PureAudioProject TrioTB15 NEO

[Pure Audio ProJect Trio15TB NEO]

Dipoli Fai-Da-Te per.....negati del Fai-Da-Te!

[English version here]

Nome Prodotto: PureAudioProject TB15 Neo
Produttore: Pure Audio Project - Israele (leggete oltre per ulteriori informazioni)
Costo: 3500€ (Conversione di valuta) (il prezzo può variare)
Recensore: Graeme Budd - TNT Francia
Data recensione: Ottobre 2016
Traduzione a cura di: Stefano Miniero

Come i nostri lettori sanno da molto tempo, in TNT Audio non siamo contrari ad un po' di sano “fai-da-te”, specie se questo permette di puntare più in alto a parità di spesa. Leggendo i vari report del Munich High End del 2015, mi sono imbattuto nella gamma di diffusori della PureAudioProject e sono stato subito colpito dall'approccio “facciamo sul serio”, e dalla modularità che è alla base dei progetti. Immagino quindi che questo sia il momento di spiegare quell'idea di base e come si sposi con il “fai-da-te”, cui accennavo nel titolo.

La PureAudioProject è frutto dell'ingegno dell'Israeliano Ze'ev Schlick. La sua strategia di base vuole sfruttare la semplicità costruttiva dei diffusori a Dipolo, combinandola con un facile assemblaggio finale “fai-da-te” e con la vendità diretta, con lo scopo di ottenere diffusori di prestazioni “high end” ma con costi ragionevoli.

Le linee rispondenti a queste caratteristiche nella gamma PureAudioProject sono essenzialmente due, ovvero quella denominata Trio 15, che stiamo recensendo qui, e la Trio 10. Le due linee si differenziano essenzialmente nel diametro dei woofer: il modello Trio 15 monta unità da 15 pollici, mentre il modello Trio 10 (ovviamente) unità da 10 pollici. Visto che ci stiamo occupando del modello Trio 15, vi riporto di seguito alcune delle opzioni che potete configurare, su questo modello, in base alle vostre preferenze e al vostro budget.

Ci sono due tipi di supporti, ovvero acciaio/legno oppure alluminio. Poi potete montare due tipi di unità per i bassi, entrambe prodotte dalla Eminence espressamente per la PureAudioProject: queste possono essere selezionate in base all'unità per medio-alti che intendete installare.

Per riprodurre la gamma più acuta, c'è un'unità Full-Range della Tang Band, che è quella che abbiamo in questo caso, ma si può optare per un'unità Beyma oppure dei tweeter Heil AMT. Inoltre, è prevista a breve un'ulteriore unità a bobina di campo. I crossover sono disponibili per tutte le configurazioni ma, ovviamente, potete anche farne a meno ed usare la multi-amplificazione attiva. I pannelli, per tenere saldamente in posizione gli altoparlanti, sono realizzati in solida quercia o in bambù, rifiniti in nero laccato tipo pianoforte, oppure potete scegliere una tra le varie finiture disponibili. Non mi sono messo a contare tutte le possibili varianti, ma si può essere ragionevolmente certi che ci sarà sempre una configurazione in grado di accontentare i gusti dei clienti.

Ho scambiato parecchie email con Ze'ev, e ci siamo anche sentiti diverse volte al telefono, ed abbiamo infine concordato che la configurazione che sarebbe andata bene per me era quella ritratta qui sotto e descritta nelle note seguenti:

15 Neo
Altoparlanti Eminence Neo per Dipolo, sviluppati espressamente dalla Eminence per la PureAudioProject

Questi altoparlanti sono assai più high tech di altri concorrenti, essendo dotati di un telaio in alluminio stampato, piuttosto che in semplice acciaio pressato, ed hanno un complesso magnetico di dimensioni superiori alla media. Queste unità si renderanno necessarie, se opterete per i tweeter Beyma o per gli Heil AMT, poiché hanno quel pizzico di velocità in più, utile per stare dietro a tweeter così veloci. Lo stesso Ze'ev mi ha suggerito di usare questa versione, anche perché normalmente uso un amplificatore valvolare in configurazione Push Pull. La versione standard, infatti, si abbina meglio ad amplificatori SET (Single Ended Triode) e suona in modo un pochino più morbido.

Unità full-range Tang Band
Queste sono le unità che ho scelto per la gamma medio-alta, pur essendo le più economiche nella lista delle opzioni della gamma Pure Audio. Però sono equipaggiate con un generosissimo complesso magnetico, come ho avuto modo di scoprire avvicinandogli, per caso, attrezzi in acciaio. Alla membrana in cartone è abbinata un'ogiva rifasatrice in alluminio.

Altoparlante TB La finitura che ho scelto per i pannelli è la quercia (in modo che si armonizzasse con il mio arredamento, durante il periodo di test), insieme alla versione più aggiornata del telaio in alluminio, per ottenere la maggior rigidità possibile per l'intera struttura. Faccio notare che i pannelli non sono fatti di MDF impiallacciato o, peggio, di semplice truciolato, ma di autentico massello di legno.

Il crossover è l'ultimissima versione della Mundorf, progettata per configurazioni a due vie. Ponticelli ottimamente realizzati permettono di regolare il livello degli alti in un range di 3 valori, e vi sono anche due set di connettori, per consentire il collegamento in bi-wiring oppure la bi-amplificazione passiva.

Ze'ev stesso mi aveva avvertito che l'unità dei bassi avrebbe richiesto circa 200 ore continuative, per completare il rodaggio. Visto che 200 ore rappresentano una notevole quantità di tempo, per una persona che lavori fuori casa, ho provveduto a collegare tutti e quattro gli altoparlanti ad un amplificatore a transistor (un vecchio Mission Cyrus One), ho messo il tutto in garage, e l'ho lasciato funzionare ininterrottamente con un CD di Sergent Garcia per ben 8 giorni. Questo era necessario anche per escludere brutte sorprese, una volta che tutto il resto dei componenti sarebbe stato messo in funzione. E tutti questi componenti arrivano in varie confezioni, provenienti da posti differenti. I crossovers arrivano dalla Germania, così come i pannelli in legno e le unità full-range ed Eminence. I telai in alluminio arrivano invece dagli Stati Uniti, da dove sono stati spediti per via aerea.

Non appena tutti i componenti mi sono stati recapitati, ho potuto iniziare la costruzione dei diffusori. Il montaggio risulta estremamente semplice, grazie alle istruzioni fornite in dotazione, e se siete abituati ai pacchi piatti dei mobilifici Svedesi, non dovreste avere alcun problema ad assemblare i Trio 15. In ogni caso, vi consiglio di farvi dare una mano da qualcuno, almeno in alcuni passaggi, perché l'insieme dei pannelli e degli altoparlanti risulta piuttosto pesante da maneggiare, ad esempio quando occorre fissarlo sul telaio. Questa fase potrebbe essere decisamente faticosa, se siete da soli! Nessun problema, al contrario, per il cablaggio. Vi servirà solo una pinza spella-cavi, se avrete scelto le unità Neo: questo perché i crossover sono dotati di cavetteria di ottima qualità, ma con connettori ad innesto, che non vanno bene per questi altoparlanti. Chiaramente, se queste unità fossero state di mia proprietà, non avrei avuto esitazioni a saldare le connessioni, dove possibile.

In ultimo, i diffusori Trio vengono forniti completi di normali punte, oppure di punte Soundcare Superspikes, particolarmente acuminate, a seconda del tipo di superficie del vostro pavimento. Questo è indice di un livello di attenzione al cliente, che molti altri produttori dovrebbero imitare.

In uso

La maggior parte del tempo, ho pilotato i Trio con il mio usuale amplificatore Canary 608LV e cavi Hitachi LC-OFC. Le sorgenti variavano tra un giradischi Linn Axis con braccio Linn Akito e testina Ortofon 2M Black, alternata con una Reson Etile, oppure un Audio Note IQ3, un Iphone 4 ed infine un Naim CD5i. In ogni caso, una volta finito il rodaggio e dopo aver completato l'assemblaggio, non sono riuscito a resistere alla tentazione di un veloce ascolto con un Sony CD Walkman collegato al mio Cyrus 1, che si era sobbarcato tutto il lavoro di rodaggio.

Il primo album a finire nel lettore è stato il Brown album degli Orbital, andando subito alla traccia 3, quella intitolata "Lush 3-1". E subito sono rimasto esterrefatto, considerato che stavo usando una sorgente da meno di 100€, e senza aver speso neanche un minuto a curare la disposizione dei diffusori! C'era tutta la velocità necessaria, corrette proporzioni di strumenti e cantanti, dettaglio ed un grande sorriso sulla mia faccia, cosa che è sempre un ottimo indicatore. Mio figlio maggiore si è precipitato giù dalle scale e, avendo notato che questi diffusori erano alti come lui, ha pensato che forse sarebbe stata una buona idea farci suonare gli AC/DC...
Ma per il momento, ho evitato gli AC/DC, ed appena il mio vicino si è reso disponibile per darmi una mano, abbiamo spostato i Trio in salotto e li abbiamo ricollegati all'impianto principale.

Ma prima di andare avanti, dobbiamo parlare di quello che è l'unico vero problema con questi diffusori. Mi rendo perfettamente conto che questo potrebbe rovinare un poco il resto della recensione, ma di quel poco è meglio parlarne subito. Il fatto è che i Trio 15 sono un po' troppo grandi e tendono a dominare visivamente l'ambiente nel quale vengono inseriti. Certo, ne ero cosciente prima di chiederli in prova a Ze'ev, ma l'impressione è la stessa che si ha quando si sceglie una TV in negozio: quando poi la si porta a casa, sembra sempre molto più grande!
A conti fatti, non richiedono una superficie più ampia di qualunque altro diffusore full-range, ma l'impressione che danno è quella, sebbene alla fine ci si abitui. Infatti, quando mio padre è venuto a trovarmi, la sua prima frase è stata: “Che accidente sono quei cosi?”. Ma dopo appena un paio di giorni di ascolti vari, era diventata: "Potrei conviverci senza problemi". Ecco perché penso sia meglio specificare che alla fine si integreranno nell'ambiente, ma finché non lo fanno, saranno oggetto di discussione con i vostri ospiti.

E quindi, mettiamoci all'ascolto....

Date le notevoli misure, vi aspettereste che le dimensioni e la profondità del palcoscenico virtuale siano proporzionate, ed all'ascolto è proprio così. Quello che non mi aspettavo, è la finezza che questi diffusori hanno messo in mostra. Album come il vecchio “Feels like home” di Norah Jones, vengono resi con una sottigliezza ed un livello di dettaglio che non avevo mai sentito prima. È come se la differenza tra i piano ed i fortissimo fosse molto più pronunciata. All'improvviso, musicisti e cantanti riuscivano a trasmettere le sottigliezze più minute nel loro modo di suonare, e tutta la micro-dinamica e le inflessioni nel loro cantato. Immagino che tutto questo possa essere riassunto in una sola parola: emozione.

Quella stessa finezza, era evidente anche in “The lazarus Heart”, di Sting. L'apertura del brano, con le percussioni e la chitarra, non viene sbattuta in faccia, ma dipinta con finezza e gentilezza, pur mantenendo inalterato il livello di dettaglio. Solamente quando entra Manu Katché con la batteria, il brano si scatena davvero. Metteteci anche l'accuratezza timbrica nella resa del sassofono soprano, con tutta la sua immanenza, il suo corpo e la sua delicatezza, ed un pezzo che avrò ascoltato almeno 100 volte, riacquista d'un tratto la freschezza di una margherita di campo.

Essendo abituato ai diffusori Project Box 5s, la presentazione dei Trio è, prevedibilmente, molto differente. Il punto di forza dei Project sta nella precisione con cui ricostruiscono l'immagine sonora ma, chiaramente, lo fanno in scala ridotta. I Trio hanno un'impostazione radicalmente diversa, e pongono l'accento proprio sulle dimensioni reali di musicisti e cantanti. Il palcoscenico virtuale non è preciso come quello di diffusori tipo monitor, ma è esteso in ampiezza e profondità e contribuisce a restituire le sensazione di essere effettivamente lì.

Questo è apparso con evidenza ascoltando “Choose your Weapon”, di Haiatus Kaiyote. La traccia di apertura suona in modo assolutamente imponente ma, al tempo stesso, mantiene una presentazione chiara e realistica degli strumenti. Per essere chiari, quando parlo di imponenza non mi riferisco a quella del diffusore. Inoltre, i Trio gestiscono in modo superbo il tempo, anche in brani piuttosto complessi da questo punto di vista, tanti da farmi battere ritmicamente il piede a terra, seguendo il tempo scandito dal batterista. Questo disco, nuovo per me, ha evidenziato anche un altro punto di forza dei Trio 15, e cioè che riescono a farvi familiarizzare facilmente anche con la musica che non conoscete ancora. Questa è una caratteristica che solo i sistemi migliori sanno tirare fuori, ed i Trio non deludono, da questo punto di vista.

Giusto per fare un esempio, mentre avevo i Trio in prova, un potenziale cliente di Ze'ev's si è presentato a casa mia per una demo. Aveva portato con sé una selezione di CD, alcuni dei quali erano collezioni di pezzi di musica classica moderna. Sono il primo ad ammettere di non saperne molto di musica classica moderna, ma i Trio hanno reso un piacere l'ascolto di questo materiale, e mi dispiace solo di non essermi appuntato titoli ed autori, per scoprirne di più. Continuo tuttavia a pensare che farmi piacere Celine Dion, vada oltre anche le notevoli possibilità e la potenza dei Trio 15.

E visto che stiamo parlando di potenza, questi diffusori sono anche estremamente efficienti, attestandosi su valori intorno ai 95dB. Tuttavia, hanno bisogno di un po' di spinta, per far uscire davvero fuori i bassi. Questo potrebbe sembrare strano, visto che ci sono ben 4 unità da 15 pollici, direzionate verso l'ascoltatore. Ma dovete considerare che non sono inserite in un cabinet, per cui una buona parte del suono viene indirizzato verso la parete posteriore, come accade per tutti i dipoli. Questa non è necessariamente una cosa negativa e l'effetto della mancanza di un cabinet ha rappresentato una piacevole sorpresa, permettendo all'indole degli strumenti nella gamma bassa di risplendere in tutto il loro fulgore. Non ci sono nemmeno evidenti fenomeni di risonanza, come accadeva con i miei usuali diffusori Linn ascoltando Hyper Ballad di Björk, dove una delle note del basso è suonata ad un volume maggiore dell'altra, che viene di conseguenza quasi cancellata. Questo non accade invece con i Trio: se c'è una nota, essa viene semplicemente suonata al volume giusto, senza enfatizzarla oppure farla rimbombare. L'ascolto del brano “Vikram the Vampire” di Talvin Singh, dall'album “OK”, evidenzia chiaramente queste caratteristiche. Bassi profondi, ma perfettamente intelligibili, vi permettono di seguire facilmente la traccia. Non c'è alcun segno di torbidezza o eccesso di peso nelle note più gravi, cosa che di solito uccide la velocità. Oltretutto, vi mostrano fedelmente ciò che è stato effettivamente suonato, il che può rappresentare una sorpresa, quando si scopre una nota bassa dove prima non c'era, e che vi farà sentire appagati rispetto all'ascolto dello stesso brano con diffusori di minor pregio.

Ma questo pezzo di Talvin Singh è anche un eccellente strumento di valutazione degli alti. Infatti, con diffusori che tendono ad essere un po' più brillanti della media, occorre alzare parecchio il volume per riuscire a far sviluppare pienamente le note più basse. La contropartita è che si avrà un livello degli alti in grado di infastidire tutti i cani del vicinato in un raggio di 2 miglia. Ora, sebbene io non sia un amante dei cani, ed irritare una larga parte della locale popolazione canina potrebbe essere tempo ben speso, un simile tipo di presentazione può risultare stridente anche per le orecchie umane. Con i Trio, il bilanciamento tra le varie porzioni della banda audio rimane perfettamente in equilibrio. In questo caso, se ascoltando questo brano vi viene voglia di alzare il volume, è solo perché desiderate godervi l'emozione che può generare.

Conclusioni

Immagino che abbiate capito perfettamente che i Trio15TB NEO mi sono piaciuti parecchio. Si potrebbe obiettare che 3500€ siano parecchi per l'appassionato medio di Hi-Fi, specie se si deve provvedere da soli al montaggio. Tuttavia, questa scelta significa anche che state pagando solo il prodotto senza il montaggio, e quindi che si sta ottenendo il massimo possibile dal vostro denaro. Non sono in grado di stimare quanto la vendita diretta incida sul costo finale, ma sono pronto a scommettere che se compraste un prodotto simile in negozio, già assemblato, staremmo parlando di almeno 5000 e forse anche 6000 euro. Guardandola da questa prospettiva, ci troviamo al cospetto di diffusori di livello molto elevato.
Infatti, possono riprodurre fedelmente le proporzioni, il basso, l'immagine sonora e sono più che disposti a farvi ballare, se serve. Metteteci la sottigliezza del dettaglio, la finezza ed una buona dose di emozione, e non vedo molte possibilità che qualcuno possa rimanerne deluso. Volete sapere a chi li raccomanderei? Sicuramente a tutti quelli che dispongano di un ambiente sufficientemente grande, in cui posizionarli. Per quelli che non hanno case con queste caratteristiche, (ad esempio la maggior parte dei residenti nel Regno Unito), potrebbe essere più indicato il modello più piccolo. Ma considerate che il modello grande fa caso a sé per cui, se ignorate l'armonia domestica ed il WAF, potrete godervi diffusori che suonano veramente alla grande.

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