di qualunque genere sia. La straordinaria capacità di separare i contributi di ogni singolo strumento o interprete aiuta molto anche dal punto di vista dinamico, poiché non accade mai che una voce o un suono vadano a mascherarne altri. Tutto è scandito con rigorosa precisione e grande accuratezza. Ciò è evidente nei cori, dove voci maschili e voci femminili appaiono sempre ben distinte e mai mascherate le une dalle altre.

Soundstage 3D

La performance prospettica di questo DAC è particolare: il palcoscenico che ricostruisce è larghissimo e sconfina ben al di là dello spazio tra i diffusori, lateralmente ad essi. Meno entusiasmante invece mi sono apparse la profondità e l'altezza della scena. La prima è un po' penalizzata da questo lievissimo accenno monitor che, specie sulle voci, ogni tanto fa capolino. La seconda, francamente, non saprei, però alcuni interpreti li avrei desiderati posizionati un po' più in alto, e mi riferisco non solo ai cantanti ma anche alle canne d'organo.

Il palco è molto ben illuminato, i contorni degli interpreti sono precisi, stabili e molto a fuoco, come si conviene a una macchina di questo livello. Molto facile identificare le varie posizioni degli strumenti e degli interpreti, di sicuro lo spazio a disposizione, sul piano orizzontale, non manca!

[Atoll DAC300 - vista interna]
Atoll DAC300 - vista interna

Lamentele

Costruzione & finitura.
Il DAC300 è ben ingegnerizzato e costruito, basta guardare questa foto per levarsi ogni dubbio. Tanta attenzione ai dettagli, alle simmetrie e alla pulizia d'insieme. Notevole. Ho solo tre appunti da fare: innanzitutto lamento la realizzazione del coperchio superiore, di metallo robusto, ma fissato al cabinet tramite quattro striminzite vitine a croce. Ne sarebbero bastate un paio posteriori per bloccare le risonanze del pannello. Peccatuccio veniale che però non assolvo su un apparecchio di ambizioni top come questo. Secondo appunto: il telecomando non controlla tutte le funzioni dell'apparecchio, solo quelle fondamentali. Sarebbe bastato poco implementarle tutte. Terzo appunto, la mancanza di un ingresso analogico per chi volesse utilizzare questo DAC come preamplificatore all'interno di un impianto con un'altra sorgente che non sia digitale (che so, un pre fono). I nove ingressi digitali sono veramente eccessivi (chi ha nove sorgenti digitali diverse da collegare?), ne avrei sacrificati volentieri alcuni per poter disporre di un ingresso analogico.
Suono.
Convincente, solido, serio, mai ruffiano. A voler essere pignoli, per mio gusto personale, avrei preferito una gamma media più lineare e un soundstage geometricamente più proporzionato. Infine, se state cercando un DAC dal suono “analogico”, morbidoso e caldo, cercate altrove.

Qualche consiglio

Divertitevi pure coi diversi filtri d'uscita, sono convinto che dopo poco vi stancherete di aguzzare le orecchie per capire quale sia quello che vi piace di più. Un consiglio: provate a cambiare i filtri alla cieca, senza sapere quale avete selezionato. Dopo un po' di switch sarete nella confusione più totale. Qualche differenza in gamma altissima c'è, ma è veramente faticoso determinarla. Ovviamente, diversi piedini smorzanti (quelli di serie non sono niente di che) e un diverso cavo d'alimentazione potranno aiutarvi a fare un fine-tuning del suono di questo DAC.

Conclusioni

Un componente molto serio, che decodifica il segnale digitale senza troppi personalismi e senza provare a renderlo meno “digitale”. In un certo senso ha un'impostazione da componente professionale: preciso, solido, senza fronzoli o caratterizzaioni “furbe”. Autorevole, con una gamma bassa notevolissima e tanta precisione nel rendere la musica in modo realistico e coinvolgente. Esistono tantissimi DAC sul mercato, ma se state cercando un componente neutro e preciso, dovete per forza ascoltare questo Atoll DAC300.

Uno speciale ringraziamento allo staff di AudioGraffiti per la professionalità, la cortesia e la pazienza.

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