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I misteri dell'audio domestico

Quella dannatissima parete posteriore

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[Parete posteriore - croce e delizia degli audiofili]
Parete dietro ai diffusori. Si può arrivare a odiarla a tal punto? :-)

Alla fine mi sono deciso. Dopo qualche migliaio di lettere alla nostra Rubrica della Posta, tutte contenenti sempre la stessa identica domanda, ho preso coraggio e ho deciso di affrontare il toro per le corna. Speriamo che lo sforzo serva per evitare di scrivere sempre la stessa risposta in un infinito loop di noiosissimo cut & paste.

Le domande ricorrenti sono, in realtà, due, strettamente collegate tra loro:

  1. A che distanza dalla parete posteriore posso tenere i diffusori?
  2. Se la parete posteriore è vicina è meglio che lo sbocco reflex sia anteriore?

Apparentemente, almeno a giudicare da quel che si legge nella nostra Rubrica della Posta, uno dei problemi principali degli audiofili, quando si tratta di posizionare i diffusori in ambiente, è quello della parete posteriore. Tipicamente, per comprensibili esigenze d'arredo e di (scarsa) sopportazione muliebre, i diffusori vanno regolarmente addossati alla parete retrostante. Altrimenti ingombrano. Si potesse inglobarli dentro di essa sarebbe un sogno. E 'mazza quanto so' brutti! E così rovini l'eleganza della parete attrezzata. Ma guarda che il bambino li rovescia. Non lamentarti se il cane li rosicchia...e via di questo passo. Per l'audiofilo normodotato non c'è speranza. Quei diffusori non si devono vedere. Non si possono vedere.

Comincio provando a spiegare, in parole semplici, perché i diffusori non andrebbero, salvo rari casi, addossati alla parete retrostante. Il motivo NON è perché hanno il buco dietro (lo sbocco del reflex, NdT) perché se ce lo avessero davanti il problema si presenterebbe allo stesso modo. Annulliamo dunque la prima leggenda metropolitana: a uno sbocco reflex bastano 10-20 cm di distanza dal muro retrostante per funzionare senza grandi problemi. D'altra parte, basta osservare quanto vicino sia lo sbocco reflex dal pavimento (o dalla base) in quei diffusori che utilizzano di questa soluzione. Quindi...il problema non è il reflex. Quello potreste persino arrivare a tapparlo, la parete posteriore farebbe sentire comunque la sua nefasta influenza.
Quale? È semplice: la parete posteriore ai diffusori non fa altro che rinforzare, grazie al suono che si riflette su di essa, le frequenze basse e medio-basse. In più, le stesse riflessioni, sommandosi all'emissione principale degli altoparlanti entro un tempo (troppo) ridotto, vanno a sporcare anche la gamma media, rendendola più confusa, a tratti distorta. Non basta? No, perché c'è dell'altro: la parete posteriore troppo vicina impedisce ai diffusori di generare un'immagine sonora tridimensionale che si sviluppi anche nel senso della profondità.
Tutto questo avviene, RIPETO, indipendentemente dal fatto che lo sbocco reflex sia anteriore o posteriore. Avviene e basta, perché la parete riflette tutto il suono generato dal diffusore, non solo la frequenza di accordo del reflex!!!
Naturale dunque chiedersi quale sia...

...la distanza ideale

Diciamo che, in generale, la distanza ideale non esiste, non c'è una formula precisa per calcolarla, anche se esistono alcune teorie che provano a fornire un'indicazione di qualche tipo. Prima di parlare di queste, esporrò il mio punto di vista, che è più pragmatico: la distanza ideale è quella, diversa per ogni ambiente, per ogni diffusore e per ogni ascoltatore, che realizza il compromesso ideale tra presenza e potenza della gamma bassa, pulizia della gamma media e profondità della scena acustica. Sembra difficile, ma non lo è.
Basta armarsi di un po' di pazienza e procedere, con dischi che si conoscono bene, per incrementi di pochi cm alla volta. All'inizio meglio procedere per grandi spostamenti (anche 50 cm) al fine di individuare il range massimo d'azione al di là del quale il suono appare nettamente squilibrato in un senso o nell'altro (troppi bassi/niente bassi etc.). Una volta individuato tale range si procede a piccoli passi. Ricordate che più la parete posteriore è vicina e più forti si sentiranno i bassi...e viceversa. Regolatevi di conseguenza.
A mio parere prima di tutto occorre trovare il giusto equilibrio in gamma bassa, poi si lavora di fino su tutto il resto. In generale, per essere sicuri di non soffrire troppo della nefasta influenza della parete posteriore, una cinquantina di cm potrebbero già essere un buon punto di partenza ma, ripeto, ogni situazione fa storia a sè. Utilizzate più dischi, perché il livello della gamma bassa varia moltissimo da un disco all'altro. Cercate il migliore compromesso.

Tra i metodi meno empirici, ma basati su un approccio più tecnico/scientifico, è abbastanza famoso quello Cardas, che potete trovare in rete sul sito Cardas o citato anche in una nostra vecchia intervista al celebre progettista omonimo (George Cardas, appunto). Egli presuppone di basare tutto sulle proporzioni auree: dimensioni della stanza d'ascolto e posizione dei diffusori all'interno di essa. In particolare, per quanto riguarda la distanza dei diffusori dalla parete posteriore, suggerisce vari fattori moltiplicativi basati sulla larghezza della parete posteriore, l'altezza del soffitto o le dimensioni del diffusore stesso. Nel link citato potete trovare tutte le spiegazioni in dettaglio.

Poi c'è il metodo Wilson Audio, anche questo già ampiamente illustrato sulle nostre pagine sotto l'acronimo WASP.

Nel caso in cui gli ingombri non consentissero posizionamenti così liberi si può ricorrere a dei semplici stratagemmi. Nel caso di diffusori poggiati su mensole o librerie, si potranno realizzare delle guide scorrevoli (e retrattili) da estrarre in fase d'ascolto, onde allontanare i diffusori dalla parete posteriore. Alcuni nostri lettori hanno escogitato e realizzato delle soluzioni molto efficaci, con guide scorrevoli in metallo e ripiani in medium density o massello. Non saranno bellissime, ma funzionano.

[Slitte diffusori]

Se i diffusori fossero da pavimento, si potrebbe invece dotarli di piedini (dischetti) scivolosi, tipo quelli che si usano per spostare mobili pesanti: abbiamo sempre consigliato i GlisDome ma ogni brico center/ferramenta ha soluzioni analoghe che funzionano altrettanto bene. Lo scopo è quello di far scivolare i diffusori in zona ideale d'ascolto per poi riporli in posizione di riposo quando non servono più. A quelli che insistono nel voler usare le punte...consiglio dei sottopunta con del feltro sotto, che consentano una certa capacità di movimento, senza rovinare il pavimento oppure, ancora, le punte con sottopunta integrato come le intelligentissime SoundCare Superspikes.

Diffusori pensati per funzionare vicini alla parete posteriore

Per i più pigri, o per tutti coloro che non ne vogliono sapere di ritrovarsi i diffusori in mezzo alla stanza...esistono alternative possibili differenti. È sufficiente scegliere diffusori progettati per essere posizionati a ridosso della parete posteriore. Non sono tanti e sono tutti di scuola inglese. Capofila di questa filosofia è Naim, poi Linn (più i vecchi modelli che i nuovi), in una certa misura anche Rega e Audio Note. Naturalmente, complice il particolare posizionamento, il parametro relativo alla profondità della scena sonora è da dimenticare.
Ancora, esistono diffusori omnidirezionali che risentono meno della vicinanza delle pareti circostanti, tra questi i tedeschi Duevel e MBL.

Infine, se proprio non ci fosse alcuna possibilità né di tenere i diffusori lontani dalla parete posteriore né di allontanarli anche solo temporaneamente, consiglierei di evitare di spenderci grandi cifre: un eccellente diffusore, incollato alla parete posteriore, suonerà al 10% delle sue possibilità. Come estrema soluzione, forse non del tutto audiophile, potreste valutare dei diffusori da incasso nella parete: tante Aziende HiFi hanno in catalogo prodotti simili, anche di un certo impegno economico e qualitativo. In genere sono indicati come tipologia in-wall.
Ovviamente, anche in questo caso, dimenticatevi ogni velleità di poter ottenere una scena acustica tridimensionalmente credibile e dotata di un qualche senso di profondità. La vita è fatta di compromessi e gli audiofili inglesi, forse più pragmatici di noi, da tempo hanno capito che l'immagine tridimensionale è solo una grande ilusione e che altri sarebbero i parametri da curare maggiormente (timbrica, dinamica, senso del tempo musicale). In fondo non mi sento di dar loro torto.

(Mal)trattamento della parete posteriore

Ci sono diverse scuole di pensiero in merito ma tutti concordano sul fatto che la parete posteriore debba essere sgombra. In altre parole in mezzo ai diffusori e alle loro spalle non dovrebbe esserci alcun elemento di disturbo, mobile dell'impianto compreso, che andrebbe posizionato lontano, su una delle pareti laterali, magari. Anche lo schermo televisivo, onnipresente, sarebbe meglio se non ci fosse. Se dovessero esserci degli arredi, che almeno siano disposti in maniera simmetrica rispetto ai due diffusori. La parete, a mio parere, non dovrebbe essere spoglia ma resa leggermente assorbente e diffondente, o con dei pannelli di trattamento acustico ad hoc oppure più semplicemente con arazzi, tendaggi o quadri in tela senza vetro. Se ciò non fosse possibile, una libreria (senza vetri) con tanti dischi e libri potrebbe essere il male minore. Negli angoli della stanza, dietro ai diffusori, sarebbe bene pensare a qualche soluzione trappola per le basse frequenze. Ove ciò fosse impossibile, consiglio di posizionare in maniera simmetrica qualche elemento di arredo che possa rompere il rinforzo causato dagli angoli. Anche delle grandi piante a foglia larga possono essere utili.

Non mi resta che augurarvi delle fruttuose sperimentazioni!

© Copyright 2013 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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