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Sonus Faber Quid

[Sonus Faber Quid]
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Ormai posso dire di conoscerlo in tutte le sue particolarità, avendolo in casa da molti anni. Purtroppo non è più in produzione (perchè?) da qualche anno ma merita, secondo me, ancora una certa stima.
Come tutti i prodotti di casa Sonus Faber il Quid è molto bello (cabinet in noce nazionale massello) ed il livello di costruzione è superlativo: niente cavi volanti, trasformatore separato, componentistica di pregio (potenziometro Noble) etc etc. La foto non rende piena giustizia ma fornisce un'idea. Per l'occasione è stato immortalato insieme a delle Opera Terza. Nella foto qui sotto, tratta dalla brochure originale Sonus Faber dell'epoca, potete osservare anche l'alimentatore separato.

[Sonus Faber Quid]

E' un integrato di media potenza (50W circa) di impostazione extra-minimalista (neanche il balance!). Veniamo al suono:
Particolare, riconoscibilissimo anche ad occhi chiusi. Intanto è veloce, molto veloce, velocissimo. Al suo confronto i concorrenti più vicini sembra abbiano le gomme sgonfie. Timbricamente è lucido, dettagliato con una gamma medio-alta ben in evidenza. Queste caratteristiche sono anche i suoi maggiori difetti: l'eccessiva velocità può a volte sconfinare nella fretta e la lucidità del medio-alto in durezza se sbagliate l'abbinamento con i diffusori o con la sorgente.

La scena acustica non fa gridare al miracolo e sul piano della profondità lascia un pò a desiderare. Se state cercando un ampli dal suono eufonico, caldo e riposante dimenticatevi il Quid (anche se a basso livello cambia un pò la sua personalità grazie al funzionamento in classe A fino a pochi watts di uscita). E' per certi versi un ampli difficile, a tratti isterico negli abbinamenti con sorgente e diffusori.

Sul piano della dinamica è esuberante e potrebbe riportare in vita diffusori particolarmente mosci anche se non aspettatevi la solita "dinamica apparentemente illimitata". Dentro uno sgabuzzino di 4mq ha una dinamica illimitata anche la radiolina di mia nonna.
Come già detto altrove su TNT! dagli apparecchi non ci si può aspettare miracoli.
Resta comunque, per me ed altri che l'hanno sentito con me, uno dei migliori amplificatori nella sua categoria, tutta fatta di mostriciattoli di metallo nero (quando va bene, plastica nella maggior parte dei casi), dai prezzi gonfiati rispetto al Paese d'origine.
Per questo consiglio sempre di dare un'occhiata alle riviste inglesi....potreste scoprire che il vostro costoso ampli inglese appartiene invece alla categoria *budget-fi* con buona pace del vostro portafoglio alleggerito più del dovuto da politiche d'importazione molto discutibili.

Almeno una volta fate la prova: comprate HiFi-Choice (ma anche What HiFi serve allo scopo e ahimè a nient'altro) e armatevi di calcolatrice e di listino delle valute. Scoprirete chi tra gli importatori italiani è onesto e chi gioca invece al rialzo contando sul marchio di *grido* o sulla dabbenaggine di noi italiani che, purchè qualcosa venga da fuori e costi molto, siamo disposti a sfoderare con orgoglio la VISA o a staccare l'assegno a cuor leggero.

Qualche consiglio sulla collocazione del Quid (ma anche di altri ampli):
Metteteci sotto tre punte rivolte verso il basso. Fanno (quasi) miracoli.
Cambiate il cavo di alimentazione (vedi Un cavo d'alimentazione molto speciale) e lasciategli molta aria intorno: scalda come un termosifone.
Ogni tanto lucidatelo con cera per mobili: col passare degli anni il legno inscurisce e diventa ancora più bello.

Se lo trovate cercatelo usato: a 700/800.000 vi portate a casa un capolavoro d'arte audio e di raffinitezza estetica invece che il solito scatolotto inglese brutto a vedersi o, peggio, il solito giapponese *anonimo ma pieno di acronimi*.

Copyright © 1996 Lucio Cadeddu

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