Amplificatore integrato a valvole Triode Lab 2A3-EVO

[Triode Lab 2A3 EVO - vista frontale]

Dettaglio, Dettaglio, Dettaglio!

[English version here]

Prodotto: amplificatore integrato a valvole 2A3-EVO
Produttore: Triode Lab - Canada
Prezzo: 8.000 dollari USA per il modello con 3 ingressi - (Convertitore di valuta) - (Il prezzo può variare)
Recensore: Roger McCuaig - TNT Canada
Pubblicato: Febbraio, 2020
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

La Triode Lab ha sede a Toronto ed è in attività dagli anni '90. Questa è la prima opportunità che ho di effettuare una sessione d'ascolto prolungata di uno di questi prodotti. Il loro sito Internet mostra un elenco notevole di proposte che farebbero venire l'acquolina in bocca a qualsiasi appassionato di triodi, tra cui un nuovo amplificatore basato su 211 in programma per il 2020. Tutta la produzione avviene in Canada, con componenti che provengono da tutto il mondo. Nel 2017 la Triode Lab ha adottato il modello di vendita diretta, con lo scopo di tenere sotto controllo i costi in crescita mantenendo al contempo la produzione in Canada. Il dispositivo che mi è stato inviato è un 2A3 EVO. L'EVO è un amplificatore a triodi single ended (SET) provvisto di due ingressi linea (ne avrei preferiti tre). Si tratta di un nuovo modello che sostituisce il 2A3-i (non più in produzione), in commercio dal 2009 al 2019; l'esemplare oggetto della recensione ha il numero di serie che termina con 0001.

Qualche informazione sul 2A3 EVO

Alla Triode Lab definiscono questo modello il loro "Amplificatore Integrato di Riferimento". Ma cos'è che lo rende un riferimento? L'EVO è equipaggiato con quelli che la Triode Lab ritiene essere componenti della "miglior scelta" per questo amplificatore. Alcuni esempi sono: trasformatori Hashimoto (Giappone), condensatori di accoppiamento in olio con argento Mundorf (Germania) e potenziometri per il volume ALPS (Giappone). In passato questi componenti venivano proposti come upgrade. Con una lista di componenti standardizzata è poi stato possibile riprogettare le schede circuitali e la disposizione dei componenti allo scopo di ridurre il cablaggio e la diafonia elettrica: i connettori per i cavi si trovano accanto ai trasformatori di uscita, il trasformatore di alimentazione è subito dietro le valvole 2A3 e l'alimentatore è stato collocato davanti, il più lontano possibile dal sensibile stadio di pre-amplificazione.

La dotazione valvolare comprende uno stadio di pre-amplificazione 12AX7 seguito da un paio di valvole di pilotaggio 6SN7 e, ovviamente, i triodi a riscaldamento diretto 2A3. Gli zoccoli in porcellana bloccano le valvole 2A3 con uno scatto deciso, indicando che sono inserite saldamente. L'alimentazione in corrente continua è creata per mezzo di una valvola rettificatrice. Mi è stata inviata una 5T4 con involucro in metallo, ma sia la 5U4G sia alcuni altri modelli funzionano altrettanto bene. C'è tuttora ampia disponibilità di valvole NOS 12AX7, per cui il cambio valvole nello stadio di pre-amplificazione potrebbe portare a risultati interessanti. Sono stato quasi tentato di provare le mie valvole NOS Ei 12AX7, realizzate in Jugoslavia prima della guerra con macchinari Telefunken. Tuttavia, al momento, esse risiedono nel Doge 8; avrei dovuto togliere molti componenti dall'impianto e svitare parecchie viti per tirarle fuori, per cui ho deciso di non farlo.

Tutti i progetti Triode Lab hanno un aspetto industriale, senza fronzoli, che secondo me è piuttosto elegante. Chiaramente si tratta di un altro stratagemma adottato per contenere il costo. Il WAF (Wife Acceptance Factor, l'indice di gradimento da parte della moglie) non è un aspetto da considerare a casa mia, poiché mia moglie raramente mette piede nella stanza dedicata alla musica. L'esemplare oggetto della recensione è di colore verde metallizzato British Racing (un upgrade da 500 dollari) e la qualità della vernice è eccellente. Il sito Triode Lab dichiara la disponibilità di 9 colori, più altri 6.500 colori personalizzabili tra cui vernice per auto. I trasformatori, dall'aspetto elegante, sono alloggiati in cabinet individuali nero satinato con gli spigoli smussati, e ognuno di essi presenta sulla parte superiore una targhetta dorata con il logo Hashimoto Transformer. Il nero satinato contrapposto al verde Racing è un abbinamento molto bello. Potrebbero esserci opinioni contrastanti sulla scelta di sistemare i connettori dei cavi di potenza sopra anziché sul retro. Personalmente apprezzo qualsiasi scelta che riduca il bisogno di dover accedere al pannello posteriore di un'apparecchiatura. Il cavo di alimentazione di questo amplificatore è piuttosto massiccio e in realtà spicca con la sua piatta guaina rossa intrecciata e i connettori neri; non si è lesinato sulla qualità nell'EVO, sotto nessun aspetto! Continuando su questo tema, le due manopole di controllo, selettore degli ingressi e volume, si trovano sulla piastra superiore anziché di fronte. Una disposizione piacevole e funzionale.

[Triode Lab 2A3 EVO - vista laterale]

Frank Ing, della Triode Lab, mi ha detto che l'amplificatore inviatomi era nuovo e aveva poche ore di funzionamento all'attivo. Mi ha consigliato di rodarlo per qualche giorno prima di cominciare le sessioni di ascolto critico. Mi ha esortato a "prendermi tutto il tempo necessario". L'amplificatore è arrivato con le valvole 2A3; le altre dovevano ancora arrivare da Thetubestore.com, così ho montato alcune valvole di riserva che avevo a portata di mano e ho cominciato il periodo di rodaggio. Naturalmente non potevo semplicemente lasciarlo lì e andare via, dovevo ascoltare quel nuovo giocattolo (se un amplificatore suona meglio oppure no dopo 100 o 200 ore di funzionamento è una questione su cui ci sono stati accesi dibattiti, che però tralasceremo in questa recensione). Dopo un'ora o due di musica proveniente dal DAC a valvole Doge 7 è parso abbastanza evidente che il suono era troppo grande, c'era troppa aria e che il basso era chiaramente esagerato e sproporzionato rispetto al resto! Non poteva essere semplicemente un problema di rodaggio. Poteva dipendere dalle valvole, dall'amplificatore o dall'installazione. Mentre riflettevo su quale fosse la causa, mi era venuta in mente una cosa: da qualche parte non avevo letto che i triodi a riscaldamento diretto sono sensibili a problemi di saturazione? Fortunatamente, il DAC a valvole Doge ha due modalità operative: DAC Mode e Preamp Mode. In quel momento il Doge 7 funzionava in DAC Mode, vale a dire che il livello di uscita era 2,7 V fissi. In Preamp Mode il livello di uscita può essere regolato direttamente a livello digitale nel DAC. Dopo aver impostato il DAC in Preamp Mode e il livello di uscita appena sotto i 2 V (stimati), l'EVO ha risposto con un suono pulito, equilibrato e naturale. Uno scambio di email con Frank Ing ha confermato che 2,7 V sono effettivamente troppi per questo amplificatore. Un aspetto che i potenziali acquirenti devono tenere in considerazione.

E ora l'ascolto critico

Le valvole sono arrivate il giorno successivo, così ho sostituito le mie con quelle nuove e ho continuato il rodaggio. Ho calcolato 100 ore di rodaggio prima di cominciare qualsiasi ascolto critico. Alla Triode Lab sono stati piuttosto gentili da lasciarmi l'amplificatore per alcune settimane, così per la conclusione del periodo di recensione avrebbe sicuramente accumulato un numero significativo di ore di funzionamento. L'EVO non ha avuto problemi nel pilotare i diffusori Coincident Total Victory II (96 dB/W) con una pressione sonora confortevole, nonostante i suoi modesti 4 W. Anche a un livello di poco superiore a quello normale di ascolto, la manopola del volume era circa al 70% con il DAC (in Preamp Mode, con l'uscita impostata a circa 2 V) e all'80% con il giradischi. Per i test d'ascolto ho utilizzato tre sorgenti:

1) Il "Big Lenco", equipaggiato con braccio Dynavector 507 MKII e testina Zyx Universe, collegato a un trasformatore step-up Coincident Statement e allo stadio phono Doge 8 MM.
2) Lettore Arcam CD72 usato come meccanica.
3) PC con JPLAY FEMTO.

Entrambe le sorgenti digitali sono state collegate al DAC a valvole Doge 7.

Naturalmente, la valvola 2A3 è un triodo a riscaldamento diretto. Ogni volta che sento le parole "triodo a riscaldamento diretto" (DHT, direct heated triode), automaticamente penso "300B". È interessante osservare che l'invenzione della valvola 2A3, nel 1932, precede di sei anni l'invenzione della 300B. La 300B è diventata quella più popolare, probabilmente grazie ai suoi 8 W in uscita, più "amichevoli". Fedele alle sue radici DHT, il 2A3 EVO offre le calde voci e la stupenda gamma media vellutata di cui gli amanti dei triodi non possono fare a meno. Inoltre offre un estremo dettaglio e una prestazione in gamma bassa superbamente equilibrata e precisa. Sicuramente gli ultimi due aspetti non sono qualcosa che si può considerare comune negli amplificatori DHT single ended, ma sicuramente sono qualcosa che un progettista esperto, con un budget sufficientemente grande a disposizione, può ottenere.

La prima rivelazione dell'EVO, e in un certo senso una sorpresa, è stata l'assenza di rumore di fondo dall'ingresso del DAC. Progettare e costruire un amplificatore SET che abbia un rumore di fondo molto basso è un'operazione ritenuta estremamente difficile; ebbene, la Triode Lab ha di sicuro superato brillantemente la prova. Ovviamente, il canale phono MC, con i suoi due stadi di guadagno aggiuntivi prima di raggiungere l'ingresso dell'EVO, non poteva di certo offrire un livello di silenzio simile. Frank Ing, della Triode Lab, ha descritto così l'importanza di un amplificatore silenzioso: «È come osservare le stelle e le galassie. Nelle città o in periferia è ancora possibile vedere molte stelle a occhio nudo quando il cielo è sereno. Ma potreste restare stupiti se foste in campagna, senza inquinamento luminoso, nel vedere, sempre a occhio nudo, molte più stelle. Lo stesso principio si applica agli amplificatori valvolari (e all'hi-fi in generale) oppure alla fotografia; più lo sfondo è scuro, più cose vedete/ascoltate. Come il nostro amplificatore: la sua qualità fa sì che è come se guardaste il cielo in cima a una montagna.» Più scuro è lo sfondo (meno rumore di fondo c'è) più dettagli sono presenti nella musica, e l'EVO riproduce moltissimi dettagli. Dopo alcune settimane di ascolti dell'EVO, la quantità di dettagli presenti nella musica continua a sorprendermi ogni volta che ascolto qualcosa.

Un'altra caratteristica saliente dell'EVO è la prestazione complessiva in gamma bassa. La prima cosa che si nota è il suono: teso, accurato e ampio. Chiunque apprezzi la musica da camera sa di cosa parlo; quando un violoncello comincia un assolo il suono riempie la stanza e si riesce a percepire l'aria che viene mossa. Non è dominante ma è onnipresente. L'EVO ha la capacità di rendere il suono di un violoncello talmente realistico da darmi l'impressione di averlo accanto a me. Dopo alcuni giorni e alcuni album differenti, mi sono reso conto che il livello del basso sembrava essere semplicemente giusto, la quantità di basso perfetta per ogni brano musicale. Non so come spiegarlo, ma è così!

Il basso è profondo e molto ben equilibrato, la gamma media è meravigliosamente piena e la gamma alta è naturale e chiara. L'incredibilmente basso rumore di fondo permette di portare alla luce immense quantità di dettaglio e di precisione nella musica. Dettaglio, dettaglio, dettaglio; non mi stancherò di ripeterlo! L'EVO eccelle con il jazz e la musica da camera, generi con i quali la sua attenzione per i dettagli e le sue radici SET tirano fuori il meglio dalla musica. L'amplificatore predilige assolutamente gli strumenti solisti e le voci soliste: Jamal, Gardot, Peyroux... tutto quello che ho provato è stato riprodotto con brio. Generalmente parlando, l'EVO ricrea un palcoscenico ampio e profondo, con gli strumenti disposti davanti che tendono ad essere leggermente meno davanti rispetto a quanto i miei amplificatori Canary mi hanno abituato. La dinamica è un poco più timida di quella che ottengo con i ben più grossi amplificatori Canary. Detto ciò, va sottolineato che il confronto non è proprio alla pari, poiché gli amplificatori Canary sono sei volte più potenti e prendono il segnale dallo stadio linea The Truth, il che significa che non ci sono componenti attivi di pre-amplificazione lungo il percorso del segnale. Pilotare la sezione finale dell'EVO con il The Truth sarebbe stato un test molto interessante, ma sfortunatamente non è stato possibile. Ho in programma una recensione di una coppia di finali monoblocco Triode Lab di bassa potenza, che spero di provare con lo stadio linea The Truth. Non vedo davvero l'ora di ascoltare quella configurazione.

Alcune note di ascolto specifiche

(Tutti dischi in vinile, salvo diversa indicazione)

Il CD The Magic Hour (2004), del Wynton Marsalis Quartet, è una delle registrazioni che uso abitualmente per i test. Il primo brano, Feeling of Jazz, comincia con un assolo di basso profondo seguito da un improvviso colpo di batteria. La potente voce di Dianne Reeves emette tanto note alte quanto profonde note basse, e Wynton entra con stridii della tromba. Questo è un ottimo strumento per valutare la capacità di estensione della dinamica. Con l'EVO il dettaglio è stato superbo, con le voci e gli strumenti che suonavano naturali come non li avevo mai sentiti. Nel complesso il suono favoriva leggermente l'equilibrio sulla dinamica. I miei monoblocchi Canary da 26 W danno un'interpretazione più potente di questo brano, mettendo in risalto la dinamica della musica. Detto ciò, gli amplificatori Canary provano a spingersi al massimo delle loro possibilità per alcune delle note più alte emesse a tutta voce da Miss Reeves. La prima cosa che viene in mente è che, ovviamente, nel mio impianto i 4 W dell'EVO non possono eguagliare i 26 W dei monoblocchi Canary quando si raggiungono elevati picchi di segnale.

Nel brano di Cat Stevens Tea for the Tillerman, gli strumenti sullo sfondo sono abbastanza chiari anche a basso volume. Ogni strumento risiede nel suo spazio, definito e indipendente. Father and Son, che è una canzone semplice ma al contempo ha una musica complessa, suonava molto bene.

Andrew Hill, Point of Departure: questo album è caratterizzato da molti strumenti solisti, note prolungate e lunghi silenzi tra le note, ma l'EVO ha riprodotto questo genere musicale splendidamente.

In The Best of Kraftwerk i suoni del sintetizzatore sono stati riprodotti molto bene e la continua alternanza tra i canali ha dimostrato le eccellenti capacità dell'EVO di ricreare il palcoscenico.

Dire Straits, Brothers in Arms: dettaglio, dettaglio, dettaglio! Gli strumenti di accompagnamento hanno presentato una certa prominenza. Basso teso: semplicemente sufficiente, semplicemente giusto.

The Best of the Doors: ciò che diventa evidente dopo un paio di minuti di ascolto di Riders on the Storm è il passo. Non è qualcosa a cui si pensa subito con la musica dei Doors, ma il ritmo e lo scorrere di questo brano sono stati molto coinvolgenti.

Bill Bruford con Ralph Towner ed Eddie Gomez (flac 16/44,1), If Summer Had its Ghosts: essi suonano insieme come fanno da sempre. Ogni nota è perfetta, con una coesione generale, un suono equilibrato e un palcoscenico pieno. L'EVO dà a ogni musicista una parte uguale del suono complessivo e una collocazione molto ben definita sul palcoscenico, con i tre strumenti che suonano equidistanti dall'ascoltatore. Una presentazione perfetta per questo album.

Tom Petty, Hard Promises: il brano The Criminal Kind ha fornito uno straordinario esempio della capacità dell'EVO di scavare a fondo nei dettagli. Verso la fine la chitarra ritmica strimpella da La a La minore per svariate battute. Anche se si tratta di uno strumento ritmico che strimpella sullo sfondo, l'alternanza tra Do diesis e Do sulla seconda corda è chiaramente percepibile.

Alcuni punti deboli

Sull'amplificatore ci sono due manopole; quella del selettore degli ingressi mi è sembrata un po' ballerina, probabilmente per questioni legate al trasporto. Non ho fatto alcun tentativo per vedere se fosse stato possibile stringerla, poiché l'ho ritenuto un problema secondario.

La presenza di due soli ingressi potrebbe essere un problema per qualcuno. Nel mio caso, come d'abitudine, ho due giradischi e un DAC, per cui ho dovuto mettere da parte uno dei giradischi per il periodo del test.

Tornando al problema del livello di ingresso del DAC discusso prima, consiglierei ai potenziali acquirenti di chiedere conferma a Frank Ing, per essere sicuri di avere un abbinamento corretto. Data la lunga storia di componenti personalizzati della Triode Lab, è altamente probabile che sia qualcosa che possono risolvere.

Conclusioni

L'EVO fa tutto molto bene, qualsiasi caratteristica vi interessi ottiene un punteggio elevato. Questo amplificatore eccelle in tutte le caratteristiche tipiche di un amplificatore SET, con l'aggiunta di un rumore di fondo super-basso, di notevoli quantità di dettaglio e di una gamma bassa fantastica. La profondità del palcoscenico, così come l'intervallo dinamico, non eguaglia il livello di prestazioni offerto dai miei monoblocchi 300B push-pull (probabilmente non è nemmeno un confronto alla pari). L'amplificatore 2A3 EVO potrebbe non avere concorrenti (ammesso che ne abbia) come amplificatore integrato SET, da 4 W, di produzione canadese, a questo livello di prestazioni. Il 2A3 EVO dovrebbe essere sulla lista di chiunque stia pensando a un amplificatore stereo integrato SET di bassa potenza.

Parte della musica ascoltata durante la scrittura di questa recensione

  • Tom Petty: Hard Promises; vinile, edizione con master a velocità dimezzata
  • The Vaselines: Enter The Vaselines; vinile
  • Graham Parker: The Mona Lisa's Sister; vinile
  • Supertramp: Breakfast in America; vinile
  • The Orford String Quartet: Beethoven, String Quartet No.8; vinile
  • Perlman, Zukerman, Eddy, Sanders: Trio Sonatas; flac 16/44,1
  • King Crimson: The Young Person's Guide to King Crimson; vinile

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