Non mi spezzo ma mi (s)piego: manopola del volume vs potenza d'uscita

[Controllo del volume su ampli Scott vintage]

Mai superare le ore 12!

Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Marzo, 2022

Fatto #1: il potenziometro del volume del nostro amplificatore/preamplificatore e il pedale dell'acceleratore della nostra macchina sono due entità completamente diverse.

Il controllo del volume di un amplificatore integrato o di un preamplificatore è un componente passivo (leggi: da solo non aggiunge né amplifica alcunché) ma semplicemente interagisce, attenuandolo o meno grazie a una resistenza o una serie di resistenze, il livello del segnale elettrico che lo attraversa. Quando lo si ruota in senso orario, semplicemente fa passare pił segnale, un po' come se fosse una serranda: pił la sollevate, pił gente esce :-)
O, se preferite, è pił simile al pedale del freno che a quello dell'acceleratore.

A rendere il tutto ancora pił contro-intuitivo, faccio osservare che esistono due tipi di potenziometri: quelli lineari e quelli logaritmici. Un potenziometro (ehm, attenuatore) lineare è l'oggetto pił stupido sul Pianeta Terra: posizionatelo a metà corsa e fa passare metà del livello del segnale che lo attraversa, posizionatelo a ¼ e farà passare ¼ del segnale e così via. In pratica il suo intervento è detto lineare perché è come se agisse lungo una linea retta: mi sposto di 1, aumento o diminuisco di 1.

Fatto #2: sfortunatamente, le nostre orecchie non sono lineari, e non lo è neppure la variazione dell'intensità sonora rispetto alla distanza. La scala lineare appena descritta è la pił intuitiva, ma l'orecchio umano funziona meglio su una scala logaritmica, che è pił efficace quando si vuole rappresentare una grande variazione di valori in modo compatto. Le sequenze qui sotto spiegano abbastanza bene le differenze

Scala lineare        0   1   2   3   4   5    6    7     8     9      10     (+1, crescita lineare)
Scala logaritmica    1   3   9   27  81  343  729  2187  6561  19683  59049  (crescita esponenziale)
La prima descrive tutti i valori tra 0 e 10 (a passi di 1) mentre la seconda, con lo stesso numero di passi, riesce a coprire una scala di valori molto pił ampia, da 1 a 59049 (è del tipo 3n)! Il fattore 3 è puramente a titolo di esempio. L'orecchio umano funziona esattamente così: è in grado di farci sentire le pił minute differenze a bassi livelli d'ascolto, ma è anche in grado di far fronte a pressioni sonore molto elevate.

Per questa ragione i controlli del volume sono logaritmici, perché altrimenti sarebbe difficile riuscire a regolare bene il livello quando si ascolta a basso volume.

Ok, chiudiamola qui coi discorsi scientifici, visto che al termine logaritmico ho perso già metà dei lettori, e torniamo al saggio consiglio iniziale del “mai superare la posizione delle ore 12” che, a scanso di equivoci, si riferisce al potenziometro del volume e non al Kamasutra.

Diciamo che, generalmente, il volume massimo si raggiunge intorno o poco oltre la posizione delle ore 12 della nostra manopola del volume, per le ragioni spiegate prima (buon livello di regolazione a basso volume, poi via via cresce pił rapidamente). Spesso, a ore 12, l'amplificatore sta vicino ai suoi limiti fisici e sta già erogando la massima potenza, andare oltre è inutile, si aumenta solo la distorsione col rischio di rompere tutto, specie i tweeters. D'altra parte però, ogni regola ha le sue eccezioni.

Eccezione #1: il livello d'uscita della sorgente (es. lettore CD) non si interfaccia bene con la sensibilità d'ingresso dell'amplificatore o del preamplificatore. Se, ad esempio, il lettore CD produce un livello d'uscita di 2 volt e la sensibilità d'ingresso è 1 volt, potrebbe esserci qualche problema a regolare bene il volume: piccoli spostamenti della manopola produrrebbero grandi variazioni nel livello d'uscita. Una soluzione a questo problema esiste e si tratta dei connettori RCA attenuati (Rothwell, McMantom, Harrison Labs, dBevolution e altri): si tratta di semplici connettori RCA da interporre tra prese d'ingresso dell'amplificatore e cavi d'uscita della sorgente. Essi contengono al loro interno una resistenza che attenua il segnale, riducendolo di 6, 12 o persino 24 dB se necessario. In questo modo il segnale della sorgente si interfaccia meglio con la sensibilità d'ingresso dell'amplificatore o del pre e si riesce a regolare meglio il volume.

Eccezione #2: il livello d'uscita della sorgente è troppo basso, in rapporto alla sensibilità d'ingresso dell'amplificatore. Questo succede, ad esempio, quando non si amplifica a sufficienza il segnale di una testina a bassa uscita. In tal caso potrebbe essere necessario ruotare ben oltre la posizione delle ore 12 per ottenere il volume necessario. Si può fare e, fintanto che non c'è distorsione, non si rompe niente, anzi. Diciamo che un potenziometro standard funziona meglio vicino al punto di max rotazione (verso destra) che il contrario. A basso volume, ad esempio, spesso un canale si sente pił forte dell'altro. Per rimediare a questo problema esiste un'unica soluzione: utilizzare un preamplificatore che consenta di elevare il segnale della sorgente. È per questo motivo che Dio ha creato i preamplificatori, dopo aver creato la donna, oltre che per selezionare sorgenti diverse.

Conseguenze

Prima di tutto, confrontare due amplificatori diversi posizionando la manopola del volume allo stesso modo è tecnicamente sbagliato: la posizione della manopola del volume non dice niente sulla reale potenza erogata. Potrebbe capitare che un amplificatore da 20 watt, a ore 12, suoni pił forte di uno da 100 watt. È tutta una questione di sensibilità degli ingressi e di corretta interfaccia con la sorgente. Qualora si volesse confrontare due amplificatori, l'unica cosa da fare è dotarsi di un fonometro (anche quelli da smartphone vanno bene) e decidere con un segnale test il livello sonoro. Infine, fissare le posizioni delle due manopole del volume che consentono di raggiungere quel livello sonoro e non spostarle pił.

In secondo luogo, la posizione della manopola del volume non ha niente a che vedere con la potenza in uscita. Un amplificatore potrebbe essere alla frutta già alle ore 10 e un altro potrebbe avere ancora riserve a ore 15. O addirittura potrebbe non erogare tutta la potenza disponibile neppure col volume al massimo. Quindi non fatevi trarre in inganno...“se suona così forte a ore 10, chissà che bomba a ore 15!”. Sbagliato. A ore 10 potrebbe essere già al max delle sue possibilità.

Per tutte queste ragioni consentitemi di tornare al paragone iniziale: il controllo del volume non è come l'acceleratore dell'automobile. Quest'ultimo, se premuto a fondo (pedal to the metal, come dicono gli anglosassoni) è nella posizione di massima richiesta energetica al motore (semplificando un po', nei sistemi moderni drive by wire le cose possono essere diverse a seconda del contesto). Non così la manopola del volume che, semmai, è come il pedale del freno: pił la ruotate in senso antiorario è pił frenate gli stadi d'uscita dell'amplificatore, riducendo la potenza erogata. Senza il freno del controllo del volume, gli stadi finali erogherebbero sempre la massima potenza.

Conclusioni

In definitiva, occhio a non cadere in grossolane generalizzazioni. Ogni regola ha le sue eccezioni e ogni abbinamento sorgente/amplificatore è un caso a sé, perché di fatto lo standard elettrico - per questo genere di interfaccia - non si è mai raggiunto. Il consiglio è: alzate il volume fintanto che il livello sonoro vi soddisfa e non c'è distorsione, non curandovi della posizione della manopola del volume.

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