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Marantz CD 17

[Marantz CD 17 Gold]

[English version]

Quando verso la metà degli anni '70 decisi di acquistare un amplificatore Marantz, stimolato anche dal prestigio di cui godeva tale marchio, mai avrei immaginato che stavo portandomi in casa quello che poi si sarebbe rivelato uno degli apparecchi più mal suonanti che, ad oggi, abbia mai ascoltato. Si trattava del modello 1070 e all'epoca la Marantz mi sembra fosse di proprietà della Superscope. L'amplificatore, in unione con le Visonik David 6000, clippava in maniera indegna, facendo accendere i LED di sovraccarico delle David continuamente. Il passaggio ad un Pioneer 8800, mi risollevò da una situazione audiofila deprimente, però rimasi deluso e completamente sfiduciato nei confronti del marchio Marantz.
Ripensandoci ora, chissà, forse il problema affliggeva solamente l'esemplare che avevo acquistato, ma all'epoca generalizzai, e di Marantz (anche perchè il sintonizzatore, dello stesso periodo e linea di appartenenza, nonostante fosse dotato di antenna esterna, risultava pressochè inutilizzabile: non riusciva a *beccare* una stazione radio in modo decente, mentre i vari Grundig o Pioneer di costo notevolmente inferiore, se la cavavano egregiamente anche con un pezzaccio di filo attaccato alla presa dell'antenna!) non ne volli più sentir parlare.

Da allora molte cose sono cambiate: come tutti sanno, acquistata dalla Philips, la Marantz ha successivamente tentato (con successo!) di risalire la china, ed ha iniziato a produrre apparecchi di estremo interesse divenuti, in alcuni casi, veri riferimenti nei loro segmenti di mercato.

L'impianto utilizzato

Il CD 17 e' stato provato con: diffusori Spendor SP2/2, Sonus Faber Concertino, Suono Riferimento.
Amplificatori Audioanalyse PA60 e un integrato Orelle 100.
Confrontato con i lettori CD Orelle CD-100, Yamaha CDX-1030.
Cavi di segnale Monster Cable Interlink CD, Interlink 300 e Esoteric Audio CD. Cavi di potenza Esoteric Audio Premier, Supra 2.5. Stabilizzatore per CD Monster Cable Discus+, CD di prova trattati al bordo esterno con pennarello nero, punte coniche sotto i piedini originali del Marantz e piedini in grafite della ART sotto le punte coniche. Un paio di tappetini per il mouse (pesanti...) sopra il coperchio del CD 17.

La costruzione

Sia nero che satinato (la foto si riferisce alla lussuosa versione Gold), il Marantz CD 17 si presenta con una veste estetica tutto sommato piacevole. La sua linea sottile ne consente l'inserimento anche in spazi non particolarmente capienti in altezza, e grazie a ciò anche gli interventi di ottimizzazione più comuni risultano agevolati: parlo dell'adozione di punte coniche, basette di vario genere, pesi smorzanti sul coperchio, ecc. (a proposito degli interventi di ottimizzazione avrei qualcosa da dire, ma ne parlo dopo...).
La costruzione appare piuttosto robusta (a parte il cassettino scorrevole) e manca il famigerato coperchio conformato ad U (meno male...). Tutto questo dovrebbe garantire una certa insensibilità alle vibrazioni esterne.
La meccanica utilizzata e' la CDM-12.3, la conversione e' invece basata su convertitori Bitstream di tipo DAC7.

I comandi

Pochi quelli sul frontale dell'apparecchio (Play, Stop, Pause, Skip, Open/Close, Power), pochi quelli sul pannello posteriore (uscite sbilanciate, analogica e digitale, bus di interconnessione con altre apparecchiature Marantz), con il cordone di alimentazione di tipo fisso.

Il telecomando, piuttosto funzionale, dispone, a mio avviso, di un angolo di operatività troppo limitato, forse a causa del sensore *annegato* nel display, del quale, tra l'altro, e' possibile variare l'intensità luminosa. Altri apparecchi sanno fare meglio.
Stranamente, per un apparecchio con dichiarate ambizioni Audiophile, e' possibile variare il livello delle uscite analogiche. L'impostazione del volume (e le altre), però, non viene mantenuta qualora si spenga l'apparecchio; se l'intenzione era quella di consentirne l'utilizzo direttamente con finali di potenza, occhio, pertanto, alla successiva accensione del sistema!
Manca, invece, l'uscita cuffia, che qualcuno si ostina a considerare deleteria per il suono dell'apparecchio, ma, per gli ascolti notturni, risulta veramente comoda (e poi, diciamo la verità, quanti di noi affrontano un ascolto in cuffia con spirito critico e audiofilo?).
Non particolarmente gradevole il contatto *fisico* con i comandi e, soprattutto, con il cassettino porta CD, che appare piuttosto fragile e plasticoso.

Il suono

Davvero non capisco perchè, da parte dei costruttori di lettori digitali (non tutti, per la verità), ci si ostini ad ignorare i problemi propri del CD nella progettazione e costruzione delle meccaniche di trasporto.
Tutti dicono un gran bene della CDM-12.3, ed allora qualcuno mi spieghi il motivo dei notevoli miglioramenti sonori che derivano dall'uso, in unione con la stessa, di un comune stabilizzatore per CD!
Diciamo la verità, il CD e' pieno di problemi (vi rimando all'articolo su
Come ottimizzare il suono del CD player), e non basta farlo semplicemente girare per poi tentare di estrarne il maggior numero di informazioni.
Bisogna stabilizzarlo, smorzarne le risonanze, ecc. Forse la progettazione e la realizzazione di una siffatta meccanica comporterebbe un eccessivo aumento dei costi di produzione (però, ad esempio, Teac e CAL lo fanno, per non parlare di Pioneer), mentre l'adozione di una meccanica addirittura derivata dall'uso computeristico, senz'altro realizza notevoli economie di scala. Ed in tal caso, per l'utente finale, potrebbe effettivamente convenire l'acquisto di uno stabilizzatore a parte. Ma allora perchè non fornirne uno in dotazione?
Ad ogni modo, per la prova ne ho utilizzato uno (Discus+ della Monster Cable), poichè, visti i miglioramenti che apporta sul CD 17 in termini di equilibrio tonale, profondità e stabilità dell'immagine virtuale, ritengo DOVEROSO adottarlo, perlomeno per rispetto nei confronti del resto dell'apparecchio.

Le caratteristiche di questa macchina possono riassumersi in... un bel suono! Proprio così, devo confessare che ogni volta che inizio un ascolto con spirito critico, cercando di analizzarne i parametri, immancabilmente (complice anche il telecomando che, dal mio punto di ascolto, non vuol proprio saperne di funzionare...) finisco per godermi solo la musica. Ascoltatelo, se potete! Nelle corrette condizioni di operatività (leggi sopra), sfodera performance musicali veramente eccellenti.
Una notevole ariosità, ottenuta senza sbilanciamenti tonali verso il medio acuto, che, anzi, risulta estremamente dolce ancorchè definito. La gamma media e' trasparente e bella, mai appesantita dall'azione del registro medio-basso, che risulta notevolmente articolato e di adeguato spessore.
I bassi, poi, ci sono tutti, con una certa sensazione di morbidezza, anche se sempre controllati e mai slabbrati. Devo confessare che, con questa macchina, ho riscoperto diversi CD che, con altri apparecchi, tendevo ad evitare, in quanto piuttosto *fastidiosi*. Non so esattamente come, ma il CD 17 riesce non solo a perdonare quelle incisioni che non appaiono propriamente perfette, ma anche a tirarne fuori diverse informazioni e darne una interpretazione piuttosto interessante, forse anche per merito di una notevole capacità in termini di ricreazione di una immagine virtuale ampia e profonda, con una dislocazione nello spazio degli strumenti molto bene identificabile, con parecchia aria intorno, anche se non *radiografati*. Ottima la dinamica: non ad effetto, ma molto naturale.

Conclusioni

Ad un prezzo di listino (suscettibile di sconto) di circa 2.500.000 lire (versione nera), ci si può portare a casa uno dei lettori CD integrati più musicali che abbia mai ascoltato (chissà per quanto tempo ancora, visti i progressi continui del digitale...), che, per le caratteristiche sonore dimostrate (con lo stabilizzatore, mi raccomando, aumentate pertanto il prezzo di listino di un centinaio di biglietti da mille), non pone particolari problemi di interfacciabilità con altre apparecchiature.

Sarei proprio curioso di provare la versione KIS (3.700.000 lire di listino), per cercare di capire dove e quanto possa essere migliorato un prodotto di per se' già eccellente.
Alla luce di quanto emerso alla prova di ascolto, ritengo veramente un peccato che, ad elettroniche dotate di un potenziale tanto elevato, non vengano poi affiancate meccaniche di lettura appositamente progettate e realizzate per uso audio.
E, per favore, non venitemi a raccontare che i progettisti Marantz non rilevano differenze all'ascolto. Come diceva la pubblicità? *Prima ascoltare, poi...*.

Copyright © 1997 Stefano Monteferri

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