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Lettore CD Teac CD-P 1120

Il primo gradino !

[Teac CD-P 1120]

[English version]

Prodotto: Teac CD-P 1120 - CD player
Produttore: Teac - Giappone
Distributore: Teac Italiana, Via C. Cantù 5, 20092 - Cinisello Balsamo
Tel. 02-66010500
Prezzo approssimativo: Lit. 294.000 (152 euro)
Recensore: Stefano Monteferri

L'approccio con il lettori CD di fascia bassa, nel passato ha spesso significato doversi confrontare con un suono aspro, privo di musicalità, sbavato, praticamente nullo dal punto di vista della ricostruzione scenica, e via dicendo. I limiti, in termini di qualità della costruzione meccanica in generale, di progettazione, di qualità dei componenti elettronici utilizzati, venivano drammaticamente alla luce, e gli eventuali interventi di tweaking non sempre andavano nella direzione attesa.

Nel tempo, qualcosa è iniziato a cambiare, le esperienze passate hanno insegnato qualcosa di più ai progettisti di componentistica e di prodotti finiti, c'è stato un certo abbattimento dei costi di produzione, ed hanno visto la luce apparecchi ancora estremamente economici, ma caratterizzati da un suono decisamente più interessante.

TNT Audio ha pubblicato, ormai qualche tempo fa, la recensione del lettore CD Teac CD-P 1100, che ha certamente confermato questo stato di cose, dimostrando, inoltre, come ci fossero margini per ulteriori interventi di affinamento, ai fini del miglioramento del suono dell'apparecchio.

Questa prova si propone di verificare come (e se...) il lettore CD Teac modello CD-P 1120, naturale "erede" del 1100, abbia sviluppato i concetti espressi a suo tempo dal suo predecessore.

Estetica e finiture

Carino, senza alcun dubbio. Tuttavia, l'estetica è quella consueta cui ci hanno abituato un po' tutti i costruttori del sol levante: meccanica disposta centralmente, che sembra un blocco a se stante "incastrato" nel pannello frontale, tasto di accensione e display sulla sinistra, comandi e presa per la cuffia sulla destra.

Tecnica e Costruzione

Meccanica centrale, con lettura a triplo raggio, convertitori ad 1 bit, campionamento quadruplo con filtri a 16 bit. In metallo sono la base dell'apparecchio, ed il famigerato coperchio superiore conformato ad "U", che risuona come un gong alla minima sollecitazione, tutto il resto è in plastica, per un peso totale di 3,5 Kg.

Il lettore, aperto, si presenta piuttosto ordinato: alimentazione sulla sinistra, meccanica ed elettronica digitale al centro, sezione analogica all'estrema destra.

Funzionalità

Tutte quelle che potete desiderare e molte altre ancora! Credo che ormai risulti più costoso uscire dagli standard e realizzare un apparecchio che sia privo del "superfluo", piuttosto che fornirlo completo di ogni funzionalità. In questo caso, siamo addirittura in presenza di un completo telecomando, fornito in dotazione, che replica (e aggiunge) funzionalità al già ricco pannello frontale dell'apparecchio.

Il display presenta caratteri LCD piccoli e poco luminosi e contrastati, di difficile lettura (nonostante i miei 12 decimi :-), mentre risulta estremamente apprezzabile, per una macchina di tale estrazione, la presenza di un'uscita cuffia regolabile nel volume e dalla buona potenza (perlomeno con la mia AKG K-500).

Da segnalare come la meccanica di lettura si mostri davvero di "bocca buona", e riesca a leggere praticamente qualsiasi CD (anche quelli masterizzati che diversi lettori proprio non riescono a "digerire"), con tanto di salto di traccia comandato, che avviene senza indecisioni.

L'ascolto

Anticipo subito che il Teac CD-P 1120 mi è sembrato, fin da subito, un oggetto piuttosto interessante, il che mi ha convinto, dopo una breve riflessione, ad effettuare la prova in modo da valutarne le caratteristiche musicali in termini "assoluti", ragion per cui valutate le (ovvie) critiche mosse all'apparecchio con il necessario "sale in zucca": stiamo parlando di un apparecchio entry-level, dal costo inferiore alle trecentomilalire!

La prima impressione è piuttosto positiva: il suono appare subito morbido e fluido, piuttosto dolce e rilassato, e restituisce dettagli che, francamente, non mi sarei aspettato di udire.

L'estensione in frequenza appare soddisfacente: il basso c'è, ed anche sufficientemente profondo, anche se a tratti non sempre controllatissimo, e nonostante si abbia la sensazione di un suono piuttosto "caldo" (il che tradisce un certo roll-off in gamma alta), le frequenze più acute non mancano, mentre la restituzione di una gamma medio/alta leggermente arretrata.

Aumento il livello di attenzione, e questo mi consente di apprezzare una discreta ricostruzione scenica, dove la dimensione verticale assume un livello qualitativo niente affatto disprezzabile, mentre quella orizzontale non riesce a prevaricare i confini delimitati dai diffusori acustici.

A stupire (perlomeno rispetto alle attese) è il senso di profondità, che risulta piuttosto pronunciato, ma scarsamente contrastato. Gli elementi, infatti, non riescono a staccarsi dallo sfondo in modo netto, ed il tutto risulta come ammassato sul fondo del palcoscenico virtuale (che risulta comunque sostanzialmente riprodotto).

Al di là degli aspetti relativi alle dimensioni della ricostruzione scenica, il limite maggiore dell'apparecchio sembra essere, in tal senso, la carenza di aria tra gli elementi della stessa, che rende di improbabile lettura la trama architetturale delle composizioni. Solo utilizzando CD dalla registrazione particolarmente curata, qualcosa alla fine si riesce a tirar fuori, ma con i dischi "normali", non c'è molto da fare.

Però, già il fatto di effettuare considerazioni relativamente a parametri di ricostruzione scenica, pur trattando di un lettore CD dal costo inferiore alle 300.000 lire, collocato oltretutto in un impianto estremamente "improbabile", credo possa essere interpretato come un complimento. :-)

Ma ormai siamo in ballo, e conviene ballare fino in fondo! Il riferimento (Marantz CD-17 meccanicamente ottimizzato) scalpita, per cui, non senza una buona dose di cattiveria da parte mia, torna ad occupare il posto che gli compete.

Se fino ad ora i risultati apparivano del tutto eccezionali, considerato il costo e la classe di appartenenza dell'apparecchio, il confronto diretto mi consente di valutare più agevolmente i limiti che una macchina talmente economica deve pur avere.

Tra le caratteristiche sonore non ancora considerate, c'èda dire che, rispetto al riferimeno (che costa quasi dieci volte tanto!), il piccolino interpreta il messaggio musicale restituendo un senso di realismo piuttosto limitato, rientrando nei ranghi per quanto concerne la lucidità, la capacità di discernimento della trama musicale, lo spessore e la densità del suono.

In aggiunta, il piccolo Teac appare un po' "seduto", presentando dei limiti dinamici piuttosto evidenti, ed alcuni particolari nel corso della riproduzione non riescono proprio ad emergere.

Ecco, forse sono proprio tali limiti dinamici, assieme all'equiliblio tonale restituito, a determinare in gran parte il carattere del CD-P 1120, ad insinuare nell'ascoltatore la sensazione di avere di fronte un apparecchio dal suono morbido e moderatamente (insolitamente, vista la classe di appartenenza) fluido.

Ad ogni modo, quanto si evince ad un'analisi più attenta, è una sostanziale assenza di armoniche e modulazioni micro-dinamiche, che tipicamente restituiscono espressività agli strumenti ed alle performances vocali, e che conferiscono al suono quella magia che cattura l'ascoltatore durante le sedute di ascolto più intense.

È ovvio che tali considerazioni assumono significato quando il resto della catena di ascolto risulta capace di restituire tali momenti espressivi, che ben difficilmente potranno emergere in impianti "budget" (diciamo attorno ad 1-1,5 mil., e forse anche qualcosina di più), quali il nostro Teac è destinato. In tale ambito il CD-P 1120 potrebbe, con il suono solido e dolce di cui è dotato, risultare un ideale complemento per elettroniche e diffusori non particolarmente raffinati.

C'è da dire che, come rilevato per il predecessore CD-P 1100, l'apparecchio recepisce gli interventi di tweaking, e dimostra quindi di disporre di un certo margine di miglioramento (tramite l'utilizzo dello stabilizzatore Monster Discus+, ho infatti ottenuto significativi miglioramenti in termini di stabilità della scena e focalizzazione).

Conclusioni

Ho voluto appositamente provare il Teac CD-P 1120 in un contesto nel quale non si troverà certamente mai ad operare, in modo da poterne valutare pienamente le caratteristiche. I suoi probabili compagni di avventura saranno, con ogni probabilità, oggetti musicali quali i piccoli NAD o Rotel (o roba simile), e diffusori dal costo limitato.

Ma tutto questo, apparentemente crudele ed ingiusto nei confronti del piccolino, in realtà credo possa essere interpretato come il miglior complimento che gli si potesse rivolgere.

Si tratta di infatti di un apparecchio in qualche modo "intelligente", che sembra come voler dire: "Conosco i miei limiti costruttivi e progettuali, e propongo quindi un'interpretazione del messaggio musicale che li tenga in debita considerazione".

Nessuna mania di protagonismo, quindi, nessuna volontà di voler strillare ed attribuirsi ad ogni costo doti e qualità delle quali proprio non si dispone, ma solo la consapevolezza di aver qualcosa da offrire all'ascoltatore, e la volontà di farlo nel miglior modo possibile.

Una buona (ed economica, visto che verosimilmente lo si può portare a casa per poco più di 250.000 lirette: in pratica meno di quanto, a volte, si paga il solo telecomando di un apparecchio di classe più elevata; e qui c'è anche quello!) base di partenza dunque, sfruttando la quale il tweaker più volenteroso (magari una volta scaduta la garanzia... :-) riuscità ad ottenere senz'altro risultati interessanti, nell'ambito di un sistema "entry level" ben suonante, quanto mai auspicabile alternativa al compattone tutto lucine e manopoline colorate dell'ipermercato di turno.

Ciao e a presto!

© Copyright 2000 Stefano Monteferri - http://www.tnt-audio.com

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