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Pioneer A 400 X

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Il Pioneer A400X e' un integrato di media potenza (60 watts) con chiare pretese audiophile. Tutto e' ridotto all'essenziale e la costruzione appare robusta e ben progettata.
Molto ben considerato dalla stampa di tutto il mondo (e ancor di più il suo simile A400) si presenta con tutte le carte in regola per smentire la cattiva fama, spesso ingiustificata, che gli ampli giapponesi si sono guadagnata presso gli audiofili più smaliziati.

Il suono del Pioneer A400X lascia inizialmente interdetti. Si capisce che si tratta di un giapponese *diverso* ma non convince fino in fondo.
Dopo circa un'ora di riscaldamento, un tempo più lungo del solito, il vero carattere dell'ampli comincia a delinearsi in modo più preciso.

Cominciamo col dire cosa quest'ampli NON e':
Non e' un campione di dinamica e potenza ed anzi i suoi watts sembrano decisamente meno dei 60 dichiarati.
Non e' un campione di definizione e di accuratezza e lascia molto all'intuizione dell'ascoltatore.
Non e' un campione nel controllo delle membrane degli altoparlanti ed anzi il suo basso e' lungo, poco controllato anche se presente.

Possiamo dire che si tratta di un ampli decisamente eufonico, timbricamente molto caldo e vellutato. Incredibilmente lento, ricorda alcuni grossi ampli degli anni '70 quando il controllo degli altoparlanti era una feature decisamente poco considerata. Abbinato con casse difficili e dall'emissione generosa sul basso come le Chario Hyper 2 mkII ha mostrato tutti i suoi limiti dinamici, di erogazione di corrente e di controllo sui woofers.
Persino il nanerottolo Rotel RA920AX ha saputo fare meglio di lui nonostante la sua potenza di targa sia appena un terzo di quella del giapponese.

In conclusione posso dire che si tratta di un ampli non certo in grado di soddisfare i gusti di tutti e che si distingue dalla massa per alcune caratteristiche insolite che possono affascinare. La raffinatezza della gamma media gli consente di far parte di impianti economici ma dalle buone pretese anche se occorrerà curare molto attentamente (più del solito) l'interfacciamento con i diffusori che di preferenza saranno veloci, asciutti, dinamici e dal facile pilotaggio.
Ideam dicasi per i cavi di segnale e di potenza: niente cavi morbidosi e poco controllati.
Un certo miglioramento in gamma medio-alta lo si e' avuto sostituendo il cavo di alimentazione con Merlino, un cavo autocostruito di basso costo e dalle grandi prestazioni.

Copyright © 1996 Lucio Cadeddu

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