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Visita alla Arcam

[Arcam demo room]
[English version]

Azienda: Arcam - UK
Reporter: Maarten van Casteren - TNT UK
Visita realizzata nel Febbraio 2006
Traduzione: Gianfranco Viola

Un paio di settimane fa Arcam mi ha concesso il privilegio di una visita agli stabilimenti di Waterbeach, nei pressi di Cambridge. È proprio vicino a casa mia, quindi un'ottima occasione per uno sguardo ravvicinato ad uno dei marchi britannici più importanti.

Al mio arrivo sono stato accolto da Geoff Meads (brand manager) e Stefan Starkie (technical field support). Per cominciare sono stato ospite a pranzo in un pub nei pressi ed abbiamo parlato di audio. Come si fa normalmente in un pub, abbiamo chiacchierato in un'atmosfera molto rilassata e quanto segue è il resoconto della piacevolissima conversazione che ha accompagnato un pranzo squisito.

Avete presentato da poco l'Arcam Solo, un prodotto più incline alle tendenze di moda rispetto ai precedenti componenti. Potreste dirmi qualcosa in più sulle motivazioni che vi hanno indirizzato su questo percorso?

I tempi sono cambiati e per molte persone la qualità del suono non costituisce più l'aspetto principale in un prodotto audio: spesso si considera prima il look e la facilità di utilizzo. Quindi c'è un mercato per prodotti dall'aspetto accattivante e facili da utilizzare, come il Solo. Ad essere sinceri erano diversi anni che stavamo pensando ad un prodotto simile, ma la realizzazione è una faccenda molto più complessa di quanto possa sembrare.
Già integrare un lettore CD, un amplificatore ed un sintonizzatore in un'unica scatola è un problema di per se, ma rendere l'insieme facile da usare e bello da vedere è ancora più difficile. Infine deve funzionare ovviamente in modo affidabile, deve essere costruito con un processo produttivo efficiente e deve essere venduto ad un prezzo coerente.

Il Solo vi permette di avvicinare un nuovo tipo di clientela?

È così. C'è chi desidera un prodotto bello e dal grande suono, ma anche un pubblico audiofilo in cerca del secondo sistema. Poi ci sono tanti che dieci o quindici anni fa hanno acquistato un sistema a componenti separati ed ora vogliono qualcosa di nuovo ma non troppo impegnativo. E naturalmente c'è l'interfaccia iPod. Abbiamo appena presentato rLead, un dispositivo di connessione tra iPod e Solo, che lo rende molto interessante per i possessori di iPod. A noi piace rilevare il lato educativo di prodotti come il Solo: stimiamo che il 99% della gente non abbia mai ascoltato un sistema dal suono davvero buono ed è magari cresciuta ad MP3. Col Solo ottengono non soltanto il risultato di suonare meglio i loro brani MP3, ma anche di scoprire quanto migliore possa essere il suono di un CD. Il motto di Arcam è sempre "Better sound for more people" e il Solo ne incarna lo spirito.

Si tratta inoltre di un sistema a due vie.

Già, alla Arcam siamo ancora sostenitori dell'audio a due canali. Sia Stefan che io abbiamo comprato un giradischi in questi ultimi anni. Non facciamo segreto della nostra intenzione di proseguire nello sviluppo di prodotti a due vie. Più di metà del nostro giro di affari si concentra sull'home cinema, ma di certo non trascuriamo i sistemi di riproduzione stereo. E comunque facciamo in modo che i nostri sistemi multicanale siano in grado di riprodurre musica a due vie ad un ottimo livello. La musica è ancora al centro dei nostri interessi e il nostro obiettivo è di realizzare prodotti che siano provocanti e in grado di suonare bene.

Provocanti? Uno di solito non pensa ad Arcam come ad un prodotto provocante. La vostra reputazione è più allineata su prodotti di alta sensibilità, di grande valore, non è vero?

Forse. Ma crediamo anche di offrire prodotti provocanti.

Non vi capita a volte di provare invidia per marchi come Musical Fidelity o Naim, che presentano prodotti molto eccitanti, come la serie kW o il nuovo CD555? La stampa dedica loro un sacco di attenzione.

Semplicemente alla Arcam facciamo altre cose. Quando si parla di componenti stereo a livelli di prezzo di 1500 o 2000 sterline, il mercato si riduce moltissimo. È sempre possibile migliorare ulteriormente un prodotto, ma il prezzo che occorre pagare è molto alto: talvolta per ottenere risultati effettivamente percepibili occorre essere disposti a sborsare fino al doppio. Non credo che dobbiamo perseguire questa strategia. Certo, se uno è disposto a spendere cinque o diecimila sterline, può avere un lettore CD migliore del nostro modello di punta. Ma in generale le differenze saranno piccole.

Vi capita di considerare quella fascia di prodotti high-end come riferimento o modello di progettazione?

Assolutamente no. Il nostro riferimento è quanto offre la concorrenza a livelli di prezzo comparabili o leggermente più alti, che si tratti della versione meno impegnativa o dell'alto di gamma. Il nostro obiettivo è di lavorare in quella fascia di prodotti dove ad un maggiore investimento corrisponde un guadagno consistente in termini qualitativi. Se cominciassimo a produrre oggetti che in cambio di un costo molto più elevato offrissero solo piccoli miglioramenti, metteremmo in crisi il rapporto di fiducia che abbiamo coi nostri clienti. E comunque ci imponiamo che la nuova versione di un prodotto suoni meglio della precedente. I miglioramenti del nostro nuovo lettore CD36 sono considerevoli rispetto al CD33, e ne andiamo orgogliosi.

Come ci siete riusciti?

Tra le altre cose (inclusi stadio di alimentazione e scheda madre nuovi di zecca), abbiamo scoperto un nuovo prodotto, lo Stealth Mat, un tessuto che assorbe e scherma le radiofrequenze e l'induzione elettromagnetica.

Una cosa simile allo Stillpoints ERS, che ho recensito di recente per TNT Audio?

Pare di sì. Noi lo abbiamo trovato molto efficace, malgrado il rischio di esagerare se se ne usa troppo. Poi abbiamo intensificato l'impiego di tecniche antivibrazione, con risultati molto apprezzabili. C'è poi un nuovo circuito stampato a quattro strati, che permette di minimizzare il percorso di segnale e di utilizzare uno strato come massa del circuito. In questo modo si possono proteggere i segnali più delicati facendoli viaggiare da un lato del piano di massa, mentre l'alimentazione e le altre sorgenti potenziali di rumore sono raggruppate sull'altro lato. Una volta completata la progettazione di questo nuovo lettore, abbiamo dedicato molto tempo all'ascolto e alla messa a punto sonora. Lo facciamo con tutti i nostri prodotti, incluso il Solo. È fondamentale ottenere il suono giusto.

Come si fa una messa a punto sonora?

In un progetto ci sono sempre delle scelte da compiere: noi ascoltiamo le alternative e scegliamo quella che suona meglio. Poi mettiamo alla prova molti componenti simili, come ad esempio i condensatori, per scoprire qual è il tipo che fornisce la migliore prestazione audio. Col CD36 molto tempo è stato dedicato ad ottimizzare lo smorzamento delle vibrazioni. Continuiamo finché non otteniamo il suono che cerchiamo. Molte persone sono coinvolte in questo processo. Per noi è fondamentale che il suono prodotto sia coerente e della migliore qualità possibile.

E a casa che lettore CD avete?

(Stefan) Io uso un Arcam CD33 modificato.

Modificato? Volevo chiedervi se la comunità dei tweakers ha ragione quando sostiene che qualunque prodotto può essere migliorato, ma mi hai già dato la risposta. Come si concilia tutto ciò con quanto mi avete raccontato sul vostro lungo lavoro di messa a punto della qualità sonora?

È assolutamente conciliabile. Intanto ad un certo punto lo sviluppo deve terminare: è chiaro che dei miglioramenti ulteriori sono sempre possibili, ma a volte alcuni componenti costano semplicemente troppo. Io ho fatto un upgrade del mio CD33 con componenti molto costosi. Quelli usati nel CD33 sono eccellenti, ma se non si pongono limiti di spesa e di tempo si può avere di meglio. La modifica al mio lettore è stata effettuata da uno dei tecnici progettisti che lo hanno creato: ovviamente sapeva quel che faceva. Perciò la risposta è sì, i tewakers hanno ragione, anche se per ottenere miglioramenti effettivi -e non solo cambiamenti- ci vuole molta esperienza e una grande conoscenza.

C'è un limite alla qualità del suono che si può ottenere da un lettore CD?

(Ancora Geoff) Se questo limite esiste, ancora non lo abbiamo trovato! Ogni volta che produciamo un nuovo lettore CD, suona meglio. È sempre successo negli ultimi vent'anni e con molta probabilità continuerà ad accadere. Arcam fu tra le prime società ad acquisire i diritti di produzione di lettori CD negli anni ottanta e quindi possiamo contare su una certa esperienza: sappiamo il fatto nostro. Il CD33 fu un grande salto in avanti rispetto al già molto buono CD32, e il CD36 è un ulteriore grande miglioramento.

A cosa puntate durante la messa a punto sonora?

Sarebbe facile creare un suono di impatto, che catturi l'ascolto nei cinque minuti in negozio. Ma non è questo il nostro obiettivo e comunque un simile suono dopo un paio d'ore comincerebbe a risultare molto faticoso da ascoltare . A noi interessa che le persone siano soddisfatte dell'acquisto alla lunga: cerchiamo l'apprezzamento nel tempo. Chi sta sul mercato così a lungo - noi ci siamo dal 76 - sa bene che quel che importa è crearsi una buona reputazione, non fare scena nei primi cinque minuti.

Quali progetti avete in cantiere ora?

Ne abbiamo parecchi e per la maggior parte segretissimi, naturalmente! Il Solo ha avuto successo sia presso gli audiofili che con un pubblico più largo attento alla qualità e con tutta probabilità continueremo su questa strada. D'altra parte siamo comunque un'azienda di progettazione e la nostra aspirazione è di migliorare i risultati in termini di prestazioni. Una cosa è certa: le nuove e nuovissime tecnologie che si presentano sul mercato esigono la massima attenzione nel capire cosa interessa davvero alla clientela.

Un giro in fabbrica

[Arcam milk float]

Dopo questa conversazione, Stefan mi ha guidato attraverso gli stabilimenti Arcam. Devo ammettere che l'edificio ha un aspetto un po' dimesso, ma stando a Geoff la situazione migliorerà molto presto. Purtroppo, per ovvie ragioni, non mi è stato permesso di visitare l'area di ricerca e sviluppo, quindi abbiamo cominciato dalla produzione.

Ho trovato molto affascinante osservare l'assemblaggio dei prodotti Arcam. In negozio appaiono come scatole molto semplici e dallo stile elegante, ma è certo che per produrli in modo efficiente ed affidabile serve un processo molto complesso.

L'assemblaggio è distribuito su una linea di produzione, dove ogni fase è svolta in un'area diversa. Tutti i componenti necessari alla realizzazione di una particolare fase sono posizionati su carrelli e ciascun carrello è posizionato in un preciso punto della linea. Con questa disposizione qualunque fase può essere allestita nel giro di pochi minuti, con la possibilità di passare da una fase all'altra molto velocemente. Tutti i circuiti stampati sono assemblati, saldati e testati da un fornitore gallese. In Arcam non si eseguono praticamente più saldature.

[Stabilimento di produzione Arcam]

C'è un'area di preparazione molto trafficata e piena di materiale, dove un paio di signore assemblano le alimentazioni prima di posizionarle sui carrelli. La linea di produzione appare invece molto più ordinata, spaziosa ed organizzata. In tutte le postazioni l'atmosfera è notevolmente tranquilla: nessuno sembra aver fretta e tutti ci sorridono e scambiano volentieri due parole. In particolare sulla linea di produzione si ha l'impressione di un lavoro più di concentrazione che di ritmo serrato.

Stefan mi spiega che durante l'assemblaggio ciascuna unità passa attraverso tutte le stazioni della linea. Ad ogni stazione sono eseguiti dei controlli per assicurare che i passaggi precedenti siano stati eseguiti correttamente. Alla fine c'è una postazione di collaudo attrezzata con una serie di accuratissimi apparecchi di misura computerizzati, dove si esegue una approfondita procedura di controllo che assicura che tutto funzioni nel modo dovuto. CD e DVD vengono inseriti nei lettori, che poi sono azionati da comandi infrarossi. Se un'unità risulta difettosa viene reindirizzata ad un'area di riparazione comodamente posizionata nelle vicinanze. Qui il difetto è corretto e l'unità viene posta nuovamente all'inizio della linea, in modo da eseguire da capo tutti i controlli e collaudi previsti. Solo dopo aver superato la trafila dei controlli si può procedere all'imballaggio e all'immagazzinamento.

[Laboratorio riparazioni Arcam]

L'area di riparazione è un posto interessante. Ci sono parecchi carrelli con unità da sistemare. Mi viene da rimarcare come ci siano un sacco di guasti sui prodotti Arcam, ma Stefan mi risponde in modo piuttosto secco che nella loro storia hanno venduto più di 850.000 unità, per ciascuna delle quali viene offerto un servizio di revisione. Così improvvisamente il numero di unità che vedo non mi sembra più così elevato. Inoltre mi accorgo che molte di esse non sono delle più recenti. Osservo il procedimento di imballaggio di una delle unità riparate, eseguito con la stessa cura di un particolare nuovo. Viene perfino pulita e lucidata e quando la inscatolano sembra proprio nuova di zecca. "Ha più di vent'anni" mi fa notare Stefan.

Facciamo anche un giro nel magazzino dei prodotti finiti, dove le unità finite ed imballate fanno bella mostra di sé e sono approntate per la spedizione in tutto il mondo. È molto più grande di quanto me lo immaginassi e pieno zeppo di scatole con la scritta Arcam. Si trova a 5 minuti a piedi dallo stabilimento di produzione, da dove i prodotti imballati sono trasportati su un camioncino da lattaio! Di questi camioncini ce ne sono in realtà due e sono stati scelti perché azionati da un motore elettrico che permette di fermarsi e ripartire molte volte con facilità durante la giornata.

Infine è giunto il momento di ascoltare qualcuno dei prodotti Arcam. Ci spostiamo nella sala riservata all'ascolto, una delle tante, ma la sola a cui mi sia permesso accedere, dal momento che nelle altre fervono le attività di sviluppo. L'acustica della sala è stata messa a punto con grande cura, col soffitto inclinato, la parete curva dietro ai diffusori e molti pannelli assorbenti e riflettenti sistemati sui muri e negli angoli.

[Arcam's Geoff]

La prima dimostrazione è per il Solo, coi suoi minuscoli diffusori Alto. Il suono proviene da un iPod Nano connesso al Solo tramite la nuova interfaccia rLead. Questa connessione permette non soltanto di riprodurre musica, ma di controllare completamente l'iPod attraverso il Solo. Sullo schermo dell'iPod compare il logo Arcam, mentre i titoli dei brani e le impostazioni dell'iPod sono visibili sul display del Solo. È possibile navigare nell'iPod usando il telecomando del Solo. Devo ammettere che l'effetto è sorprendente, ho l'impressione che il Solo sia il miglior accessorio per iPod di tutti i tempi. Geoff mi spiega che il volume dell'iPod viene impostato automaticamente al massimo in modo da escluderne il controllo digitale, che influenza negativamente la qualità sonora. Il volume è completamente controllato attraverso il Solo. La qualità che si riesce a tirar fuori da un file MP3 è per certi versi sorprendente: niente male, la prova che quasi qualunque cosa può suonare bene se si usa cura ed attenzione.

Passiamo poi ad una dimostrazione di home cinema. I tre diffusori frontali sono degli Audiovector M3 Avantgarde. Durante la riproduzione del DVD sono molto colpito dalla qualità visiva e sonora, ma visto che le mie preferenze vanno alle due vie, chiedo se posso ascoltare alcuni CD che mi sono portato da casa. Per farlo nel modo migliore viene improvvisato velocemente un sistema stereo con il lettore CD36, il pre C31 e una coppia di finali P1. Stefan mi ragguaglia sulle varie unità. Il lettore CD è una chiara evoluzione del CD33, con la sua scheda stampata a quattro strati, la tecnologia stealth mat e gli accorgimenti antivibrazione. Anche il pre è molto meglio del precedente C31, in virtù della stessa tecnologia a quattro strati, percorsi di segnale più brevi e migliori selettori di segnale, che adesso sono completamente sigillati. I finali hanno una potenza nominale di 175 watt su 8 ohm, ma Stefan mi spiega che eliminando il circuito di protezione potrebbero sviluppare 1000 watt su 1 ohm. Beh, come insieme sembra promettente! Avendo spiegato a Stefan che a casa ho due diffusori Dynaudio Contour 1.8 mk2, collega una coppia di studio monitors Dynaudio. Montano il famoso tweeter Esotar, quindi mi accomodo con grandi aspettative.

Il suono sviluppato da questo insieme è molto dettagliato. All'inizio sono sopraffatto. I miei CD suonano in modo quasi irriconoscibile. Sento tanti dettagli che non avevo mai individuato in precedenza e qualcuna delle mie vecchie registrazioni jazz (come Bill Evans al Village Vanguard) presenta molti più problemi di quanto immaginassi. Non voglio dire che il sistema suoni clinico o troppo analitico. Semplicemente suona la musica molto bene, ma in modo differente da come sono abituato. I piccoli diffusori da stand Dynaudio inoltre non producono molti bassi, il che rende la presentazione un po' troppo brillante. Ma la chiarezza sugli alti è decisamente mozzafiato. C'è abbondanza di dettaglio senza il minimo accenno di asprezza, sibilo, o problemi digitali di sorta. L'informazione spaziale è riprodotta con precisione molto accurata. Ogni cosa ha una posizione tridimensionale chiaramente definita e il suono è completamente libero rispetto ai diffusori, i quali se ne stanno lì dando l'impressione di non aver nulla a che fare con quanto sta succedendo.

Poiché mi manca il basso gradevole e profondo della presentazione DVD, chiedo a Stefan di tornare sui due diffusori principali Audiovector. In tre minuti i cavi di potenza sono sostituiti e quello che si sente ora è tutta un'altra storia. Stavolta i bassi sono gradevoli e profondi e il bilanciamento dei toni è senz'altro migliore, ma gli stessi Audiovector che mi avevano incantato solo mezz'ora prima, adesso suonano un po' sporchi nelle alte frequenze! Non voglio dire che suonano male, ma la differenza di classe con i fantastici tweeter Esotar è semplicemente abissale! Se cercavo una prova di quanto la qualità delle alte frequenze nei prodotti Arcam sia di grande livello, beh eccola qui. Gli Audiovector forniscono la prova che anche i bassi Arcam sono vivaci e profondi. Un sistema di diffusori ottimale dovrebbe combinare la trasparenza dei Dynaudio col calore degli Audiovector. Il problema è che ciascuno di questi diffusori costa più della metà del totale delle elettroniche e il doppio del componente più caro (il CD36, circa 1400 sterline)!

Purtroppo il pomeriggio volge al termine. Avrei passato volentieri un altro po' di tempo in questa sala ad ascoltare questo splendido sistema. Me ne vado quando cominciavo ad abituarmi al suono. Probabilmente la situazione non è rappresentativa, visto che difficilmente qualcuno di noi può avere a disposizione una sala simile. Quel che è certo è che ogni influenza acustica ambientale è stata efficacemente soppressa, permettendo così di apprezzare a fondo i punti di forza del sistema. Non vedo l'ora di provare qualcuno dei prodotti Arcam a casa mia e spero di poterne scrivere al più presto.

Termino con un grande ringraziamento ad Arcam, in particolare a Geoff e Stefan. Non credo di aver mai imparato così tanto sull'audio in un solo pomeriggio e in modo così gradevole. L'impressione finale che ne traggo è quella di un'azienda appassionata dei propri prodotti, con una lunga storia alle spalle ed un futuro ancora più lungo di fronte.

© Copyright 2006 Maarten van Casteren - www.tnt-audio.com

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