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Scheu "Das Laufwerk No.2"

Legacy and Masterpiece

Prodotto: giradischi Scheu "Das Laufwerk No.2"
Produttore: Scheu Analog
Costo approssimativo: 3800 Euro
Recensore: Hartmut Quaschik - TNT Germania
Data di pubblicazione: Marzo, 2008
Traduzione: Roberto Di Paola

[Giradischi Scheu

[English version]

Conosco i giradischi Scheu da tempo, ed in cinque anni ne ho posseduti molti; tuttavia, due anni fa ho incontrato Ulla Scheu alla mostra hi-fi di Monaco di Baviera, e lei, in quell'occasione, mi offrì il suo nuovo giradischi alto di gamma per una prova. Fu un piacere portare a casa quell'apparecchio dopo la mostra, ed è rimasto da me per un gran numero di ascolti.

Un po' di storia

Fu nel 1997 che un collega audiofilo mi parlò di un nuovo favoloso giradischi, e mi disse che avrei dovuto ascoltarlo. Mi diede il numero di telefono di Thomas Scheu, e ci mettemmo in contatto immediatamente. Thomas mi concesse un ascolto presso uno dei suoi showroom. Portai con me la mia combinazione d'allora - Garrard 401/SME 3012/2/Denon 103 - e l'esperienza d'ascolto fu illuminante. Lo Scheu mi colpì immediatamente per le sue qualità: la precisione ed il dettaglio di cui era capace quel giradischi facevano apparire il mio troppo scuro. Da quel momento, fui conquistato da quell'apparecchio. Esso era piuttosto economico e disponibile in kit: il piatto costava allora 350 Marchi tedeschi come il cuscinetto, mentre il motore con la puleggia e la regolazione, ma senza case ed alimentatore da presa intorno ai 100 Marchi. Un Marco valeva circa 50 centesimi in Euro o Dollari USA. Successivamente ebbi l'opportunità d'incontrare Thomas Scheu di persona e comprare una combinazione completa con base a goccia in acciaio ed il motore con il case per meno di 2000 Marchi.

[il vecchio giradischi Scheu in kit]

Due mesi più tardi, trovandomi in ferie a Parigi, ho avuto la fortuna di mettere le mani su un Platine Verdier usato direttamente dalla Maison de L'Audiophile. Non avrei potuto avere maggior fortuna, giacché mi portavo a casa un altro giradischi top per una cifra ragionevole. Nei mesi seguenti ho potuto fare diversi esperimenti: avevo un buon numero di bracci da provare con quei due giradischi, per cui ho fatto molte prove a confronto. Tutti gli amici che son venuti hanno ascoltato quelle sorgenti. Abbiamo confrontato le sole basi trasferendo i bracci e le testine da un giradischi all'altro e tutti mi dicevano: "Vendi il Platine Verdier; lo Scheu è migliore ..."

Vendetti il Platine Verdier sei mesi dopo. Non penso affatto che fosse realmente peggiore di un kit in acrilico, presumo piuttosto che non fosse stato tenuto in condizioni ottimali dal precedente proprietario. Nonostante avessi provato diversi motori sul mio Verdier ed avessi constatato che uno in corrente continua di produzione attuale - preso in prestito da un altro possessore di Platine Verdier - suonasse decisamente meglio, le differenze fondamentali tra i due prodotti erano evidenti. Il Platine Verdier aveva un suono potente ed impressionante, con una buona risoluzione del soundstage ed una buona dinamica in generale; tuttavia, la stabilità del timbro non era perfetta e soffriva di una lieve grana. Alcuni possessori di giradischi Verdier usavano anche degli anelli in gomma per smorzare le risonanze del piatto, o utilizzavano freni a corrente indotta o ad attrito per migliorare la coerenza timbrica. D'altro canto, lo Scheu aveva un basso meno impressionante, ma la coerenza del timbro era pressoché perfetta, ed inoltre era ben più trasparente e raffinato sulle medie ed alte frequenze. Utilizzando il più avanzato dei bracci unipivot di quei tempi, l'Immedia RPMII, in combinazione con una Lyra Clavis, l'esperienza d'ascolto era tanto realistica quanto quella che si vivrebbe in una classica sala da concerto; si poteva percepire persino il minimo dettaglio relativo alle riflessioni ambientali.

Non voglio dire affatto che il kit Scheu fosse perfetto. Non c'è nulla di simile alla perfezione nella hi-fi; non ve l'ha mai detto nessuno? Con il passare del tempo ho capito che aveva qualche difettuccio: un basso un po' leggero ed un motore rumoroso. A quel tempo i piatti avevano un anello in gomma dalle parti del perno. Per avere un basso di maggior impatto ho dovuto rimuoverlo. Ho provato anche differenti piatti: il kit standard ne aveva uno da 50mm, ma erano disponibili anche uno da 80mm ed uno da 100mm, quest'ultimo costava davvero tanto. Infine esisteva anche un piatto sovradimensionato, 80mm di spessore per un diametro di 420mm, come quelli usati per i transcription record, (dischi utilizzati nelle stazioni radio per registrare i programmi da mandare in onda in differita, n.d.t.). Chiesi inoltre a Mr. Scheu di realizzare per me un piatto in Delrin, lo stesso materiale di cui è fatto quello dell'attuale giradischi TW-Akustiv Raven. Dopo di ciò ho provato diversi motori come il Maxon in corrente continua. Un mio amico, Manfred Huber, ha progettato un intero sistema d'azionamento basato su quel motore. Questo progetto è stato impiegato più tardi nei giradischi Teres. Successivamente toccò al cuscinetto: ho sperimentato un doppio cuscinetto invertito realizzato con due sfere in ceramica, e cuscinetti in ottone. Chiaramente ho anche provato molti mat.

Si possono fare molte cose su di un cosiddetto giradischi autocostruito; io le ho fatte tutte. Alla fine si è trattato solo di ottenere delle differenze, nulla che si potesse definire in altro modo. Il carattere dello Scheu è rimasto intatto, con appena qualche variazione in una o un'altra "direzione". Per quanto concerne i piatti, quello da 80mm si è rivelato il più equilibrato: il 50mm suonava un po' più morbido mentre il 100mm più analitico e tendenzialmente esile. Quello maggiorato, pur avendo un timbro più stabile, suonava anch'esso più morbido. Il motore in continua regolato senza spazzole della versione originale aveva un'ottima timbrica, ma era un tantino rumoroso. Il Maxon suonava più rilassato e meno in avanti. Con un motore Transrotor (sì!), il suono dello Scheu era simile a quello di un Linn LP12. Gettate via la corda originale e sostituitela con una sottile lenza da pesca: quest'ultima durerà più a lungo e darà un suono molto più dinamico e d'impatto. Con un olio fluido, si ottiene una migliore risoluzione e più trasparenza. Tra i mat che ho provato, quelli pesanti in piombo e gomma hanno funzionato abbastanza bene, come quelli scamosciati (ma non quelli morbidi!), ma dovreste usarli solo se il vostro giradischi fosse troppo radiografante. Diciamo che se aveste un preampli a tubi senza feedback ad alta risoluzione, probabilmente il dettaglio estratto dallo Scheu non filtrato vi piacerà.

Siccome lo Scheu è un giradischi a telaio rigido, andrà al meglio su di un blocco pesante; ad esempio uno in cemento. Se lo appoggiate ad una base sospesa come una Cotter, il suono acquisterà una certa liquidità, ma allo stesso tempo otterrete una risposta in basso alleggerita.

Nei cinque anni in cui ho avuto dei giradischi Scheu ho provato anche molti bracci. Ha mostrato di gradire molti di quelli che ho usato, siano essi ad articolazione cardanica, a cuscinetto d'aria o unipivot. Tra questi ultimi ha lavorato ottimamente con l'Immedia, il Moerch e l'ARO; tra quelli con cuscinetti a sfera si è ben comportato con lo Zeta, lo SME V, il Kuzma Stogi e l'Origin Live. D'altro canto, l'FR-64FX, lo SME309 (prima versione), il Linn Ekos o l'Ittok non si sono dimostrati buoni partner.

[Recente Scheu autocostruito]

Ho fatto anche altri confronti. Infine lo Scheu ha stracciato un Simon Yorke S9. quest'ultimo non ha avuto la ben che minima chance...

Ciò che volevo realmente era un giradischi dal suono grande, ma che avesse anche la risoluzione dello Scheu. Ebbene, nel 2002 ho comprato un Pluto 10A, che mi ha permesso di realizzare i miei sogni. Esso aveva tutta la potenza di un Verdier unita alla ricchezza armonica e risoluzione dello Scheu; il problema è che il Pluto è assurdamente costoso. A causa di ristrettezze economiche sopraggiunte ho dovuto vendere il Pluto 10A nel 2004, e sono approdato al Kuzma Stabi Reference. Il Kuzma è un giradischi molto ben equilibrato e capace di suonare bene qualunque genere musicale, proprio come il Pluto; è solo un po' meno in avanti e coinvolgente. Per circa 8.000 USD/6.000 Euro (nuovo), il Kuzma è da considerarsi un affare, visto che un Simon Yorke S7 costa diversi multipli. Per me, lo Stabi Reference è un ottimo acquisto nel mercato delle sorgenti analogiche, perché le sue prestazioni sono da componente hi-end ad un costo accessibile. Comunque io l'ho acquistato di seconda mano, proprio come il Pluto in precedenza.

Molti miei amici hanno ancora il loro Scheu, sia basato su parti autocostruite che originale, e lo utilizzano con bracci SME V o Immedia e testine Lyra Helikon e Myabi, in impianti stereo di tutto rispetto che costano da 5.000 a 50.000 Euro. In ogni caso le qualità dello Scheu sono impressionanti ed a costi accessibili.

La Scheu Analog al giorno d'oggi

Purtroppo, Thomas Scheu è scomparso nel 2004, a causa di un tragico incidente. Sua moglie ha lottato molto, ma alla fine ha avuto successo ed è riuscita a mantenere vive la produzione e l'assistenza. Come mi ha detto, si è impegnata completamente nella fabbricazione di parti di bracci per gli importatori russi. Il giradischi in prova è un nuovo sviluppo interamente gestito da lei, e si tratta inoltre del più attraente dei giradischi Scheu realizzati fino ad oggi - la maggior parte della produzione precedente aveva un "fascino" tutto industriale, se intendete cosa voglio dire. Chiaramente lo Scheu "Cello" faceva eccezione.

Scheu "Das Laufwerk No.2" è il nome ufficiale di questo prodotto. E come pesa la bestia! Ho dovuto trasportare una scatola da quaranta kg dal bagagliaio della mia macchina alla mia sala d'ascolto e mi ha quasi spezzato la schiena. Il peso è dovuto principalmente ad un inserto d'acciaio inossidabile che è parzialmente annegato tra la base ed il piatto, per cui ne potrete vedere soltanto qualche millimetro mentre il suo spessore è di circa 30. Ora il giradischi è sempre accoppiato ad una massa notevole, ed ha un anello in ottone tra la base ed il perno. Penso ci siano degli strati di materiali smorzanti. Non intendo annoiarvi oltre con inutili dettagli; se siete interessati potrete trovare tutto sul sito del produttore, adesso ben realizzato e in diverse lingue.

Quando ho chiesto le basette per i bracci ne ho ricevute due in acrilico: una chiara per i bracci SME, e l'altra nera per i Rega. Quella per gli SME accetta bracci di ogni lunghezza, da 9 a 12 pollici. Sono disponibili su richiesta basi di ogni colore e materiale - dal rosa in acrilico al bronzo - per qualunque braccio vogliate installare. Per gli amanti degli estremi c'è la possibilità di montare una basetta per ciascuno dei tre angoli della base.

[Scheu No.2 senza il piatto]

Primo ascolto

Le mie prime impressioni erano decisamente positive. Questo Scheu era superiore a qualunque altra variante io avessi provato in passato. Per cominciare, la sua presentazione era meno morbida e più a fuoco che mai. Il motore è rimasto fondamentalmente identico, ma con un blocco motore tanto pesante, il rumore è stato ridotto ad un sussurro udibile solo da vicino ed in assenza di musica. Ciò mi ha fatto capire che tanto il giradischi quanto il motore avevano davvero bisogno di massa. Purtroppo la vecchia corda non è stata sostituita nella dotazione di serie e, ancora una volta, rimpiazzandola con la solita lenza da pesca le cose si fanno interessanti.

Inizialmente ho montato una combinazione classica: lo SME3012/2 con testina Shindo SPU, un'accoppiata che ho utilizzato ultimamente su di un Garrard 301. Così configurato, questo Scheu ha sfoderato un suono assieme liquido e roccioso, nel senso che la musica fluiva naturalmente mentre il sound stage restava inchiodato e perfettamente a fuoco. Ma questo era solo un gioco. Lo SME 3012 non è stato pensato per mostrare ciò che un giradischi può fare in termini di recupero del dettaglio o risoluzione; serve solo per capire se il giradischi è capace di suonare musica, cioè se potete veramente metter su un disco, godervelo, e dopo di quello anche un altro... Il nuovo Scheu ha superato il test facilmente.

Confronti

[Kuzma Stabi Reference]

Essendo soddisfatto del Kuzma Stabi Reference - che possiedo oramai da lungo tempo - l'ho voluto provare a confronto diretto con lo Scheu "Das Laufwerk No.2", utilizzando lo stesso braccio e la stessa testina. Ancora una volta, la cosa si è rivelata interessante.

Per questa prova stavo usando il nuovo SME M2 assieme alla testina Tubaphon/Einstein TU-2 MC. Pur non trattandosi affatto di componenti ultracostosi, lo SME M2 suona in maniera del tutto confrontabile con il più costoso SME V; io anzi preferisco il più economico, poiché suona più vivo e meno asfittico. La Tubaphon/Einstein è una variante della professionale EMT TSD15 "Tondose", come la vdH Grasshopper, fatta con "ingredienti" migliori. Per quanto riguarda il suono, potrei dire che la TU-2 è una "Lyra con più sostanza". Questa combinazione mi piace tanto che ne possiedo due, l'ultima è stata revisionata dalla Benz. Non mi sono limitato agli ascolti "privati": ho anche invitato degli amici per scambiarci le nostre opinioni.

[dischi]

Abbiamo ascoltato molti dischi ed abbiamo trovato che alcuni, come Earl "Fatha" Hines, suonavano quasi identici su ambedue i lettori; altri invece suonavano diversamente ed in maniera palese. Con "My Life in the Bush of Ghosts" di Brian Eno e David Byrne, lo Scheu ha riprodotto musica per la maggior parte del tempo in gamma media, la gamma media più chiara ed aperta che si possa immaginare. D'altra parte, il Kuzma suonava a volte in gamma media e altre in gamma bassa. Il primo risultava quindi più coinvolgente, l'altro più rilassato. Lo Scheu aveva una risoluzione migliore sulle voci e nessunissima grana. Non voglio dire che questo giradischi abbia un basso leggero, dico solo che non ha la profondità di cui è capace il Kuzma, il quale non ha rivali in tale parametro. Parlando di aspetti strettamente hi-fi, il soundstage dello Scheu è più ampio in larghezza ed altezza, mentre non è profondissimo; il Kuzma invece ha mostrato una maggiore profondità, ma minore larghezza ed altezza del palco virtuale. L'installazione di una base in bronzo per i bracci SME ha dato un po' di estensione in più del basso, ma la differenza è rimasta. Ascoltando per un'intera serata uno o l'altro giradischi, non si avvertivano mancanze importanti in ambedue i casi. Il timbro era più che buono con entrambi i giradischi, non si avvertivano colorazioni, compressioni, incoerenze né altre caratterizzazioni fastidiose. Non si percepiva nemmeno la presenza di falsi dettagli generati dalle risonanze dei materiali. Infine, la cosa più importante è che qualunque disco mettessi, i due giradischi non mostravano preferenze suonando qualsiasi genere in maniera ottimale.

Gli ascolti iniziali sono stati effettuati utilizzando il mio preamplificatore a transistor autocostruito allo stato dell'arte (almeno è quello che credo io ...), che si è evoluto nel corso degli anni e che è capace di superare molti progetti commerciali. Dopo aver sentito che moltissimi dischi suonavano simili su entrambi i giradischi, ho sostituito il mio preampli con un valvolare Audio Note (UK). Questo favoriva un po' lo Scheu perché evidenziava la sua migliore risoluzione relativa alle frequenze medie, ciò nei confronti del Kuzma. Da quel momento, le prove successive sono state condotte usando il pre Audio Note. I miei amici preferivano proprio lo Scheu, mentre a me piaceva un po' di più il Kuzma. Questo significa che nella fascia alta del mercato dell'audio non c'è niente che possa accontentare tutti allo stesso modo.

Conclusioni

Sì, Scheu è tornata sul mercato, ed è più in forma che mai. I prezzi sembrano abbastanza alti perché eravamo abituati a vedere i prodotti Scheu posizionati in fascia economica; ma se consideriamo che questo giradischi suona al livello di quelli High-end che costano attorno ai 10.000 Euro o USD, allora dobbiamo ammettere che si tratta di un vero affare, proprio come lo è il Kuzma Stabi Reference. E non solo questo Scheu ha prestazioni da riferimento; adesso ha pure un aspetto assolutamente degno.

Questo giradischi costa attorno ai 3.000 Euro, ma non dovete commettere l'errore di considerarlo una sorgente entry level, come tante offerte in questa fascia di mercato di alcuni ben noti costruttori. Per le sue qualità, se fosse stato commercializzato sotto un marchio XX (mettete pure da voi i nomi dei vostri sospettati), sarebbe costato il doppio o il triplo del suo prezzo.

Per coloro che non possono permettersi questo giradischi top, Scheu ha ancora a catalogo alternative più accessibili - come il Premier Mk.II che costa meno della metà - con qualità vicine a quelle del "Das Laufwerk No.2" (ma ovviamente non così elegante...).

© Copyright 2008 Hartmut Quaschik - www.tnt-audio.com

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