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L'importanza di chiamarsi... supporto

A molti audiofili capita di preventivare una certa cifra per l'acquisto di nuovi diffusori dimenticandosi di inserire nel budget anche l'eventuale costo di supporti ad hoc, confidando nel fatto che, comunque, una sistemazione la si riesce sempre a trovare.
Ora, a meno che non si acquistino casse espressamente da pavimento, questo è un errore piuttosto grave nell'economia di un qualsiasi impianto HiFi, in quanto è in grado di compromettere di molto la resa finale del nostro sistema.
Sgombriamo subito il campo da idee sbagliate: i supporti per diffusori, chiamati ormai comunemente stands, sono un elemento fondamentale della catena audio ed il loro scopo non è estetico, ma estremamente funzionale.

Il miglior diffusore del mondo (qualora ne esistesse uno) sistemato come capita su portafiori, mensole, scaffali e simili suonerà previdibilmente in modo disastroso, in quanto privato di una sua parte essenziale: il supporto.
Sarebbe come staccare i tweeters e pretendere che la cassa suoni ancora bene.
Vediamo in dettaglio quali sono i compiti, tutt'altro che facili, ai quali un buon supporto deve assolvere.

La giusta collocazione in ambiente

L'altezza della cassa dal pavimento è uno dei parametri fondamentali ai quali prestare attenzione quando si installa un diffusore.
In linea di massima la distanza dal pavimento *ideale* vede i tweeters situarsi all'altezza delle nostre orecchie quando siamo seduti nella nostra posizione d'ascolto abituale.
Variazioni anche di pochi centimetri da questa posizione modificano le performances del diffusore in ambiente, in meglio o anche in peggio, a seconda dei casi.
Per certi diffusori, in particolari ambienti e impianti, potrà rivelarsi utile avere il tweeter leggermente più alto o più basso, a seconda delle sue caratteristiche o del tipo di suono che desideriamo ottenere.
La regola del tweeter all'altezza delle orecchie è SOLO un buon punto di partenza, la regolazione fine la si fa ad orecchio.

La distanza dal pavimento tuttavia influenza anche altri parametri, per esempio quello della risposta in gamma bassa.
Tutte le pareti vicine alla cassa non fanno altro che rinforzare l'emissione in gamma bassa. In parole povere, attaccare la cassa alla parete di fondo o metterla direttamente sul pavimento farà aumentare i bassi.
Il guaio è che tale rinforzo si paga con la perdita della profondità dell'immagine sonora nel primo caso (e spesso con una certa *colorazione* del medio-alto) mentre nel secondo caso (sistemazione a pavimento) le controindicazioni sono così tante che nessun aspirante audiofilo sano di mente si sognerebbe mai di costringere i propri diffusori in simili condizioni operative.
Tanto per chiarirci le idee diciamo che un diffusore da supporto messo a pavimento suona rimbombante, gonfio, privo di alti e, manco a dirlo, incapace di ricostruire una minima parvenza di scena acustica.
Diciamo quindi che l'altezza del supporto deve essere tale da fornire un accettabile compromesso tra altezza relativa tweeter-orecchie e distanza del woofer dal pavimento.
Talvolta l'altezza consigliata dagli stessi costruttori si rivela inadatta, in quanto non tiene conto di una variabile incontrollata: la vostra posizione d'ascolto.
Basta un divano un po' più basso o più alto del solito per vanificare il posizionamento *ideale* consigliato.
Come ormai avrete capito in HiFi non ci sono certezze perchè ogni impianto, ogni ambiente ed ogni posizione d'ascolto fanno storia a sè.

Le caratteristiche meccaniche

L'aspetto più importante da considerare nello scegliere lo stand, oltre al suo sviluppo verticale, è la rigidità meccanica.
Le casse, mentre suonano, producono vibrazioni che, inevitabilmente, si scaricano sul supporto che le sostiene.
Ora, se il supporto non è in grado di fornire un appoggio stabile ed esente da vibrazioni, il sistema cassa-supporto diventa instabile, comincia ad oscillare, anche impercettibilmente, andando a sporcare il segnale prodotto dagli altoparlanti.
L'effetto più disastroso di questo fenomeno è la completa distruzione dell'immagine sonora, che diventa instabile, ballerina, poco precisa e, in una parola, non credibile.
Presupposto numero uno per poter ricreare una credibile scena acustica è che i diffusori siano impossibilitati a muoversi ed ondeggiare. Per verificare se uno stand è sufficientemente rigido provate a spingere la cassa avanti, indietro e lateralmente. Meno flessioni = maggiore stabilità.
Ecco anche spiegato uno dei motivi per i quali si preferisce adottare punte sotto ai diffusori e tra stands e pavimento.
A questo proposito, sul concetto di stabilità meccanica di un supporto, permettetemi di precisare meglio: un appoggio su TRE punte è più stabile in quanto l'appoggio avviene in egual misura su tutte e tre le punte mentre con QUATTRO inevitabilmente, qualora la superficie d'appoggio (es. il pavimento) non sia perfettamente piana, una delle punte si troverà libera di muoversi facendo oscillare il supporto. Pensate ai pezzi di cartone messi sotto ai tavoli che zoppicano. Viceversa, come logica vuole, un appoggio su TRE punti è molto più delicato e soggetto a rovesciamenti in caso di urto accidentale. Sotto questo punto di vista l'appoggio a QUATTRO, quando ben realizzato, è senz'altro preferibile.

Un altro aspetto della riproduzione sonora fortemente influenzato dalle caratteristiche meccaniche degli stands è la dinamica.
Sia la rigidità che la massa che il materiale di cui sono costituiti influenzano le performances dinamiche di un supporto per diffusori. Ci sono diverse scuole di pensiero: quella che vuole gli stands ultra-rigidi e superleggeri, quella che li vuole pesanti ed in grado di assorbire parte dell'energia meccanica prodotta dal diffusore e altre che implementano le diverse possibili vie di mezzo.
Diciamo che storicamente, anche per ragioni economiche, gli stands che hanno avuto maggior diffusione sono in tubi metallici cavi, piuttosto leggeri (ma riempibili con sabbia o piombo) e molto rigidi.
Non è affatto detto che questa sia la strada maestra e, ove possibile, provate almeno due tipi di stands diversi, di opposte filosofie costruttive, per trovare il partner ideale ai vostri diffusori.
Tenete conto che, qualora optaste per la struttura in tubi metallici, dovrete provare a variarne la massa e la capacità di assorbimento delle vibrazioni riempendo i tubi con sabbia o pallini di piombo.

Quanto spendere...

Una rapida occhiata ad un annuario o un catalogo vi mostrerà quanto varia sia l'offerta di stands sul mercato, con soluzioni per tutte le tasche, dalle più vuote alle più ricolme.
Una cosa è certa: il costo dello stand deve essere proporzionato al valore delle casse, non prendendo per garantito che uno stand più costoso debba necessariamente funzionare meglio.
A chi è proprio in vena di risparmi e ha le capacità per cimentarsi nel hifi-da-te niente di meglio che uno stand autocostruito, magari copiando un modello già sul mercato, cercando di carpirne i segreti costruttivi.
Noi, al solito, facciamo la nostra proposta: nel Tempio del Tweaking troverete un progetto di facile realizzazione, dall'eccellente risultato funzionale ed estetico (vedere le foto per credere) per una cifra intorno alle 60.000 lire la coppia.
Gli stands proposti, ideati e realizzati da Stefano Monteferri, li abbiamo simpaticamente chiamati Ernesto (l'importanza di chiamarsi Ernesto, appunto), sono in legno massello e dotati di un ingegnoso sistema di disaccoppiamento. Sicuramente consigliati se siete alla ricerca di uno stand elegante, ben suonante e dal prezzo accessibile.

Conclusioni

Spero di avervi convinto dell'importanza di utilizzare dei supporti adeguati per le vostre casse. So che chi comincia preferisce spendere tutto in apparecchi, tralasciando o posticipando l'acquisto di quelle cose considerate a torto accessori.
Quando dovete acquistare delle casse, considerate nel budget anche il costo di supporti opportuni, non avrete mai a pentirvene.

© Copyright 1997 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

 

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