Quel suono “caldo e avvolgente”

Gli audiofili alla perenne ricerca di un maglioncino HiFi

Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Luglio, 2020

[Caldo e avvolgente]

A puro scopo autolesionistico mi diletto nel leggere gli annunci di compro-vendo di HiFi usata, specie di apparecchi vintage, nella speranza di trovare qualche pezzo raro e interessante, in mezzo alle vagonate di spazzatura retró che va oggi per la maggiore. Lo scopo, non lo nascondo, è anche “didattico”, nel senso che mi piace imparare a capire meglio ciò che gli appassionati vogliono. E ho scoperto, con raccapriccio, che tantissimi audiofili stanno in realtà cercando giacche di vigogna, maglioni di lana e copertine in pile. No, non apparecchi HiFi, no. Abbigliamento e accessori per l'arredo. Questa dovrebbe essere la categoria dove andrebbero inseriti gli annunci HiFi. E sì, perché tutti cercano/offrono apparecchi dal suono “caldo e avvolgente”. Un maglione può essere caldo e avvolgente, non un apparecchio HiFi. Vado con ordine a esaminare l'uso improprio di questi due aggettivi.

Caldo. Questo può avere senso, è un termine universalmente adottato per descrivere un certo tipo di suono. Gli inglesi usano l'equivalente aggettivo warm, ad esempio. Purtroppo, sul vero significato di questo aggettivo, quando è riferito a un suono, gli audiofili hanno le idee piuttosto confuse. Provo a chiarire. Per “caldo” si intende un suono poco aggressivo in gamma alta, quindi tipicamente con le alte frequenze attenuate (es. i piatti della batteria). Tutto nella presentazione musicale appare smussato, inoffensivo, rotondo, persino scuro. Anche la quantità di particolari e di informazioni estratte dal disco appare limitata. Certamente non in primo piano. Talvolta la gamma bassa è preponderante. È in netta contrapposizione col suono freddo (cold), ossia ricco di alte frequenze, dettagli, particolari, un suono che non concede niente alla carezza, ma che si presenta come chiaro, luminoso, a tratti asciutto. Anche la gamma bassa appare controllata, mai in evidenza, certamente non “morbida”.

Avvolgente. E qui si rasenta il ridicolo, invece. Una coperta può essere avvolgente, non un suono. Non stiamo mica parlando di Home Theater!!! Perché dovremmo essere avvolti dal suono? In quale parte di universo la musica dal vivo avvolge lo spettatore? La musica arriva sempre in faccia a chi ascolta, sia che si tratti di classica in una sala da concerto, di jazz in una piccola hall, di rock, da un palco con una parete di Marshall. Una parte dei suoni arriva riflessa, se ci sono delle pareti circostanti, ma principalmente il suono ci investe frontalmente. Non sentiremo i violini arrivare alle nostre spalle, né i timpani da sopra la nostra testa. Chi vuole essere avvolto non ha mai assistito a un evento dal vivo, di qualunque tipo esso sia. Il massimo che può aver ascoltato è il frastuono della discoteca, dove i suoni provengono da punti diversi della sala. L'alta fedeltà è altra cosa. Ecco perché inserire più di due diffusori in una stessa stanza è puro nonsenso. Fanno eccezione, ovviamente, le incisioni multicanale che andranno riprodotte con un impianto multicanale.

A richiamare il suono caldo e avvolgente sono spesso i venditori di rottami vintage, che suonano mosci, senza dinamica, senza una gamma alta che sia definibile tale, coi bassi gonfi e slabbrati. È davvero questo il suono che tanti cercano? Una melassa incolore, informe e appiccicosa che fa suonare tutto uguale? Per carità, va bene tutto, ma basta evitare di frequentare il suono vero, che è tutto tranne che caldo e avvolgente! L'avete mai ascoltata una batteria, senza amplificazione, che suona a un metro da voi? Vi spettina, non vi avvolge. Vi fa un massaggio prostatico. I piatti e il rullante vi trafiggono i timpani. E un violino? Una soprano? La dinamica di un pianoforte a coda? La chitarra elettrica di un gruppo metal? Cos'hanno di “caldo e avvolgente” queste cose?

In conclusione, io credo che la diseducazione a sentire suoni veri stia pian piano generando mostruosità, un ideale sonoro che non ha alcuna corrispondenza con la realtà. E va anche bene, basta non chiamarla HiFi ma MyFi e siamo tutti contenti. Voi coi vostri maglioncini sonori, e gli altri con una buona imitazione della realtà. A ognuno il suo.

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