Registratori a bobine: il Sacro Graal dell'Audio

[Registratori a bobine Brush Sound Mirror (a sinistra) e Mercury's Bob Eberenz - 35mm Westrex (a destra)]

Brush Sound Mirror

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Mercury's Bob Eberenz - 35mm Westrex

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Recensore: Chris Templer - TNT Sud Africa
Data della recensione: Ottobre 2014
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

Mi interesso di audio fin dal giorno in cui mi trovai di fronte quello che, allora, era considerato un buon hifi. Oltre al giradischi Garrard, alla testina Garrard GC8, all'amplificatore Mullard 5/10 e ai diffusori Goodmans da 30 cm, quello che mi è rimasto impresso nella mente è stato il registratore a bobine Brush Soundmirror. Nella foto in alto a sinistra potete vedere un Brush Soundmirror d'annata, risalente al 1947; si tratta di un apparecchio monofonico che registrava su un'unica traccia. In origine, era stato progettato per funzionare con i nastri perforati (in carta); in seguito, si scoprì che funzionava bene anche con i nastri in acetato di cellulosa da 19 cm / 365 m.
Mantenere il nastro teso era un problema, particolarmente con quelli di maggiore lunghezza e minor spessore; inoltre, l'apparecchio scaldava molto e richiedeva l'uso di bobine in metallo, poiché quelle in plastica si deformavano in poco tempo. Questo registratore veniva utilizzato dalla SABC (South African Broadcasting Corporation, l'emittente nazionale sudafricana - NdT). Possiedo ancora un nastro, registrato negli anni '60 su una di queste macchine, che si ascolta ancora bene, malgrado non sia stato conservato con particolari attenzioni. I registratori Brush furono fonte d'ispirazione per Willie Studer, le cui prime realizzazioni furono dovute, in parte, al Soundmirror.

Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, J.T. Mullin, un intraprendente americano, ebbe l'occasione di ascoltare, in Germania, un magnetofono AEG; quando tornò negli Stati Uniti, ne portò un paio con sé. La AEG scoprì che era possibile migliorare molto la qualità aggiungendo un segnale di bias subito prima del segnale da registrare. Bing Crosby ascoltò il risultato e rimase talmente colpito che finanziò l'avvio della Ampex Corporation. Il resto, come si dice, è storia.

Sono sempre rimasto affascinato dai registratori a nastro e in anni successivi ho effettuato molte registrazioni live e riversamenti da LP a nastro. La mia prima piastra di registrazione nuova fu un Akai M9, un apparecchio stereo a quattro tracce in grado di funzionare fino a 38 cm/sec, utilizzando nastri triple play. Alla velocità di 38 cm/sec, un nastro di 1.100 m ha una durata pari a 48 minuti per lato, mentre uno di 365 m dura solo 16 minuti. Una delle mie prime registrazioni fu quella di un mio amico, pianista da concerto, che lui usò come demo per ottenere ingaggi per concerti in Europa e nel Regno Unito. In seguito, ho realizzato, con eccellenti risultati, molte registrazioni live, dall'organo al teatro amatoriale, oltre a strumenti solisti.

Dopo la dipartita dell'Akai M9 avevo provato altri svariati mezzi di registrazione, senza molto successo. Acquistai un banco di registrazione Yamaha AWE 16, provato per un po' e poi venduto; ho posseduto varie schede audio per computer (alcune apparentemente high-end) e ho avuto una fugace avventura con un registratore DAT che mi ha deluso più di un po'. Per questo motivo ho abbandonato le registrazioni per alcuni anni, finché il desiderio ha ripreso a farsi sentire.

La rinascita

In cambio di una somma di denaro relativamente modesta, è possibile sperimentare l'autentico suono analogico di un registratore a bobine e quando si riversa, per la prima volta, un LP su nastro o, comunque sia, su CD o WAV o file FLAC, ci si sorprenderà della naturalezza del suono e di quanto armonioso esso sia. Se date valore ai vostri LP e li ascoltate una volta ogni tanto per evitare che si rovinino, allora il nastro è la soluzione che fa per voi. Tenendo conto anche del costo di una buona testina, un altro motivo per utilizzare un registratore a bobine è ridurre gli ascolti degli LP. Digitalizzarli comporta perdita di informazioni e tutto ciò che in realtà ne ricavate, portabilità esclusa, è che non state ascoltando i vostri LP. In rete ci sono parecchi siti che propongono nastri preregistrati, malgrado i prezzi siano piuttosto elevati.
Qualora disponeste di un budget illimitato, potreste acquistare, da United Home Audio, una piastra Tascam rimessa a nuovo, oltre a bobine già recensite su questo sito, anche se quelle standard e più economiche svolgono lo stesso compito. Molti registratori a bobine possono essere acquistati di seconda mano su eBay, a prezzi più ragionevoli e, con un pizzico di manutenzione e di divertimento, il paradiso è a portata di mano! Ho posseduto e usato diversi registratori, tra cui: vari modelli Akai, un Nagra (dimenticato da tempo), un paio di Revox G36, per un brevissimo periodo un Revox A77, un Brenell, un Ferrograph, il summenzionato Brush Soundmirror, un Philips N4506 e un Otari MX5050 II che mi era piaciuto moltissimo.

Quando, in tempi più recenti, ho deciso di ampliare la mia collezione di registratori, ho trovato in vendita i seguenti modelli (poi acquistati): un Akai M9 a 50 euro, un altro a 34 euro, un Akai GX630D a 170 euro e un Revox A700, anch'esso a 170 euro. Il GX630D e l'A700 sono entrambi praticamente come nuovi. Perché così tanti? Si presume che questo sia un hobby divertente e fare un po' d'esperienza non è mai tempo perso. Il primo Akai non ha avuto bisogno d'altro che di una buona ripulita e di un controllo, oltre alla pulizia dei vari potenziometri, degli interruttori e alla sostituzione del pinch roller. L'Akai GX630D presenta un problema, che verrà sistemato quanto prima, nel circuito elettronico di registrazione, mentre il Revox è in buone condizioni, tranne che per un indicatore difettoso e per la cinghia in gomma del contagiri, deteriorata. L'Otari MX5050 II, tuttora operativo, è stato sottoposto a un rifacimento estetico e, malgrado sia stato usato parecchio, funziona ancora ottimamente.

[Registratori a bobine: Akai M9, Akai GX630D, Revox A700, Otari MX 5050 II]
Da sinistra a destra: Akai M9, Akai GX630D, Revox A700, Otari MX 5050 II  -  [Cliccate sull'immagine per ingrandirla]

Tra i quattro, i due Akai sono i più facili da usare e, se dovessi esprimere giudizi, direi che:
per il suono, M9 e Otari si distinguono, seguiti dal GX630D e, ultimo, il Revox;
per la qualità costruttiva, Otari e Revox sono i migliori;
per la velocità di registrazione/riproduzione, l'M9 e l'Otari sono a quattro velocità, ma per utilizzare le due velocità inferiori dell'Otari occorre accedere al meccanismo interno per poter azionare il commutatore; il Revox è a tre velocità, mentre il GX630D 2 è a due velocità. M9, Revox e Otari possono funzionare a 38 cm/sec.
Otari e Revox sono apparecchi a due tracce, anche se il primo è dotato di una testina supplementare per la riproduzione a quattro tracce; i due Akai sono entrambi a quattro tracce. L'M9 può utilizzare, al massimo, bobine da 18 cm, mentre gli altri modelli possono anche fare uso di bobine da 25 cm. Il costo complessivo dei quattro apparecchi è stato inferiore a 430 euro, escluso il secondo M9 (che potrebbe svolgere il compito di donatore di parti di ricambio). Comprese nel prezzo, ho portato a casa un totale di sessanta bobine con nastro da 18 cm e venticinque bobine con nastro da 25 cm, più alcune bobine vuote. Inoltre, ho acquistato, a poco prezzo, due Akai più piccoli; da uno di essi ho ricavato l'adattatore per la velocità di 38 cm/sec, da usare con l'M9, mentre ho preso l'altro per trenta ulteriori bobine pre-registrate da 13 cm. In base a quanto detto finora, è evidente che entrare nel mondo dei registratori a bobine non sia poi così costoso.

Ho realizzato, con l'M9, un nastro dimostrativo alla velocità di 19 cm/sec (lunghezza nastro: 550 m / velocità: 19 cm/sec / durata di un lato: 48 minuti) usando, come ingressi, il CD, il server e il giradischi; poi sono andato da un amico audiofilo con il GX630D e il nastro. Tra i suoi commenti cito: «sorprendentemente buono» e «suona meglio degli originali digitali». Poiché questa persona è l'esperto sudafricano di valvole e trascorre molto tempo a rimettere in sesto amplificatori valvolari high-end guasti per vari negozianti, gli credo sulla parola! Ci sarebbe molto da dire su quanto una registrazione su nastro suoni molto più naturale e dinamica. Ora il GX630D è suo ed egli cerca di sistemare quel problema con la registrazione. Ho condotto altre due prove di registrazione, utilizzando questa volta il Revox, sia a 19 cm/sec che a 38 cm/sec; il risultato è stato identico: una qualità sonora davvero buona, migliore a 38 cm/sec. Peccato che una bobina da 25 cm / 550 m abbia una durata di soli 24 minuti ed essendo a due tracce la si possa utilizzare solo da un lato.

La teoria e la logica suggeriscono che ci deve essere un certo degrado del suono quando si fa un riversamento dall'originale al nastro, ma tutto quello che, talvolta, si percepisce è un certo rumore di fondo o il fruscio del nastro stesso, quando il livello del segnale è basso. Il Revox è di gran lunga il peggiore, sotto questo aspetto. Restando in tema di Revox, l'A700 presenta alcuni inconvenienti che affliggono anche l'A77, sebbene, fortunatamente, non nella stessa misura; essi riguardano principalmente la "logica" del meccanismo di trascinamento del nastro. Nonostante il manuale di servizio indichi che sia possibile la commutazione diretta da "avanzamento veloce" o "riavvolgimento" a "riproduzione", in pratica prima bisogna fermare il nastro, altrimenti si rischia di romperlo. Prima che gli "Amici dei Revox" insorgano, quello che ho descritto è un difetto ampiamente riconosciuto, il quale si presume sia stato sistemato, con un'opportuna modifica, nei modelli fino all'A77 (compreso). L'artefice della modifica, attuata per conto di Willie Studer, ora vive in Sud Africa, a Howick, nella provincia del KwaZulu-Natal; egli è stato determinante nella messa a punto dell'A700.

Un'altra fonte di problemi è il sensore ottico di "fine corsa" del nastro. Esso, talvolta, sembra fare di testa sua e ferma il registratore nel bel mezzo della riproduzione. Un metodo per "reinizializzarlo" è oscurarlo per alcuni secondi.

È stato scritto molto sul degrado dei vecchi nastri nel corso del tempo, sul "print through" (un tipo di rumore prodotto dal trasferimento, per contatto, di porzioni di segnale da uno strato all'altro del nastro - NdT) e via discorrendo. Finora, non ho sperimentato problemi simili; il nastro più vecchio che possiedo risale al 1964, fu registrato con il Brush e si ascolta tuttora bene, non perde ossido e, malgrado sia stato conservato riavvolto, non presenta segni di "print through". Si tratta della Sinfonia n.3 in do minore di Camille Saint-Saëns (conosciuta anche come "Sinfonia per Organo"), il cui inizio è molto tranquillo, per cui il "print through" si noterebbe; del resto, sono trascorsi cinquant'anni!

Tuttavia, un'altra questione riguarda le giunzioni: finora, tutte quelle passate attraverso queste apparecchiature hanno avuto problemi; fortunatamente, esse si trovano sulla parte non magnetica del punto di giunzione. La marca di nastri che ne sembra maggiormente affetta è Ampex. L'M9 è dotato di un "pulisci-nastro", costituito da un cuscinetto di feltro che poggia sul nastro stesso; in questo modo è possibile notare chiaramente eventuali perdite di ossido. Inoltre, esso utilizza il metodo Akai "Cross Field Head", caratterizzato da un leggerissimo contatto con il nastro, che consente di non usurare eccessivamente la testina.

Modelli successivi di Akai sono dotati di testine con un rivestimento in vetro, per cui non si usurano affatto. Il Revox e l'Otari esercitano una maggiore pressione nel contatto col nastro. In questo caso, quando si acquista un'apparecchiatura usata bisogna sempre verificare l'usura della testina, che si manifesta come un solco sulla testina stessa; il solco è prodotto dal nastro che ha "scavato" il metallo. Inoltre, bisogna anche controllare l'usura dei perni sul percorso del nastro; di solito è sufficiente ruotarli per utilizzarne la parte non consumata. I componenti di ricambio degli apparecchi summenzionati possono essere reperiti su Internet, anche se Akai, in merito, non è a livello di Otari; Revox è la migliore. Sony, Pioneer e Teac hanno prodotto apparecchiature di prim'ordine. Una valida fonte per i manuali di apparecchi hifi è Hifi Engine.

Nelle fotografie sottostanti potete vedere due immagini di un Revox A700, una delle quali mostra l'interno. Osservate l'intelaiatura in alluminio colato. La qualità costruttiva è molto buona e anche tutti i componenti sono della migliore qualità. Queste fotografie sono state scattate prima della pulizia; è evidente che l'apparecchio versa in eccellenti condizioni e rappresenta un esempio di cosa si riesce a trovare se si cerca bene.

[Registratore a bobine Revox A700 - vista esterna] [Registratore a bobine Revox A700 - vista interna]
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L'HiFi è un hobby assolutamente appassionante, con molte sfaccettature; una molto importante è costituita dai registratori a bobine. La maggior parte delle vecchie registrazioni utilizzava questa tecnica, adottata ancora oggi in alcuni casi. Se siete ammiratori di Bob Fine e Wilma Cozart su etichetta Mercury, i quali restano tuttora tra i migliori, osservate l'immagine a inizio pagina: sulla destra potete vedere uno dei registratori a nastro Westrex usati da loro e qui sotto, in basso a sinistra, c'è Wilma Cozart, seduta al mixer. Confrontate quest'ultimo con un moderno banco mixer, in basso a destra.

[Wilma Cozart] [Un moderno banco mixer]
Se non vi basta, date un'occhiata allo schema elettrico di UN canale del mixer a destra! Cliccate sulle immagini per ingrandirle.
Schema elettrico di un canale del mixer Neve 88r Mixer Neve 88r
Oppure, se volete qualcosa di più spaventoso, osservate il mixer, qui sopra a destra!

Dopo che la vostra musica è passata attraverso queste apparecchiature, che grado di purezza può avere? Tralasciando gli stravaganti diffusori, ciò che fuoriesce dalla combinazione mixer/registratori mostrata sopra non potrà mai essere corretto da alcun triodo o amplificatore valvolare e nemmeno da qualunque rimasterizzazione. Inoltre, se il tutto passa anche attraverso un tornio per vinili o viene digitalizzato per i CD, è improbabile che, alla fine, suonerà nel modo giusto. Se apprezzate il suono analogico vecchio stile sopra ogni cosa e desiderate qualcosa che si avvicini il più possibile al suono originale, dovete provare le bobine. Qualora voleste imbarcarvi in quest'avventura, visitate Yarlung Records oppure Master Tape Sound Lab; quest'ultimo vende nastri pre-registrati, di una generazione successiva a quelli master originali. Nastri nuovi sono disponibili da ATR Tape, Splicit e Full Compass. In Europa provate Thomann, anche se i prezzi sembrano un po' alti.

Su eBay, e altri siti, le bobine di seconda mano abbondano e sono un proficuo investimento. Altri accessori minori, che vale la pena cercare, sono uno smagnetizzatore per testine e un cancellatore per bobine (bulk eraser), sebbene non siano strettamente necessari; anche in questo caso, su eBay potete trovare molte offerte. Quando avrete ascoltato un registratore a bobine opportunamente regolato, non potrete più farne a meno.

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© Copyright 2014 Chris Templer - chris@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com


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