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Audiosophia J1

Diffusori 2 vie da scaffale

[Audiosophia J1]
[English version]

Prodotto: diffusori acustici 2 vie mod. J1
Costruttore: Audiosophia - Italia
Prezzo appross.: 400 €
Disponibilità: distributori ufficiali
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Luglio, 2008

Introduzione

Dopo aver recensito due amplificatori integrati di questa casa italiana è la volta di un diffusore acustico, il più piccolo ed economico in catalogo. Esiste un fratello maggiore, sempre bookshelf, denominato J2 ed una torre da pavimento denominata J3. I tre diffusori fanno parte della serie più abbordabile del catalogo, insieme con i due ampli integrati I-40R (vedi recensione qui su TNT-Audio) ed I-100R. Sono da sempre interessato alla fascia bassa del mercato, perché è quella che permette a questo settore di non rinchiudersi su se stesso, aprendo la via dell'HiFi anche ai giovani ed alle persone con ridotte capacità di spesa ma non per questo meno appassionate di buona Musica ben riprodotta. Un piccolo diffusore italiano, discretamente rifinito e commercializzato a 400 € la coppia costituiva dunque una proposta piuttosto allettante.

Descrizione e caratteristiche

L'Audiosophia J1 è un 2 vie compatto che misura 30.8 cm (altezza), 15.5 cm (larghezza) e 20 cm (profondità). Utilizza un woofer da 130 mm in cellulosa trattata, caricato con un reflex a sbocco posteriore ed un tweeter da 19 mm in seta. I componenti sono di probabile provenienza orientale (cinese) e così pure la costruzione. Come nel caso dell'amplificatore I40R, infatti, manca la scritta Made in Italy e compare una meno significativa "CE Italy". Sul retro, oltre allo sbocco reflex, sono presenti gli ingressi per i cavi di potenza, in single-wiring. I morsetti, in ottone dorato con serrafilo in plastica, accettano sia cavo spellato che banane e forcelle. Mi pare strano che, accettando le banane come sistema di connessione e non essendo presenti i classici "tappini" per aggirare le norme CE, questo diffusore possa davvero fregiarsi di tale certificazione. Non è la prima volta che vedo le norme CE disattese nonostante il marchio.
Il mobile è molto bello e ben rifinito in finto legno, con gli spigoli smussati a ricordare un po' le forme di Avalon e Diapason. Da quel che si può vedere sembra realizzato in medium density di buon spessore o, almeno, così appaiono i pannelli frontale e posteriore. L'interno è foderato di assorbente acustico, il crossover utilizza due bobine ed un condensatore. Il cavo utilizzato all'interno è la classica piattina bicolore di 1.5 mm2, fissata ai drivers mediante dei faston. Il tweeter con cupola in seta ha un doppio magnete mentre il woofer fa uso di un magnete singolo. La cupola parapolvere del woofer è realizzata con un materiale retinato piuttosto morbido. Il cestello è in leggera lamiera stampata, fissato al mobile con 6 viti a testa torx che annegano nel medium density. Una situazione analoga la ritroviamo nel tweeter.

[Audiosophia J1 CE] [Audiosophia J1 - vista interna]
[Audiosophia J1 - crossover]

Le caratteristiche tecniche dichiarate riportano:

Questi diffusori sono stati valutati durante un periodo di tempo molto lungo e, come sono solito fare, intervallandoli con altri diffusori ed interfacciandoli con diversi amplificatori. Più precisamente, ho avuto modo di ascoltarli con l'ampli integrato "di casa" Audiosophia I40R, con il solito Trends Audio TA 10.1, la coppia NuForce P-9 + REF9 SE V2, un parallel push-pull di EL34 ed altri. Come diffusori di "confronto" ho usato anche i Norh 4.0 che recensii nel 2000, diffusori che per tipologia (compatto 2 vie), classe di prezzo e probabile provenienza (Far East) sono molto simili a questi J1.

Timbrica

[Audiosophia J1]

Questi piccoli diffusori hanno un bilanciamento timbrico sostanzialmente neutro, con buoni bassi ed una gamma media adeguata, seppure un po' eterea con certi strumenti. La gamma più alta invece mostra un certo roll-off (attenuazione nella sua porzione più estrema) che certamente non disturba l'ascolto.
La risposta in gamma bassa è dichiarata estesa fino a 48 Hz ma non è dato sapere con quale attenuazione. Ad orecchio direi che invece il classico punto a -3dB di attenuazione (al quale tutte le misure classiche fanno riferimento) sia più vicino ai 60 Hz che ai 40. Anche la sensibilità appare un po' ottimistica, essendo dichiarata a 89 dB/w/m. La mia sensazione, da confronti fatti con altri diffusori, è che sia più vicina agli 87 dB.
Il basso è ragionevolmente articolato e potente ma ovviamente non c'è da aspettarsi che scuota le fondamenta della vostra sala d'ascolto. Confrontato con il basso delle Norh 4.0, che utilizzano un woofer delle stesse dimensioni caricato con un litraggio analogo, quello di queste J1 appare più ricco e generoso, anche se forse non altrettanto pulito e preciso. Qui ovviamente entrano in gioco altri fattori, principalmente legati all'acustica del cabinet. Quello a forma di tamburo delle 4.0 è rigidissimo e privo di pareti parallele, certamente le risonanze hanno vita più difficile che nel classico parallelepipedo delle J1. In ogni caso, le due performance non sono poi così distanti l'una dall'altra. La gamma media, invece, soprattutto analizzando le voci, appare migliore nelle 4.0. Le voci maschili, ad esempio, sono più corpose e "solide" mentre vengono riprodotte in maniera un po' leggera dalle J1. La trasparenza e la pulizia sono su livelli analoghi ma senza dubbio avrei preferito un effetto presenza più marcato nelle J1.
In gamma alta le Norh 4.0 appaiono più naturali e realistiche, oltre che molto più ricche dal punto di vista armonico. La performance delle J1 si avvicina...ma resta indubbiamente un passo indietro.
Più in generale, ad un primo ascolto distratto, questi due diffusori non suonano tanto diversi. Con il passare del tempo ed approfondendo l'analisi, tuttavia, le differenze cominciano ad emergere in maniera sempre più evidente. Le Audiosophia J1 sono più corpose ed estese in basso, sebbene non altrettanto pulite. Appaiono un po' timide in gamma media e la gamma alta è meno raffinata. Non bisogna, tra l'altro, dimenticare che le 4.0 utilizzano altoparlanti Vifa di un certo pregio, montati su diffusori ben più impegnativi, e fanno uso di un cabinet a prova di bomba, virtualmente esente da risonanze. I drivers delle J1 appaiono di livello orientale entry-level ed il cabinet, seppur ben realizzato con materiali di buon livello, non può certo competere con quello delle 4.0, realizzato scavando dal pieno un legno durissimo.

Dinamica

Questi sono diffusori molto compatti onde per cui non è che li si possa portare ad una festa da ballo e sperare di movimentarci la serata. Possono suonare abbastanza forte ma la dinamica complessiva è ovviamente limitata dalle dimensioni del woofer e dal litraggio. Ci sono leggi della Fisica che neppure i progettisti HiFi possono cambiare...solo gli uomini del marketing hanno questa capacità! :-)
Queste J1 sono abbastanza vivaci, comunque, persino a livelli d'ascolto non elevati, ma il loro suono non è, ad esempio, neppure lontanamente confrontabile, in questo particolare parametro, con quello di un diffusore Klipsch da scaffale, per intenderci. Per esempio, gli attacchi del rullante restano sempre un po' indietro, sia come intensità (salto dinamico) che come velocità di riproduzione. La cassa della batteria invece va un po' meglio. A livelli d'ascolto elevati ci sono ovvie tracce di compressione dinamica ma non scordiamoci che stiamo sempre parlando di un midwoofer da 13 cm! In confronto, le Norh 4.0 non fanno certo meglio, anzi. Esse suonano infatti persino un po' più pigre delle J1.
Naturalmente, questo genere di diffusori non è adatto per gli amanti della pressione sonora elevata né per gli headbangers più estremi.

3D soundstage

Le J1 presentano un soundstage piuttosto bi-dimensionale, nel senso che sono abbastanza carenti di profondità di scena. Quasi tutto avviene di fronte all'ascoltatore e tra i diffusori, lasciando abbastanza poco alle spalle di essi. Su questo parametro il confronto con le 4.0 è impietoso poiché la performance dei piccoli tamburi thailandesi è, ancora oggi, davvero sorprendente, merito certo dei drivers, di un crossover sofisticato e di un cabinet che ci mette pochissimo del suo. Essi semplicemente spariscono alla vista! Ancora qualche problema per quanto riguarda l'altezza dello stage, come rilevai in occasione della recensione circa 8 anni fa. Da questo punto di vista le J1 vanno leggermente meglio.
Le 4.0 però si prendono nuovamente una rivincita nel dipartimento "messa a fuoco e precisione", regalando all'ascoltatore contorni molto più precisi, per cantanti e strumenti, ed una disposizione di questi nello stage virtuale decisamente più stabile.
Tuttavia, non occorre essere troppo severi: l'acquirente tipo di questo genere di diffusori ha nella creazione di un credibile soundstage l'ultimo dei suoi problemi! Realisticamente diffusori di questo tipo finiranno ai lati di una parete attrezzata o peggio sopra una scrivania ed ogni velleità di immagine tridimensionale sarà irrimediabilmente compromessa.

Qualche consiglio

Come TUTTI i diffusori, da nuovi, necessitano di un certo periodo di break in o rodaggio che dire si voglia. Una cinquantina di ore a volume "allegro" sono sufficienti nella maggior parte dei casi. Il woofer si slega un po' ed il tweeter si addolcisce.
Per quanto possano essere posizionati a scaffale, la presenza del reflex posteriore consiglia di tenersi almeno a 10 cm dalla parete retrostante. Questo posizionamento, comunque, è fortemente limitante le reali potenzialità del diffusore (di qualunque diffusore, a dire il vero). Sarebbe molto meglio posizionarle su supporti di altezza adeguata (tweeter ad altezza d'orecchio di ascoltatore seduto). Vista l'economicità dell'oggetto, inutile spendere cifre importanti sui supporti, direi che sarebbe meglio stare al di sotto (ampiamente) dei 200 € la coppia. In alternativa, esiste l'autocostruzione! :-)
Dal punto di vista dell'abbinamento elettrico, nonostante i 6 Ohm dichiarati di impedenza nominale e gli 89 dB di sensibilità, non mi è sembrato che questi diffusori fossero particolarmente esigenti. Un buon integrato da 30 watt per canale (o superiore) potrebbe andare bene nella maggior parte dei casi. Dal punto di vista timbrico si tratta pur sempre di piccoli diffusori, quindi eviterei abbinamenti con sorgenti o amplificazioni troppo "leggere" in gamma bassa. I 48 Hz di estensione in basso dichiarati mi sono sembrati un po' ottimistici, se si fa riferimento alla usuale "tacca" dei -3 dB di attenuazione. Purtroppo questo dato, che aiuterebbe a capire, non è fornito.

Lamentele

Costruzione, finitura, prezzo.
Il livello di costruzione e di finitura sono buoni e l'aspetto esterno, ad uno sguardo non troppo da "critico", trae in inganno molto facilmente sulla reale classe di appartenenza di questi diffusori. Diciamo che fanno la loro bella figura. Il prezzo non è basso in assoluto, trattandosi probabilmente di un prodotto di origini orientali, esso avrebbe dovuto essere molto inferiore. Ormai in giro per il web si trovano diffusori di provenienza orientale, NON rimarchiati, venduti a prezzi davvero incredibili. La concorrenza sullo stesso terreno diventa dunque molto, molto difficile.
Senza però andare a cercare cinesi più o meno sconosciuti, che possono drogare il mercato vendendo a prezzo di costo, le stesse Norh 4.0 offrono drivers di qualità più elevata, una costruzione più sofisticata, un mobile incomparabilmente superiore e sono vendute per 400 dollari, spedizione compresa in ogni angolo del mondo o quasi. Stiamo parlando, al cambio attuale, di 253 €! E' una differenza che dovrebbe far riflettere.
Infine, una piccola ma fastidiosa mancanza...sono assenti piedini di qualunque tipo per appoggiare il diffusore sul supporto o su un ripiano. Per evitare graffi e/o per creare un livello minimo di disaccoppiamento tra le due superfici l'acquirente dovrà dotarsi di feltrini, piccoli dischetti in gomma o, se preferisse un accoppiamento più rigido, delle onnipresenti punte. Per queste ultime, tuttavia, mancano i fori per avvitarle, quindi dovranno essere del tipo "ad appoggio".
Suono.
Questi diffusori sono un po' leggeri in gamma media, con una gamma alta armonicamente poco ricca ed un soundstage praticamente bi-dimensionale.

Conclusioni

Queste Audiosophia J1 offrono un rapporto qualità/prezzo leggermente migliore dell'integrato "partner" I40R. Tuttavia, continuo a pensare che siano troppo care, secondo gli standards attuali. Potrei essere disposto a pagare una certa differenza per un prodotto realizzato con materiali di pregio, e che possa fregiarsi di un vero titolo da "made in Italy" ma non sembra questo il caso. Vendere questi diffusori all'estero non credo sarà semplice, tenendo conto del cambio sfavorevole ed aggiungendo le spese di trasporto e di dogana. All'interno della Comunità Europea potrebbe essere ancora possibile, in fondo sono di bell'aspetto e sono prive di grossolani difetti. Non eccellono in alcuna area particolare ma non si può dire che facciano qualcosa di decisamente sbagliato. Anche per loro, vale la stessa frase conclusiva che usai nella prova dell'integrato I40R: se solo costassero un po' meno...

© Copyright 2008 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

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