Diffusori GoldenEar Triton Five

[Diffusori GoldenEar Triton Five]

“La passione per il suono perfetto” ®

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Prodotto: diffusori Triton Five
Produttore: Golden Ear - U.S.A.
Prezzo: 3.699 dollari neozelandesi (imposte incluse) - Convertitore di valuta - il prezzo può variare
Distributore per l'Italia: Il Tempio Esoterico
Recensore: Richard Varey - TNT Nuova Zelanda
Data della recensione: Maggio, 2016
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

Prima di tutto, lasciate che vi spieghi il perché di questa recensione. L'ascolto dei diffusori Triton Five non è stato fatto con lo scopo di confrontarli direttamente con i miei diffusori vintage open baffle largabanda 12" Philips autocostruiti. Nel corso di una visita presso il locale importatore neozelandese, PQ Imports, ho potuto ascoltare un altro modello della serie Triton, e sono stati proprio l'entusiasmo spumeggiante e i consigli di Paul Quilter nei confronti di questi diffusori, così insoliti, che mi hanno indotto a volerli provare nel mio ambiente di ascolto.

Altrove potete leggere recensioni dettagliate, nonché discussioni tecniche sulla progettazione, la realizzazione e le qualità sonore di questa serie. In questo articolo intendo raccontare la mia esperienza soggettiva dell'ascolto dei Triton Five a casa mia. Ho riflettuto sul mio ruolo di recensore e su come posso trasmettere, concretamente, la mia esperienza di “utilizzatore” a voi lettori. Tutto ciò che posso fare, qui, è tradurre in parole le impressioni provate nel corso delle due settimane di ascolto. Ringrazio Paul per questa opportunità.

Il prodotto

I diffusori Five sono il secondo di una serie di cinque modelli della serie Triton, prodotti dall'azienda GoldenEar Technology che ha sede nel Maryland (U.S.A.). Curiosamente, essi sono avvolti da un rivestimento in tessuto e presentano dei woofer, per le frequenze più basse, disposti lateralmente. Ciò che salta subito all'occhio è il cabinet, che non è quello solito, in legno; questo vi fa subito capire la quantità e la qualità di ciò per cui pagate, poiché in questo caso il costo delle finiture del cabinet non incide sul prezzo finale. In un certo senso, possiamo dire che questi non sono diffusori pretenziosi, sebbene siano abbastanza alti pur restando snelli. Il rivestimento, o “calza” che dir si voglia, è un metodo elegante di rifinitura del prodotto che non sacrifica un particolare stile moderno e attuale. Per quello che costano, c'è parecchio materiale. I diffusori sono alti 112 cm e ciascuno di essi pesa 18 kg. La prossima volta che deciderò di prendere in prova qualcosa dal distributore dovrò necessariamente ricordarmi quanto possono essere grandi gli imballaggi! Quelli dei Triton sono scatoloni molto consistenti, che misurano 40 x 54 x 125 cm. La garanzia, di cinque anni per cabinet e altoparlanti, e di tre anni per i componenti elettronici, copre: due woofer (da 6" - 15 cm ad alta definizione, con cestello pressofuso, per bassi e gamma media) accoppiati a quattro “subwoofer” planari, per infrasuoni, da 8" (20 cm), oltre a un tweeter a nastro ripiegato ad alta velocità (il tutto in ciascun diffusore). Inoltre, vengono forniti piedini in gomma e punte per poterli collocare su ogni tipo di pavimento.

[La serie di torri GoldenEar Triton]

La serie di torri GoldenEar Triton

L'ascolto

Non appena ho iniziato ad ascoltare questi diffusori nella mia (abbastanza modesta) stanza d'ascolto (6,4 x 3,9 x 2,4 m), ho sentito provenire, da quei cabinet di appena 20 x 31 x 112 cm, un suono veramente pieno. A volume elevato, il suono è grande, forse addirittura sorprendente per diffusori dall'aspetto così slanciato. Infatti, essi traggono un grande beneficio quando si ruota la manopola del volume in senso orario. Il palcoscenico è ricostruito con precisione ed è ampio, con una certa profondità e una chiara collocazione spaziale dei suoni, sia a sinistra sia a destra, sebbene, in qualche modo, confinati nella parte superiore dei diffusori e circoscritti agli altoparlanti, e malgrado, inizialmente, la risposta in basso non fosse molto pronunciata. Il prezioso Paul, che mi ha prestato la coppia per la prova, mi aveva suggerito di metterli a ridosso della parete posteriore; il trucco è tutto lì. Nel complesso, la qualità è eccellente, il suono è diretto e ha personalità, sebbene non si possa negare il fatto che sia quello tipico di un diffusore chiuso che, secondo me, non dà una sensazione di naturalezza, risultando così più artefatto. Nel corso di tutto il periodo trascorso con i Triton, ero consapevole di ascoltare dei diffusori; la musica sembrava sempre come ricoperta da un sottile velo. Ed ero anche consapevole di non poterli ignorare, perché erano la fonte (evidente) da cui provenivano i suoni.

Dopo i primi due ascolti, ero giunto alla conclusione che quei diffusori non mi piacevano, per poi rendermi conto che li stavo confrontando con i miei. Nell'inevitabile confronto diretto, a cui non avevo resistito, anche perché si trovavano tutti fianco a fianco, sentivo che la tonalità era sbagliata e il palcoscenico sembrava leggermente congestionato (schiacciato, “nasale”?) ogni volta che alternavo tra i GoldenEar e i Philips. Naturalmente, a pensarci bene il confronto fatto era unico, dal punto di vista della mia personale esperienza soggettiva, poiché ascolto gli open baffle da due anni a questa parte e, inoltre, ho 60 anni, per cui la mia acutezza uditiva è peculiare e le mie condizioni non sono più ottimali. Pertanto, prescindendo da molteplici riconoscimenti, da recensioni poetiche e magniloquenti e da così tanta innovazione tecnologica e tanto sforzo ingegneristico, questi diffusori semplicemente non mi piacciono quanto i miei autocostruiti; l'ariosa musicalità, che caratterizza l'ascolto del mio impianto ormai “consolidato”, si perde chiaramente o, quantomeno, si riduce in maniera significativa con i Triton. I miei diffusori “SOBFR” (simple open baffle full range, semplice open baffle largabanda) suonano più musicali, al punto che ho dovuto sforzarmi parecchio, e più volte, per non riprendere ad ascoltarli e poter quindi proseguire la prova. E comunque, i grossi diffusori open baffle largabanda, solitamente, hanno fama di riuscire a riprodurre un suono straordinario, con un palcoscenico maggiormente equilibrato e una minore sensazione di separazione tra i canali sinistro e destro. Durante l'ascolto, riesco quasi a sentirmi “parte” del palcoscenico. In quest'altro articolo parlo del mio progetto SOBFR.

Leggendo altre recensioni, il palcoscenico è stato definito “particolarmente impressionante”, ma a me non è sembrato proprio così e, riascoltando i miei largabanda Philips open baffle, ho riscontrato che la musica prende vita, sfoggiando aria, ampiezza, impatto e delicatezza; sì, in una parola posso dire “credibilità”: riesco ad ascoltare i musicisti che suonano, non semplici dischi. Secondo me, la prestazione dei Triton manca di vivacità, delicatezza sulle frequenze alte e ariosità. Le voci e le chitarre acustiche sono riprodotte bene, ma tutto il resto appare un po' confuso, per non dire nebuloso, e leggermente stridulo. Il basso è esteso, ma è privo di quel peso e di quell'impatto extra-realistici, per cui i colpi delle percussioni risultano misurati. Sebbene nel mio ambiente e per i miei gusti non vadano bene, non dubito che altri appassionati di musica possano apprezzare ciò che questi diffusori sono in grado di offrire, senza sforzo, e siano conquistati dalla bellezza dello stile e da come sono realizzati. Non fraintendetemi, non intendo dire che li detesto. Ascoltandoli a lungo, sono ovviamente dei grandi esecutori, precisi e affidabili; tuttavia, ribadisco che preferisco i miei altoparlanti Philips vintage su semplici open baffle. Per i miei gusti, i Triton hanno la caratteristica di offrire semplicemente un suono troppo direzionale e circoscritto ai cabinet.

Allora, un attimo: se i Triton Five costano 3.699 dollari neozelandesi, imposte incluse (indicativamente, circa 2.000 euro - NdT), e sono equivalenti a diffusori da «10.000 dollari o più», come alcuni recensori sostengono, questo significa che il rapporto qualità/prezzo è strabiliante, ma solleva anche seri dubbi su cosa ci sia dentro a diffusori per i quali molta gente è disposta a spendere certe cifre. La mia accoppiata composta da diffusori fai-da-te SOBFR e subwoofer REL Quake mi è costata 1.600 dollari (e a livello di stile non sarebbe la scelta di molti). Cabinet in legno speciale con rifiniture super-brillanti applicate a mano valgono davvero 8.000 dollari a fronte di, diciamo, 2.000 dollari di crossover e altoparlanti? Mi è stato riferito che un cliente, il quale di recente ha acquistato diffusori GoldenEar anziché i super-costosi Sonus Faber, pensava che questi valessero molto, ma molto, di più e che fornissero prestazioni migliori. C'è di che riflettere, sul serio, prima di dare la carta di credito all'amichevole negoziante di zona.

Conclusioni

Mi ci è voluto un po' prima di arrivare a una conclusione, poiché strada facendo mi sono sentito disorientato. Mi sono accinto a svolgere questa prova di ascolto con un certo timore, pensando che avrei potuto innamorarmi dell'ennesimo upgrade per l'impianto. I fatti hanno dimostrato che questa volta non sarebbe affatto successo. L'esperienza che ho avuto con i Triton è stata significativamente, sostanzialmente e sorprendentemente diversa da quella che mi sarei aspettato. E nello stesso modo potrei definire la differenza tra la prestazione dei miei diffusori e quella dei Triton. E, sì, li consiglio, con quello che potrebbe essere definito il caratteristico “suono Triton”, perché in questa fascia di prezzo meritano di essere tenuti in considerazione. Questa volta ho restituito il prodotto con piacere, con la certezza che il mio impianto mi soddisfa e va bene così com'è; mi tengo stretti i miei open baffle largabanda.

Nota: nel corso della prova, entrambe le coppie di diffusori erano alimentate dal mio amplificatore bilanciato T+A Power Plant e, quando i Triton erano in funzione, il subwoofer attivo REL Quake era scollegato.

Ringrazio Paul Quilter per la sua amichevole cooperazione nell'avermi concesso questa prova di ascolto a domicilio. Paul è il fondatore, nonché il Direttore, di PQ Imports, principale importatore neozelandese di apparecchiature audio accuratamente selezionate. Inoltre, PQ Imports è l'unico distributore di una serie di prodotti audio high-end e relativi marchi, tra cui: Graham Slee, Jeff Rowland, Magnepan, Michell, Prima Luna, REL, Sumiko e T+A.

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