Kerr Acoustic K300 - Diffusori compatti a linea di trasmissione

[I diffusori Kerr Acoustic K300 nella mia sala d'ascolto]

Come fanno a scendere così in basso?

[English version here]

Prodotto: diffusori Kerr Acoustic K300
Produttore: Kerr Acoustic - UK
Prezzo: 2.995 sterline (3.995 sterline per la finitura lucida) - (Convertitore di valuta)
Recensore: Mike Cox - TNT UK
Pubblicato: Maggio, 2019
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

In base alla mia esperienza, i diffusori sono la scelta più importante da fare quando si compone un impianto audio che sia soddisfacente. I diffusori dipendono molto dall'ambiente, oltre che dal posizionamento; disponeteli male e il vostro impianto non potrà esprimersi al meglio, non importa quanto buoni siano gli altri componenti. I diffusori sono importanti non solo dal punto di vista della qualità del suono, ma anche da quello estetico, perché devono armonizzarsi con l'arredamento della stanza. I Kerr Acoustic K300, oggetto di questa recensione, sono dei diffusori da stand a linea di trasmissione dalle dimensioni ridotte e sono disponibili in qualsiasi colore RAL. Scegliere il colore che più si adatta al vostro ambiente domestico non dovrebbe essere un problema, nella maggior parte delle situazioni.

Gli altoparlanti sono un tweeter a nastro Fountek e un woofer Scanspeak, che utilizza un caricamento a linea di trasmissione corta. Il crossover è del secondo ordine, 12 dB/ottava, e la sensibilità è pari a 89 dB/W, un valore sopra la media per un diffusore di questo tipo e dimensione. Un buon amplificatore a stato solido da 50 W per canale dovrebbe essere adeguato. Per la recensione, ho usato dapprima un amplificatore Emotiva da 500 W, per poi passare a un Leak Stereo 50 (25 W/canale) e concludendo con un IQAudio DigiAmp+ (35 W/canale); non ho mai avuto la sensazione che gli amplificatori non fossero abbastanza potenti.

Per la recensione i K300 sono stati corredati di stand, perché io non disponevo di niente di adatto. Gli stand sono dotati di punte e sostengono i K300 oltre a essere belli da vedere. Ho disposto i K300 nella mia sala come al solito, con emissione diretta verso il punto di ascolto, distanziati dalle pareti laterali di circa un terzo della larghezza della stanza. I diffusori si trovavano anche a 1,5 metri dalla parete posteriore; non ho potuto metterli molto vicini alla parete posteriore a causa dell'abbaino e del profilo del tetto, come potete vedere dalla prima fotografia. I K300 hanno suonato bene così come sono stati disposti, però, poiché la Kerr Acoustic ha sede a pochi chilometri da casa mia, ho invitato Jes a venire da me per un ascolto, in modo da sincerarsi che i suoi diffusori funzionassero al meglio. Jes ha modificato la posizione dei diffusori, facendoli convergere di circa 75 cm dalle pareti laterali con l'emissione sonora diretta nella stanza. Questo cambio di posizionamento ha aiutato davvero; i tweeter a nastro suonavano leggermente più forti e la convergenza aiutava davvero a equilibrare il suono. Distanziando leggermente i K300, il palcoscenico si apriva, aumentandone le proporzioni e la profondità.

L'esperienza di ascolto

Dopo che i diffusori erano stati posizionati in maniera ottimale e dopo alcune ore di rodaggio, ho potuto iniziare l'ascolto critico. Recentemente ho iniziato ad ascoltare “The Jazz Groove”, una Internet radio (MP3 128 kbit/s, AAC+ 64 kbit/s, AAC+ 32 kbit/s) il cui flusso audio è decisamente buono anche con la qualità più bassa. I K300 riproducono un suono ampio e spazioso, con una risoluzione molto buona anche in bassa qualità. Il basso è profondo e controllato; in passato, ho ascoltato diffusori a linea di trasmissione esuberanti che gonfiavano il basso. Nel mio ambiente di ascolto, i K300 si sono dimostrati perfettamente equilibrati, con una buona risoluzione e un buon tempo.

Aumentando il data-rate con Diana Krall e l'album Turn up the Quiet, i K300 hanno manifestato senza difficoltà la migliore qualità. La voce di Diana veniva riprodotta meravigliosamente a centro palco, con un respiro naturale e realistico. I tweeter a nastro Fountek sono qualcosa di speciale e riproducono un dettaglio favoloso senza essere aggressivi né striduli, qualcosa che ho già ascoltato con altri diffusori facenti uso di tweeter a nastro. Passando a Gregory Porter e al brano omonimo dall'album Liquid Spirit, l'estensione del basso fornita dalla linea di trasmissione faceva veramente risaltare il contrabbasso; sembrava quasi che fosse stato acceso un riflettore sul bassista, che era il protagonista alla pari di Gregory.

[Diffusore Kerr Acoustic K300 bianco]
Diffusore K300 bianco

A seguire, in lista c'erano The Tallis Scholars con il Miserere di Allegri, una registrazione favolosa con un palcoscenico esteso sul quale alcuni diffusori sembrano semplicemente glissare. I K300 sono riusciti a riprodurla molto dignitosamente, quasi alla pari di diffusori dal costo molto maggiore. Questa registrazione è caratterizzata da un palcoscenico di notevole profondità, che molti diffusori non riescono a riprodurre completamente, e i K300 cominciano ad essere un po' imprecisi quando le voci sono molto arretrate. Può sembrare che, dicendo questo, io sia molto critico; in realtà è un complimento, perché questa registrazione è difficile da riprodurre bene.

[Diffusore Kerr Acoustic K300 nero - vista frontale e posteriore]
Diffusore K300 nero - notate l'interruttore dell'attenuatore per il tweeter

Allo scopo di esplorare le capacità dei K300, sono passato al vinile e ho ascoltato Elton John, il secondo album di Elton John, del 1970. Considerando che questo album ha quasi 50 anni, la qualità della registrazione è sorprendente e i K300 hanno lasciato trasparire questa qualità nonostante il rumore di fondo della mia copia dell'album. Confrontato con le registrazioni moderne, questo album suona come se fosse stato realizzato in modo naturale, per cui si sentono tutti i musicisti in studio ognuno al proprio posto e la voce di Elton riprodotta con tonalità e dettaglio meravigliosi. Questa semplicità si è sposata bene con i K300, ed essi hanno restituito un'esecuzione molto realistica, con un buon tempo; la linea di trasmissione non è stata d'intralcio nella trasposizione del tono.

Per finire, sono passato al finale Leak Stereo 50, alla piastra a bobine Revox A77 e a un nastro dimostrativo della Analogy Records. La qualità della registrazione è su un altro livello rispetto a qualsiasi registrazione digitale; è come il vinile ma senza il rumore di fondo, ed è un buon test per qualsiasi impianto, indipendentemente dal costo. Con questa nuova configurazione, i K300 sono saliti di livello e hanno potuto esprimersi al meglio; le alte frequenze erano dolci e dettagliate in un modo inarrivabile per una sorgente digitale.

Il nastro analogico resta una sorgente relativamente nuova per me e ogni volta mi sorprende. Sebbene siano relativamente poco costosi, i K300 non mascherano la musica e offrono un'esperienza davvero molto piacevole. Non riesco facilmente a tradurre in parole quanto buono sia il nastro analogico; la musica sembra separarsi dal mezzo di riproduzione, trasportandovi nel luogo della registrazione, e i K300 danno vita a un'esecuzione favolosa. La registrazione analogica ha una dinamica migliore, un dettaglio favoloso con ritmo e tempo eccellenti, e i K300 lasciano trasparire tutto questo. Mi piacerebbe ascoltare i modelli più grossi e costosi della Kerr Acoustic con la piastra a bobine; il risultato dovrebbe essere sbalorditivo.

Conclusioni

Nel corso del mio viaggio nella riproduzione musicale ho preferito diffusori di dimensioni ridotte. I miei ambienti di ascolto non sono mai stati grandi e un diffusore che domini la stanza solitamente disturba la musica, probabilmente perché non c'è spazio sufficiente per lasciarlo respirare. A causa della mia preferenza per i diffusori piccoli, le prestazioni in gamma bassa sono state sempre un compromesso; un buon esempio è quando i miei diffusori abituali erano i classici LS3/5a. I Kerr Acoustic sono un'altra cosa rispetto ai venerabili LS3/5a; presentano la musica in maniera più moderna e sono caratterizzati da una maggiore dinamica, pur conservando molta della neutralità degli LS3/5a. L'aspetto in cui i K300 eccellono davvero è l'ampiezza di banda; il basso non è più un compromesso e i tweeter a nastro sono davvero validi, con molto dettaglio senza essere striduli.

Per ottenere il meglio dai Kerr Acoustic K300 dovete impiegare un po' di tempo per posizionarli correttamente, come ho fatto io. Per le mie orecchie, nel mio ambiente di ascolto, un amplificatore valvolare ha fornito i risultati migliori con i tweeter a nastro, offrendo un suono dolce e armonioso con un fantastico dettaglio. Usare un amplificatore a stato solido va altrettanto bene, a patto che non scendiate a compromessi con la qualità, poiché i K300 potrebbero soffrirne.

Intervista con Jes Kerr, progettista e proprietario della Kerr Acoustics

Quali sono i tuoi trascorsi come progettista di diffusori?
In principio è stato in gran parte “imparare facendo”. Sono affascinato dai diffusori fin da giovane, passione alimentata dall'amore per la musica. Essendo stato circondato dalla musica fin dalla nascita, sono rimasto affascinato dall'idea di riprodurla il più accuratamente, oltre che in maniera più convincente, possibile. Ho costruito il mio primo diffusore (mono) insieme a mio padre; avevo circa otto anni. Da allora, imploravo i miei genitori affinché mi portassero, ogni fine settimana, a varie vendite locali di bagagliai per auto per raccogliere più diffusori “da discarica” possibili, che portavo a casa, smontavo e con i componenti realizzavo vari diffusori “Frankenstein”.
L'avvento di Internet ha reso molto più facile reperire le informazioni, il che ha aiutato ad alimentare e a rafforzare la conoscenza che avevo acquisito con l'esperienza. All'inizio e fino a metà dell'adolescenza ho cominciato a sperimentare con tipi diversi di cabinet, spaziando dal caricamento reflex al baffle infinito passando per vari passa-banda - imparando sempre dai miei sbagli e tentativi. Li ho utilizzati per rafforzare la mediocre risposta in gamma bassa del mio impianto a basso budget. Ma solo negli ultimi anni dell'adolescenza ho cominciato a collezionare sistemi di diffusori più seri (tipo Infinity, Cerwin Vega, Rogers, Mordaunt-Short, Sony APM, ecc.). In molti casi, ho scoperto di riuscire a migliorare le prestazioni di questi diffusori modificando leggermente i crossover, rafforzando il cablaggio interno e i rinforzi del cabinet, modificando il materiale assorbente interno, ecc.
Ma è stato soltanto con la mia tesi di laurea che ho affrontato una linea di trasmissione - un grosso progetto a tre vie caratterizzato da woofer da 12" - sostanzialmente un antenato del K100. Ho studiato, davvero a fondo, gli scritti di Martin J. King e John Risch, che mi hanno dato solide basi per comprendere la tecnologia della linea di trasmissione e le sue implementazioni.

Quando hai fondato la Kerr Acoustic, e perché?
La Kerr Acoustic è stata inaugurata ufficialmente nel 2017, dopo 18 mesi di R&D del prodotto e ricerche di mercato. Ho fondato l'azienda perché ho individuato un vuoto nel mercato per un diffusore a linea di trasmissione high-end caratterizzato da materiali e componenti di elevata qualità che integrasse un tweeter planare innovativo. Sebbene, indubbiamente, ci siano sul mercato alcuni diffusori a linea di trasmissione molto efficaci, ho avuto l'impressione che i benefici del caricamento a linea di trasmissione potessero essere potenziati attraverso l'implementazione di materiali migliori per i cabinet, di tecnologie di altoparlanti avanzate e di un approccio più meticoloso alla metodologia progettuale e alla costruzione. I primi prototipi hanno dimostrato che il concetto funzionava e grazie al susseguente riscontro e incoraggiamento da parte di vari professionisti dell'industria, ho ritenuto che ci fosse del potenziale commerciale per i miei progetti. Adesso, dopo altri 18 mesi, vendiamo i nostri progetti a un certo numero di rivenditori, perfino a Hong Kong.

Da dove provengono i cabinet e con quali materiali sono realizzati?
I nostri cabinet sono prodotti interamente da noi, da un team composto da due persone, e sono realizzati a mano utilizzando frese verticali e seghe - senza impiegare alcun macchinario CNC né processi automatizzati. Noi usiamo esclusivamente combinazioni di multistrato di betulla del Baltico da 18 mm e 24 mm, per le sue numerose e vantaggiose proprietà strutturali e acustiche (vale a dire: composizione a venature perpendicolari alternate a 90°, struttura naturale delle venature, infinitamente variabile, e resina smorzante tra ogni strato da 1 mm), l'insieme delle quali aiuta molto a ridurre le risonanze e il trasferimento di energia meccanica. Come materiale è impegnativo; costa di più dell'MDF ed è significativamente più difficile da lavorare. In particolare, gli strati di resina tra ogni “foglio” lo rendono particolarmente duro per le lame delle nostre seghe, che dobbiamo affilare periodicamente per poter mantenere netti i tagli! Tuttavia, credo che i benefici strutturali e sonici giustifichino pienamente il costo e il lavoro extra - realizzare cabinet che siano estremamente non-risonanti e acusticamente inerti.

Da dove provengono gli altoparlanti ed esattamente come sono realizzati e che modelli sono?
Il K300 e il K320 montano un woofer Scanspeak 18W/4531G01, che ha un cono in fibra di legno tagliata e una parte mobile sovradimensionata. Il tweeter è un Fountek Neo X 2.0, al quale apportiamo alcune lievi modifiche prima di montarlo nei nostri cabinet. Nel K100, il nostro modello più grande, i woofer e i midrange sono della Volt. Nel K300 il woofer è della Scanspeak. Il tweeter è della Fountek.

Quanto è complesso il crossover e da quanti elementi è composto?
Il crossover del secondo ordine a sei elementi (12 dB/ottava) è di qualità molto elevata e di semplice realizzazione, è costruito con componenti accuratamente selezionati, misurati singolarmente, abbinati a coppie e saldati a mano usando un cablaggio punto-a-punto. Noi utilizziamo esclusivamente induttori con nucleo in aria unici (avvolti a mano da noi stessi), condensatori a film in polipropilene e resistori a film in carbonio. Nonostante la semplicità del progetto, i crossover sono l'elemento che, finora, ha richiesto più tempo per l'ottimizzazione e la taratura. È stato necessario assicurarsi non solo che funzionassero bene sonicamente, ma che funzionassero bene anche elettricamente, presentando un'impedenza di carico uniforme all'amplificatore. È stata posta molta cura e attenzione ai dettagli, per ottimizzare al meglio questi circuiti, ponendo l'accento sulla loro trasparenza sonica e mantenendo il più possibile bassa la resistenza.

Perché scegliere la linea di trasmissione? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un simile approccio?
Dopo aver sperimentato i reali benefici di un sistema a linea di trasmissione ben implementato, è diventato molto difficile pensare a usare altre metodologie per la costruzione dei cabinet. Tra i vantaggi abbiamo una maggiore estensione e un'attenuazione molto più graduale sulle basse frequenze rispetto ai progetti che prevedono cabinet con sbocchi reflex e/o chiusi. Inoltre, la risposta in gamma bassa viene percepita come “più veloce” e meglio controllata rispetto a progetti di cabinet alternativi, con le note del basso che iniziano e terminano con maggiore precisione e accuratezza. C'è anche una significativa riduzione della distorsione dovuta alla guida d'onda posteriore, che canalizza l'energia posteriore indesiderata allontanandola dal cono. Nella maggior parte dei progetti di cabinet con sbocco reflex e/o chiusi, l'energia posteriore indesiderata spesso risuona e viene riflessa all'interno della cavità che si trova dietro l'altoparlante, la quale può introdurre distorsione e comportamento non lineare, rendendo molto difficile al cono funzionare in maniera ottimale.
Questo, nello specifico, è il caso dei progetti a due vie, nei quali un unico altoparlante bipolare ha il compito di coprire un'ampiezza di banda di informazioni molto estesa. Integrare una guida d'onda posteriore accuratamente smorzata significa che il cono non lotta contro le riflessioni all'interno del cabinet, e nel momento in cui l'energia posteriore degli altoparlanti raggiunge il limite della linea di trasmissione, tutte le informazioni al di sopra degli 80 Hz sono state assorbite e dissipate internamente dai materiali smorzanti. Il risultato è una significativa riduzione della distorsione e una gamma media molto più trasparente e pulita, nonché dal suono più naturale. I rinforzi interni aggiuntivi dei cabinet sono un beneficio molto apprezzato dalla guida d'onda interna. Questo, a sua volta, aiuta a ridurre la risonanza e la coloritura del cabinet.
Per quanto riguarda gli svantaggi: tipicamente, la linea di trasmissione, per funzionare in maniera ottimale, richiede cabinet di dimensioni maggiori rispetto ai progetti chiusi e/o reflex. Comunemente, le orecchie delle persone sono solitamente calibrate per la risposta in gamma bassa, con elevato Q, dei cabinet reflex. Pertanto, al primo ascolto la nostra linea di trasmissione può, talvolta, essere percepita come se avesse un suono leggero in gamma bassa in ambienti, caratterizzati da significative risonanze assiali, che non abbiano ricevuto un certo grado di trattamento acustico. I nostri diffusori non “inondano” la stanza con un contenuto eccessivo tra i 40 Hz e gli 80 Hz, come invece fanno molti progetti reflex, e quindi sono in un certo senso più sensibili alle delimitazioni ambientali rispetto a progetti più convenzionali. Tuttavia, in un ambiente correttamente ottimizzato i vantaggi di questo tipo di risposta in gamma bassa sono evidenti. In ambienti non ottimali, la risposta in gamma bassa, in un certo qual modo, può essere ottimizzata facendo prove di vicinanza alla parete posteriore.

Perché non hai adottato il caricamento bass-reflex come fanno tutti gli altri?
Sebbene il caricamento reflex, di primo acchito, possa dare una risposta in gamma bassa “attutita” abbastanza soddisfacente, esso raramente è accurato e spesso è caratterizzato da molta non-linearità. Uno sbocco reflex funziona molto efficacemente su una banda ristretta, ma al di fuori di essa fallisce, spesso rendendo molto difficile scendere in basso senza ricorrere a cabinet dal volume interno significativo. Secondo la mia esperienza, i cabinet reflex tendono a suonare più “lenti” e più “affaticati” in gamma bassa. Inoltre, essi conferiscono una più marcata impronta sonora “mononota”, rendendo più difficile distinguere le caratteristiche individuali in bassa frequenza delle registrazioni, a causa della coloritura apportata dal cabinet e dallo sbocco reflex. Le linee di trasmissione rendono più facile individuare e distinguere i dettagli e le sfumature dei singoli strumenti nelle ottave inferiori; pensate, per esempio, al contrabbasso e ai timpani che suonano insieme: in un sistema reflex è più probabile che questi suoni si fondino tra loro, con le risonanze naturali del cabinet e dello sbocco reflex che vengono eccitate, sporcando/colorando l'esecuzione musicale. Naturalmente, questa è solo una regola generale, basata sull'esperienza personale.

Quale tipo di suono stai cercando?
Essendo stati pensati, originariamente, per un utilizzo in studio da parte di professionisti, l'obiettivo progettuale primario era realizzare diffusori veloci, precisi e neutri. È stata posta grande enfasi sull'ottimizzazione della risposta relativamente al tempo, che credo abbia la medesima importanza (e in alcuni casi, maggiore) della risposta in frequenza/ampiezza. Questo è uno dei motivi principali per cui ho optato per un diaframma del tweeter incredibilmente leggero (0,027 g, rispetto ai circa 0,5 g di una cupola tradizionale e ai circa 0,17 g di un tweeter a nastro in stile AMT).
Questo diaframma a bassissima inerzia permette di ottenere una risposta senza pari sotto l'aspetto del tempo, con una notevole capacità di risposta efficace sui transienti, particolarmente con registrazioni molto ricche, dalle quali il tweeter deve riprodurre un'ampia banda di informazioni simultaneamente. I nostri diffusori non lusingano né compiacciono la registrazione da riprodurre e di conseguenza le persone, spesso, restano sorprese da come le loro registrazioni suonino drasticamente differenti l'una dall'altra, perché i diffusori aggiungono molto poco della loro impronta sonora.

Conosci altri diffusori a linea di trasmissione che usano tweeter a nastro?
Credo che la IPL proponga dei diffusori a linea di trasmissione fai-da-te, in kit, che includono tweeter a nastro. Non conosco altre aziende che utilizzano queste caratteristiche progettuali combinate.

Quali sono i tuoi diffusori preferiti non progettati da te?
Questa è una bella domanda, ma ho un debole per i miei fidati Infinity RS 9 Kappa. Sono diffusori atrocemente complessi e tristemente irrealizzabili, ma sono diffusori che offrono prestazioni notevoli se pienamente ottimizzati e adeguatamente pilotati. Il progetto (caratterizzato da un baffle infinito, sette altoparlanti e cinque vie e mezza) presenta un'impedenza di carico particolarmente nefasta all'amplificatore (può scendere anche fino a 0,3 Ω!) e praticamente richiede un saldatore ad arco per pilotarli efficacemente. Ciononostante, essi sono i miei diffusori di riferimento da otto anni a questa parte per via della loro capacità di riprodurre registrazioni caratterizzate da notevole grandezza e dettaglio. Essi racchiudono alcune caratteristiche progettuali desiderabili, tra cui cabinet chiusi, woofer da 12", estrema leggerezza, realizzazione in grafite stampata a iniezione, midrange a cupola ben progettati e tweeter planari. Inoltre, essi funzionano come dipoli al di sopra degli 800 Hz circa e ricreano un'immagine fantastica - non solo in termini di larghezza e di profondità, ma anche in altezza - qualcosa che ritengo manchi con molti diffusori.

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