NuPrime ST-10M Reference Class

La classe D dopo 15 anni

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[English version here]

Prodotto: Finali di potenza in classe D
Produttore: Nuprime - USA
Distributore per l'Italia: Audio Graffiti
Prezzo di listino: 1895€ a maggio 2022
Recensore: Piero Canova - TNT Italia
Recensito: Luglio, 2022

Premessa

Quando nel 2005 Jason Lim ed il suo team di tecnici presentarono il loro primo amplificatore in classe D basato sui loro brevetti fu una rivoluzione nel campo delle amplificazioni di potenza. Per la prima volta un finale di potenza poteva pesare pochi Kg, non scaldare come una stufetta e non avere problemi a pilotare qualsiasi tipo di altoparlanti. Di colpo potenze di 150W su 8 Ohm, potenze impulsive superiori ai 1000W e fattori di smorzamento maggiori di 4000 erano a portata di mano e non costavano neanche troppo visto che la coppia di Ref 9 veniva 3000€. Vinsero il premio di "Amplifier of the Year 2005" e la stampa specializzata scrisse fiumi di lodi su questa coppia di piccoli amplificatori; leggete a proposito l'articolo del nostro Editor di Giugno 2006 e capirete di cosa parlo.

La mia conversione a questo tipo di amplificazioni è di poco successiva visto che ho acquistato la mia coppia di Ref 9 SE nel 2008 e da allora mi hanno felicemente fatto compagnia in tanti anni di ascolti e prove. Nel frattempo NuForce si è dedicata a prodotti più consumer ed il team originale di NuForce nel 2014 decise di creare una nuova società e di acquistare il ramo di azienda Hi-End ribattezzandolo NuPrime arrivando così ai giorni nostri. Se vi ricordate la mia prova degli ZeroZone IRS 2092 avevo in mente di provare una coppia di finali di potenza di riferimento di ultima generazione per capire che evoluzioni erano avvenute in questi anni e di cosa sono capaci questi finali oggi. Detto e fatto, una telefonata all'importatore italiano Audio Graffiti dove spiego la mia idea di questo articolo. Qualche consultazione interna e mi suggeriscono per la prova i finali ST-10M che sono l'evoluzione diretta dei miei Ref 9 SE e dopo poco eccoli installati per iniziare la prova.

Come sono fatti?

Dopo aver concordato di provare gli ST-10M mi sono messo a cercare in rete un po' di informazioni specifiche su questo modello e ho iniziato a girare nel sito di NuPrime e mi sono imbattuto in una sezione che da sola meriterebbe una recensione. Si chiama “Amp comparison and sonic characteristics” che tradurrei liberamente in “confronto e caratteristiche sonore degli amplificatori”. Scendendo nella pagina, una prima tabella mette in relazione alcune caratteristiche sonore con i modelli in modo da poterli confrontare dal punto di vista della resa acustica (per esempio, considerando la Bass Extension, i monoblocchi MCX1 sono considerati analoghi agli Evo One e così via); segue una descrizione molto semplice di come sia fatto un amplificatore in classe D e infine una tabella che riassume secondo NuPrime le caratteristiche principali di ogni singolo modello.

Nel caso degli ST-10M acusticamente sono considerati “Neutral, dynamic, smooth and refined sound” ossia “neutri, dinamici, dal suono liscio e raffinato”. Ogni modello ha una sua caratteristica e quindi, per esempio, chi cercasse un suono valvolare dovrebbe scegliere l'STA-9 e così via. La cosa più bella per me di tutto questo è una frase a monte che dice “Consigliamo ai clienti di fare la loro scelta in funzione delle caratteristiche sonore desiderate e del tipo di uso. Il prezzo maggiore di un modello non implica automaticamente che sia il migliore”. Permettetemi di dire che se 15 anni fa NuForce fece giustizia dell'equazione “buoni watt = tanti Kg molto caldi” oggi lo fanno della relazione “più spendi più suona bene” e questo rende giustizia ai tanti audiofili che dedicano molte ore a migliorare i loro impianti ascoltando piuttosto che spendendo.

Tornando a noi, sono arrivate due belle scatole bianche contenenti i due finali. Si apprezza subito la qualità della costruzione meccanica che rispetto ai vecchi Ref 9 SE è decisamente superiore. Inoltre, oltre all'interruttore sul retro sempre presente, è stato aggiunto un piccolo tasto sul frontale per la messa in stand-by: ottima idea così finalmente non debbo ogni volta inginocchiarmi per accenderli. Ecco i due modelli a confronto.

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Una cosa che si nota subito è che sono pesantini: sono solo 6 Kg ciascuno ma rispetto ai 3,2 Kg dei vecchi Ref 9 SE la differenza si avverte. Le dimensioni sono pressoché le stesse: larghezza ed altezza variano di millimetri mentre solo la profondità cresce di 40mm. Sul retro i collegamenti sono gli stessi come potete vedere dalle foto dei due apparecchi uno accanto all'altro. Le connessioni sono sempre di ottima qualità: erano WBT mentre oggi sono ETI e quindi siamo sempre sul meglio che offre il mercato.

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Ho aperto i due apparecchi per confrontarne la costruzione. Debbo ammettere che queste amplificazioni in classe D hanno circuitazioni complesse e difficili da seguire senza uno schema, ma si notano un paio di cose per me molto significative. La prima è l'alimentazione che da switching passa a lineare con un bel trasformatore da 300W visibile. A sinistra il Ref 9SE mentre a destra c'è l'ST-10M. Si nota come il dimensionamento dell'alimentatore sia molto più generoso e questo spiega in parte la maggiore potenza dei ST-10M. Nel NuForce l'alimentazione switching era sdoppiata per fornire una alimentazione più pulita agli stadi di ingresso analogici, cosa non più necessaria ora disponendo di una ottima alimentazione lineare.

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La seconda cosa che si ricava dalle descrizioni di NuPrime è l'introduzione di uno stadio di preamplificazione a monte dell'amplificatore in classe D vero e proprio. Secondo me è questo il cambiamento principale nelle nuove amplificazioni in classe D rispetto alle prime realizzazioni. All'inizio non c'era niente, poi sono stati introdotti buffer (circuiti con guadagno unitario) ed infine veri e propri preamplificatori con guadagni superiori ai 10dB. Questa modalità costruttiva consente di offrire al preamplificatore linea una interfaccia migliore, di sfruttare al massimo lo stadio di guadagno principale e soprattutto di modificare il suono dell'amplificatore secondo le esigenze del costruttore. Volete quindi un bel finale caldo, dal suono valvolare e con tante belle armoniche pari? Potete montare uno stadio di preamplificazione che abbia queste caratteristiche e avrete un suono differente da quello di un Evo One che ha il pre a transistor in classe A e così via.

Nel caso degli ST-10M questo stadio è ottenuto con degli operazionali e questo da al finale una tonalità molto pulita e trasparente. Lo stadio principale di amplificazione in classe D invece è il V4 e quindi la quarta iterazione del progetto originale NuForce. A questo punto direi che siamo tutti pronti per ascoltarli e confrontarli.

Come suonano?

Viste le dimensioni pressochè identiche lo scambio tra i due amplificatori è semplicissimo. Per effettuare un confronto realistico gli ST-10M sono stati rodati per 100 ore mediante un CD in repeat. Come sorgenti ho utilizzato due giradischi Sony, un TT2500 con braccio da 12" e testina Dynavector Karat 23R e pre phono Parasound Halo JC3 ed un TT4000 con braccio da 13", testina Shelter 901 e come pre phono un BMC MCCI che ha sostituito un Aqvox 2CI MKII.

La prima differenza che si nota immediatamente è la silenziosità in assenza di segnale. I vecchi Ref 9 SE erano abbastanza silenziosi ma all'accensione ogni tanto si sentivano dei fruscii ed entrando nella stanza si avvertiva che l'impianto era acceso. Con gli ST-10M il silenzio è assoluto. Ho invitato amici ad ascoltarli e mi hanno confermato che il livello di rumore di fondo era inavvertibile e questo rende maggiore giustizia alle qualità dei componenti a monte.

La maggiore potenza (230W rispetto a 140W su 8 Ohm) si avverte chiaramente e per mantenere lo stesso livello di ascolto bisogna abbassare il volume. Si avverte subito che vengono entrambi dalla stessa scuola ma anche che sono molto differenti. Potrei riassumere la sensazione dicendo che l'ST-10M fa tutto come il Ref 9 SE ma molto meglio. È un miglioramento generale e diffuso in tutte le aree d'ascolto chiaramente avvertibile. Prendiamo il palcoscenico virtuale: in larghezza c'è un piccolo miglioramento, in profondità c'è un buon miglioramento ma è soprattutto in come la scena si popola che si avvertono le differenze maggiori. I singoli strumenti e le voci sono molto meglio separate tra di loro e ciascuna occupa una porzione di spazio molto più precisa e delimitata.

La mia impressione è che con i Ref 9 SE ci sia il suono dello strumento mentre con gli ST-10M c'è l'illusione di avere davanti lo strumento stesso. Se volete fare la prova prendete “Crazy Eyes” dei Poco. Nella traccia omonima ci sono vari interventi di un banjo che suona senza accompagnamento. Con i NuPrime lo strumento è lì in centro alla stanza (che per me vuol dire a 3m dalla parete posteriore ed a 2,5m dalle pareti laterali) e verrebbe la tentazione di allungare le mani per toccarlo. I piani sonori sono ben separati in profondità; non ho mai avuto effetti di ammucchiamento verso il fondo come a volte succede con macchine inferiori. In gamma bassa l'estensione è simile ma il NuPrime aggiunge ulteriore precisione e dinamica. La cassa e il basso elettrico sono ancora più precisi e controllati senza perdere di dinamica. La gamma alta è più aperta e veloce; i piatti sono naturali e resi ottimamente sia nella parte percussiva che nel successivo decadimento.

Ho lasciato per ultima la gamma media perché secondo me è dove i miglioramenti sono più evidenti. La chiarezza delle voci e la comprensione del cantato fanno un notevole passo avanti. Ancora più impressionante è la resa del pianoforte: è notoriamente uno strumento complesso da rendere perché ha una prima parte percussiva seguita dalla parte di risonanza dove la ricchezza di armoniche caratterizza il suono di ogni singolo strumento.

Ho invitato amici che suonano il pianoforte di professione ad ascoltare l'impianto e riuscivano a riconoscere la marca ed il modello dello strumento che veniva suonato. In presenza di complessi orchestrali riescono perfettamente a separare le sezioni dell'orchestra; il limite della risoluzione non è nell'amplificatore ma nella registrazione. Il suono è quanto di più neutrale io abbia trovato; non che i NuForce fossero colorati ma questi veramente non aggungono né tolgono nulla. Anche il PRaT è funzione di quello che c'è a monte, nel senso che con il Parasound hanno un po' più di ritmo mentre con il BMC sono un po' più compassati. Sono analitici senza essere iper analitici e quindi come i NuForce perdonano le registrazioni scarse ma non appiattiscono quelle ottime.

Consigli per l'uso

I primi NuForce erano piuttosto delicati e ogni tanto facevano le bizze. I NuPrime sono arrivati, sono stati collegati, hanno suonato benissimo senza mai un problema. Scaldano pochissimo, se possibile ancora meno dei NuForce. Interferenze da o verso altri elettrodomestici inesistenti. Finito il rodaggio potete lasciarli in stand-by: non mi è sembrato che lasciarli sempre accesi migliori il suono. I piedini di serie vanno già bene; se volete potete usare dei piedini morbidi tipo Isonodes ma anche in questo caso non ho avvertito cambiamenti significativi.

Conclusioni

In tutte le prove che ho fatto la superiorità dei NuPrime ST-10M sui Nuforce Ref 9 SE è stata chiaramente avvertibile e fin quì uno potrebbe commentare che c'era da aspettarselo visto che ci sono dentro 15 anni di miglioramenti. Generalmente però tutti i produttori dicono che i modelli che hanno oggi in produzione sono nettamente migliori di quelli di 15 anni fa. La cosa interessante è che in questo caso il miglioramento è veramente significativo e che contemporaneamente è stato ridotto il prezzo di vendita. Eh sì, contrariamente a quanto accade per la maggior parte dei componenti dove la versione MKII o Plus o Reference probabilmente va meglio ma certamente costa parecchio di più, gli ST-10M costano meno dei Ref 9 SE. Nel 2006 la coppia di Ref 9 veniva 3000€ che, considerando l'inflazione media in Italia di 16 anni, sono circa 4200€. Gli SE venivano più cari e quindi sarebbero oggi sopra i 5000€. Gli ST-10M costano 3790€ la coppia e quindi oggi abbiamo migliori prestazioni spendendo un terzo in meno. Voi conoscete altri componenti che migliorando diventano più economici? Non posso escludere che ci siano migliori amplificazioni anzi, sicuramente ci sono ma al momento niente ha suonato meglio nel mio sistema e hanno migliorato complessivamente il mio setup.

Considerato che hanno un costo ancora umano io ve li consiglio caldamente anzi, io vi consiglio di ascoltare qualche amplificazione NuPrime: non conosco il vostro impianto, la vostra stanza ed i vostri gusti per cui qualche altro modello potrebbe essere quello che state cercando e magari costare anche meno.

La seconda conclusione che vorrei proporvi esula un po' dalla prova in senso stretto. Questa prova è stata fattibile grazie alla cortesia di Audio Graffiti nel rendermi disponibile la coppia di finali e questo senza la collaborazione di un distributore diventa difficile. Il valore aggiunto in più è stato nell'interazione che ha portato alla scelta del modello giusto da provare. Questo secondo me riapre l'annosa discussione tra canale fisico e canale digitale. Io credo che il futuro sarà una integrazione stretta di queste due modalità ma senza il contributo di professionalità che queste persone mettono nel sistema il rischio di spendere male i propri soldi è dietro l'angolo.

Post Scriptum:

Avere un componente disponibile rende il confronto obbligatorio. So che è eretico ma se confrontassimo i Nuprime con gli Zerozone? Non è facile togliersi dalla testa che è ingiusto confrontare due componenti dove il prezzo di uno è un decimo di quello dell'altro ma ci proviamo.

La potenza degli ZeroZone è sicuramente superiore anche se la differenza non sembra essere quasi tre volte, almeno a livello di manopola del volume. Nella prova dedicata all'IRS2092 bilanciato commentavo che su molti parametri faceva pari o meglio contro i NuForce. Confrontati con i NuPrime le loro debolezze emergono in maniera molto più evidente. Seguendo l'ordine dei criteri utilizzati sopra, all'accensione gli Zerozone sono i più rumorosi e di parecchio. Io non sono uno di quelli che mette l'orecchio davanti alle casse per sentire se c'è rumore ma il rumore di fondo degli ZeroZone cancella completamente la silenziosità del pre phono BMC e del pre linea The Truth.

La scena in larghezza e profondità è poco inferiore mentre il fuoco sui singoli strumenti dei NuPrime è molto superiore. In basso gli ZeroZone sono un po' più gonfi e meno precisi, in gamma media mancano molte armoniche e sono meno dettagliati. Gli alti degli ZeroZone confrontati con i NuPrime sono più taglienti e metallici e contengono molte meno informazioni ambientali. La prova del pianoforte restituisce uno strumento semplificato e meno completo nelle sue sfumature. I fiati nei NuPrime hanno il giusto livello di metallicità mentre con gli ZeroZone sono un po' strillati e taglienti.

In presenza di segnali musicali complessi gli ZeroZone non comprimono ma mescolano un po' tutto rendendo complesso seguire i singoli strumenti o parti dell'orchestra. Gli ZeroZone non perdonano una registrazione mediocre e per me rendono l'ascolto un po' faticoso. Costruttivamente le differenze sono macroscopiche ma d'altra parte la differenza di costo deve pur risiedere da qualche parte. In sostanza, gli ZeroZone sono quasi miracolosi nel rapporto qualità/prezzo e possono rivaleggiare con amplificazioni anche blasonate ma i NuPrime suonano decisamente meglio. Per me il passaggio dai NuForce agli ZeroZone era un passo di fianco o al massimo un passettino avanti: sì, la prospettiva è leggermente diversa ma in fondo siamo sempre lì. Con i NuPrime invece è un bel passo avanti.

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