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Il Valvolizer SV/01-09 della Praecisa Acoustics

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[Praecisa Acoustics Valvolizer - click for full-size image]



Vengo spesso incuriosito dai numerosi complementi hi-fi offerti dal mercato, ma mi avvicino ad essi quasi sempre con un certo scetticismo causato da vecchie esperienze con *apparecchi rivoluzionari* che a distanza di pochi mesi nessuno più ricorda.

Il Valvolizer della Praecisa Acoustics di Brescia non ha invece pretese di rivoluzione, anzi si presenta, nella descrizione dei progettisti, come un tranquillo accessorio nato *solo* per levigare le asprezze tipiche degli impianti a stato solido.
Sinceramente il nome Valvolizer di primo acchitto mi ha lasciato un pò perplesso, quasi come le targhette *Turbo* applicate sui portelloni di modeste utilitarie che la mattina stentano a partire ma comunque, dopo un doveroso rodaggio, mi sono dedicato ad un ascolto attento e ponderato visto che, già nelle premesse, ciò che dovevo ricercare erano solo sfumature e che la Praecisa di Brescia si era già meritato un applauso con il suo
Pre Model Two da me tempo fa provato.

L'apparecchio si presenta come un basso cilindro nero (vedi foto) in acciaio amagnetico (probabilmente una copertura per trasformatori toroidali) con scritte dorate, incollato in maniera inespugnabile (i curiosoni sono avvisati!) ad una bella e rifinita basetta in legno color ciliegio.
Delle due coppie di connettori dorati bene in evidenza sulla parte superiore, una reca la dicitura Hi-Level (Ingresso) ed ha una impedenza di 12 Kohms, l'altra Low Level (Uscita) con impedenza di 12 ohms.
Essendo uno strumento passivo non necessita chiaramente di alcuna alimentazione.

La Casa suggerisce di inserirlo fra pre e finale (nel caso è anche disponibile una versione con ingressi ed uscite bilanciate) o, in caso di ampli integrati, fra CDP e amplificatore.

La prima parte della prova (sul mio impianto tutto a stato solido) ha dato subito in maniera molto percepibile la misura ed il carattere del suo intervento.
A fronte di una leggera riduzione del livello di uscita (l'apparecchio opera una attenuazione di -9dB) ciò che spiccava maggiormente era un potente taglio sulle basse frequenze, anche se il suo intervento dovrebbe essere, stando a quanto dichiarato nella scheda tecnica, tutto a livello infrasonico, ed un dolce roll-off dell'estremo alto.
Conseguenza diretta di queste caratteristiche è che, all'interno di questi estremi di banda, in piena gamma media, il dettaglio, la chiarezza e l'intelligibilità ne traggono un notevole beneficio con un conseguente maggior sviluppo tridimensionale della scena acustica, anche se segnata da una diminuzione di dinamica e microcontrasto e da una certa *lentezza* che effettivamente ricorda il *profumo* delle valvole.
Tutto sommato però, se l'impianto di partenza è coerente e ben bilanciato timbricamente, meglio non usarlo: ma vi pare che dopo anni di up-grading, tweaks, di sedute per valutare 1 Ohm di resistenza in più o in meno sul tweeter, di ricerca di neutralità e calore insieme, di studio di interazioni con l'ambiente posso sopportare che arrivi uno scatolotto nero a farmi rivoluzionare tutto il mio sistema? :-)

Seconda parte della prova: Valvolizer inserito fra CDP e integrato in impianto entry-level.
Stesse considerazioni di prima ma, rispetto al suono di partenza, un grande miglioramento generale.
Risultava chiaramente che in questo tipo di impianti i pasticci infrasonici causano la maggior parte dei danni e l'uso del Valvolizer risolveva molti problemi.
La leggera coda sul basso era scomparsa (purtroppo però l'estremo non si era asciugato, era solo andato via) ed il suono, in origine con qualche asprezza sull'alto, si era notevolmente addolcito mentre la scena sonora aveva guadagnato di molto in ampiezza e profondità.
La fatica di ascolto causata da una velata metallicità era stata quasi azzerata.

Ora il punto è questo: l'apparecchio funziona, e funziona bene!
Ma c'è un ma: su impianti che hanno qualche problema, il più delle volte causato da sorgenti troppo economiche, il Valvolizer interviene a migliorare seriamente le cose; ma sono convinto che, specialmente per la coda sui bassi, si può intervenire, con modica spesa, utilizzando qualche tweak della
nostra officina.
E penso anche se non sarebbe molto più sensato aggiungere le 290.000 lire del suo costo (350.000 la versione bilanciata) alla cifra che avete intenzione di spendere per la vostra prossima sorgente digitale.
Così facendo il cambiamento sarà veramente radicale e getterà le basi per successivi e più determinanti miglioramenti futuri.
Inoltre, sempre sul versante economico, non bisogna dimenticare che l'uso del Valvolizer rende necessario il raddoppio, anche di spesa, per il cavo di segnale che deve entrare ed uscire dalle sue connessioni (e molto spesso un cavo da 200.000 lire è di miglior qualità di due da 100.000).

La conclusione è che sicuramente l'apparecchio ha una sua validità funzionale ed assolve molto bene al compito che si propone. Perciò la scelta d'acquisto dipende solo da voi.

Copyright © 1998 Mimmo Cacciapaglia

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