Diffusori Tonian Labs Oriaco G6

Gli Oriaco G6 di Tonian Labs sono tra i migliori diffusori su stand di oggi? Essi sono...

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Prodotto: Diffusori Tonian Labs Oriaco G6
Produttore:
Tonian Labs - USA
Prezzo: 3.500 dollari USA/coppia - Convertitore di valuta
Recensore: M.L. Gneier - TNT USA
Pubblicato: Marzo, 2023
Traduttore: Roberto Felletti

[Diffusori Tonian Labs Oriaco G6]
[Diffusori Tonian Labs Oriaco G6 - Il tweeter in dettaglio]

Questo è un estratto della mia prima chiacchierata con Tony Minasian di Tonian Labs.

Io: Un amplificatore integrato?

Tony Minasian: Sì. Uno qualsiasi.

Io: Beh, credo di averne uno vecchio in garage.

Tony Minasian: E per quanto riguarda i cavi di potenza, cavo per lampade; niente di ricercato.

Ho davvero un vecchio integrato in garage. È lì da anni e di tanto in tanto torna molto utile. Ma non ho mai pensato di usarlo per pilotare quelli che sono progettati per essere monitor di riferimento e, naturalmente, un progettista di monitor di riferimento non mi ha mai chiesto di tirarlo fuori dalla naftalina. Però è esattamente ciò che è successo quando mi preparavo ad ascoltare i Tonian Labs Oriaco G6.

L'integrato era okay. Mi piace e so esattamente come suona. Inoltre, i G6 non rappresentano un carico molto problematico. Tuttavia, ho tracciato una riga sul cavo per lampade. Mi spiace, Sig. Minasian, ma dovrà accontentarsi dei Kimber 8TC che sono praticamente saldati nel mio impianto.

Il tempo che ho trascorso con i G6 è stato breve, una sola settimana. Gli Oriaco G6 hanno l'aria di chi fa sul serio. Ogni cosa sembra essere dov'è e com'è per una ragione. Non si vedono orpelli, a parte la targa con il nome Oriaco. I cabinet sono insoliti, nel senso che sono realizzati con betulla del Baltico e sono spessi mezzo pollice (poco più di un centimetro). Mi sbilancio e dico che è uno spessore inferiore alla media, anche nel caso di monitor relativamente piccoli.

I G6 sono un progetto a due vie con sbocco posteriore. Il tweeter SB Acoustics è leggermente incassato, come si vede nella foto. Il woofer è pesantemente modificato e stranamente sembra sporgere leggermente dal cabinet. Un'unica coppia di robusti connettori è ben spaziata posteriormente sul cabinet. Non sorprendentemente, visto il loro scopo, non sono fornite griglie. I G6 hanno un aspetto sobrio ed elegante che si abbinerà (esteticamente parlando) pressoché a qualsiasi ambiente d'ascolto. I diffusori sono progettati dal summenzionato Tony Minasian, ingegnere del suono per formazione e per professione. In effetti, più avanti, nel corso della recensione, ascolterò i G6 che riproducono un paio di sue registrazioni. Come tanti altri ingegneri, provava una crescente frustrazione a causa di ciò che riteneva errori nel processo di registrazione amplificati da errori nell'impianto di riproduzione, specialmente riguardo ai diffusori. I G6 sono il suo tentativo di offrire all'ascoltatore esattamente quello che viene fatto in fase di registrazione.

Ho cominciato con uno dei miei riferimenti da lungo tempo, Immigrant's Dilemma, di Todd Garfinkle, su etichetta MA Recordings, di sua proprietà. I primi 3-4 minuti del brano di apertura, Time, sono assai indicativi di quante informazioni di spazialità un diffusore riesca a ricreare. Cosa più importante, il brano permette di capire se un diffusore è in grado di ricreare accuratamente toni e timbri. La batteria apre il pezzo ed è seguita rapidamente dal pianoforte; i G6 catturano con facilità lo spazio tra gli strumenti. Inoltre, essi trasmettono la rapidità e la qualità delle percussioni nelle prime parti del brano. Annidato nel pezzo c'è un giro di pizzicato alla chitarra che dovrebbe spiccare chiaramente, e con i G6 lo fa. Nel complesso, i diffusori Oriaco sono partiti col piede giusto. Era una fredda sera (secondo gli standard della California meridionale) quando ho ritirato i diffusori e il Sig. Minasian mi ha detto che avrei dovuto considerare i G6 al pari di uno strumento musicale, qualcosa che sarebbe stato influenzato dall'esposizione al freddo. Queste parole mi hanno fatto ricordare una cosa letta anni fa, riguardante il leggendario ingegnere del suono Richard Heiser. Il grand'uomo pensava che i cabinet dei diffusori dovessero essere considerati come degli strumenti musicali. Questo si discosta molto dal pensiero comune secondo il quale le risonanze dei cabinet sono sempre e inevitabilmente fonte di distorsione. Ho parlato di Heiser con il Sig. Minasian e lui è rimasto della sua opinione. Non ho problemi al riguardo. Mi rendo conto che ogni ambiente d'ascolto è affetto da risonanze che per la maggior parte sfuggono al controllo. Oltre a questo, so che nessuno vuole ascoltare musica in una camera anecoica, e nemmeno avere una normale conversazione mentre vi è dentro. Naturalmente, pensieri di questo tipo portano sempre alla domanda: Come possiamo ridurre al minimo le risonanze nocive per la musica all'interno di un cabinet, pur permettendo loro di esistere in armonia con essa? È proprio questo tipo di domande che mi rende felice di non avere mai avuto la minima inclinazione alla progettazione, figuriamoci la costruzione, dei miei diffusori. Oh, aspettate. L'ho fatto. Avevo forse dodici anni, comprai quattro altoparlanti coassiali da 12″ da Olson Electronics e realizzai dei cabinet con dei ritagli di compensato. Ehi, non posso dire che quei diffusori fossero buoni, in nessun senso. Penso di essere stato fortunato da escludere quel particolare approccio già da giovane.

Ma torniamo ai molto più interessanti G6. Ad Andrew Bird piacciono le voci ravvicinate; oserei dire molto ravvicinate, a contatto di microfono. Questo è fortemente in evidenza in Giant of Illinois dal suo disco Things Are Really Great Here, Sort Of..., col quale è fin troppo facile per un diffusore passare dal rapido e articolato al problematico ed eccessivamente sibilante. Con i G6 questa canzone è giusto al limite. Dobbiamo semplicemente ricordare a noi stessi che se la registrazione è giusto al limite, anche il suono proveniente dai diffusori deve esserlo. A volte la fedeltà non è così piacevole come potremmo sperare.

Passando all'analogico, ho abbassato la puntina su For Free, dalla mia stampa di Ladies of the Canyon di Joni Mitchell. Per suonare correttamente questo LP, un diffusore deve di nuovo cavalcare il limite. Questa volta il limite è costituito dal fruscio residuo del nastro, dalla forza delle consonanti che Mitchell canta e dalla fluidità tonale che questo classico possiede. Qui i G6 sono veramente nel loro elemento. L'ascoltatore ha la netta impressione che, sebbene non manchi alcun dettaglio, non ci sono nemmeno enfasi superflue in nessun aspetto della presentazione. A fine lato ero esattamente dove avrei dovuto essere: perso nella musica.

Oh, Inverted World, degli Shins, anch'esso su vinile, riporta di nuovo i G6 verso il limite. James Mercer è un autore di canzoni geniale, ma le sue registrazioni, specialmente le prime come questa, sono piuttosto problematiche. Però mi piace la musica, quindi eccola qua che gira e rigira. Sebbene possiate sentire facilmente i difetti della registrazione, con i G6 riuscite anche a cogliere la facile verve, la melodia e l'energia.

Recentemente ho pensato, e occasionalmente scritto, alla domanda: Potrei fare una recensione? La risposta, quando si è trattato dei G6, è stata un risonante sì, ma la storia non è tutta qua. È vero che i G6 hanno una sufficiente capacità di dettaglio da soddisfare i miei bisogni di recensore, ma questi diffusori offrono molto di più. Sono precisi, dettagliati e musicali. Raggiungono un compromesso che non è comune come dovrebbe essere. Sono abituato a sentire questo livello di dettaglio con diffusori che, alla fine del periodo di recensione, sono contento di restituire al produttore. Tali diffusori di minore importanza sono molto realistici, ma spesso lo sono in un modo che alla lunga è affaticante. Quel genere di dettaglio a spese della musicalità essenziale può essere divertente per un po', come un giocattolo nuovo per un bambino. Ma anche un recensore trae poco beneficio da apparecchiature, specialmente i diffusori, che recuperano quel po' di dettaglio extra a scapito della musicalità essenziale.

Il Sig. Minasian è stato abbastanza gentile da mandarmi anche un paio di suoi CD e io sono contento che lo abbia fatto. In entrambi suonano i fratelli Jasper (fiati) e Brad Dutz (percussioni). Ho apprezzato in particolare Isolation, dal CD omonimo. La musica è sia interessante sia piacevole, e la registrazione è superba, sia dal punto di vista della spazialità sia dal punto di vista della tonalità. Non vedo l'ora di ascoltare altri CD del Sig. Minasian. Sono stato abbastanza fortunato da parlare con il Sig. Minasian per qualche minuto e ho apprezzato davvero il tempo che abbiamo trascorso insieme. Mi ha veramente colpito, come vera, una cosa che lui ha detto, ma non è qualcosa che si sente spesso o viene dichiarato chiaramente. Stava parlando di come alcuni fanno riferimento ai primi tempi della registrazione stereo analogica definendoli l'età d'oro della registrazione. Lui non è d'accordo. Il Sig. Minasian pensa che oggi stiamo vivendo in un'età d'oro. Certo, le registrazioni di classica, come quelle della Mercury Living Presence Recordings, specialmente quelle registrate su pellicola magnetica da 35 mm, erano eccellenti, ma pensate al costo e alle risorse necessarie per la loro creazione. Ora pensate alla qualità che si può ottenere oggi, a un costo molto basso, grazie all'uso del digitale moderno. È un po' come paragonare l'editoria di un tempo con quella odierna. Se eravate Hemingway, non avevate problemi a far stampare e distribuire il vostro libro. Oggi avete maggiori possibilità con il print-on-demand digitale, così facilmente disponibile, rispetto a quante ne avreste avute in qualsiasi altro periodo storico. La diversità è un bene. Il digitale è un bene. Ascoltate e basta!

Come ho detto, ho avuto i G6 per una sola settimana, per cui ho cercato di trascorrere più tempo possibile ad ascoltarli. È stato tempo molto ben speso. Ora, dovreste sapere che ho un debole per i piccoli diffusori monitor su stand. Sono giunto a credere che meno, in termini di frequenza e intervallo dinamico, a cui un diffusore aspira, meno possibilità ci sono che qualcosa vada storto. Penso che la contesa sia senza dibattito. Quindi, parte di ciò che amo dei G6 è che essi non cercano di strafare. Non cercano di suonare troppo forte né troppo piano, e non cercano di recuperare dettagli che potrebbero essere divertenti ma non musicali. Meglio di tutto, mi aiutano a fare le due cose più importanti della mia vita: mi permettono di ascoltare la vera essenza di una registrazione mentre mi rilasso e mi godo il viaggio. Se vi capitasse l'occasione di ascoltare i G6, approfittatene. Sono diffusori fantastici, e già mi mancano.

Ascoltate bene, ma ascoltate felicemente, amici miei.

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