Lonpoo LP42M - minidiffusori attivi

Mai dormire sugli allori, ma se una cosa funziona bene...perché cambiarla?

[Lonpoo LP42M]
[English version here]

Prodotto: Lonpoo LP42M - diffusori attivi (amplificati)
Costruttore: Lonpoo - Cina
Prezzo appross.: circa 110€/coppia, a seconda delle offerte e delle modalità di spedizione
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT-Audio Italia
Recensito: maggio, 2025

Sono passati quattro anni dalla mia prova delle Lonpoo LP42X, versione attiva delle LP42, ben presto diventate best-seller del mercato nella categoria dei diffusori entry-level. A quella prima serie attiva fece seguito, poco tempo dopo, una versione identica ma con più ingressi, compresi quelli digitali, i controlli di tono e il telecomando. Alla Lonpoo non hanno fatto passare molto tempo - giusto un paio d'anni - ed ecco che è pronta una nuova versione, completamente rinnovata, denominata LP42M che, immagino, non sostituisce la LP42X, visto che ci sono alcune differenze operative importanti.

Uno sguardo da vicino

[Lonpoo LP42M - MV Silicon chipset] Le LP42M sono molto diverse dalle progenitrici: cambiano entrambi gli altoparlanti e persino il cabinet, ora più grande di qualche centimetro. La sezione elettronica è sempre dotata di telecomando, controlli di tono e ingressi digitali (coassiale, ottico e Bluetooth) e conserva naturalmente anche l'ingresso linea, sia su RCA che su minijack da 3.5mm. Tutti i segnali, compreso quello linea, sono gestiti da un unico chip tuttofare, il misterioso BP1048B2 della cinese MV Silicon, che si occupa anche di applicare gli effetti DSP.

Gli ingressi linea, sia via RCA che minijack, hanno un serio errore progettuale: in pratica l'uscita standard di un CD player (2V) manda l'ingresso in saturazione e il suono che ne deriva è estremamente distorto. Inizialmente ho pensato a un diffusore difettoso, ma anche la seconda coppia che ho provato presentava lo stesso comportamento. Nessun problema invece utilizzando uno smartphone collegato all'ingresso linea tramite l'uscita cuffia, evidentemente il livello del segnale è più basso e non manda in saturazione gli ingressi. Potrebbe anche essere un problema relativo all'impedenza d'ingresso: magari è più bassa di quella che si aspetterebbe un CD player. In ogni caso, questo è un fatto, ovviamente, gravissimo. Per poter ascoltare dagli ingressi linea ho dovuto usare un CD player con uscita regolabile. Naturalmente li ho provati anche utilizzando gli ingressi digitali, che non presentano alcun problema.

La sezione di amplificazione è basata sul solito TPA3116 in Classe D. L'ingresso USB funziona solo con pen drive, non è prevista l'interfaccia col PC e si perde (incredibilmente) il comodo ingresso HDMI ARC. Pertanto, la TV si potrà collegare solo in digitale oppure con l'uscita linea. Il DSP offre diverse impostazioni classificate per genere musicale (flat, classica, rock, jazz). Un pulsante anteriore comanda sia l'accensione che il volume. Non ha fine corsa, quando si raggiunge il volume max la cassa emette un segnale sonoro. Un LED che cambia colore segnala i diversi ingressi selezionati.

I driver sono completamente nuovi: il woofer, sempre da 4", abbandona la fibra di carbonio per l'alluminio, mentre il tweeter è più piccolo, in cupola di seta e magnete in neodimio. il complesso magnetico del woofer è notevole, praticamente grande quanto l'altoparlante stesso. Il filtro è sempre di tipo molto semplice: un condensatore (MKP da 3.3uF al 5%) e una resistenza d'attenuazione sul tweeter da 1.5Ω. I cavi interni presentano ancora il solito, intelligente avvolgimento in gommapiuma per evitare rumori e vibrazioni al passaggio dell'aria nella cassa passiva ma sono stranamente assenti in quella attiva (perché?). Il carico è sempre bass-reflex a sbocco posteriore. L'alimentatore è interno al diffusore. Uno dei due diffusori è completamente passivo (slave) e va collegato al quello attivo (master) tramite un cavo di potenza, peraltro fornito. Molto belli i connettori multistandard dorati.

Il cabinet in MDF, ben riempito di fogli in materiale fonoassorbente, è ora più grande: cm 25A x 15.5L x 17P e il peso è di 5kg per coppia. Le specifiche tecniche dichiarate parlano di una risposta in frequenza da 40Hz a 20kHz.

[Lonpoo LP42M - amplifier board]
[Lonpoo LP42M - amplifier board]

[Lonpoo LP42M woofer]
Lonpoo LP42M - woofer & complesso magnetico
[Lonpoo LP42M tweeter]
Lonpoo LP42M - filtraggio e attenuazione del tweeter

[MVsilicon BP1048B2]
Schema della gestione del segnale - chipset BP1048B2

Mai dormire sugli allori, ma se una cosa funziona bene...perché cambiarla?

Facciamo prima un po' di chiarezza: le prime LP42X, che abbiamo recensito qualche anno fa, avevano solo l'ingresso linea; le seconde, che chiamerò LP42X mkII per differenziarle, erano identiche per cabinet e altoparlanti, ma la parte elettronica era completamente diversa, essendo in grado di gestire segnali digitali e persino HDMI ARC. Questa LP42M elettronicamente è simile a quest'ultima, ma cambiano sia il cabinet che i driver, come già detto. Il confronto l'ho eseguito sia con le LP42X originali che con le ultime LP42X mkII.

Sgombro subito il campo da equivoci: le prime LP42X, quelle essenziali, suonano MOLTO MEGLIO delle successive e anche di queste LP42M. Il confronto è imbarazzante, sia come timbrica che come pressione sonora riproducibile. Non avendo limitazioni sulla manopola del volume, le prime LP42X possono suonare veramente molto forte, con un suono pieno, corposo e dinamico. Molto distante la performance sia delle LP42X mkII che di queste nuove LP42M. La limitazione elettronica sul volume fa sì che queste casse suonino entrambe almeno 10 dB più piano delle primogenite. È una differenza semplicemente enorme. Se amate ascoltare ad alto volume, scordatevi sia le LP42X mkII che le LP42M: nel mio punto d'ascolto ho faticato a raggiungere gli 80 dB di picco. Questi valori possono comunque essere sufficienti per un ascolto ravvicinato (tipo desktop) o in ambienti “condominiali” poco tolleranti.

Dal punto di vista qualitativo, le vecchie LP42X si fanno beffe della discendenza, e con le nuove casse si fatica a credere di ascoltare delle eredi delle LP42 passive. C'è ben poco che ricordi il loro suono, a parte la solita apertura in gamma alta. Tra le LP42X mkII e le nuove LP42M le differenze non sono enormi, ma ci sono, e sono a favore delle ultime arrivate. Chiaramente i nuovi altoparlanti e il nuovo mobile hanno qualche piccolo vantaggio. Non immaginatevi chissà quali differenze, comunque. Diciamo che la gamma medio-alta è più raffinata e pulita, anche se andrebbe attenuata di almeno 2 dB. Anche la gamma bassa è migliore: scende un po' di più ed è più coesa e “a tempo” mentre le LP42X mkII segnano il passo, col woofer che fatica un po' a scandire i tempi giusti.

Quel che infastidisce di più, tuttavia, sia in questa nuova versione che in quella precedente, è un evidente buco in gamma media, che toglie corpo a voci e strumenti, in particolare alle percussioni.

Dal punto di vista dinamico si guadagna un po' di sprint in più, così come dal punto di vista dell'immagine, che appare un po' più slegata dai diffusori, più ampia e profonda. Non sono differenze eclatanti, ma ci sono. Purtroppo, non bastano a far guadagnare a questi diffusori la sufficienza piena ed è un peccato perché gli altoparlanti sembrano poter fare molto di più.

Il problema è l'elettronica, che manipola pesantemente il segnale, con una doppia conversione A/D - D/A per il segnale analogico, cui aggiungere la mano evidentemente malefica del DSP e del limitatore di volume. Anche passando attraverso gli ingressi digitali, comunque, la situazione non migliora. Basta vedere lo schema sopra, ossia il diagramma della gestione degli ingressi nel chipset, per capire che il problema sta tutto lì. Aggiungo che, forse, persino la sezione di alimentazione del TPA3116 è limitante, di sicuro non stiamo parlando del grosso alimentatore esterno delle prime LP42X.

[Lonpoo LP42M - vista posteriore]

Qualche consiglio/modifica

Prima di giudicarle, come al solito, lasciatele suonare a volume sostenuto per qualche decina di ore. Il cavo di potenza fornito è di buona sezione e qualità, ma ovviamente è migliorabile. Il condensatore sul tweeter si può migliorare anch'esso, abbiamo trattato l'argomento in un articolo separato. Se il tweeter dovesse risultare troppo brillante si può pensare di attenuarlo aumentando il valore della resistenza in serie ad esso. Ora è di 1.5Ω, per un'attenuazione intorno ai -3dB. A mio parere altri 2-3 dB di attenuazione potrebbero far bene ma dubito si andrebbe a sistemare il buco in gamma media, frutto o di un incrocio sbagliato tra i driver o, peggio, di qualche manipolazione elettronica. Coi controlli di tono, comunque, non si riesce a rimediare.

Lamentele

Costruzione & finitura.
Il livello di finitura è molto buono per il prezzo, sicuramente superiore alle vecchie LP42 passive. Trovo inspiegabile l'eliminazione dell'ingresso HDMI ARC e abbastanza inutili i preset DSP, meglio lasciare tutto flat e, eventualmente, aiutare un po' coi controlli di tono, in caso di ambienti non ideali o di ascolti a volume molto basso. Positiva la presenza del tasto d'accensione e del potenziometro del volume posti anche frontalmente, oltre che sul telecomando. In utilizzo desktop è comodissimo poter gestire tutto senza usare il telecomando o mettere le mani nel retro del diffusore. Ritengo inaccettabile l'errore progettuale della tensione massima consentita dagli ingressi linea. L'ho segnalato, ci dovrebbero metter mano. Infine, ritengo pessima l'idea di non segnalare in alcun modo l'equalizzazione DSP scelta. Per tornare in posizione flat (DSP escluso) bisogna premere RESET sul telecomando o ricordarsi di quante volte si è premuto il tasto EQ. I controlli di tono possono essere regolati solo manualmente sul retro del diffusore master e sono privi di scatto centrale.
Suono. Un piccolo passo avanti rispetto alla seconda generazione di LP42X ma 100 passi indietro rispetto alla prima generazione: pressione sonora sostanzialmente insufficiente, suono privo di vita, con un evidente buco in gamma media, gamma alta in netta evidenza. L'incredibile suono delle prime LP42 passive e delle prime LP42X attive è solo un lontano ricordo. Si conferma la fastidiosa tradizione di alcune aziende cinesi che sfornano prodotti a getto continuo ma che, evidentemente, non li ascoltano. O, se li ascoltano, non hanno l'esperienza o i mezzi per capire se suonano bene oppure no. Ho chiesto, e mi hanno confermato - come sospettavo! - che il progettista delle LP42M non è lo stesso delle LP42 e LP42X prima serie. Poteva essere diversamente?

Conclusioni

Le LP42M sono un minuscolo passo avanti rispetto alle LP42X seconda serie, ma non abbastanza da meritare la promozione. Lo dico senza mezzi termini: queste LP42M sono state una grande, cocente delusione. È possibile che gli altoparlanti possano fare di meglio (e qualcosa si intuisce) ma prima bisognerebbe tornare alle origini, eliminare tutta la parte di elettronica digitale e lasciare il solo ingresso linea, amplificato dal solito buon TPA3116, dotato di un alimentatore decente. Se proprio si volessero aggiungere ingressi digitali, lo si faccia tramite una sezione D/A separata. Interna, ma separata. E che si butti alle ortiche il DSP e si sistemi il problema, serissimo, della saturazione degli ingressi linea (dopo la mia segnalazione hanno promesso di lavorarci). Assolutamente bocciate.

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