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Sostanze miracolose IV: la sabbia
Continuiamo la nostra carrellata sui materiali usati dagli audiofili
per modificare o ottimizzare il comportamento degli apparecchi HiFi.
La sabbia ha delle proprietà smorzanti ed antirisonanti particolarmente
buone e di sicuro interesse audiofilo. Vedremo come sceglierla e come
utilizzarla per trarne i benefici migliori.
Dove usarla
Le possibilità di utilizzo sono tante e, sostanzialmente, ogni cavità che possa
ingenerare risonanze può trarre beneficio dal riempimento con sabbia.
Si tratta quindi di colonne di stands in metallo o legno, di tavolini e
supporti vari o di volumi acusticamente inutilizzati di casse acustiche, come
nel caso di torri da pavimento a base
cava tipo le italiane Opera
Terza.
Il riempimento con sabbia, oltre a smorzare le possibili risonanze
fa aumentare notevolmente la massa dell'oggetto trattato, con conseguente
maggiore stabilità strutturale e pressione sul pavimento, a tutto
vantaggio, nel caso di supporti o di casse, della precisione della scena
acustica, della focalizzazione e della risposta in gamma bassa.
Pensate che le
Opera Terza da riempite pesano ben 7 kg
in più cadauna!
Un altro utilizzo di questo materiale riguarda le alimentazioni separate
di ampli, pre, finali etc. Normalmente le alimentazioni separate sono
dei semplicissimi cabinet metallici che contengono un trasformatore e
poco più. Poichè il gran vantaggio di questa soluzione
consiste nell'allontanare il più possibile ogni fonte di inteferenza,
normalmente poca attenzione si presta alla realizzazione meccanica di
suddetti cabinet. Ed ecco allora che la mano del tweaker esperto pone
rimedio a qualche dimenticanza in sede di progetto e provvede a rendere
più sordo possibile il trasformatore, da sempre fonte di ronzii
e disturbi di varia natura, riempendo l'intero cabinet con sabbia,
assicurandosi che la stessa sia ben asciutta onde evitare conseguenze
ben immaginabili.
Ovviamente anche queste operazioni sono da effettuare cum grano
salis (e parlando di sabbia...) nel senso che non tutti i supporti,
non tutti i tavolini ed apparecchi traggono gli stessi benefici.
Può anche succedere che la massa ridotta presenti dei vantaggi
superiori in alcuni casi.
Si tratta ovviamente di sperimentare e scegliere la soluzione che nel
nostro sistema, nel nostro ambiente e secondo il nostro gusto ci soddisfa
maggiormente.
L'ho detto e lo ripeto: in HiFi non esistono ricette magiche che funzionano
sempre.
Ora, se avete riempito già tutto il riempibile e smorzato tutto lo
smorzabile e nonostante ciò avete ancora della sabbia che vi avanza
non vi resta da fare altro che costruirvi il
SandBlaster 1.0 di TNT, base antivibrazioni per
elettroniche e cinematiche ad alto smorzamento e bassissimo costo.
Come scegliere e pretrattare la sabbia per uso HiFi
Non tutte le sabbie sono uguali e le proprietà che a noi interessano variano
a seconda della provenienza e del tipo di granello. Lo so, messa così sembra
la solita provocazione da Tempio del Tweaking ma vi garantisco che non è mia
intenzione prendere in giro nessuno.
Intanto la provenienza: la sabbia per uso audiofilo deve essere
necessariamente o di fiume o di cava, mai di mare. Il motivo dovrebbe
essere chiaro a tutti: il sale.
Nella sabbia di mare è presente una gran quantità di salsedine
che produce effetti disastrosi su qualsiasi elemento venga a contatto: legni,
metalli, vernici etc.
Mai e poi mai andrebbe usata per riempire stands, casse,
tavolini etc. Nel giro di pochi mesi la salsedine attaccherebbe le
superfici con le quali è a stretto contatto, ad esempio
le pareti interne di una colonna dei vostri costosissimi stands, e
comincerebbe la sua inesorabile opera di corrosione.
La sabbia di cava e ancor meglio quella di fiume non contengono salsedine e
sono pressochè chimicamente inerti.
Diciamo che quella che si acquista
presso qualsiasi negozio di forniture per l'edilizia è sabbia di cava,
normalmente piuttosto argillosa, caratteristica che, se da una parte garantisce
uno smorzamento acustico migliore, dall'altra presenta più
problemi nella fase di asciugatura che vedremo più
avanti.
E veniamo al tipo di granello: esso dovrà essere il più possibile di
forma irregolare, onde evitare il propagarsi di onde stazionarie all'interno
della sabbia...ok, ok è uno scherzo, ogni tanto bisogna pur prendersi in
giro, no? :-)
Tuttavia sarà meglio, per facilità d'uso, evitare sabbia troppo fina che
tende ad appiccicarsi ovunque -rendendo arduo il riempimento di cavità
anguste tipo stand per diffusori- ma anche quella troppo grossa che non
permette un riempimento ottimale.
Per facilitare le operazioni di riempimento e per evitare che l'umidità
sempre presente nella sabbia possa causare danni ai nostri apparecchi
(ruggine nei metalli e muffe nei legni) è buona cosa procedere, prima
di tutto, ad una accurata asciugatura. Questa si realizzerà tramite forno
ma attenzione, NON usate quelli ventilati!
In alternativa una semplice e naturale asciugatura al sole funzionerà
egregiamente.
In entrambi i casi anche se la sabbia appare superficialmente asciutta
occorrerà muoverla per far evaporare tutto l'umido presente negli strati
più profondi.
Conclusioni
Un'idea semplice, economica ed efficace nella maggior parte dei casi.
In HiFi succede spesso che materiali ed oggetti nati per usi completamente
diversi si rivelino poi estremamente utili nel Tweaking o
nell'autocostruzione. Sono le piccole cose che possono fare grande il
suono di un'impianto.
Buone sabbiature a tutti!
Copyright © 1997 Lucio
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