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Ampli integrato a valvole Icon Audio Stereo40 MKIII

Tubi sorprendenti

[Icon Audio Stereo40 MK3]

[English version]

Prodotto: Stereo40 mk3 amplificatore integrato a valvole
Produttore: Icon Audio - UK
Prezzo: £1300 (YMMV)
Recensore: Maarten van Casteren - TNT UK
Pubblicato: Giugno 2012
Traduttore: Daniele Melelli

Può sembrare strano, ma ho scritto recensioni audio per circa 5 anni e non ho mai avuto un ampli a valvole nel mio impianto. Naturalmente, ho ascoltato gli amplificatori a valvole nelle esposizioni ed ho apprezzato la maggior parte di essi, ma in effetti non sono mai stato tentato di provarne uno a casa. Ciò in parte è puro pregiudizio: gli ampli a valvole non erano proprio popolari quando ero più giovane ed eravamo soliti dire sciocchezze del tipo: “L'unica differenza udibile tra un ampli a transistor ed uno a valvole si ha quando li fai cadere”. Credevamo di essere molto esperti. Pensavo di sapere anche cosa aspettarmi dagli ampli a valvole: potenza zero, calore avvolgente, morbidezza incontrollata nei bassi ed un estremo alto accomodante. Tuttavia mi sbagliavo. La prima volta che mi sono reso conto che gli ampli a valvole possono davvero suonare in maniera più emozionante di quelli a transistor è stata quando ho visitato la Definitive Audio.
Gli amplificatori in oggetto erano i costosissimi valvolari Kondo, quindi ci si sarebbe aspettati di rimanere colpiti; invece sono rimasto anche sorpreso. Questi avevano suonato più dinamici e immediati di qualsiasi ampli a transistor avessi mai ascoltato; non avevano suonato affatto come mi aspettavo che facessero. L'unica cosa da fare era approfondire.

Quando ho iniziato a fare ricerche generiche sugli ampli a valvole, continuavo a scoprire storie entusiastiche riguardanti il famoso Leak Stereo 20. Sembra che molte persone pensino sia tuttora uno dei migliori ampli mai costruiti. Nel frattempo ne avevo ascoltato uno e ne ero rimasto davvero colpito, ma con il Leak il problema è che attualmente risulta fuori produzione da circa 50 anni! Perciò, ho cominciato a cercare un equivalente moderno ed e così che sono arrivato alla Icon Audio.
Loro continuano a costruire un ampli che viene chiamato lo “Stereo 20”, ma si sono raccomandati che al suo posto provassi lo Stereo 40. Secondo l'opinione di David Shaw, proprietario e ingegnere capo della Icon Audio, si tratta di uno dei loro modelli più popolari e un buon punto di partenza.

[Icon Audio Stereo40 mk3]

Lo Stereo 40 mk3 è un ampli integrato a valvole che in effetti possiede anche il telecomando. Il massimo del lusso, secondo la mia opinione. L'ampli vero e proprio è un modello in push-pull che impiega valvole EL34 oppure KT88. Quando ho chiesto a David se fosse in classe A pura, ho ricevuto una complicata risposta che penso di poter riassumere con “sì”. In conformità col suo nome esso eroga 40 watt e possiede terminali separati per diffusori da 8 e 4 ohm, come la maggior parte degli ampli a valvole. Vi è una gabbia di perspex che serve per proteggere le valvole dai vostri bambini o viceversa, che secondo me è utile. Quando viene acceso, per proteggere le preziose valvole l'ampli effettua una fase d'avvio che dura 30 secondi. Durante questa procedura anche il controllo del volume ruota da solo fino al minimo, poi risale in parte. Durante l'utilizzo l'ampli diventerà abbastanza caldo e non è affatto consigliato lasciarlo acceso permanentemente; comunque possiede una modalità standby.

Il modello recensito non era il normale Stereo 40 color vaniglia, ma una versione che usava le migliori valvole KT88 e condensatori migliori (in carta e olio con foglio di rame della Jensen). L'ampli può essere usato anche con le più modeste EL34. Visto che non ho utilizzato la versione più semplice non posso fare commenti sulle differenze, ma David mi ha detto che la maggior parte delle persone optano per la versione migliorata.

L'ampli può passare dalla modalità triodo a quella ultralineare, l'ultima eroga una potenza maggiore. La mia preferita è stata la modalità ultralineare, ma devo ammettere di non aver sentito molta differenza tra le due. L'unica altra opzione sull'ampli è un'uscita/ingresso per cassetta, che io considero totalmente inutile al giorno d'oggi. Sarebbe stato preferibile un selettore con qualche entrata in più, ma questo non è un gran problema, naturalmente. È più grave la mancanza di un'uscita preamplificata, oppure di un'entrata per il finale di potenza. Come ho già detto, c'è un'uscita per cassetta, ma il suo volume non può essere regolato. L'Icon Audio afferma che lo Stereo 40 può essere utilizzato come un finale di potenza, ma ciò richiede che il controllo del volume venga posizionato al massimo, cosa che io non trovo la soluzione più elegante proprio perché si riposizionerà su un livello più basso ogni volta che lo si spegne o lo si accende.

Durante il periodo della recensione l'ampli ha funzionato molto bene, con qualche eccezione. Per qualche motivo, la regolazione del volume tramite il telecomando non sempre funzionava e l'ampli tendeva lievemente a ronzare quando lo usavo con un subwoofer. Visto che il mio sub è collegato ai terminali dei diffusori, ho avuto il sospetto che ci fosse un loop di massa e probabilmente sarebbe stato più sensato collegarlo al pre-out, se lo Stereo 40 ne avesse avuto uno!
Vi sono anche alcuni problemi di minore entità con i connettori phono, alcuni dei quali non hanno permesso che i miei cavi di segnale si connettessero adeguatamente. Per il resto l'Icon Audio Stereo 40 mk3 sembra robusto e ben assemblato. Il telecomando è particolarmente bello, costituito quasi completamente da solido alluminio. Sono da ricordare, se non siete pratici di ampli a valvole, il peso e la dimensione di questo amplificatore. È davvero enorme e ha bisogno di molto spazio sopra di esso, per raffreddarsi. Sollevarlo è quasi un lavoro per due persone ed avete bisogno di sostenerlo sul retro, poiché quasi tutto il peso è concentrato nei tre giganteschi trasformatori. Per ospitare questo ampli avrete bisogno di un grande e robusto ripiano.

Icon Audio Stereo40 mk3

Il suono

A dire il vero la prima cosa che colpisce l'attenzione quando si prova per la prima volta lo Stereo 40 mk3 è qualcosa che non c'è. Si tratta dell'assenza di una grossa differenza con il mio amplificatore finale Usher R1.5, pilotato dal mio pre Django, o con qualsiasi altro ampli decente. Mi aspettavo di entrare in un mondo magico, completamente nuovo, ma suonava tutto abbastanza familiare. I bassi non erano tirati e potenti come con l'Usher, ma si dà il caso che queste siano prerogative particolarmente spiccate di tale ampli e l'Icon Audio stava facendo un lavoro più che sufficiente. A dire il vero, con alcuni diffusori nei bassi suona in modo migliore, ma ne riparleremo più avanti. Il fatto è che l'equilibrio globale e la presentazione non sono così diversi rispetto a qualsiasi altro buon ampli, il che va bene e dimostra che lo Stereo 40 è fondamentalmente un amplificatore neutro e fedele il quale non imprime la sua impronta sulla musica o si lascia riconoscere in qualsiasi altra maniera scontata. Fin qui, tutto bene.

Non mi ci è voluto molto, comunque, per sentire le più sottili differenze. D'accordo, il basso era un pizzico più caldo e il midrange un po' più ricco, ma ciò che ha maggiormente attratto la mia attenzione è stato l'estremo alto. Stavo cercando un ampli che potesse riprodurre le frequenze più alte senza spigolosità restando comunque aperto e articolato e ho sempre avuto la sensazione di dover scendere a compromessi. Fino ad ora, in altre parole, visto che l'estremo alto dello Stereo 40 è pressoché perfetto. Pulito, dettagliato, dinamico, aperto, totalmente naturale e rilassato. Non lasciava a bocca aperta come gli ampli Kondo alla Definitive Audio, ma c'era un abbondante assaggio della magia del Kondo. Cosa più importante, non c'era nulla di morbido e velato nei pressi dell'estremo alto di questo amplificatore: in realtà è più animato del mio Usher, e al contempo risulta più pulito. E l'Usher viene ritenuto un amplificatore “dal suono valvolare”! Diamine, non userò mai più questa parola!

Con un ascolto un po' più lungo ho anche iniziato a notare il meraviglioso midrange. Corrispondeva in modo completo alle mie aspettative, a parte il fatto che non mi aspettavo fosse anche così trasparente. Vi è una splendida ricchezza, ma non è affatto lenta o lanuginosa (semmai l'opposto, direi). Realistica e articolata sarebbe una descrizione migliore. Garantisce un grande ascolto, specialmente dove sono presenti delle voci ed anche il soundstage è stupefacente. Mette davvero nella condizioni di vedere a fondo in un'incisione, ma senza diventare mai analitico. Inoltre è completamente spontaneo: tutto quello che è rilevante è lì per essere esplorato e gustato, ma la vostra concentrazione è libera di muoversi all'interno di una registrazione.

Il basso è l'unica zona dove lo Stereo 40 riflette esattamente la media. Non c'è nulla di sbagliato nel basso e a dire il vero possiede un buon calore e una buona pienezza, ma non è la fine del mondo in termini di controllo e struttura. Tuttavia, non è neanche male e in realtà va piuttosto bene insieme al midrange e al resto dello spettro. Se non avessi posseduto il portento del basso rappresentato dal finale Usher, probabilmente non mi sarei reso conto di alcuna mancanza in quest'area.

Tutto ciò accade se usato con diffusori “normali”, come i miei Dynaudio Contour 1.8 MKII's o le linea di trasmissione PMC che stavo recensendo. La vera sorpresa l'ho avuta quando ho iniziato ad usare l'Icon Audio insieme alle SEAS Exotic speakers. Questi sono caratterizzati da una tendenza a suonare in maniera un po' cruda ed eccessivamente rivelatrice assieme all'Usher, ma abbinate allo Stereo 40 si trasformano in macchine musicali molto dolci. Anche se avessi avuto dubbi sulle qualità delle Exotic, questi sono completamente scomparsi quando utilizzate assieme all'ampli a valvole. E se anche avessi dubitato riguardo la superiorità dell'amplificazione a valvole, con questa combinazione mi sono totalmente convertito. Ha senso, visto che fondamentalmente entrambi rappresentano tecnologie degli anni '50. Quando ero ragazzo eravamo soliti possedere una radio a valvole che non si sarebbe potuta in alcun modo definire hi-fi, tuttavia suonava in modo meraviglioso. Assieme alle Exotic, lo Stereo 40 possiede lo stesso suono seduttivo e molto dolce, ma accompagnato da un autentico pedigree hi-fi. Non credevo fosse possibile.

Tuttavia, la sorpresa più grande è rimasta questa espressione dinamica meravigliosa e realistica che non mi sarei mai aspettato, almeno prima di aver provato i Kondo. Vi è un qualcosa della musica dal vivo che può essere riconosciuto da chiunque, anche da lontano. Ciò ha a che fare con la dinamica e nessun impianto audio può riprodurla completamente, ma le nostre orecchie la riconoscono all'istante. È questa dinamica che viene riprodotta dall'Icon Audio meglio di qualsiasi ampli a transistor abbia mai avuto nel mio impianto. Sembra illimitato e vivo. Il fatto che sia unito alla dolcezza della seta e alla ricchezza tonale rende questo ampli irresistibile, almeno per me. Queste cose si escludono più o meno a vicenda in un ampli a transistor, ma qui convivono felicemente, come se fosse la cosa più semplice del mondo.

[Icon Audio Stereo40 mk3]

Conclusioni

Più ascolto lo Stereo 40 e più mi piace. Qui non c'è davvero nulla di deludente e c'è invece così tanto di impressionante. Per me, le grandi sorprese di questo ampli sono la qualità dinamica e l'estremo alto. Anche se non è molto potente, possiede la capacità di tirar fuori l'energia e la vita da ogni esecuzione musicale. Fa suonare spigolosi o smorti la maggior parte degli ampli a transistor che ho provato. La sua più grande forza, comunque, è questa possibilità di fare suonare tutto (e voglio dire tutto) in modo assai migliore. Ama la musica con naturalezza e ve la fa gustare maggiormente, qualsiasi siano i vostri gusti. Ed è la combinazione di queste due caratteristiche (la dinamica coinvolgente e la ricca musicalità) che in realtà definiscono questo ampli. Non c'è nessun artificio a buon mercato: la musicalità non viene raggiunta attraverso una morbidezza lanuginosa e nemmeno attraverso la vivacità coinvolgente accompagnata da tendenze all'aggressività. Ogni cosa è concreta e genuina, con alcune limitazioni nella massima potenza e, probabilmente, nella capacità di pilotare diffusori difficili come unico prezzo da pagare.
Alla fine, questo è l'amplificatore col miglior suono che io abbia mai avuto nel mio impianto (e ne ho avuti diversi). Davvero molto raccomandato.

© Copyright 2012 Maarten van Casteren - maarten@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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