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Operazionali & buffer Burson Audio

Amplificatori operazionali a discreti - un passo avanti?

[English version]

Prodotto: Moduli & Buffer
costruttore: Burson Audio - Australia
prezzo: $145.00AUD (107 USD) più spedizione (per una coppia di moduli in configurazione a doppio modulo)
..........$285.00AUD (210 USD) più spedizione (per il buffer opamp in kit)
..........$335.00AUD (247 USD) più spedizione (per il buffer opamp già assemblato)
Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Recensito: Settembre 2006
Traduttore: Roberto Di Paola

Modificare i lettori CD per ottenere migliori prestazioni è ormai una consuetudine tra gli autocostruttori hi-fi. I lettori economici possono essere significativamente migliorati potenziando gli alimentatori e, in vero, ci sono molte altre cose che si possono sostituire per ottenere effetti benefici. Uno degli upgrade più comuni consiste nella sostituzione degli amplificatori operazionali con altri di qualità superiore e, ovviamente, si fa un gran parlare su quali siano i migliori! Alcuni sostengono tuttavia che tutti gli operazionali hanno i loro limiti e non possono competere con i circuiti a componenti discreti. Ho "visto" casi in cui gli op-amp sono stati rimpiazzati con un circuito a discreti però, lo potete fare solo se siete capaci di costruirvene uno che funzioni effettivamente meglio degli operazionali che intendete sostituire, inoltre, è necessario che, all'interno del CD player o DAC ci sia spazio sufficiente per l'installazione di tale circuito.

Ora, non sarebbe bello avere un circuito a discreti che fosse solo un po' più grande degli opamp? Bene, i ragazzi della Burson Audio non si sono limitati a pensarci, ma ne hanno addirittura realizzato un esemplare funzionante! Ed ecco l' "Hyper Dynamic Amplification Module". Notate che l'opamp quì recensito non ha nulla a che vedere con la tecnologia opamp adottata nei prodotti Marantz.

[Il modulo opamp]

Avendo stabilito che gli operazionali montati nel mio Philips CD723 modificato erano di tipo duale, Burson Audio ha gentilmente provveduto ad inviarmene alcuni sample in prova. Teoricamente, l'installazione è un'operazione abbastanza semplice: non dovete far altro che dissaldare gli operazionali esistenti, installare lo zoccolo al posto di questi, inserire gli opamp e saldare il filo di massa al punto giusto; il socket dell'uscita può fare al caso nostro. In pratica però, le cose non sono mai così semplici... In un attimo ho avuto in mano il coperchio del mio lettore CD e l'ho estratto, allora mi è apparso evidente che non c'era spazio a sufficienza per installarli, nonostante gli opamp abbiano una piedinatura compatta. Devo dire però che, il mio CD723 modificato è stato anche convertito in una macchina con carica dall'alto, come descritto qui, ciò ha fatto sì che la scheda principale venisse a trovarsi proprio sotto la meccanica di lettura. Fortunatamente possedevo un lettore identico non modificato e quindi con un bel po' di spazio a disposizione, così ho installato gli opamp in quest'ultimo.

A questo punto, mi piacerebbe raccontarvi del guadagno prestazionale che gli opamp hanno sugli op-amp originali (i NJM4560D). Il problema è che non appena ho alimentato il Philips e ho premuto play, tutto ciò che ho ottenuto è stato un leggero hum ed un segnale in uscita troppo basso. Ho provato a sostituire il modulo opamp con uno identico ma il risultato è rimasto lo stesso.

[Gli opamp sul PCB del lettore Arcam Alpha 5]

Ho contattato la Burson Audio dove erano un tantino imbarazzati a causa dei risultati da me ottenuti, tuttavia, mi hanno chiesto se potevo provarli in un altro lettore. Un mio amico ha un Arcam Alpha 5 pesantemente modificato e lui ha acconsentito a testare I moduli nel suo CD player. L'arcam, a differenza del Philips, "impiega" operazionali in configurazione singola e noi abbiamo deciso di riconfigurare quelli che avevamo già; ed ecco un altro problema! Lo schema elettrico presente sul sito della Burson Audio era errato, così, non appena abbiamo alimentato la macchina c'è stata una bella fumata ed un regolatore è schizzato per aria. Abbiamo informato il costruttore e credo che adesso l'errore sia stato corretto, in ogni caso, la maggior parte di coloro che acquisteranno questi moduli non dovranno riadattarli. Con lo schema corretto, abbiamo riconfigurato un altro modulo opamp e quindi l'abbiamo provato.

Lo stadio analogico dell'Arcam Alpha 5 "utilizza" quattro operazionali singoli, due in ingresso e due in uscita. Ancora una volta, quando abbiamo usato gli opamp all'ingresso dello stadio analogico, i risultati ci sono sembrati tuttaltro che convincenti così li abbiamo spostati sull'uscita e, finalmente, potremo sapere perché alla Burson Audio sono tanto fieri del loro prodotto. I miglioramenti rispetto agli op-amp ci sono, e ne abbiamo testati diversi: OPA132, OPA134, OP-27GN, OP27E, OPA606KP, LT1028, OPA627BP e il buon vecchio NE5534. In verità, gli unici che si sono dimostrati all'altezza del modulo opamp sono stati gli OP27. Da notare che questi operazionali sono andati molto bene nell'Arcam ma non è detto che siano i migliori in tutti i CD player!

E allora, cosa abbiamo sentito con l'opamp? Sicuramente un suono molto dettagliato, soprattutto in gamma alta, e più "fluido". I cembali suonavano più naturali e senza splash, ogni elemento, sia esso strumento o cantante, era meglio definito nel sound stage. Le voci erano chiare e leggermente più in avanti rispetto agli OP27, invece, le voci riprodotte "attraverso gli OPA627" erano molto più scure e piatte di quanto non lo fossero con gli opamp. Il pianoforte, sempre un buon banco di prova, aveva quel decadimento che, con gli altri operazionali è sempre un po' assente.

Il miglioramento più evidente è il "nero" dello sfondo. La potenza e il controllo si attestano sui migliori livelli, ciò è favorito probabilmente dalla bassa impedenza d'uscita del modulo opamp.

Galvanizzati come eravamo dai risultati ottenuti con questi moduli inseriti nello stadio d'uscita dell'Arcam, il mio amico era intenzionato a "scoprire" se riusciva a spremere ancora qualcosa da essi. Bisognava quindi concentrarsi sull'alimentazione, in particolare sui condensatori di bypass. Alcuni condensatori in polipropilene, presenti sulla linea d'alimentazione degli operazionali, sono stati sostituiti con altri al tantalio per usi militari (visibili nella foto). Questa modifica ha prodotto un ulteriore miglioramento: sembrava che gli opamp, oltre a suonare bene, consentissero di percepire meglio anche altri cambiamenti.

Volendo andare oltre, dei super regolatori ALW sono stati inseriti per potenziare l'alimentazione degli opamp e un ulteriore guadagno prestazionale è stato palese. Questa è una buona notizia poiché alla Burson Audio stanno sviluppando in proprio dei super regolatori che spero di recensire tra un po'.

Dopo queste modifiche, le differenze tra gli opamp e gli OP27 erano ancora più "chiare". Tenendo a mente che l'installazione degli opamp nei lettori CD dovrebbe essere un'operazione relativamente semplice e che, il più delle volte, i miglioramenti saranno sostanziali, è molto probabile che, i massimi risultati saranno raggiunti con un po' di ottimizzazione. Questo non dovrebbe essere un problema per chiunque abbia esperienza e mezzi per montare gli opamp e per sostituire altri componenti. Acquistare questi moduli comporta un investimento non indifferente, quindi, anche se vanno già bene così come sono, credo abbia senso cercare di "spingerli" al massimo!

Aggiungo che un buon riscaldamento è necessario affinché gli opamp raggiungano le migliori prestazioni. Inoltre, come molte altre elettroniche, migliorano dopo un po' di rodaggio.

Visto che gli opamp hanno lavorato così bene quando inseriti all'uscita dello stadio analogico, abbiamo provato in tutti i modi di farli funzionare anche in ingresso. Purtroppo, benché i ragazzi della Burson audio abbiano lavorato duramente e nonostante i nostri svariati tentativi in tal senso, l'opamp non è riuscito a "superare" l'operazionale LM6181; quest'ultimo ha dato i migliori risultati quando utilizzato con l'opamp in uscita. Mentre scrivo questa recensione, la Burson Audio sta lavorando ad un opamp pensato appositamente per funzionare all'ingresso degli stadi analogici e non appena sarà disponibile vedrò di recensirlo.

buffer opamp

[Il buffer opamp]

Bene, se state pensando che tutto ciò sia molto bello ma voi non siete degli smanettoni che "armeggiano" con disinvoltura nel CD player saldatore alla mano, allora ci sono buone notizie! La Burson Audio ha pensato anche ai non autocostruttori ed ha prodotto una versione "stand-alone" dell'opamp.

Racchiuso in una scatola nera con delle uscite di gran classe in bella mostra e col suo led blu (quasi obbligatorio), l'unità è progettata per essere inserita tra la sorgente (lettore integrato o DAC esterno) e il ricevitore (preampli o ampli integrato). La scatola è larga 145 mm e profonda 210, quindi non occuperà un'intera mensola sul vostro rack. Se non avete un ripiano libero, il buffer è abbastanza compatto da stare tranquillamente infondo ad una mensola già occupata. E' sufficiente inserire la spina, connettere l'unità alla sorgente ed all'amplificatore ed il gioco è fatto. Non servono brasature, né dovete costruirvi il cabinet; dovete solo sedervi ad ascoltare. Che sollievo per questo recensore!

Il primo tentativo l'ho fatto collegando l'opamp ad un DAC NOS, il Monica2, e ad un preamplificatore fatto in casa. Anche se i moduli opamp inseriti in un CD player hanno fornito decisivi miglioramenti, mi domandavo cosa sarebbe accaduto aggiungendo nella catena audio un altro circuito attivo oltre alla connessione extra "richiesta" dal buffer. Ma non c'era ragione di preoccuparsi. Fin dalla prima traccia, il miglioramento udibile era palese.

Avevo speso un'ora a costruirmi un'unità per switchare rapidamente on/off il buffer, ma molto più rapidamente mi sono stancato di giocarci. In pratica, non avevo contestazioni da fare così il circuito è rimasto attivo nel mio sistema per l'intera giornata. se intendete fare un rapido confronto A B nei vostri impianti, considerate che i buffer opamp hanno un guadagno di tre DB; piccolo ma non trascurabile.

Il buffer opamp fornisce molti dei miglioramenti udibili con i moduli. Il dettaglio, non so quante volte l'avrò detto, comunque ancora una volta, i dettagli che ho scoperto in registrazioni per me molto familiari prima non li avevo percepiti. Era come se mi fossi avvicinato maggiormente alla musica, sia fisicamente che emotivamente. Anche il "timing" era migliore e la musica "appariva" più "corretta". E si, c'era anche più basso! Infatti, sembrava che la musica fluisse dai diffusori più liberamente. Questa era una di quelle occasioni in cui invece di scorrere le traccie in cerca dei soliti spezzoni test, le ascoltavo interamente. Il sound stage era più grande, anche in profondità, ciò risultava evidente usando l'unità di "switching".

Ho ripetuto l'esperimento con il buffer opamp tra un Philips 723 non modificato ed il preampli. I risultati erano identici, non c'era alcun bisogno di usare lo "switch"; i miglioramenti erano facilmente discernibili. Allora ho deciso di accogliere il suggerimento della Burson Audio ed ho sostituito il pre con un controllo del volume passivo. Inserito un attenuatore 10k a passi, il miglioramento era ancora più grande. Con un circuito attivo in meno sul percorso del segnale, la "chiarezza" ne guadagnava e risultava davvero stupefacente; ho anche avuto l'impressione che ci fosse ancora più basso. Ottenere più basso sostituendo un circuito attivo con un semplice attenuatore sembra una sfida alla scienza, in ogni caso è quello che ho sentito!

Uno dei miei CD test contiene due pezzi di musica orchestrale molto ben incisi; con i buffer opamp era possibile seguire più facilmente ognuno degli elementi dell'orchestra. I violini suonavano "distinti" invece che come un'unica massa e sembrava quasi di poter vedere le dita del violinista. Quando veniva percosso il timpano era possibile sentirne tutto l'impatto seguito dal vibrare della pelle, decadimento compreso. Anche la sezione dei legni suonava tuttaltro che come una massa unica e indistinta. Anche la percussione "veniva evidenziata" rispetto al suono del resto dell'orchestra.

Avendo finora provato il buffer opamp nel mio secondo impianto, adesso è tempo di inserirlo in quello principale, connesso tra un DAC non oversampling e un preamplificatore a JFET. Quì il "boost" prestazionale è ancora più "impressionante". Questo impianto è capace di riprodurre i 20 Hz flat, quindi il miglioramento in gamma bassa risulta ancora più evidente. E' come se si fosse aggiunta un'altra ottava in basso ma non si tratta solo di quantità, anche di qualità; il miglioramento riguarda comunque l'intero intervallo delle frequenze riprodotte. Per usare un'analogia, è come se si fosse ampliata e ripulita la via attraversata dal segnale, e la musica potesse fluire più "libera" e meno "compressa".

Considerato che la ragion d'essere dei buffer opamp sia sopperire alle carenze degli stadi d'uscita di livello mediocre, non deve sorprendere che abbiano lavorato tanto bene assieme all'economico philips CD723 e ai DAC NOS. Io però volevo sapere come si sarebbero comportati in un impianto audio molto più costoso. Ho portato il buffer opamp a casa di un amico e l'abbiamo inserito tra il suo lettore CD Musical Fidelity A3.2 ed il preamplificatore Gamut C2. L'A3.2 costa di listino circa 1000 sterline inglesi, il Gamut, credo ne costi il doppio. L'amplificazione è affidata a quattro Gainclone monofonici mentre i diffusori sono gli ottimi Monitor Audio GR60. Il mio amico ha trascorso molto tempo con questo sistema ed ha suonato molto bene. Il buffer ha apportato quindi qualche miglioramento? La risposta è sì, ma la differenza era decisamente inferiore rispetto a quando lavorava con componenti economici. Comunque, dato che il lettore CD e il preamplificatore hanno già un ottima sinergia, la performance del buffer opamp acquista maggior valore.

Ma qual'è il "segreto" delle qualità del buffer opamp? In primo luogo e soprattutto, è progettato e realizzato senza compromessi da un gruppo di audiofili appassionati e non da un'azienda che vuole vendere solo per profitto. L'attenzione per i dettagli di solito si vede esclusivamente in prodotti estremamente costosi o nei componenti modificati da autocostruttori, cioè in tutti i casi dove i costi (almeno in termini di tempo) non costituiscono un problema. Caratteristiche come un'alimentazione dual mono, la selezione accurata dei migliori componenti per uso audio (compreso l'accoppiamento dei condensatori), PCB di alta qualità e la filtratura dell'alimentatore garantiscono che i circuiti opamp lavorino al massimo delle loro possibilità.

Ma i buffer opamp sono molto di più che una scatola di componenti selezionati. Gran parte dei miglioramenti ottenibili sono dovuti alla riduzione dell'impedenza d'uscita dei lettori CD a 15/30 Ohm, un risultato solitamente appannaggio esclusivo di CD player costosi e stadi analogici al top. Il Musical Fidelity X10-D è stato progettato per essere inserito tra il lettore e l'amplificatore con la stessa funzione, ma ricordo opinioni contrastanti sulle sue prestazioni, strettamente dipendenti dalla sorgente ad esso collegata. Potete leggere la prova a confronto tra l'X10-D ed il buffer opamp sul sito Burson Audio a questa pagina.

per fare un esempio, un impianto realizzato con un DAC NOS come il monica2 accoppiato all'amplificatore in classe T Carlize, entrambi prodotti dalla DiyParadise, potrebbe trarre benefici dall'inserimento di un buffer opamp. Ora, il DAC NOS deve lavorare entro e non sotto i 20 kOhm che è limpedenza minima del controllo di volume, il Carlize invece da il meglio di sé quando lo stadio che lo precede non ha più di 10 kOhm in uscita. La soluzione sarebbe quindi utilizzare un qualche buffer o un preamplificatore attivo. Il buffer opamp inserito dopo il DAC fa scendere l'impedenza d'uscita a 15/30 Ohm, che andrà bene con il controllo di volume 10kOhm, il quale andrà bene col Carlize. So che diverse persone si lamentano della gamma bassa prodotta dagli amplificatori in classe T più piccoli, io invece non trovo che difettino in ciò se correttamente installati. La sostituzione di qualche condensatore in ingresso non può migliorare la situazione se il problema è il corretto accoppiamento delle impedenze!

[il buffer opamp versione plug and play]

I buffer opamp sono disponibili sia in kit che pronti per l'uso. La versione in kit necessita di un alimentatore, di una scatola e dei connettori, però, avete la possibilità di inserire un controllo di volume a vostra scelta e un selettore d'ingressi se avete più sorgenti. Alla Burson Audio "gradiscono" gli autocostruttori tanto quanto quelli che scelgono la soluzione già pronta, così hanno provveduto a soddisfare intelligentemente entrambe le categorie.

Tirando le somme, gli opamp mi hanno soddisfatto pienamente. I moduli, inseriti nello stadio d'uscita dell'Arcam Alpha 5 modificato, hanno superato tutti gli operazionali testati. Vi ricordo che i moduli hanno funzionato molto bene nello stadio d'uscita ma non altrettanto in quello d'ingresso, tuttavia, alla Burson Audio sperano di risolvere presto il problema.

Se non vi "fidate" ad installare i moduli opamp all'interno del vostro lettore CD oppure esso non inplementa uno stadio d'uscita ad operazionali, o ancora, volete qualcosa che sia sufficiente collegare al sistema per ottenere grossi benefici, allora i buffer opamp probabilmente fanno al caso vostro. Ricordate però che, se avete un lettore "entry level" o di fascia media, il miglioramento sarà sostanziale, invece, sarà di minore entità se possedete già un lettore high-end con un ottimo stadio analogico. Burson Audio offre il rimborso in sette giorni sui buffer opamp, così che l'acquirente possa provarli con rischi minimi. Io scommetto che non avranno richieste di rimborso! Vi consiglio di prendervi gli opamp prima che si formino liste d'attesa.

© Copyright 2006 Nick Whetstone - www.tnt-audio.com

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